La cultura moderna ha spesso stornato la generazione dalle categorie ontologiche, antropologiche ed etiche fondamentali, o l'ha mantenuta, ma nel senso dell'autoproduzione idealista. Sennonché la stessa identità soggettiva e, di seguito, l'umana capacità di fare esperienza feconda, richiedono la generazione da parte di altri per essere attivate: grazie alle relazioni benefico-virtuose guadagniamo le nostre capacità fondamentali (cognitive, riflessive, deliberative, espressive, dialogiche, tecniche, ecc.). Insomma, la generatività è la dimensione antropologicamente sintetica, a partire dalla quale è possibile giudicare le relazioni umane, che sono sempre generative o de-generative, sempre istituenti o destituenti altri. A dispetto della sentenza secondo cui «la mia libertà finisce dove comincia la tua», si può invece dire che «la mia libertà esiste perché c'è la tua, e se la tua è benefica, inoltre ha senso anche, e principalmente in vista della relazione generativa benefica reciprocante con la tua». Il presente volume ha focalizzato la categoria della generazione, prefissandosi il compito di conseguire un incremento di riflessione critica su questa categoria ontologica, antropologica ed etica cruciale. Postfazione di Francesco Botturi.
Romania, 5 agosto 1986. Un piccolo gruppo di pellegrini (padre Ioanichie B?lan, padre Tomás Spidlík, padre Elia Citterio e padre Adalberto Piovano) giunge nel monastero di Sihastria, una tappa fondamentale del lungo viaggio intrapreso alla ricerca della testimonianza dei padri e delle madri spirituali che allora arricchivano il monachesimo romeno. Padre B?lan è una guida d'eccezione: oltre a essersi formato proprio in quel luogo, ha già riunito in un libro le parole di vita e gli insegnamenti raccolti dalla viva voce di questi uomini e donne dello Spirito e sente il dovere morale di preservare quella insostituibile eredità e di renderla feconda per gli uomini di oggi. Proprio a Sihastria vivevano all'epoca i due più famosi padri della Romania, Cleopa Ilie e Paisie Olaru. Il racconto di questo incontro e di due lunghi colloqui con Paisie Olaru - consigliere spirituale molto ricercato in vita, considerato un santo dei nostri tempi e ancora oggi oggetto di un culto che porta migliaia di monaci e di laici a continuare a nutrirsi dei suoi consigli -, costituiscono il cuore di questo libro. Che si rivela quindi una testimonianza preziosa sul cristianesimo ortodosso, sul mondo dei monasteri e degli starec e su una tradizione che discende dai Padri del deserto, ma soprattutto una testimonianza ardente di «ciò che lo Spirito può comunicare attraverso un uomo che si lascia abitare da lui».
Giuseppe l'Esicasta (1898-1959) è una delle maggiori figure della spiritualità ortodossa del XX secolo. È considerato l'equivalente greco del famoso starets Silvano del Monte Athos. Pur conducendo, durante la sua vita terrena, un'esistenza discreta, ebbe un pensiero immenso i cui effetti continuano a farsi sentire. Fu lui stesso il principale restauratore del modo di vita dell'esicasmo nel Monte Athos, in particolare per quel che riguarda la cosiddetta preghiera del cuore. I suoi discepoli hanno diffuso, dopo la sua morte, con la loro attività e con la loro predicazione, il suo insegnamento e la sua pratica al Monte Athos, poi in tutta la Grecia, a Cipro, e fino all'America del Nord. Questo libro, che presenta con uno stile commovente la vita e l'insegnamento di Giuseppe l'Esicasta, è stato scritto da uno dei suoi discepoli che ha vissuto al suo fianco sino alla sua morte, potendo seguirne quotidianamente gli insegnamenti e mettendone in pratica i consigli. Divenuto un classico della spiritualità questo libro è stato tradotto in numerose lingue.
Nelle società contemporanee emergono insieme sia la fatica sia l'esigenza di riconoscersi entro efficaci rappresentazioni pubbliche e di trovare una sintesi nella rappresentanza democratica. Movimenti sociali di diversa natura e ispirazione, inclusa quella religiosa, assumono un ruolo nuovo, spesso decisivo. Gli studi raccolti in questo volume affrontano questa complessa relazione tra politica, società e religione, mettendo al centro le forme concrete in cui tale complessità cerca espressione per contribuire al dibattito sul possibile futuro della rappresentanza politica in società sempre più plurali.
Quali sono le ragioni che possono spingere un individuo a farla finita? Si uccidono più le donne o gli uomini? I giovani o i vecchi? In quale stagione è più frequente il suicidio? Quale gruppo etnico è più esposto? Esistono dati sui differenti metodi usati per togliersi la vita? Quale professione è più colpita? Quale categoria è più esposta, i coniugati, i vedovi o i separati? Queste sono alcune delle domande che il testo affronta, nella consapevolezza che ad alcune di esse è ancora difficile dare risposta e cercando comunque di delineare alcune linee di tendenza.
Questo volume raccoglie una serie di contributi che prendono in considerazione un tema di carattere psicopatologico. Sia nel senso che questo tema attiene alla psicopatologia genericamente intesa come patologia della vita psichica, sia nel senso che costituisce uno dei nuclei tematici intorno ai quali è nata la psicopatologia di ispirazione fenomenologica. Un modo di porsi di fronte alla patologia mentale che ha posto al centro del proprio interesse la analisi dei vissuti soggettivi e del mondo delle persone affette da disturbi mentali. Sebbene questa tradizione di ricerca sia sempre rimasta patrimonio di pochi e non abbia mai conquistato la psichiatria nel suo insieme, ciò nonostante ha svolto una funzione di critica e di stimolo tale da incidere sul pensiero e sulla prassi psichiatrica degli ultimi cento anni.
Questo volume tratta dei Disturbi della Coscienza dell’Io, la cui essenza è costituita dal fatto che i propri atti o stati mentali non vengono sentiti o "vissuti" come propri ma come il prodotto di un’azione esteriore che li determina e li guida. Una forma di vero e proprio influenzamento. Ma un “influenzamento” che niente ha a che vedere con il normale e consueto influenzamento reciproco nel quale tutti siamo immersi in quanto esseri umani.
Chi fa educazione oggi, chi in qualche modo tenta di costruire e trasmettere cultura, competenze e valori, si trova nella soffocante situazione di non possedere "maestri" e riferimenti fidati, rischiando in questo modo di adagiarsi in una quotidianità priva di slanci, di prospettive e di progettualità. Questo libro tenta di restituire, attraverso uno sguardo di insieme, la situazione della cultura dell'educazione e un primo provvisorio elenco di contraddizioni che contribuisca a rianimare un confronto e un dibattito sulle funzioni e gli spazi dell'educazione all'interno della nostra società.
Da quale stato d'animo nasce il delirio? In che modo la percezione di un oggetto apparentemente anonimo può scatenare un'esperienza delirante che sconvolge la vita di una persona? E ancora: quali nuove forme assume oggi il delirio, per esempio nelle personalità borderline? In che misura l'instabilità dei deliri borderline è il prodotto del nostro tempo? Una serie di risposte per chi abbia mantenuto la capacità di stupirsi davanti a fenomeni clinici che interrogano la natura stessa della condizione umana, un testo utile a ogni psicologo clinico e psichiatra.
Riccoldo da Monte di Croce, frate domenicano, nell’ultimo decennio del Duecento viaggia in Terrasanta, Turchia e Mesopotamia, fino a Baghdad, cuore dell’Islam. Partecipa al grande sforzo evangelizzatore compiuto dalla Chiesa di Roma in Asia dopo le conquiste mongole, quando ormai gli Stati crociati sono in balìa dei Mamelucchi. Senza indulgere all’esotico, e col gusto scolastico per la controversia teologica, Riccoldo nel Libro della peregrinazione descrive Turchi, Mongoli, Curdi, Cristiani orientali e soprattutto i «Saraceni», cioè i seguaci di Maometto. L’incontro prolungato con questi ultimi – che fa di Riccoldo uno dei primi islamisti occidentali – provoca in lui stupore, disprezzo e sofferenza. Le speranze di conversione si rivelano illusorie. Le differenze religiose sono rimarcate per difendere la superiorità della propria fede, più che per convincere altri ad aderirvi. Nelle Epistole alla Chiesa Trionfante, scritte dopo la caduta di San Giovanni d’Acri, Riccoldo esprime l’angoscia di chi si sente abbandonato dal proprio Dio e sconfitto da una fede giudicata assurda e falsa. La storia non va verso una vittoria della “vera” fede? Negli scritti di un celebre missionario fiorentino, l’impegno e la fatica di darsi ragione dell’Altro.
Il volume raccoglie gli interventi tenuti al IV Forum Catechetico, svoltosi a Roma nel giugno 2004 e promosso dall'Istituto di Catechetica dell'Università Salesiana di Roma sul tema espresso nel sottotitolo. Nel Forum la riflessione è stata guidata da numerose domande incentrate intorno ai contenuti e alla loro corretta comunicazione. La risposta che emerge dagli interventi si basa su alcuni nuclei tematici articolati in modo da intrecciare l'analisi della situazione, le proposte e una serie di orientamenti per la comunicazione pratica.
Raccolta di studi e ricerche sul Cecilianesimo in Italia. Il volume intende aprire la strada a una serie di studi e ricerche sul Cecilianesimo in Italia. Il Cecilianesimo e quel movimento che, tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, auspicava il ritorno ad una musica liturgica d'ispirazione sacra, non piu melodrammatica come era stata quella ottocentesca.