Negli anni recenti la presenza ortodossa in Italia si è enormemente sviluppata, soprattutto a causa dell'immigrazione di fedeli orientali non cattolici provenienti da Romania, Ucraina, Moldavia, Russia e altre nazioni dell'Est o del Medio Oriente, tant'è che gli ortodossi nel loro insieme costituiscono ormai la seconda comunità religiosa sul territorio. L'Italia torna così a essere un paese in cui le due tradizioni cristiane s'incontrano e s'intrecciano, come fu in un passato non lontano.
Attraverso i contributi di alcuni dei maggiori studiosi italiani della materia, il volume presenta una visione d'insieme del retroterra storico e spirituale delle varie presenze ortodosse in Italia e una disamina dei principali nodi del dialogo tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse.
Il testo si configura anche come il necessario approfondimento storico-teologico che motiva e sostiene le indicazioni contenute nel Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici, pubblicato a cura dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso e dell'Ufficio nazionale per i problemi giuridici della CEI e riproposto in appendice.
Sommario
Prefazione (D. Tettamanzi). Introduzione. L'ortodossia in Italia oggi. La tradizione bizantina in Italia, tra fede e storia. L'ortodossia russa nell'età contemporanea: un itinerario singolare di incontro con la modernità (A. Roccucci). L'ortodossia greca al di dentro e al di fuori della comunione ortodossa (E. Morini). Le antiche Chiese d'Oriente (J.-P. Lieggi). Fondamenti della spiritualità slavo-ortodossa (N. Valentini). L'ortodossia nello spazio romeno e il significato della sua presenza in Italia per la comunione tra le Chiese (C. Alzati). Le questioni teologiche aperte. Il dialogo tra cattolici e ortodossi: punti di contatto e di divergenza (I. Spiteris). I Santi Misteri. Vita liturgica e nucleo sacramentale secondo l'ortodossia (D. Cogoni). Questioni intorno al matrimonio (B. Petrà). La testimonianza di un monaco ortodosso nell'Italia di oggi (N. Burcea).
Note sul curatore
GINO BATTAGLIA è il direttore dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI. Si occupa di dialogo interreligioso e di storia dell'Asia. Le sue pubblicazioni più recenti sono Cristiani indiani. I cristiani di san Tommaso nel confronto di civiltà del XVI secolo, Urbaniana University Press, Roma 2007; Le religioni orientali, La Scuola, Brescia 2008; Mille Napoli. La Comunità di Sant'Egidio e la città, Guida, Napoli 2008; Europei senza patria. Storie di Rom, Guida, Napoli 2009; il romanzo Malabar, Guida, Napoli 2010.
Era necessario l’evento tragico dell’11 settembre perché l’uomo comprendesse la necessità di guardare all’altro in modo diverso? Dobbiamo ripensare la prospettiva con cui guardiamo l’altro, il diverso, lo sconosciuto. In fin dei conti si impone di rivedere chi siamo noi insinuando il dubbio che solo cambiando per primi possiamo sperare di tessere relazioni con gli altri. Partendo dalla consapevolezza che nessuno è immune da errori. Per qualcuno può sembrare al più un semplice auspicio, talvolta una speranza da coltivare. Non mancano coloro che lo considerano un rischio da evitare. Altri che, praticandolo, ambiscono alla conversione altrui. Solo costruendo una pedagogia del dialogo, di un metodo capace di rispetto nell’ascolto reciproco sarà possibile superare gli ostacoli e le oggettive differenze (che mai devono essere azzerate o nascoste) che contrassegnano le religioni. Percorrere il dialogo interreligioso impone come condizione preliminare quella di “mettersi nelle scarpe dell’altro” non per rinunciare alla propria fede nè per omologarla ad altre, anzi. Emerge l’atteggiamento del credente, di colui che sa che nell’altro, chiunque esso sia e qualunque fede abbia (se ne ha una), si è ripetuto lo stesso miracolo cui ne ha beneficiato: l’amore di Dio.
Saggi di: M. Ferrini, B. Pandolfi, P.Dioguardi, M. Marino, B. Di Porto, A. Ruberti, Luigi Sapio, H.’Abd al-Qadir, R. Distefano, L.M. Sarteschi, M. Salani.
Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, Misericordiae Vultus, auspica che questo Anno Giubilare possa essere vissuto nella misericordia favorendo l'incontro con le varie religioni e in particolar modo con l'ebraismo e l'islam. Attraverso il presente volume, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, accoglie l'invito del Santo Padre ad incontrare le varie tradizioni religiose per proseguire, nel tema della misericordia, la via del dialogo e del superamento delle difficoltà. Il presente sussidio è il frutto di una collaborazione interreligiosa ed è stato redatto grazie al contributo di alcuni esperti appartenenti ad altre tradizioni religiose. È un invito indirizzato alle Conferenze Episcopali e, tramite loro, a tutti i cattolici volto ad esaminare ciò che abbiamo in comune con i credenti di altre religioni.
Raimon Panikkar conversa con il rabbino Pinchas Lapide, entrambi intervistati da Anton Kenntemich. Un'opera in grado di sconvolgere quello che i cristiani pensano degli ebrei e quello che gli ebrei pensano dei cristiani, e che evidenzia il rischio possibile di una riduzione sia del cristianesimo sia dell'ebraismo. Come sempre hanno ripetuto Raimon Panikkar e Julien Ries, non c'è dialogo che non porti un guadagno reciproco. In questo senso sono qui affrontate tematiche fondamentali quali l'idolatria, l'esperienza dell'aperto, della libertà, dell'infinito, dell'indescrivibile. Parole dentro le quali è annidato un mistero inesprimibile, che conduce in unità la diversità delle culture.
I popoli e le religioni del mondo non possono vivere nell'isolamento". Alzare barriere per Panikkar è un suicidio culturale e umano. Egli non crede né auspica una religione universale. Panikkar crede profondamente alla dialogicità e al reciproco guadagno di qualsiasi incontro in cui ci sia vero ascolto. Vede come nella storia e nel presente il dialogo sia indispensabile. A partire da figure come Raimondo Lullo, a cavallo tra Medioevo e mondo moderno, il volume giunge a "raccontare" esempi di dialogo attuale: il dialogo buddhista-cristiano sulla condizione umana e la ricerca della umanizzazione dell'uomo; il dialogo hindù-cristiano in cui si incontrano i principi di a-dualità e di amore, e infine la sfida interculturale dell'esperienza buddhista, hindu e cristiana. Questo tomo delle opere di Panikkar raccoglie gli scritti e gli inediti italiani che lo hanno reso più popolare nel mondo come uomo del dialogo.
È diffusa l'idea che, mentre tutto cambia, la Chiesa resti immobile nel tempo. Nell'ultimo secolo, invece, le Chiese cristiane sono cambiate profondamente e tale cambiamento è stato provocato soprattutto da un rapporto sempre più stretto - facile o difficile, pacifico o conflittuale - con gli altri: i liberali e i comunisti, i laici e gli atei, ma anche i cristiani di altre confessioni e i credenti di altre religioni, come ebrei e musulmani, induisti e buddisti. Agli occhi del cristiano dell'Europa occidentale, altri sono stati anche quelli che - nei Balcani o in Russia, in Medio Oriente o in Africa settentrionale, in Estremo Oriente o nell'Africa subsahariana - apparivano diversi, per motivi storici e culturali, persino nel caso di una comune appartenenza confessionale. Nel corso del Novecento, in tanti incontri molto diversi fra loro, Chiese, comunità cristiane e singoli credenti non hanno solo accettato o respinto, apprezzato o condannato l'altro, ma dall'altro sono stati anche cambiati in profondità. Le grandi sfide poste dalle diversità culturali e religiose alle Chiese cristiane, insomma, non sono emerse solo dopo l'attentato dell'11 settembre 2001, e i saggi raccolti nel libro affrontano, in un modo nuovo e originale, il rapporto delle Chiese non solo con la modernità, intesa come cambiamento politico, economico e sociale elaborato prevalentemente dall'Occidente, ma anche con la più variegata contemporaneità di un mondo in cui convivono civiltà diverse.
"Ebrei e cristiani possono arricchirsi vicendevolmente nella loro amicizia. Senza le sue radici ebraiche, la Chiesa rischierebbe di perdere il suo ancoraggio nella storia della salvezza, scivolando infine in una gnosi storica."
La visione ecologica del patriarca Bartolomeo I, capo delle chiese ortodosse a livello mondiale, conosciuto anche come il patriarca verde per il suo impegno nell'indicare gli imperativi teologici, etici e pratici che stanno dietro ai pià importanti temi ambientali di oggi.
La storia delle religioni ha presentato, fin qui, una fatale tendenza al dogmatismo e all'intolleranza, alla chiusura difensiva, piuttosto che all'incontro e al dialogo. Ma è un atteggiamento che ora viene delegittimato dall'avvento delle società multiculturali: anche le religioni devono aprirsi al dialogo e assimilare paradigmi di laicità, intesa come capacità di affrontare il pluralismo e di gestire un costruttivo spazio di confronto.
Una riflessione a più voci, teologica e antropologica insieme, su Dio e sull'uomo, che ne focalizza la relazione. Il tema ha due punti di riferimento: Dio e l'uomo, e si sviluppa seguendo tre piste: il dialogo ecumenico, il dialogo interreligioso e quello tra credenti e non credenti. Tutta la tematica vuole essere una riflessione assai positiva all'interno del dialogo, perché vuole costruire l'incontro tra l'uomo e il suo Dio e l'incontro dell'uomo con gli altri uomini; dialogo come accoglienza profonda, condivisione, rispetto, comunione che si realizza nell'orizzontale e nel verticale.
Il tema del pluralismo religioso torna periodicamente ad affacciarsi alla ribalta, e in questo momento storico sembra essere più che mai attuale. Infatti, se è vero che le ideologie totalitarie sono state bandite dalla scena europea è altrettanto vero che nonostante questo ne permangono tracce evidenti, pur se mascherate da nazionalismi culturali, fondamenti etnici, rivendicazioni di tradizioni locali, autonomismi e settorialismi, rifiuti all'integrazione con emigrati stranieri appartenenti ad altre religioni. Quale può essere, in questo contesto, il ruolo delle chiese? Questo libro raccoglie le discussioni di un folto gruppo di studiosi di storia religiosa, diritto e diritto ecclesiastico circa le relazioni tra Stato e confessioni religiose in un sistema democratico contemporaneo. Molti sono i punti di vista esposti, ma emerge la convinzione comune che la collaborazione tra chiese e istituzioni civili, nel rispetto del pluralismo religioso, sia un valido strumento di rafforzamento della democrazia, mentre la presenza di una sola chiesa dominante difficilmente garantirebbe eguaglianza di condizioni a tutti i soggetti.
Il dialogo tra le religioni e le scienze della natura rappresenta oggi un compito di grande rilievo culturale e sociale. In un contesto contemporaneo che, da un lato, vede il fenomeno religioso spostarsi sul versante dell’irrazionalità e, dall’altro, conosce preoccupanti derive fondamentalistiche all’interno delle grandi religioni, il volume – frutto di un convegno teologico dallo stesso titolo – richiama un orizzonte culturale in cui le religioni diventano luogo di autentica ricerca intellettuale e in cui le scienze, partendo dagli ambiti di ricerca loro propri, vanno oltre se stesse e si pongono domande sul senso del tutto. È un orizzonte in cui si apre uno spazio di incontro tra religioni e scienze e che raccoglie il convergente apporto che sia le prime sia le seconde possono rendere alla costruzione del sapere umano.
Nella prospettiva di un rapporto dialogico i contributi raccolti nel volume focalizzano l’interesse sulla questione della “origine” del cosmo e della vita in esso, in particolare sull’origine dell’uomo e sul suo rapporto con gli altri esseri viventi. Le teologie intervenute rappresentano le tre grandi tradizioni religiose – ebraica, cristiana e islamica – che, dal punto di vista storico, sono state particolarmente legate agli sviluppi della cultura occidentale in cui è nata la scienza moderna.
Sommario
Premessa (A. Autiero). Introduzione (V. Maraldi). Teologia della creazione e scienze naturali (W. Pannenberg). La creazione nel pensiero cristiano. Il Dio trinitario, origine e compimento del creato (V. Maraldi). Il rapporto scienza-fede secondo il modello di Pierre Teilhard de Chardin (L. Galleni). La creazione dal punto di vista biblico-ebraico tra alterità e responsabilità (C. Di Sante). La creazione nell’Islam. Il Libro sacro, i teologi, i filosofi, gli estremisti (C. Baffioni).
Note sul curatore
Valentino Maraldi (Cesena 1963) ha studiato teologia a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana e a Francoforte presso la Scuola superiore di teologia e filosofia Sankt Georgen. Insegna teologia presso il Centro per le Scienze Religiose in Trento e presso l’Istituto di Scienze Religiose di Bolzano. Sui rapporti tra teologia e scienza ha pubblicato Lo Spirito Creatore, Milano 2002.