Quasi duemila e cinquecento anni fa, Aristotele avviò la discussione sui diversi aspetti dell'organizzazione della polis definendo l'essere umano come "animale politico", l'unico vivente capace di dar forma a comunità politiche. Da allora, pensatori antichi, moderni e contemporanei si sono susseguiti nel dare una propria definizione di che cosa è la politica, ognuna delle quali derivata dalle vicende particolari e dalle idee che a questo termine risultano associate nei diversi momenti storici: dalla polis all'Impero, dallo Stato alla sua crisi nella globalizzazione, fino alla nascita delle Relazioni Internazionali. Attraversando più di due millenni di riflessioni si giunge a riconoscere come l'espressione aristotelica conservi ancora il suo valore e ci induca a individuare nella politica non soltanto un "mezzo" o un tipo particolare di potere con leggi perenni, bensì soprattutto la forma specifica delle relazioni sociali con cui gli esseri umani organizzano e sperimentano la vita associata, oscillando fra l'obbedienza all'autorità costituita e la ricerca di spazi di libertà.
Ti capita mai di avere un diavolo per capello? Hai mai dovuto mandar giù bocconi amari? Qualche volta hai l'autostima sotto le scarpe? In certi giorni il mondo ti sembra una valle di lacrime? Verosimilmente la tua risposta è sì perché queste situazioni succedono a tutti! Questo libro è particolarmente indicato per chi, quando è in difficoltà, desidera cercare degli strumenti per uscirne. Qui troverai la pillola giusta al momento giusto! Ogni racconto è accompagnato da un sincero "bugiardino" che te ne illustrerà le proprietà e le indicazioni d'uso.
Può un robot riuscire a leggere i segnali sociali umani e rispondere in modo convincente? Può comunicare attraverso le emozioni? Uno dei settori emergenti dell’intelligenza artificiale, la robotica sociale, sta trasferendo queste domande dalla science-fiction alla ricerca teorica e applicativa. I robot prodotti da questa disciplina sono macchine ideate per interagire con gli umani in modi socialmente significativi, ricoprendo ruoli quali il mediatore educativo, l’assistente ad personam o l’aiuto-infermiere. Paul Dumouchel e Luisa Damiano propongono un’esplorazione filosofica delle frontiere odierne della robotica sociale, mettendone in luce i presupposti teorici e gli sviluppi sperimentali che aprono nuove strade per pensare la mente, la socialità e l’emozionalità umane. Percorrendo queste direttrici, gli autori entrano nel dibattito delle scienze della mente e dell’intelligenza artificiale, sviluppando un approccio innovativo alle sfide etiche imposte dal progetto di farci affiancare da partner sociali artificiali.
Questo libro si occupa del rapporto dell'insegnante col 'sapere'. In primo luogo perché si tratta della sua dimensione più specifica, e quindi la più adatta a cercare di uscire dalla incertezza circa la sua identità. In secondo luogo perché la nostra legislazione prevede oggi un corso di laurea della medesima durata per tutti gli insegnanti, dalla scuola dell'infanzia alle elementari fino a tutta la secondaria compresa. Un evento atteso, ma anche un deprecato 'appiattimento', che sta incontrando molti ostacoli: ma che incroceranno intorno al nòcciolo duro del problema appunto il sapere dell'insegnante- il passaggio critico determinante per il successo o il naufragio di questa innovazione (ed i suoi arrangiamenti). In questo libro si argomenta la tesi per la quale nell'insegnamento i 'saperi' sono essenziali; ma l'insegnare consiste in un lavoro specifico - sui saperi scientifici e sociale - che li "trasforma" in saperi insegnabili ed apprendibili: in "saperi scolastici". Ed è intorno a questo lavoro che si qualifica e distingue il "sapere dell'insegnare". E la professione dell'insegnante.
Il volume, per come è stato attuato, si rivolge sia al Tirocinante, in formazione iniziale presso l'università, sia all'Insegnante Novizio, lungo il periodo di apprendistato presso la scuola. A corredo abbiamo aggiunto un Vademecum, un libretto di istruzioni predisposto da Piero Gardani, dirigente scolastico ed esperto di legislazione scolastica, che delinea la trama amministrativa dei compiti che l'insegnante in formazione è tenuto a svolgere, rispondendone agli alunni, alle famiglie ed ai colleghi. Anche questo in forma di percorso, con i segnali principali - agli incroci pericolosi- per la sopravvivenza, prima, e quindi l'opportuno inserimento del principiante, ivi compresi i riferimenti alle associazioni professionali ed ai sindacati.
"Mia madre è un'arma" è la prima raccolta poetica dei registi (e gemelli) Damiano e Fabio D'Innocenzo, un'opera scritta a quattro mani per raccontare in versi sciolti del tempo contemporaneo e dei sentimenti che lo abitano, degli appartamenti in affitto, dei cani amati e dei genitori, del futuro che va registrato e tramandato, della scrittura che - come il cinema - vive di un gesto quotidiano e necessario, radicato nell'intimità delle cose più piccole, microcosmi emotivi, generatori di storie.
Il testo vuole incarnare una possibile mediazione tra universi culturali lontani ed essere una lettura propedeutica per chi intenda addentrarsi nella tematica, lasciando che la fede cristiana s’interroghi liberamente sul ‘gender’. Un approccio sereno e critico sia alla cultura laica di genere – della quale si esaminano i nodi principali – sia a quella cattolica, con l’intento di superare le reciproche diffidenze e cercare insieme una verità umanizzante per tutti. L’obiettivo è gettare delle basi condivisibili su cui costruire una sintesi teologica più ampia. Un testo che, nell’esaminare i nodi teoretici, volge lo sguardo alla recente campagna ‘anti-gender’, cercando di fornire le coordinate utili a svelenire il clima e muoversi al suo interno con padronanza di lessico e concettualità. In questo senso, l’opera vuole essere uno strumento per formatori, pastori e attivisti che vogliano introdursi nella complessità senza scorciatoie, per cogliere la ricchezza del ‘pensiero di genere’: nell’orizzonte della promozione di un benessere comunitario e individuale.
Damiano Migliorini è dottorando in Scienze Umane all’Università di Verona, specializzato in Scienze Religiose, ‘Recognized Visiting Student’ a Oxford nel 2016 e Durham nel 2017. Docente di Filosofia e Storia, Casco Bianco nel 2014, ha pubblicato alcuni contributi teologici e filosofici in riviste scientifiche italiane e internazionali. Tra i suoi testi: L’amore omosessuale. Saggi di psicoanalisi, teologia e pastorale. In dialogo per una nuova sintesi (con B. Brogliato, 2014), Lineamenti di cristeologia (2017), Eternal Immolation (2017), Relations. Ontology and Philosophy of Religion (curato con D. Bertini, Mimesis 2018).
Cosa succede quando il diritto esige un certo comportamento, o nega una certa opportunità, ma questo appare inaccettabile ai cittadini perché in conflitto con le ragioni ultime che giustificano le loro azioni? In queste situazioni, il diritto diventa immorale. Sono conflitti che investono tipicamente la sfera personale degli individui: il governo del corpo, l'immagine di sé, le relazioni affettive primarie, i progetti di vita. In taluni casi diventano così rilevanti da mobilitare l'opinione pubblica, fino a scatenare delle vere e proprie battaglie civili combattute da chi rivendica una pretesa che il diritto nega, o contesta un obbligo che esso impone. Attraverso l'analisi della struttura dei conflitti tra diritto e morale e l'esemplificazione di casi paradigmatici - ad esempio l'eutanasia, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, la pena di morte - il libro consente al lettore di costruire un proprio punto di vista sulle questioni in gioco.