Questo libro, composto da due tomi, è come un puzzle le cui tessere sono ricavate da oltre 90 Quaderni promossi a partire dal 2002 dall'ultimo segretario del cardinale Colombo, monsignor Francantonio Bernasconi. Vi si trovano testimonianze e rievocazioni che sottolineano i molteplici aspetti della ricca personalità di Colombo, che fu arcivescovo di Milano durante la transizione ecclesiale del Concilio Vaticano II. A notizie biografiche poco note, si affiancano approfondimenti sull'indole letteraria del cardinale, che coltivò soprattutto da giovane sacerdote, e temi di attualità sull'applicazione delle novità conciliari, sulle sfide sollecitate dalla stagione del terrorismo, delle campagne inerenti al divorzio, all'aborto, al femminismo. Sono numerosi gli interventi inediti dello stesso Colombo, assieme a voci significative, come quelle di Dionigi Tettamanzi - che ha promosso la presente opera - Carlo Maria Martini, Giacomo Biffi, Inos Biffi, Luigi Negri, Giorgio Rumi, Alberto Chiari, Italo De Feo, Giorgio Torelli e di Eliana Versace.
I patriarchi del popolo di Israele nelle parole del papa. Commentando le storie di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di Giuseppe, il pontefice racconta come Dio guidi la storia degli uomini in una catena ininterrotta di dialogo e di incontro. Fiducia, abbandono nella parola del Padre, audacia, ostinazione: l'esperienza dei patriarchi diviene così, per gli uomini e le donne del nostro tempo, esempio e invito a scoprire il volto di un Dio fedele alle proprie promesse, compagno dell'uomo nel suo cammino.
SOMMARIO - Ricordo di Giovanni Miccoli SEZIONE MONOGRAFICA I ghetti nell'Italia moderna. Relazioni oltre le mura, a cura di Marina Caffiero e Serena Di Nepi - Marina Caffiero - Serena Di Nepi, Introduction. The Relationship between Jews and Christians. Toward a Redefinition of the Ghettos - Giuseppe Veltri, Exchanging Cultural Space. The Jewish Ghetto and the Italian Academies - Serena Di Nepi, Relazioni oltre le mura. Un processo ad Ancona all'epoca dei ghetti (1555-1563) - Benedetto Ligorio, Ragusa, il secondo ghetto. Una comunità di mercanti nell'Adriatico orientale (1546-1667) - Nourit Melcer-Padon, Free Jews in a Free Port City. Livorno, the City without a Ghetto - Paolo Pellegrini, Uscire dal ghetto, ritornare nel ghetto. Le resistenze alle nobilitazioni di ebrei in Italia dopo l'emancipazione Saggi - Eugène Honée, The Fourth Lateran Council (1215): Its Sentence on Joachim of Fiore's Theology of the Holy Trinity. An Analysis and Commentary - François Boespflug, Sur la Sainte Face du Christ dans l'art, du XVIIIe au XIXe siècle - Francesco Tacchi, «La propaganda dell'errore non si combatte se non mediante la propagazione della verità». L'Opera Nazionale per la Buona Stampa e la Grande Guerra (1915-1918) Rassegne - Giovanni Vian, Il modernismo. Un itinerario tra fonti e documenti Recensioni.
"Antrum" è un volume interamente dedicato alle grotte, un tema fertile, naturalmente disponibile ad una lettura di tipo simbolico e un'analisi interdisciplinare. Di qui l'estrema eterogeneità che caratterizza la raccolta, nei contenuti, nella cronologia e negli ambiti geografici rappresentati, con l'unico motivo unificante di una costante afferenza all'area mediterranea. I contributi, che a seconda dei casi risultano dotati di un taglio prevalentemente archeologico o storico-religioso, si ripartiscono in egual misura tra mondo greco-romano e cristianesimo. Se, dunque, il fulcro dell'opera è costituito dalla forte identità morfologica della grotta, che condiziona la sua stessa attitudine a rivestire significati sacrali, i vari segmenti interni intervengono a declinare singoli aspetti tematici, ora fornendo una nuova lettura di argomenti già noti, ora portando all'attenzione degli studiosi temi meno sondati, e pur tuttavia meritevoli di maggior risalto. Nell'antro, inteso come un "ponte" in cui le categorie dello spazio e del tempo si annullano, almeno rispetto alla loro ordinaria percezione, sono da sempre state ravvisate, da parte delle più varie culture umane, le condizioni idonee per l'irruzione del soprannaturale e la piena estrinsecazione delle sfere cultuali. L'isolamento, la monumentalità, l'inaccessibilità, l'oscurità, la profondità, la presenza di belve o esalazioni sono tutti elementi connotativi di enorme rilievo; ma non per questo, anche alla luce dei più recenti orientamenti scientifici, è possibile accogliere una visione "etica" di questa complessa fattispecie culturale, cui converrà piuttosto anteporre un approccio di tipo "emico", in grado di rendere giustizia alle peculiarità storiche e ambientali della realtà di riferimento. E questa specifica valutazione critica, pertanto, a caratterizzare, come in filigrana, tutti i saggi ospitati nel volume.
Tra la metà del XVI e la fine del XVIII secolo, quando furono espulsi da tutte le colonie spagnole e portoghesi delle Americhe, i Gesuiti posero le basi di un sistema culturale ed economico autosufficiente, fondato sulla religione e la convivenza tra indigeni ed europei. Attorno alle chiese e alle scuole delle missioni, la vita e il lavoro si svolgevano secondo un regime quasi collettivista, mentre la Compagnia di Gesù era ormai un pericoloso concorrente per gli affari dei latifondisti. Per questo e per la ferma opposizione allo schiavismo, dopo due secoli di lotte con le autorità laiche e le gerarchie cattoliche, le missioni vennero attaccate e distrutte una dopo l'altra, i Gesuiti espulsi, i nativi uccisi o ridotti in schiavitù. Robert B. Cunninghame Graham - attivista politico, scrittore e avventuriero - racconta la storia delle missioni gesuitiche in Paraguay servendosi dei numerosi e discordanti documenti dell'epoca. La sua cronaca è precisa, ma non nasconde la passione per un'epopea che anticipa per molti versi le idee del cristianesimo sociale del Novecento, per un'utopia - nobile nonostante i limiti posti dal proselitismo cristiano - cancellata quando era sul punto di realizzarsi.
Le testimonianze "bresciane" sulla santità di Paolo VI, qui per la prima volta raccolte e annotate da Massimo Tedeschi, sono tratte dalla Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, conservata negli archivi della Congregazione delle Cause dei Santi. Documenti che riportano - ai fini del processo di canonizzazione - i detti su Montini riferiti da coloro che lo hanno conosciuto: queste parole, radunate al di fuori dei faldoni ufficiali, sembrano ridare corpo e vita alle virtù di Montini che si manifestano fin da ragazzo e seminarista, e poi da sacerdote, vescovo e Papa. Una polifonia di voci che converge nel mostrare la straordinaria levatura spirituale e umana di Montini, per un ritratto seppure parziale ma poco convenzionale. Come quello, familiare, che si trae dal ricordo di Chiara Montini Matricardi e dall'album di famiglia, dove si coglie la levità dello zio don Battista e non solo la solennità del vescovo e del Papa.
Il Vangelo ci chiede di osservare i segni dei tempi e questa raccolta delle più importanti e serie profezie ci aiuta a capire cosa sta succedendo nel mondo. Muniti del lume della Fede, coloro che leggono queste pagine saranno aiutati a vincere l'inganno di una apparenza esteriore di sedicente chiesa.
Il libro propone una riflessione storica aggiornata sulle radici culturali dell'esperienza imprenditoriale di Enrico Mattei e dei suoi collaboratori nei momenti cruciali dello sviluppo economico nazionale e internazionale, sottolineando la relazione dialettica e originale che c'è stata fra valori morali e civili ed esigenze produttive e di mercato. In particolare, si concentra sul rapporto d'interazione che si è sviluppato fra l'Università Cattolica e la grande azienda creata da Mattei, per verificare se l'elaborazione scientifica maturata nell'Ateneo tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta ha contribuito alla formazione della cultura d'impresa di Eni, e dunque a definirne il ruolo peculiare nello sviluppo del Paese e delle aree economicamente e socialmente emergenti del pianeta. Il volume racconta le radici culturali, gli orientamenti e i mezzi attraverso cui la prospettiva dell'Eni di Mattei si è dispiegata, approfondendo la sua "politica estera" in Medio Oriente, in Unione Sovietica e in Africa, specie dal punto di vista del patrimonio valoriale cui si è ispirata. Questo aspetto emerge anche nel film-documentario Oduroh di Gilbert Bovay (Eni, 1964), allegato al libro, che racconta la storia di un giovane ghanese il quale, dopo aver frequentato la Scuola Eni di San Donato, è tornato nel proprio Paese a spendervi la formazione acquisita in Italia.
Pubblicato nel 1985, frutto di una ricerca protrattasi per circa mezzo secolo, Iota unum è l'opera più complessa e profonda del grande studioso cattolico Romano Amerio, una riflessione serrata e sistematica sul Magistero della Chiesa novecentesca (in particolare conciliare) e, insieme, un'aggiornata summa metafisica cattolica (e il senso ultimo di questa summa, il suo apax, si trova tutto in Stat Veritas). Contro molte scuole di pensiero formatesi nel dopoguerra, soprattutto dopo quel Concilio Vaticano II esaltato come «rottura e nuovo inizio», come una «nuova Pentecoste» della Chiesa (non solo l'«officina bolognese» di Dossetti, ma tutto il Nord Europa), Romano Amerio ripropone con forza il primato della Verità sull'Amore - come insegnato a partire dagli Evangeli, da san Giovanni Apostolo e san Paolo, e poi da sant'Agostino - per cui in Dio all'essere seguono prima l'intelligere e poi l'amare, e non viceversa. Per Amerio mutare quest'ordine significa indurre l'uomo ad agire non più mosso dal pensiero, ma dal sentimento, in una condizione di libertà illusoria.
Sezione monografica: Lingua e stile in Origene A. CACCIARI - D. PAZZINI, Introduzione A. ALIAU-MILHAUD, La composition du prologue du Commentaire sur Jean d'Origène D. PAZZINI, L'uso del verbo in Origene: i tempi storici (CIo VI, X e XIII) M. MITCHELL, 'Problems and Solutions' in Early Christian Biblical Interpretation: A Telling Case from Origen's Newly Discovered Greek Homilies on the Psalms (Codex Monacensis Graecus 314) C. FARAGGIANA DI SARZANA, Due loci corrupti produttori di neologismi A. CACCIARI, L. PERRONE, «I cuori e i reni». Note sull'interpretazione origeniana di Sal 7,10. Articoli L.C. PALADINO, Gli Acta Alexandrinorum: studio preliminare per una nuova edizione critica F. BERNO, Intelletto e anima / caldo e freddo: una dialettica valentiniana in Origene? G. PISCINI, Le dialogue avec les chrétiens dans le Discours véritable de Celse J. LEONI, L'esegesi origeniana della quarta petizione del Paternoster. I frammenti greci F. CELIA, Gregory of Neocaesarea: a re-examination of the biographical issue F. VECOLI, Phénoménologie de la vocation monastique: le mystère de la naissance d'un moine P. RIMOLI, La paternità del Christus Patiens tra Gregorio di Nazianzo e Teodoto di Ancira S.A. ROBBE, Non solum pro pietate, verum etiam pro castitate. Martirio e castità nella Storia ecclesiastica di Rufino di Concordia A. BAUSI - A. CAMPLANI, The History of the Episcopate of Alexandria (HEpA): Editio minor of the fragments preserved in the Aksumite Collection and in the Codex Veronensis LX (58) A. BAUSI, The accidents of transmission: On a surprising multilingual manuscript leaf. With the edition of the Ethiopic version of two Constantinian epistles (CPG no. 8517, Epistula Constantini imperatoris ad ecclesiam Alexandrinam, and CPG nos 2041 = 8519, Lex lata Constantini Augusti de Arii damnatione) S. FERNÁNDEZ, A Neglected Sixth-Century Manuscript of Origen's De Principiis A. DI RIENZO, Gli Actus Silvestri nella tradizione in lingua siriaca: il testimone contenuto nel manoscritto BL Add 12174 G. LETTIERI, Eriugena e il transitus di Agostino nei Padri greci. Apokatastasis ed epektasis nel V libro del Periphyseon R. TONDINI, Origene bizantino. I Commenti a Matteo e Giovanni da Mistrà a Venezia M. FALLICA, Origene pro sola fide nel Beneficio di Cristo. L'antologia patristica Unio dissidentium come fonte riformata di un'anomala auctoritas.
"Studi e materiali di storia delle religioni perseguono nel loro campo speciale i fini della scienza e della cultura. Alla scienza storica contribuiscono facendo oggetto di storia la religione nel suo svolgimento. Alla cultura schiudono più larghi orizzonti, promuovendo una maggiore partecipazione del pensiero italiano alla conoscenza di forme e momenti di civiltà meno prossime e meno noti." (Raffaele Pettazzoni)
Il testo che viene qui presentato è lo scritto autobiografico di Guiberto di Nogent, abate vissuto in Francia tra l'xi e il xii secolo. Riveste un particolare interesse storico poiché costituisce una vera e propria miniera di notizie sui fatti di quell'epoca, di cui si sono avvalsi soprattutto storici come il Guizot, che lo incluse tra le fonti della sua monumentale raccolta in ben trenta volumi «pour servir à l'histoire de la France». "La mia vita" fu scritta in età avanzata, quando Guiberto aveva già compiuto sessantanni; è suddivisa in tre libri, redatti non di seguito ma in tempi successivi, per quanto ravvicinati: il primo nel 1114, gli altri due fra il 1115 e il 1116. Nel complesso potrebbe sembrare un'opera alquanto discontinua, mancante di un piano organico, ma ciò non toglie nulla al suo interesse; anzi, per l'autore questo andamento costituisce uno stimolo a presentare un'infinità di situazioni, eventi, personaggi, esperienze interiori ed esteriori in un quadro composito che, per esplicita e ripetuta dichiarazione, vuol essere «oggettivo». Un reperto che ci restituisce, come in un'istantanea, tutta la ricchezza e la varietà di un Medioevo nient'affatto «oscuro».