Uno sguardo sulla natura misteriosa e divina dell’amore, dell’amore umano, temporale, ma con la sua radice profonda innestata sull’eternità. Un amore sensuale e spirituale insieme, un amore accogliente e generativo, strumento dell’atto più alto e misterioso della Creazione di Dio: la vita umana. Ripercorrendo la corrispondenza di padre e madre, dei genitori con il figlio e i documenti che Montini-Paolo VI ha dedicato all’amore, alla coniugalità, alla famiglia e alla procreazione, questo sguardo si compone in una visione. Non è senza significato che la santità di Papa Montini sia proclamata proprio nel cinquantesimo dell’enciclica più grande e insieme contestata, l’Humanae Vitae. La sua appare così, in questo sguardo sull’amore e sulla vita, anche nella sua dimensione sacerdotale, come una poetica. Una poetica dell’umano comprensibile a tutti.
Seminarista, prete, vescovo, religioso: avere in tasca lo smartphone significa avere con sé uno stile inedito nel pensare e decidere, pregare e celebrare, relazionarsi e incontrarsi, vivere e morire. Essere prete e consacrato al tempo dei social network comporta una nuova capacità di discernere che varca la soglia dell'avere (o no) il profilo social network. Non è questione di sì o di no, ma di un'inedita consapevolezza interiore che matura in un contesto radicalmente e progressivamente carsico. Il testo, suddiviso in otto capitoli, riflette sulle molteplici mutazioni radicali operate dalle dinamiche digitali e dai social network nella formazione iniziale in Seminario e sulla formazione permanente nel presbiterio. Una sezione è dedicata alla rilettura della Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis in tale prospettiva digitale. Ministero, preghiera, servizio, pastorale, parrocchia, oratorio: c'è da prendersi cura del lavoro carsico digitale in atto nella vita interiore del seminarista, del presbitero e del presbiterio (con uno specifica sezione dedicata alle conseguenze penali da conoscere). L'invito a esercitare il discernimento come discernente digitale è una strada praticabile e matura nel tempo attuale della Chiesa.
Una voce aleggia sull'Appennino, cuore sismico dell'Italia centrale. A chi appartiene? Non alle vittime né ai sopravvissuti delle catastrofi che hanno colpito L'Aquila e Amatrice. Ma a un capriolo che trova rifugio nel parcheggio di un supermarket, a un terremoto che prende coscienza di sé e a un (vero) unicorno che vive sui Monti Sibillini. Grazie a una scrittura ipnotica e a un segno di rara precisione, Giacomo Nanni registra le confessioni di un mondo oltre l'umano, fatto di forze naturali consapevoli della spietata logica che le muove. Un libro intimo e corale come una preghiera. Postfazione di Gipi.
Il 1° gennaio 1968 fu celebrata la Prima giornata mondiale della pace per iniziativa di Papa Paolo VI. Il cardinale Lercaro per la sua diocesi di Bologna volle sottolineare particolarmente l'evento con una celebrazione liturgica e un'omelia nella quale rifletteva a fondo sul tema della guerra e della pace in riferimento alle esperienze del secolo che la sua vita aveva attraversato. In particolare venne delineato il caso che nell'attualità del momento storico rappresentava l'atto di guerra più esplicito, devastante e discusso: l'intervento bellico degli Stati Uniti sul Viet Nam del Nord. La riflessione di Lercaro, che negli ultimi due anni del suo episcopato era tornato più volte sul tema della pace, si concentrava ora sul compito della chiesa di vigilanza e di profezia verso ogni sistema di male in particolare di quello rappresentato dagli atti di guerra e da chi ne portava la responsabilità maggiore. Se si voleva assumere sul serio il vangelo della pace andava proclamato con forza l'abominio di quella guerra. "La chiesa non può essere neutrale di fronte al male" infatti "la sua via non è la neutralità ma la profezia" Questa affermazione che oggi sembra ovvia allora non lo era anzi apriva ad orizzonti nuovi per il ruolo della chiesa nel mondo. C'è voluto un papa, Francesco, per restituire a Bologna e al mondo il ricordo dell'omelia di Lercaro del 1968, che egli ha ricordato citando proprio quella frase nel suo incontro a Bologna con gli studenti e il mondo accademico il 1° ottobre 2017.
Fragilità, debolezza. Parole che nell'immaginario collettivo richiamano precarietà, paura, immaturità, malattia. Sono considerate parole deboli, quasi inutili. L'obiettivo del presente saggio è quello, invece, di rivelare al lettore la potenzialità contenuta nelle molteplici fragilità della persona e nei percorsi di debolezza che vive quotidianamente, invitandolo a considerare tali realtà (di ogni essere umano) come criteri di crescita, maturità, fecondità. Come a dire: con le fragilità e la debolezza nulla è perduto. Anzi: tutto può ritrovare senso e significato. Esse ci appartengono, e da esse si possono attivare percorsi di scoperta di sé e delle relazioni con gli altri. Fragilità e debolezza non solo come percorsi introspettivi, ma nelle sue ascendenze evangeliche, che giungono a ricondurre la fragilità nel cuore della fede, della preghiera e della speranza, della morte. Per questo diventano formative e per questo sono potenziali alleate nel discernere. Ogni persona umana vuole essere forte. Ci impegniamo a dimostrarci forti davanti agli altri. Eppure, ogni uomo si porta addosso le sue debolezze. E consumiamo molte energie, se vogliamo nascondere queste debolezze. Se, invece, ci riconciliamo con esse, la debolezza si trasforma in forza. Perché la debolezza ci rende sensibili per gli altri uomini e ci apre a Dio. La fragilità è condivisione delle attese e delle speranze degli altri, ed è antidoto alla tristezza e alla rassegnazione, e questo è confermato dalla stessa Bibbia (come declinato nella seconda parte del saggio). La fede e la speranza fanno parte della nostra vita, la fragilità dà un senso anche alle ore del dolore, dell'angoscia e della tristezza. Fragilità e debolezza, pertanto, possono divenire potenziali criteri da valorizzare nella formazione umana e paradigmi per l'esercizio del discernimento. Un testo pensato e scritto come un servizio al lettore per il tempo attuale: porsi di fronte a fragilità e debolezze per sperimentarle non come fine e chiusura, ma come uno spiraglio aperto verso la grazia di Dio.
Una prima introduzione ai Vangeli apocrifi. «Nessun tesoro dell'antichità può veramente nuocere a una fede radicata su principi solidi e confortata nel riconoscere tra le pieghe del suo passato, le tracce di un cammino di cui tutti siamo parte». La Bibbia per tutti è una serie in dieci volumi - illustrata e tutta a colori - pensata per chi vuole approfondire la conoscenza della Parola.
Qual è il contributo del lago di Tiberiade al messaggio evangelico? Forse è Gesù che attraverso il lago vuole dire qualcosa di particolare ai suoi discepoli di ieri e di oggi? Si può dire che il lago ha una “vocazione” e il Vangelo la raccoglie?
Le pagine di questo breve saggio cercano una risposta a queste domande.
Il lago di Galilea, metafora reale della vita dell’uomo, dall’alba al tramonto, sia che appartenga alla riva ebraica, che a quella pagana, è “geografia del quotidiano”. Luogo, di fame e malattia, di tempeste e di paura, di solitudine e di limite, anticipa la Pasqua, dove Gesù, risorgendo dai morti, viene incontro ad ogni discepolo “camminando sulle acque”.
L’apostolo Paolo ha qualcosa da dire a quanti, oggi, vogliono essere discepoli
di Gesù? Quali sono i punti “forti” sui quali Paolo continua a provocare e a interpellare la vita della Chiesa? Queste le domande a cui risponde Giacomo Perego in questo volume che risale alla sorgente della vita cristiana. Attraverso Paolo è possibile vedere come i grandi temi della vita cristiana fossero percepiti e vissuti alle origini. Quanto Paolo scrive su ognuno di questi aspetti è suf ciente per innescare una rivoluzione nel modo di vivere la fede di ogni credente.
Nel 1831 un giovanissimo naturalista di nome Charles Darwin si imbarca sul brigantino Beagle per un viaggio intorno al mondo che durerà cinque anni. La foresta brasiliana, la pampa argentina, la Terra del Fuoco, le Isole Galapagos, l'Australia... Animali e piante mai visti prima, uccelli tropicali, iguane e fossili, delfini e tartarughe giganti... Charles riempie taccuini di appunti e casse di reperti, classifica, studia e torna a casa con un'idea in testa che rivoluzionerà per sempre il nostro modo di pensare il mondo. Età di lettura: da 6 anni.
Esperienze straordinarie: Foto suggestive, i consigli degli autori e la vera essenza dei luoghi. Personalizza il tuo viaggio: Gli strumenti e gli itinerari per pianificare il viaggio che preferisci. Scelte d'autore: I luoghi più famosi e quelli meno noti per rendere unico il tuo viaggio. In questa guida: Arte e architettura; Ambiente e attività all'aperto; La cucina toscana.
A maggio 2018 «A Panda piace», il personaggio più famoso del fumettista Giacomo Bevilacqua, compirà 10 anni. Questo libro non vuole essere una semplice celebrazione del personaggio. Questo libro vuole essere un nuovo punto di partenza. Le strisce di «A Panda piace» nate sul web nel 2008 sono delle strisce nate e pensate per la rete, non per la carta. Per la prima volta in 10 anni, Panda vivrà le sue primissime avventure (aggiungendone di nuove) in maniera del tutto inedita. Giocherà con il fumetto andando oltre la vignetta, oltre il formato e, talvolta oltre la carta stessa. Tutte le strisce sono completamente ripensate, ridisegnate e riadattate dall'autore, per la carta, in questo modo sia i vecchi lettori affezionati che quelli nuovi, anche più piccoli, non avranno idea di cosa aspettarsi ad ogni pagina. Un libro-sorpresa in piena regola, con vignette nuove e vignette "rimasterizzate", in cui Panda, finalmente, potrà sbizzarrirsi come più gli aggrada...E totalmente a colori, nonostante sia un animale in bianco e nero.