Sesto volume della Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Il volume pubblica gli atti del convegno «“Nel cuore della realtà”. Agostino Gemelli e il suo tempo», svoltosi a Milano, in Università Cattolica, tra il 28 e il 30 aprile 2009, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di padre Gemelli. Si articola in varie sezioni, che corrispondono alle sessioni del convegno, ed è introdotto dal saluto del Magnifico Rettore. Nella prima parte, intitolata «Materialismo cattolico»?, sono comprese le relazioni introduttive e basilari del convegno, con interventi sulla formazione e sulla specializzazione medica di Gemelli, sulla sinergia fra medievalismo e modernità che connota il suo progetto culturale, sul rapporto fra scienza e fede istituito dal padre fondatore dell’Università Cattolica e sulla sua presidenza della Pontificia Accademia delle Scienze. La seconda parte, intitolata Protagonista della vita della Chiesa, prevede contributi dedicati alle relazioni intessute da Gemelli con i pontefici e ai suoi interventi in materia concordataria e nel riordino degli studi ecclesiastici. È anche presente un intervento sulla questione dell’antisemitismo. La terza parte, denominata Alla frontiera della psicologia, approfondisce l’importante contributo che Gemelli ha dato allo sviluppo di questa disciplina, mentre la quarta è dedicata ai Rapporti internazionali sviluppati dal rettore. Nella quinta ed ultima parte, intitolata La società e le sue trasformazioni, sono presenti lavori che rimandano agli interessi coltivati da Gemelli in settori allora all’avanguardia, come le scienze sociali e le discipline che si occupano di produzione e lavoro, dei mezzi di comunicazioni di massa e dello sport. Un contributo affronta poi il tema dell’eugenetica. In chiusura il volume prevede un saggio sulla diffusione di un’opera di Gemelli assai famosa e più volte tradotta, vale a dire "Il Francescanesimo".
Gli autori
Maria Bocci è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica. Si è occupata di storia della Lombardia, di cattolicesimo sociale, del contributo della storiografia otto-novecentesca alla formazione dell’identità italiana, di storia dell’Università Cattolica e del dibattito alimentato dall’intellettualità cattolica sullo Stato e sulla società civile. Tra i suoi lavori si ricordano i volumi La Casa del Popolo alla Fontana (Milano 1990), Ester Angiolini nella città di Ambrogio (Milano 1992), Oltre lo Stato liberale. Ipotesi su politica e società nel dibattito cattolico tra fascismo e democrazia (Roma 1999), Agostino Gemelli rettore e francescano. Chiesa, regime, democrazia (Brescia 2003), L’Università Cattolica nelle carte degli archivi (Milano 2008).
Platone è considerato il fondatore della filosofia occidentale. Il numero delle pubblicazioni dedicate all’analisi delle sue opere è pressoché sterminato, eppure non abbondano i tentativi di fornire un quadro generale della sua filosofia: finora per trovare l’ultimo bisognava risalire a più di cinquant’anni fa. A colmare questo vuoto arriva adesso l’opera di Franz von Kutschera che qui presentiamo nella sua edizione italiana.
Voce di spicco tra gli studiosi di filosofia antica, Kutschera propone una nuova interpretazione globale della filosofia platonica, un opus magnum che prende in esame tutti i dialoghi, commentandoli in ordine cronologico. Egli ritiene infatti che i dialoghi occupino un posto centrale nell’interpretazione di Platone e che, messi in relazione l’uno con l’altro, possano portare a dirimere molte delle incertezze rimaste aperte e a trovare una risposta a quasi tutti i problemi interpretativi. Un esempio significativo è il caso della teoria delle Idee che, grazie all’impostazione di Kutschera, mostra chiaramente il suo sviluppo, lungo la cronologia dei dialoghi, dalla visione ‘ingenua’ dei primi scritti verso la posizione più matura esplicitata nel Parmenide e nel Sofista.
Un altro merito dell’opera di Kutschera sta nella sua scelta originale di adottare il metodo logico per affrontare e discutere alcuni temi metafisici ed epistemologici di fondo. La formalizzazione contribuisce a illuminare il filo del discorso e a enucleare i presupposti e le reali intenzioni di Platone; anche perché, rispetto ad altre opere in cui aveva già optato per questo metodo, ora Kutschera ammorbidisce il linguaggio fortemente specializzato dei logici di professione in favore di una chiarezza espositiva che rende accessibile la sua prospettiva a un numero maggiore di lettori. La filosofia di Platone ne esce così in tutta la sua ricchezza tematica, nel suo sviluppo e nella sua attualità.
La Bibbia conosce, dalla prima all’ultima pagina, un apprezzamento radicale per il mondo e la vita. Dio stesso, nel racconto della Genesi, manifesta compiacimento per la creazione, in particolare davanti ad Adamo («e vide che era cosa molto buona»). È quanto accade anche agli inizi di ogni vita umana, quando essa appare gravida di un futuro promettente. Ma è esperienza di ogni uomo che questa promessa prima o poi venga smentita: la vita è continuamente esposta alla precarietà ed è comunque destinata al declino e alla fine. La contraddizione è espressa con forza dall’immagine del Salmo 90, che dà il titolo al libro: «L’uomo è come l’erba: al mattino fiorisce, germoglia, alla sera è falciata e dissecca». Se questa è la condizione umana, sorge un interrogativo a proposito di Dio, che la Scrittura mette in bocca a Giobbe, simbolo universale del dolore innocente: «Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto integro in ogni parte: vorresti ora distruggermi?». La Bibbia non è affatto imbarazzata nel dare eco a questo dubbio che spesso il cuore umano nutre a proposito di Dio. E tuttavia mostra, più forte del dubbio, la fiducia in Dio, nella sua cura di quella fragilissima creatura che è l’uomo e del suo insopprimibile desiderio di vita. È dentro questa tensione tra precarietà umana e fedeltà di Dio che si muove Bruno Maggioni, in aderenza alla logica originale della Bibbia: le sue oneste pagine sono attente a non attenuare né l’una né l’altra in nome di un qualche schema teologico intenzionato a far quadrare i conti. La domanda ostinata sulla caducità dell’uomo imprime alla ricerca dell’uomo biblico un dinamismo nel quale si è fatta strada l’attesa di qualcosa di più, di una soluzione che tocca a Dio svelare oltre la barriera della morte. Nella storia di Nazareth avviene l’inimmaginabile: al Figlio, che fiduciosamente consegna la propria vita nelle mani del Padre, Dio risponde con la Risurrezione. Anche a noi, nel Figlio, diventa possibile abbandonarci al ‘Dio affidabile’. Non soltanto nell’ultimo passaggio, che cessa di apparire un salto nel buio, ma in ogni momento della vita, circondato da un mistero che sostiene e custodisce, come promesso dalla Parola delle origini.
Bruno Maggioni è nato nel 1932 a Rovellasca (Como) e dal 1955 è sacerdote della diocesi di Como. Ha studiato Teologia e Scienze bibliche all’Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Biblico di Roma. È docente di Introduzione alla Teologia presso l’Università Cattolica di Milano. Autore di numerosi libri, con Vita e Pensiero ha pubblicato: Le parabole evangeliche (1992), Padre nostro (1995), La pazienza del contadino (1996), La brocca dimenticata (1999), Davanti a Dio (2 voll., 2001-2002), Il seme e la terra (2003), Un tesoro in vasi di coccio (2005), Come la pioggia e la neve (2006).
Storica rivista dell'Ateneo dei cattolici italiani, "Vita e Pensiero", sin dalla fondazione nel 1914, si è proposta come autorevole luogo di confronto e dibattito per la cultura del Paese. Nella consapevolezza che quella che stiamo vivendo è per tutti una stagione ricca di opportunità e rischi, da affrontare con coraggio intellettuale e gusto per la ricerca del vero, dal 2003 "Vita e Pensiero" è stata ripensata nell'impostazione grafica e nel lavoro redazionale. Oltre a temi quali lo sviluppo tecnologico e economico, il progresso delle neuroscienze e della genetica, i nuovi paradigmi della politica e delle relazioni internazionali, l'evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa, dedica una particolare attenzione all'attualità, ospitando articoli e interventi di docenti dell'Università Cattolica e di significative voci "esterne", capaci di offrire chiavi di lettura originali sui fenomeni sociali e culturali di oggi e di domani.
Questo volume dell’«Annuario di etica» si occupa dell’utilizzo della nozione di ‘natura’ nelle etiche contemporanee e nel relativo dibattito. È facile intendere la considerevole attualità di questo tema, che è presente come questione di fondo nella maggior parte delle più significative discussioni di etica pubblica: si pensi alle questioni di bioetica e a quelle sull’ambiente, ove sono in gioco l’idea della natura umana e del suo rapporto con la natura in senso cosmologico.
Il volume è ripartito in quattro sezioni. Le prime due sono costituite da Saggi e da Contributi. I Saggi affrontano la questione a livello dei fondamenti, così come sono proposti da alcune tradizioni filosofiche viventi: etica analitica, nuove forme dell’etica kantiana, etica neoclassica, etica dei diritti. I Contributi, invece, presentano e discutono l’utilizzo dell’idea di ‘natura’ in ambiti determinati: il ‘naturalismo’ analitico, la sua critica nella teoria della ‘sopravvenienza’, la neuroetica, la bioetica, l’etica del Gender, l’ecoetica. La terza sezione del volume è costituita da un Forum di discussione tra E. Lecaldano, M. Moneti Codignola, A. Da Re, G. Cantillo. La quarta sezione è una Rassegna bibliografica, che recensisce volumi significativi sul tema dell’«Annuario».
Il volume documenta, con ricchezza teorica e tematica, che il tema della natura presente nell’etica contemporanea è un crocevia inevitabile, anzitutto a motivo della presenza sempre più incisiva della cultura e della mentalità tecno-scientifica, la cui artificialità si definisce in relazione dialettica con la naturalità. L’argomentazione morale non può evitare, perciò, di interrogarsi nuovamente se lo statuto del sapere morale non implichi un riferimento a un principio di senso e a un paradigma di valore, che chiamiamo ‘natura umana’.
Giuseppe Toniolo (1845-1918), docente di Economia all'Università di Pisa, coniugò la serietà dell'impegno scientifico con un'intensa sensibilità religiosa e sociale. Fu tra gli uomini che prepararono il clima della Rerum Novarum e si adoperò per tradurre in pratica gli orientamenti di Leone XIII, affermandosi come uno dei leader più lungimiranti del movimento cattolico. Domenico Sorrentino disegna con nitidezza l'uomo, lo studioso, il cristiano che seppe conservare, nel mezzo di un appassionante impegno nella storia, lo spirito di contemplazione e un'intima unione con Dio. Nella sua esperienza spirituale, qui riletta con metodo teologico, non emerge solo il valore di una grande figura di laico, ma il senso della Chiesa stessa che, in questo orizzonte di santità, manifesta il suo volto e la sua missione.
Il volume ha per oggetto la traduzione latina del De bello Iudaico di Giuseppe Flavio, nota come «Pseudo-Egesippo» e intende offrire un quadro della formazione culturale dell’autore di questa traduzione, la cui identità è da lungo tempo oggetto di dibattito. La solida formazione attinta alla scuola classica e fondata sugli autori pagani di cui questo autore cristiano dà prova, unita all’interesse per la storia ebraica finalizzato al dibattito con gli ebrei, orienta verso l’ambiente romano della metà del IV secolo. Lo studio qui proposto offre dunque anzitutto una nuova tessera per la composizione di quel mosaico che fu il clima culturale romano di tale epoca, nel quale le diverse tradizioni, pagana, cristiana ed ebraica, si confrontarono e si influenzarono reciprocamente.
Quanto all’identità dell’autore, l’ipotesi qui sostenuta è che si tratti del giovane Ambrogio, che prima di diventare vescovo di Milano (374-397) si formò proprio a Roma. Una nuova luce viene gettata sulla formazione ‘romana’ di Ambrogio, classica ma anche già pienamente cristiana, aspetto rimasto sempre nell’ombra perché lo stesso Ambrogio, preferendo insistere retoricamente sulla sua iniziale impreparazione all’episcopato, nulla ci ha detto a riguardo. Si viene così a scoprire che il mondo giudaico ha sempre rappresentato agli occhi di Ambrogio un termine privilegiato con cui misurarsi: un confronto che ha indirizzato la sua formazione e ha suscitato in lui la ricerca di risposte alle obiezioni che quel mondo poneva.
Intervenendo al Convegno promosso dal Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa dell'Università Cattolica e dal Centro Internazionale degli Amici di Newman, alcuni fra i più autorevoli conoscitori di John Henry Newman, affiancati da studiosi più giovani, hanno ricomposto, in un quadro completo e insieme accessibile, la fisionomia umana e speculativa del filosofo e teologo inglese, vivamente apprezzato anche da Benedetto XVI.
Capace di declinare efficacemente l'esigenza di una fede pensata e vissuta nella prospettiva di un dialogo autentico fra uomini e popoli, quali che siano le loro differenti e molteplici appartenenze, Newman si conferma - soprattutto nello scenario socio-culturale contemporaneo - come una figura paradigmatica di intellettuale e di credente.
«Il segno caratteristico del grande dottore nella Chiesa mi sembra essere quello che egli non insegna solo con il suo pensiero e i suoi discorsi, ma anche con la sua vita, poiché in lui pensiero e vita si compenetrano e si determinano reciprocamente. Se ciò è vero, allora Newman appartiene ai grandi dottori della Chiesa, perché egli nello stesso tempo tocca il nostro cuore e illumina il nostro pensiero».
Cardinale Joseph Ratzinger
Papa Benedetto XVI
Evandro Botto è direttore del Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dov'è professore ordinario di Storia della filosofia e docente di Filosofia politica. I suoi interessi si collocano nell'ambito della Storia della filosofia moderna e contemporanea, con particolare riguardo per i temi antropologici ed eticopolitici. Per Vita e Pensiero ha pubblicato, tra l'altro, Etica sociale e filosofia della politica in Rosmini (1992).
Hermann Geissler, membro della Famiglia spirituale «L'Opera», è direttore del Centro Internazionale degli Amici di Newman a Roma e capo Ufficio presso la Congregazione per la Dottrina della Fede. Nella tesi di dottorato ha trattato il tema Gewissen und Wahrheit bei John Henry Kardinal Newman (2a edizione, 1995), ha curato il volume Conoscere Newman. Introduzione alle opere (2002) e ha pubblicato numerosi articoli sulla vita, la teologia e la spiritualità di Newman.