La struttura, i personaggi, gli episodi più significativi e il valore di passaggio cruciale all'interno della cultura italiana del Rinascimento della "Gerusalemme liberata". Dagli esordi carichi di speranze del Tasso dei primi anni Sessanta del Cinquecento all'ostinazione nel riscrivere il poema durante gli ultimi anni di vita, fino alla stampa della "Gerusalemme conquistata", attraverso tutte le fasi della composizione dell'opera. Passo dopo passo, sono illustrate le scelte narrative del poema in venti canti della conquista di "Gerusalemme" e analizzati i personaggi principali: da Goffredo a Rinaldo, dagli eroi pagani alle figure femminili. Con uno sguardo d'insieme, gli ultimi capitoli sono dedicati ad alcuni temi decisivi e agli elementi espressivi che fanno della Gerusalemme liberata il capolavoro della letteratura italiana del Cinquecento.
Questo volume intende ricostruire le caratteristiche e lo specifico contributo della fotografia italiana alla più generale storia della fotografia internazionale, non solo analizzando le opere dei maggiori autori italiani, ma anche presentando il fitto tessuto culturale, sociale e istituzionale di immagini, mostre, scuole, dibattiti teorici, pubblicazioni e correnti in un ampio arco di tempo che va dal dopoguerra agli albori del digitale. Nel superare la convenzionale narrazione lineare tipica dei manuali di storia della fotografia, l'autrice esplora sulla base di minuziose ricerche d'archivio e della diretta testimonianza dei protagonisti temi poco dibattuti, quali l'associazionismo fotografico, il collezionismo, il paparazzismo, la fotografia umanitaria, la metodologia della ricerca storica, avanzando ipotesi sulle cause del clamoroso ritardo nell'affermazione della cultura fotografica nel nostro paese, intesa come formazione e diffusione di forme e significati socialmente condivisi. Per la profondità e la completezza delle analisi, come per l'accurata documentazione, il volume, corredato da 180 immagini in bianco e nero e a colori, molte delle quali inedite, si propone come testo di riferimento per chiunque studi, collezioni o si interessi di fotografia e storia della cultura visuale.
Il biennio 146-145 a.C. costituisce uno spartiacque in genere non considerato della storia del mondo mediterraneo: in quegli anni Roma si impadronì di fatto di tutto il Mediterraneo, distruggendo Cartagine, sottomettendo la Grecia e riducendo Egitto e Siria a stati fantoccio alle sue dipendenze. L'espansione del potere di Roma si accompagnò a un grave regresso culturale, finora largamente ignorato, che viene qui illustrato nei suoi vari aspetti: il crollo della scienza, la fine delle ricerche filosofiche e linguistiche, la profonda trasformazione della tecnologia, che recise ogni legame con la scienza e la cultura scritta, e la drastica riduzione delle conoscenze geografiche. Il volume mostra come quel tracollo e l'oblio che lo ha avvolto abbiano fortemente condizionato tutta la successiva cultura occidentale fino a oggi.
Le Lettere di Gregorio Nazianzeno costituiscono una delle più belle e rilevanti raccolte epistolari del IV secolo. Fino ad oggi sono state prevalentemente esplorate dagli studiosi per il loro apporto documentario, come fonte cioè di dati biografici, sociologici, occasionali. Da qui la tendenza a considerare l'Epistolario un'opera minore. Questa pubblicazione, invece, attraverso l'analisi delle lettere scritte fino alla consacrazione episcopale (avvenuta nel 372), coglie tra le righe di ogni missiva uno sfondo costante: la dottrina spirituale del Teologo. Connotata da un realismo intimamente animato dall'ideale evangelico, essa non è una sorta di riempitivo, bensì la sorgente che alimenta ogni pagina del Nazianzeno.
Il volume edito da Electa celebra, con il Parco archeologico del Colosseo e FENDI, la restituzione alla collettività di uno dei monumenti più iconici dell'Impero Romano, dopo il completamento degli interventi di restauro e di valorizzazione del Tempio di Venere e Roma, frutto di una sponsorizzazione tecnica della Maison. Il più grande edificio della Roma antica deve la sua straordinarietà, oltre alle eccezionali dimensioni, all'originalità del disegno architettonico, che combinava le proporzioni e la spazialità ellenistica con l'urbanistica e la tecnica costruttiva romana, realizzando una forma del tutto innovativa. Oltre 200 colonne in granito grigio e proconnesio avvolgevano un unico volume rettangolare, ripartito tra le due aule di culto contrapposte: quella dedicata alla dea Venere Felice, dea della natura generatrice, madre di Enea, progenitrice di Augusto e quindi della famiglia imperiale, rivolta verso il Colosseo; quella dedicata alla dea Roma Eterna, personificazione sacra della città e del suo dominio sui territori dell'Impero, rivolta verso il Campidoglio. L'architettura era messa in risalto dalla ricchezza delle decorazioni architettoniche, il cui splendore era aumentato dall'uso della foglia d'oro negli stucchi, dalle colonne in porfido e dalla sinfonia dei marmi policromi nelle superfici pavimentali: il rosso violaceo del porfido e del brecciato pavonazzetto, contrastava con il verde cangiante del cipollino e il giallo antico. Le pareti, rivestite da lastre di marmo, accoglievano nelle nicchie statue di marmo, mentre le gigantesche statue di culto sedute delle divinità campeggiavano nelle absidi. Il volume, nella copertina in tela grezza con la grafica laminata bronzo, vuole richiamare i colori fondamentali del monumento, il cui splendore si rivela sfogliando il ricco reportage fotografico realizzato da Stefano Castellani, che accosta immagini d'archivio a foto scattate durante e dopo le diverse fasi dei lavori di restauro, ma anche dell'eccezionale sfilata Fendi Couture ospitata nella cella di Venere a luglio 2019.
La "buonanotte" è una tradizione propriamente salesiana. Recentemente il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chavez, ha detto: "La buonanotte non è solo dire alla sera una buona parola, dare un'informazione o un buon messaggio. La buonanotte aiuta a fare sintesi evitando la dispersione e la frammentazione, aiuta a fare una lettura credente della vita, della storia". Se non c'è qualcuno che ci dà la buonanotte, questo libro può venirci incontro. È la raccolta di 100 testimonianze inedite rilasciate sotto giuramento al Processo di Beatificazione e Canonizzazione di Don Bosco. 100 episodi, fatti o discorsi (ordinati per tema), con una riflessione conclusiva.
Dalla perfezione dei Kouroi greci, personificazione scolpita dell'ideale di bellezza (e bontà) del mondo classico, fino alle avanguardie storiche o alle performance di Vanessa Beecroft, il nudo nella storia dell'arte ha sempre assunto le forme dell'epoca in cui viene rappresentato.
Dal canone greco, appunto, in cui la nudità era sinonimo di bellezza e purezza, ai periodi di censura, ricordando la Controriforma che coprì le pudenda dipinte da Michelangelo nella Cappella Sistina, passando per gli scandali dell'Ottocento francese, con i nudi sfacciati di Manet o Courbet, la rappresentazione del nudo si è evoluta nel valore nell'iconografia (a volte sacra a volte profana) nei significati profondi.
Così il libro è un viaggio all' interno dell' universo simbolico e culturale in cui il corpo umano è stato rappresentato.
Il percorso attraverso i secoli, strutturato in capitoli e sezioni cronologiche o tematiche l'anatomia, le pose, i soggetti come i significati, viene raccontato da sculture e dipinti, molti dei quali risalenti all'antichità classica.
Il racconto-cronaca di un giorno (anche se il tempo è più lungo, la sensazione è di un'unica giornata che si dilata estenuante) in un pronto soccorso. Un medico riporta in prima persona -l'autore Nino Russo dirige il reparto di Diabetologia in un ospedale del palermitano - con uh taglio più espressionistico che descrittivo. Emerge il profilo della sanità meridionale: il buffo, il macabro, il tenero, il delinquenziale. Ma non è soltanto questo: senza retorica, senza speranze ma anche senza invettive, la vita ospedaliera di un medico d'emergenza si presenta come il microscopio che scruta modelli precisi di civilizzazione; è si offre da esperienza del modo sostanzialmente perverso di affrontare la malattia, che fa del sistema sanitario più l'abilitazione sociale del malato in quanto tale, circoscrivendolo, specializzandolo, addomesticandolo, che non l'organizzazione della cura. Da far seriamente riflettere che la soluzione è tutt'altro che dentro la sanità.
La novità di questo volume consiste nell'applicazione dell'approccio basato sulle attività aziendali a tutti i problemi di strategia, siano essi quelli di individuazione delle relazioni tra strategia e risultati, di analisi e valutazione del posizionamento strategico, di gestione del cambiamento strategico, di valutazione della strategia. Le attività aziendali sono presentate partendo dalla contrapposizione tra attività correnti, che sono la determinante principale dei risultati attuali, e attività di set up, che invece contribuiscono al rinnovamento delle attività correnti e pongono le basi per i risultati futuri. I risultati che le aziende producono oggi dipendono più da quello che è stato fatto ieri che da quello che rimane possibile fare oggi intervenendo sulle attività correnti attuali. I miglioramenti più importanti richiedono tempo perché dipendono soprattutto dalle attività di set up attuali, che incidono sulle attività correnti e sui risultati futuri. Il frutto del lavoro di oggi si raccoglie soprattutto domani.
È difficile trovare nei libri la voce dei padri, più facile incontrare quella di chi cerca di analizzarli, interpretarli, comprenderli; spesso si parla di loro, ma difficilmente si parla con loro. I padri non amano raccontarsi, o meglio non lo fanno di primo acchito, e sono pochi i luoghi e le relazioni in cui un uomo trova uno "spazio" aperto e accogliente, disponibile a stare in ascolto del suo racconto di paternità. Alcuni uomini tengono la storia della loro vita di padre scritta nel cuore: non che non ci siano parole da dire, il problema è che si fatica a dirle. Non si sa esattamente quali siano, come dovrebbero essere pronunciate, messe in ordine. Per cui riesce più facile inscenare un brindisi che una narrazione intorno al mondo dei sogni, dei desideri, delle paure, delle emozioni che ognuno trova dentro di sé quando si inoltra nel viaggio della propria paternità. Questo libro apre una porta sulle loro storie. Li narra, mostrandoli in tutta la loro disarmante bellezza e verità; li mostra fragili e forti allo stesso tempo, presenti e coinvolti, desideranti e sognatori, ma anche consapevoli e coerenti con un ruolo che, seppure a volte descritto in letteratura come "assente" o "evaporato", in realtà non è tale. Introduzione Alberto Pellai.