Le sfide della mentalità odierna, disorientata e incerta sull'identità della persona, sull'agire finalizzato e sullo scempio della relazione dell'uomo col mondo-ambiente, inducono a riproporre un orientamento antropologico ed etico realistico e vitale che inglobi e soddisfi le esigenze non solo dell'intelletto, ma altresì della sensibilità e delle potenzialità creative dell'uomo integrale, oltre le unilateralità funeste dell'intelletto ideologicamente tiranno e delle caotiche passioni plebee. L'uomo senziente-agente-volente è insediato dinamicamente nel 'luogo' etico del suo con-sistere, nell'éthos della relazione, nel cum, terreno sorgivo del suo con-sentire, con-laborare, con-venire. Nelle pagine di questo volume si troverà l'indicazione propositiva ed esigente di conquistarci la nostra personalità, esistenziale e storica, puntando sulla tessitura delle relazioni etiche interpersonali e ambientali, ordite in compiti estetici, etici, civili e religiosi che promanano da categorie inderogabili quali natura umana, coscienza storica, azione etica, formazione socio-politica, e incrociano i nuovi schemi di cultura tecno-scientifica germinati dalle recenti immagini del mondo, nel contempo esaltanti e perturbanti.
Chi ha detto che il greco è marginale nel panorama delle lingue moderne o, peggio, che il greco antico è una lingua morta? Questo "Dizionarietto", con una cavalcata interdisciplinare attraverso le parole (da Accademia a Zoologia), mostra come l'universo linguistico greco sia il serbatoio concettuale di 3000 anni di cultura occidentale, come dimostrano anche i neologismi che hanno caratterizzato le scienze negli ultimi secoli (dalla fisica alla cibernetica, dall'economia alla psicoanalisi). Per ogni lemma si presentano l'etimologia, la fortuna culturale, gli esiti, spesso paradossali, nella lingua comune, le curiosità e l'uso, con brevi citazioni di passi greci proposti nell'originale, trascritti e tradotti. Utile a chi ha frequentato il liceo classico, ma anche a chi proviene da altri percorsi, il "Dizionarietto di greco" offre ai lettori la "carta d'identità" della nostra cultura. E consente di riscoprire con occhi nuovi la più formidabile macchina per pensare (e sentire) mai elaborata: la lingua greca.
Le intelligenze artificiali permeano molti aspetti del vivere quotidiano: fare una ricerca in internet, chiedere un prestito, cercare lavoro e anche conoscere una persona attraverso una piattaforma avviene mediante l'azione di vari algoritmi di intelligenza artificiale. Queste tecnologie, proprio perché presenti sullo sfondo dell'esistenza, diventano pressoché invisibili e ci sono sconosciute nella loro vera natura. Cercare di rendere visibile e comprensibile l'azione di questi strumenti onnipresenti e chiedersi cosa fare per gestirli e come non estromettere l'uomo dal decidere è l'obiettivo di questo testo. Il libro affronta la sfida di mantenere l'umanità capace di controllo in un epoca in cui la macchina si fa capace di surrogare le decisioni umane. Cosa la macchina può fare senza il controllo umano? Che decisioni può prendere? Come gestire gli eventuali esiti nefasti di questa delega? Ma soprattutto come far sì che la persona rimanga sempre al centro di quei processi vitali per la sopravvivenza della nostra specie e per una pacifica convivenza sociale?
«Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari». È con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 che inizia la lunga battaglia − non ancora conclusa − contro la fame, il più grande genocidio silenzioso di tutti i tempi. Come tutelare il diritto fondamentale di ogni individuo a una adeguata nutrizione? E garantire quantità e qualità nell’alimentazione? Il sistema attuale di produzione alimentare è davvero sostenibile? Risponde a quesiti di rilevanza fondamentale un’etica del cibo, che analizza problematiche e propone soluzioni, volte ad assicurare la libertà dalla fame e il diritto al cibo, sensibilizzando sulla questione ambientale. In gioco il futuro stesso dell’umanità.
PAOLO GOMARASCA è professore ordinario di filosofia morale alla Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Fa parte del comitato direttivo del Transdisciplinary Research on Food Issues Center (TROFIC) e del Centro di ricerca Relational Social Work (RSW) della medesima Università. È membro del Forum Lacaniano in Italia (FLAI) e dell’Internationale des Forums du Champ Lacanien. Tra le sue pubblicazioni: Enjeu cartésien et philosophie du corps (Peter Lang, 2012), Con l’inchiostro e il pennello. Lacan e Shiato (Mimesis, 2017).
Perché distruggiamo anche ciò che è buono? Cosa possiamo fare per rimediare alla distruzione? Cosa significa attraversare il male? In che relazione stanno riparazione e speranza? Sono alcune delle domande alle quali il volume cerca di rispondere. Il problema che si pone anzitutto al centro dell'attenzione è quello della distruzione che esercitiamo verso ciò da cui dipendiamo. La distruzione diventa fonte di un'angoscia che è tanto più grande e spaventosa quanto più viene rivolta contro ciò di cui abbiamo bisogno per esistere. D'altro canto, se non fossimo capaci di rimediare in alcun modo agli attacchi distruttivi di cui siamo responsabili, rimarremmo chiusi per sempre all'interno del male e della colpa angosciante che a noi si riconduce. Il libro, delineando un'etica del riparare, analizza l'intenzionalità riparativa nelle sue dinamiche fondamentali e nelle sue fondamentali applicazioni pratiche: la cura della sofferenza altrui, la rigenerazione e la salvaguardia della natura, lo studio e la trasmissione della cultura, la restaurazione della giustizia, sono tutte modalità secondo cui operiamo la riparazione del bene in opposizione all'accadimento del male. E sono, queste, anche le forme principali che assume il nostro più concreto impegno etico per un mondo migliore.
In filosofia il dialogo dovrebbe costituire una modalità privilegiata di indagine razionale, costringe i due interlocutori a fare i conti con obiezioni e critiche cui si è altrimenti tentati di sfuggire. Dia-logos, argomento contro argomento: nessuna diplomazia, il confronto razionale è semmai controversia, scontro, polemica (polemos, cioè guerra!). Questo fra Paolo Flores d'Arcais e Maurizio Ferraris è durato dieci anni, e affronta tutti i temi cruciali della filosofia, dal ruolo della scienza alla possibilità di fondare un'etica, dal rischio del nichilismo al rapporto tra ideologie e scienze umane, dalla "esplosione" della biologia darwiniana alla rivoluzione del web. Un confronto serrato, fatto di dieci lettere/saggi, che costringe il lettore a sottoporre a critica convinzioni consolidate, e diventare partecipe della controversia.
Il dialogo è la forma specifica del divenire della vita. Le relazioni umane, la speranza in un futuro di pace e la stessa soggettività umana dipendono da esso. La sua necessità, però, fa da contrappeso a un’ignoranza diffusa su quali siano i suoi fondamenti, il suo senso, le sue applicazioni e il suo metodo. La dialogicità rappresenta una realtà complessa e articolata della quale qui si analizzano tre grandi declinazioni: filosofica, interculturale e interreligiosa, tenendo conto del concetto di verità.
Paolo TRIANNI ha un dottorato in filosofia e uno in teologia. Insegna presso l’Università Urbaniana, il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Tra le sue pubblicazioni una quindicina di curatele e i volumi: Il diritto alla libertà religiosa. Alle fonti di Dignitatis Humanae (2014); Nostra Aetate. Alle radici del dialogo interreligioso (2016); Per un vegetarianesimo cristiano (2017); Teilhard de Chardin. Una rivoluzione teologica (2018). Fa parte di Religions for peace, ed è nella redazione della rivista internazionale «Dilatato Corde» del Dialogo interreligioso monastico.
Come abitare lo sviluppo? In un contesto di scarsità di risorse, perché investire soldi nella ricerca di un enhancement per pochi invece di cercare cure per le malattie di molti? Se i teorici dell'enhancement si chiedono quante innovazioni sia possibile sviluppare, la mia domanda verte sul perché dei prodotti dello sviluppo. Perché si sviluppano determinate tecnologie? Perché si vendono? Perché sono necessarie alle nostre forze militari? Perché garantiscono a una nazione la supremazia sulle altre?
In questo volume il problema della morte è affrontato a partire dalla consapevolezza che gli enormi sviluppi scientifici e tecnologici applicati alla medicina hanno rivoluzionato negli ultimi decenni il quadro etico e giuridico in cui è stato finora concepito il fenomeno del finis vitae. Muovendo da questa trasformazione di senso epocale, l’autore affronta la questione di che cosa sia per noi la morte, oggi, e quale responsabilità morale abbiamo verso chi muore. La finalità è quella di rideterminare il principio della dignità umana al cospetto di situazioni radicalmente nuove, come il prolungamento artificiale della vita, il prelievo degli organi, la loro commercializzazione. Al centro della riflessione i lineamenti di una tanatologia critica, la questione della “morte cerebrale” e del suo accertamento, le problematiche funerarie, anche alla luce delle recenti innovazioni legislative. Paolo Becchi è professore di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’U­niversità degli Studi di Genova. Tra le sue ultime pubblicazioni: Morte cerebrale e trapianto di organi (Brescia, Morcelliana, 2008) e La fragilità della vita. Contributi su Hans Jonas (Napoli, La Scuola di Pitagora, 2008). Per Aracne editrice ha pubblicato, nel 2007, Da Pufendorf a Hegel. Introduzione alla storia moderna della filosofia del diritto.
Cammini, sentieri, verso dove? Non si sa. Che dire poi dell'essenza dell'uomo in ambito etico? Pare non sia più né definibile né auspicabile. Sarà allora possibile parlare ancora di identità personale, o invece persino l'io, come dicono, va declinato al plurale? Sono tematiche, centrali nel dibattito contemporaneo, discusse in questo libro: lo scopo è di mostrare che tali ambiti richiedono distinzioni. Sono nozioni che vanno riconsiderate secondo la sensibilità del tempo, ma sempre con spirito critico. Con i "superamenti" ci vuole molta cautela e prudenza, anche perché la condizione umana, assai fragile, si arricchisce di significati, ma non muta. Il nuovo e l'antico non sono così lontani. Tre saggi compongono questo libro. Il primo affronta la nozione di cammino in un confronto tra la posizione di Hegel e quella di Heidegger. Nel secondo, sulla vita etica, viene in questione il tema dell'essenza umana, con principale riferimento ad Aristotele. Infine il terzo, sull'identità personale, è affrontato attraverso un esame del pensiero di Agostino, Machiavelli, Montaigne, Locke, Schopenhauer e Nietzsche.
Tutti consultiamo le mappe di Google, interroghiamo il suo motore, condividiamo foto e pensieri su Facebook, ci lusinghiamo della nostra arguzia su Twitter, ci informiamo su Wikipedia, diffondiamo il nostro curriculum su Linkedin. A loro volta, Google, Facebook, Twitter, Linkedin, trasformano ogni nostro gesto in un dato che permette di ricostruire la nostra storia, la nostra identità e i nostri interessi meglio di quanto sapremmo fare noi stessi. I politici che vincono le elezioni (come ha insegnato Obama in America), le società i cui prodotti incontrano un larghissimo favore di pubblico (come Apple o Google), asseriscono di fondare il loro successo sulla raccolta e l'interpretazione di grandi moli di dati: i cosiddetti Big Data. Ma questo non basta. La loro convinzione è che esista un percorso irreversibile nella storia, che guida ad assumere le decisioni corrette. La società, gli uomini, l'economia, sono composti di reti, che si auto-organizzano con meccanismi che possono essere descritti da leggi matematiche. Le reti sono ovunque, plasmano gli organismi viventi, le organizzazioni sociali, gli scambi economici, le strutture urbanistiche, la letteratura scientifica. Ma le regole che le governano sono a loro volta il sintomo di un fenomeno più profondo, da cui sono configurate in filigrana: l'informazione.
Un'introduzione inattuale alla filosofia attraverso sette dialoghi serrati, sette colloqui segnati da uno stile diretto, carichi oltre che di ragionamento anche di emozione, di slanci entusiastici, di ironia, di passione filosofica. Sette chiacchierate vere non solo per l'ordinarietà e la genuinità dei contesti in cui la scena è via via ambientata, ma anche e soprattutto per il fatto di essere scambi incentrati sul tema della verità.