«Il mondo delle scuole monastiche»: ossia il mistero cristiano come si presenta nella riflessione e nella contemplazione di quanti vivevano nei chiostri o di quanti miravano, in un’ampia varietà di modalità e di espressioni, ad averne soprattutto l’esperienza e "il gusto".
Anche questa era teologia, specialmente attenta alla "storia della salvezza", certo con finalità e con tratti diversi rispetto a quelli che verranno assunti con la "scolastica", quando in un altro clima culturale si ricercherà lo statuto scientifico della «sacra dottrina» e se ne metterà in luce il carattere di "sapere" critico. Il volume contiene sia profili di figure sintomatiche, come Desiderio di Montecassino, Ruperto di Deutz, Bernardo di Clairvaux, Ildegarda di Bingen, Gioacchino da Fiore, sia il quadro delle grandi forme di vita monastica, quella dei Benedettini, dei Cisterciensi e dei Certosini.
La concezione della teologia e il tracciato delle sue vicissitudini resterebbero assai lacunosi, se l’attenzione della ricerca e la sua valutazione dovessero limitarsi a considerare e ad apprezzare la teologia delle "scuole". Da qui il valore "dottrinale" e storico di questo III volume nella prospettiva delle Figure del pensiero medievale, o, più generalmente, in un progetto relativo alla teologia del mistero cristiano.
Il De Civitate Dei, scritto dopo un evento catastrofico come il sacco di Roma, è di grandissimo aiuto nelle innumerevoli e devastanti crisi del presente, soprattutto per comprendere le dicotomie che il sociale ci presenta e che papa Francesco considera decisive per iniziare i processi necessari alla nuova umanità. Inoltre, il capolavoro di Agostino, arrivato a Bergoglio soprattutto tramite il pensiero di E. Przywara, contribuisce a delineare percorsi di discernimento sul ruolo della Chiesa nel XXI secolo, in anni in cui la religione è tornata a contare nella gestione del potere negli Stati e nella geopolitica internazionale. Questo volume presenta un lavoro sui testi di Agostino e contribuisce a rispondere all'appello della Veritatis gaudium per elaborare una teologia volta a individuare un nuovo sviluppo e un nuovo progresso per l'umanità. La postfazione di Fabrizio Mandreoli rilancia lo scritto nell'attuale dibattito teologico e multidisciplinare.
Le 41 lettere qui raccolte sono presentate in due grandi filoni. Il primo: le tematiche spirituali, monastiche, insieme ai rapporti familiari e di amicizia, rapporti con altri monaci; il secondo: persone e problemi particolari, dalla vicenda di Abelardo e Eloisa alla gestione economica, all’Oriente e la crociata, l’islam e infine i rapporti particolari tra Cluny e Cîteaux, e quindi tra Pietro e Bernardo.
Vi sono lettere come trattati (vedi la Lett. 20 sulla vita eremitica o la stessa Lett. 111 a Bernardo, un vero e proprio manifesto contro ogni forma di fondamentalismo); altre sono lettere brevi: un richiamo all’amicizia, la richiesta di aiuto per un bisogno di un amico. La vita spirituale con i temi della preghiera e della fede, la riforma della vita monastica si accompagnano alla saggezza di un uomo di governo che sa difendere i diritti della sua “chiesa di Cluny”.
La grande varietà dei destinatari, la diversità delle loro posizioni nella società civile e nel mondo ecclesiale, la complessità dei problemi affrontati di volta in volta permette di tracciare un affresco molto ricco sul panorama della prima metà del sec. XII.
La personalità di Pietro traspare particolarmente nelle lettere: una “retorica” non certo fredda e distaccata, e nei rapporti più personali un lessico affettivo molto intenso.
Punti forti
2010: undicesimo centenario della fondazione di Cluny (910). È il primo testo di Pietro ilVenerabile pubblicato in traduzione italiana.
Pietro il Venerabile è modello di straordinaria attualità: mediatore nato, figura di riconciliazione, cuore ecumenico come pochi.
Destinatari
Tutti i cultori dei classici della spiritualità. l Studiosi del medioevo (rapporti tra monasteri e ordini in un momento in cui essi erano un pilastro portante della società)
Autore
Pietro il Venerabile (1092/94-1156), è nato in una famiglia della piccola nobiltà dell’Alvernia, dove si respirava “aria monastica”. Fece la professione monastica a 17 anni e dopo essere st priore a Vézelay e a Domène, all’età di neanche 30 anni è eletto abate di Cluny, in un periodo di grande crisi dell’abbazia. Nonostante una forte opposizione, porta avanti importanti riforme relative alla liturgia, alle osservanze, all’economia dei monasteri (Cluny governava su più di mille fondazioni!). Pietro fu un grande personaggio pubblico non solo per i rappporti che aveva con i monasteri, ma anche con il Papa e regnanti. Scrisse alcune opere apologetiche, un libro Sui miracoli, ma soprattutto le sue 193 lettere. Difese Abelardo contro Bernardo e lo accolse a Cluny. Attento all’emergere in occidente dell’islam, fa tradurre il Corano. Muore nel Natale del 1156.
il curatore domenico pezzini ha insegnato all’Università Cattolica di Milano e all’Università statale di Verona. Presso le Paoline ha pubblicato molti testi di spiritualità. Riconosciuto studioso in ambito medievale, ha pubblicato in questa stessa collana le opere di Aelredo di Rievaulx: L’amicizia spirituale, Lo specchio della carità, Gesù dodicenne; di Tommaso Moro, Gesù al Getsemani e di Isacco della Stella, I Sermoni (2 voll.)
I concetti teologici, o in senso lato religiosi, sono spesso diventati nel corso del tempo categorie politiche, costituendo l'ossatura di quella "teologia politica" che Carl Schmitt aveva delineato, dentro la quale categorie politiche non sono altro che categorie religiose secolarizzate. In età antica poteva peraltro succedere che i fatti religiosi fossero interpretati e declinati secondo categorie politiche, come Erik Peterson ha esemplarmente mostrato nel suo Monoteismo come problema politico. I due procedimenti non sono però in contrapposizione: la società antica era nelle sue basi religiosa e quindi ogni idea o istituzione fondamentali nascevano dalla religione o venivano filtrate attraverso essa, anche la categoria o le istituzioni politiche che a noi sembrano ad essa estranee. Di queste interferenze è un esempio particolarmente significativo il termine latino praerogativa, di cui il volume ripercorre la storia tra le prime manifestazioni scritte e i secoli del tardoantico.
Paolo, Agostino, Lutero: hanno davvero a che fare con la storia moderna? Oggi i loro nomi sembrano remoti, evanescenti. L'argomento non è nuovo, anche se lo si approfondisce di rado. Eppure alle origini del mondo moderno questi personaggi hanno giocato un ruolo determinante. Chi penserebbe mai che le Lettere di Paolo e il Nuovo Testamento di Erasmo hanno avuto una diffusione non piccola, ancor prima di Lutero? Nel corso del XVI secolo l'epistolario paolino supera le 700 edizioni e l'Opera omnia di Agostino, dal 1506, ha diverse ristampe.
La Lettera alla sorella fiorentina -sulla verginita e la fuga dal mondo- l'unico scritto rimastoci di Leandro, e ritenuta un gioiello di letteratura ascetica.
le radici filosofiche della spiritualità agostiniana
Che accade quando moriamo? Le anime dei defunti conoscono ciò che accade sulla terra? Quali caratteristiche avranno i corpi resuscitati? Che cosa sappiamo del Purgatorio? Questi e altri temi escatologici hanno interessato i semplici fedeli fin dalle origini del Cristianesimo, come pure i teologi, fino ad oggi. Nella Spagna del VII secolo, Giuliano (642-690), Vescovo di Toledo, fu il primo teologo a scrivere un trattato sistematico, ma pratico, di Escatologia cristiana. In esso egli sintetizza i dati biblici e la sapienza teologica dei Padri della Chiesa, elaborando le sue tesi in modo logico, per trasmetterle in forma sistematica alle future generazioni. Per questa ragione il "Prognosticum" ebbe una vastissima diffusione nelle biblioteche della Cristianità medievale. L'autore, oltre ad un completo "commentario teologico" del "Prognosticum" e alla traduzione italiana del testo latino (riprodotto a fronte), fornisce al lettore una ricca "Introduzione", in quattro capitoli, dedicati all'ambiente socio-politico della Spagna del VII secolo e alla vita e alle opere di Giuliano, in particolare al "Prognosticum futuri saeculi".
Descrizione dell'opera
«È impossibile comprendere la Chiesa orientale se non si afferra il significato del monachesimo. I monaci non sono una classe sopra la Chiesa, ma lo stato più alto all'interno di essa. [...] I monaci sono considerati come la forza intima della Chiesa: sono i suoi eroi spirituali, gli archetipi della sua pietà, i modelli della castità, i totalmente impegnati» (dalla Prefazione).
Il punto culminante della «teologia del monachesimo» - tramite l'ascesi il monaco, vero atleta di Cristo, lotta contro il potere del demonio sugli uomini - è rappresentato dall'elaborazione del grande monaco del Monte Athos Gregorio Palamas (1296-1359), l'importanza delle cui opere nella tradizione orientale può essere paragonata a quella degli scritti di Tommaso D'Aquino nella riflessione occidentale.
Mentre gli studi sulle opere polemiche di Palamas si sono moltiplicati negli ultimi anni, ancora mancava una ricerca che ne esaminasse il pensiero sul monachesimo, la sua natura, la via che il monaco deve percorrere per raggiungere la beatitudine. Tale lacuna è colmata dall'indagine dell'autore, utile anche per comprendere la grande tradizione della spiritualità cristiano-orientale.
Sommario
Prefazione (I. Spiteris). Introduzione. I. La spiritualità del monachesimo bizantino e in particolare dell'esicasmo. 1. Alcune caratteristiche del monachesimo in Oriente. 2. La corrente esicasta nel monachesimo bizantino. II. Gregorio Palamas. 1. Il contesto storico. 2. I dati biografici. III. Le fonti del pensiero spirituale di Palamas. 1. Palamas e la tradizione. 2. Le fonti a cui Palamas attinge. 3. Gli autori più vicini. 4. Niceforo l'Esicasta. 5. Teolepto di Filadelfia. 6. Gregorio il Sinaita. 7. Un'unica scuola di spiritualità? IV. Le opere analizzate. 1. Le opere ascetiche. 2. L'Omelia 53. V. La spiritualità monastica nelle opere ascetiche di Palamas. 1. Il monaco esicasta, «spettatore delle realtà sovramondane». 2. Il cammino del monaco esicasta. 3. Il culmine dell'esperienza monastica. 4. Maria, modello del monaco esicasta. VI. L'originalità del pensiero spirituale di Palamas. 1. A confronto con gli autori spirituali suoi contemporanei. 2. L'assenza del tema della distinzione essenza-energie. 3. La vita monastica: cammino di unità, via maestra alla divinizzazione. 4. La dimensione ecclesiale. 5. Spiritualità liturgica o terapeutica? 6. Palamas e Cabasilas. Conclusione. Abbreviazioni. Bibliografia. Fonti. Libri e articoli.
Note sull'autore
Luca Bianchi (Busto Arsizio [VA] 1961), è entrato nei Frati Minori Cappuccini (Provincia Lombarda) nel 1988 ed è presbitero dal 1997. Ha conseguito la licenza e il dottorato in scienze ecclesiastiche orientali al Pontificio istituto orientale di Roma. Insegna spiritualità patristica come professore invitato all'Istituto francescano di spiritualità della Pontificia Università Antonianum. Presso le EDB ha pubblicato Eucaristia ed ecumenismo (2007).
Un testo sul concetto steiniano di Comunita'.