"Di lei ho amato la primavera tempestosa che si specchiava nel cielo azzurro dei suoi occhi, ho amato i frutti maturi della sua estate luminosa, ho amato la serena tranquillità del suo autunno... poi è volata via all'inizio dell'inverno, lasciandomi al freddo della mia solitudine... Ma io l'amo ancora... come sempre...". È la dichiarazione d'amore di Bruno per Sara, la donna amata. Dopo la sua scomparsa, Bruno si ritrova tra le mani tre voluminose agende, fitte di appunti legati a un incredibile viaggio fatto da Sara tanti anni prima, nel quale dei singolari personaggi l'avevano istruita su scienza, fede e umane dottrine, troppo spesso confuse con la Parola di Dio. Queste le coordinate di un racconto che si muove tra il rigore della ragione ed esperienze di un "oltre" che materialismo e razionalismo hanno svuotato di significato, lasciando un vuoto che aspetta solo di essere riempito.
L'Eucarestia è uno dei grandi misteri della nostra fede. Mistero non nel senso che non possiamo comprendere il significato di questo grande dono del Padre, ma nel senso che noi comprendiamo l'Eucarestia, in quanto partecipiamo in essa in modo attivo e con fede. Uno spettatore, uno che considera l'Eucarestia dal di fuori, non potrà mai penetrarne il suo significato e da essa non potrà mai essere trasformato interiormente. Ecco allora la Spiritualità Eucaristica che ci ispira nel nostro cammino di vita e ci fa capire che l'Eucarestia non solo ci definisce come seguaci di Cristo, ma anche ci rende capaci di vivere come tali. Le pagine semplici di questo libretto mirano a farci comprendere che nella vita della Chiesa dire Eucarestia significa dire tutto.
Il buio su Parigi - scrive Giovanna Pancheri -non è un'analisi, non è un'inchiesta ma vuole «essere un racconto di quanto accaduto, dettagliato e vissuto in prima persona non solo da chi è stato tragicamente testimone diretto degli attentati del 2015, ma anche con il punto di vista di chi da inviato ha potuto seguire e coprire questi tragici fatti da vicino, sul campo. Il 7 gennaio, il 9 gennaio, il 13 novembre chi scrive c'era, come c'era nei giorni seguenti tra le lacrime, il dolore, la rabbia, le candele, gli slogan urlati al cielo e le preghiere sussurrate. Ho visto il sangue sui marciapiedi, i fiori infilati nei fori lasciati dalle pallottole sulle vetrine dei ristoranti, ho intervistato i protagonisti e i testimoni, ho ascoltato la reazione politica prima francese e poi mondiale, ho visto la Francia e poi l'Europa cambiare sotto i miei occhi. L'annus horribilis della Francia ha dato il via ad una nuova epoca storica in Europa. Un'epoca oscura fatta di paura, chiusura e diffidenza. Il lettore potrà mettere insieme i frammenti, trovare il filo che lega i fatti e iniziare a comprendere «he quando sono state spente le luci della V/7/e Lumière, il buio è iniziato a calare sull'Europa tutta».
"Padre, maestro, pastore, santo. Non è semplice definire la figura e l'opera del Vescovo san Giovanni Antonio Farina in poche righe, data la sua poliedrica e ricca personalità. Abbiamo cercato di farlo avvicinandoci per mezzo di alcuni suoi pensieri. Li abbiamo divisi per tema, offrendo una lettura che permetta di interpretare al meglio la sua dottrina. Attraverso lo studio delle parole abbiamo individuato alcuni elementi fondamentali della figura di questo Vescovo: la sua grande umanità, la costante ricerca della verità, la premura per l'educazione delle nuove generazioni, lo zelo per le cose di Dio, il forte impegno pastorale, l'attenzione alle situazioni di emergenza e di bisogno, la sua dedizione alla formazione delle suore..."
Che cosa va punito? In che modo? Con quali obiettivi? Come dobbiamo intendere la responsabilità e la colpa? Questioni come queste sono strettamente correlate ai mutevoli contesti politico-ideologici, alle tendenze culturali, all'evoluzione del pensiero filosofico e anche ai paradigmi elaborati dalle scienze. Il libro offre un quadro dei temi e dei problemi di fondo del diritto penale contemporaneo, sottolineando il rapporto di forte tensione, e in alcuni casi di contraddizione, tra i principi che dovrebbero conformare un diritto penale liberaldemocratico degno di questo nome e il concreto diritto penale che viene applicato nei tribunali.
Dalle ceneri della Primavera araba, si è acceso in Siria, dal 2011 a oggi, uno dei conflitti civili più lunghi e violenti della storia recente. Janine di Giovanni - reporter americana che ha vissuto, dalla guerra nei Balcani, tutti i fronti più caldi degli ultimi decenni - ha seguito sin dal principio le ostilità che hanno lacerato la Siria. Janine di Giovanni racconta dall'interno un paese sull'orlo della disintegrazione, abbracciando il punto di vista delle vittime più fragili e sole: le persone normali, le madri, i figli, gli anziani, coloro che hanno perso tutto, i giovani soldati mandati a combattere. Questi ritratti dal fronte, scritti con passione, empatia e tenerezza, testimoniano le conseguenze di una guerra civile che ha visto un popolo armarsi e combattere contro se stesso, arrivando a distruggere uno dei paesi più sviluppati del Medio Oriente e sollevando questioni che riguardano noi tutti - i milioni di profughi e rifugiati, la nascita e diffusione dell'ISIS, le costanti tensioni fra le potenze internazionali.
Il racconto della vocazione al ministero ordinato si identifica spesso con una serie di incontri e pensieri che fanno maturare la decisione di diventare prete. Analizzando la Tradizione (liturgica e non) ci si rende conto che altri elementi sono presenti nella storia delle chiamate all'ordine sacro: le necessità della Chiesa, le caratteristiche umane e spirituali della persona stessa e infine le sue intuizioni (chiamata interiore). È tutta la Chiesa che, attraverso il ministero del Vescovo, sceglie tra i propri membri chi ritiene idoneo al ministero, li chiama e, dopo il loro "eccomi", li consacra ministri. Riportare armonia tra le necessità della Chiesa, le caratteristiche della persona (criteri di discernimento) e la sua disponibilità sembra oggi quanto mai necessario. La pastorale delle vocazioni al ministero consisterà allora nel proporre la vita cristiana per poter individuare e chiamare coloro che Dio ha scelto. Così avremo persone capaci di considerare il proprio servizio chiaramente destinato, innanzitutto, all'edificazione della Chiesa di Cristo, la Chiesa degli Apostoli, e non alla realizzazione di un sogno o di un progetto personale.
Nel centenario dell’ordinazione sacerdotale di Giovanni Battista Montini (29 maggio 1920), l’Istituto Paolo VI pubblica un documento che illumina il periodo della sua formazione e gli inizi del suo ministero. A partire dal mese di settembre 1919 il giovane Montini ha infatti annotato su una piccola agenda pensieri e riflessioni che accompagnano l’ultimo tratto della sua preparazione bresciana all’ordinazione e il primo anno di studi romani. I Pensieri giovanili di Giovanni Battista Montini presentano un grande interesse anzitutto dal punto di vista storico perché contribuiscono a comprendere l’ambiente familiare ed ecclesiale, ma anche culturale e sociale, in cui è cresciuto.
Permettono inoltre di vedere gli effetti del singolare percorso educativo che ha compiuto. Ma i Pensieri sono prima di tutto un documento che permette di conoscere la spiritualità coltivata fin dagli anni giovanili da colui che il 21 giugno 1963 sarebbe stato eletto alla Cattedra di Pietro, con riflessioni profonde sulle condizioni per una matura scelta di vita, sulla preghiera e sulle virtù della vita cristiana e del ministero pastorale.
"Essere prete oggi" significa essere ben radicati nella tradizione della spiritualità sacerdotale e coraggiosamente aperti alle sfide della cultura contemporanea. È questo il tema delle quattro meditazioni sull'identità del prete pubblicate nel presente libretto. L'argomento è trattato in quattro scansioni: "uomo di Dio" nell'epoca dell'indifferenza e del fondamentalismo, "apostolo di Gesù Cristo" nel mondo secolarizzato post-cristiano, "pastore della comunità cristiana" nell'epoca dell'individualismo libertario e del discredito delle istituzioni, e "mediatore tra Dio e gli uomini" nell'epoca postmoderna della crisi dell'umano. I tratti di fondo delle meditazioni sono poi ripresi in una riflessione conclusiva che mette a fuoco il tema dell'"identità relazionale del presbitero oggi". Un piccolo libro indirizzato dall'autore in particolare ai confratelli del presbiterio, ma che può offrire preziosi suggerimenti anche ai laici e ai religiosi, partecipi del comune sacerdozio di tutti i fedeli e chiamati a lavorare insieme a servizio del Signore.
Secondo l'Autore, molti degli insegnamenti di Gesù si accordano con quelli della psicoterapia. Innanzi tutto, il punto di partenza: come l'esortazione di Gesù «Convertitevi» è un invito a cambiare mentalità, così la psicoterapia propone un cambiamento di convinzioni e comportamenti dannosi per la persona. Quindi sono prese in considerazione alcune parabole (es. Padre misericordioso, Buon Samaritano, parabola dei talenti) e alcuni dialoghi evangelici (es. con la Samaritana, con i discepoli durante la tempesta), da cui emerge come sia essenziale, sia per Gesù sia per la pratica psicoterapica, l'accettazione incondizionata della persona con tutti i suoi bisogni psicologici: primo fra tutti quello di sentirsi amata al di là di errori, pregiudizi e condizionamenti. I tre capitoli centrali costituiscono una sorta di «itinerario terapeutico»: dalla legge umana dell'amore all'esperienza correttivo-emotiva deducibile dalle parabole, al valore terapeutico della preghiera individuale.
Le città, oggi, ben riflettono le grandi e rapide trasformazioni che caratterizzano la fase storica che stiamo vivendo e la stessa condizione di pluralità nella quale siamo immersi e con la quale siamo chiamati a confrontarci e interagire: pluralità di soggetti; diversità dei riferimenti valoriali; molteplicità di culture; differenziazione delle esperienze religiose; vasti flussi migratori di persone e famiglie; costante destrutturazione e delegittimazione delle istituzioni a vantaggio dell'individuo; concatenazioni sempre più forti ed evidenti, che da tempo non riguardano più soltanto la dimensione economico-finanziaria e quella delle comunicazioni, ma che avvolgono ogni ambito del vivere. In questo contesto, basandosi su un'esperienza effettivamente fatta agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, in un piccolo paese alle porte di Firenze, l'autore individua un modello o più opportunamente, «un principio operativo, mosso e sostenuto da logiche deduttive, induttive e associative, che si interrogano e interagiscono virtuosamente. Un modello che àncora l'intera vicenda migratoria ad alcuni valori chiave e la colloca nell'ambito di una visione complessiva di società, che si basa su tre pilastri portanti - la plurietnicità, la multireligiosità, l'interculturalità - e che si declina assumendo l'interazione come orientamento di fondo e come modalità operativa».