Che fine hanno fatto i nazisti sfuggiti alla cattura e al processo di Norimberga? Andrew Nagorski ha ricostruito i casi dei gerarchi che riuscirono a evitare la condanna e che si rifugiarono all'estero. E, al contempo, ci racconta anche degli uomini e delle donne che si misero sulle loro tracce e che spesso scovarono questi criminali, riconsegnandoli finalmente alla giustizia internazionale. Alcuni "cacciatori di nazisti" divennero famosi, come Simon Wiesenthal, ma molti altri operarono nell'ombra, riuscendo a trovare i ricercati solo quando erano quasi arrivati al termine della loro vita.
Marino Falier è una delle figure più controverse nella storia dei dogi di Venezia. Nato verso il 1285 da una importante famiglia di antichissima origine, che annoverava già due dogi, percorse una lunga e brillante carriera al servizio della repubblica che lo portò a ricoprire in modo quasi incessante numerose e prestigiose cariche. Nel 1354, ormai settantenne, venne scelto come doge con un ampio consenso del corpo elettorale. Al di là di ogni previsione, tuttavia, il nuovo doge non si limitò a svolgere le funzioni per lo più di rappresentanza che la costituzione veneziana riservava al capo dello stato. Appoggiandosi alle classi popolari, si mise alla testa di una congiura destinata a rovesciare lo stato patrizio che governava la Serenissima. I congiurati vennero però scoperti: i capi della cospirazione furono rapidamente giustiziati e lo stesso doge, da loro indicato come il mandante, fu giudicato e condannato a morte. La sentenza venne eseguita con la decapitazione, che ebbe luogo la sera del 17 aprile del 1355 dopo un processo lampo. Un caso senza precedenti, una storia avvincente che nei secoli ha ispirato letterati e musicisti - da Lord Byron a Donizetti - e su cui ancora fitto è il mistero.
La Rivoluzione francese è stata il trionfo della democrazia e dell'uguaglianza, il Risorgimento ha portato la civiltà in Italia, Garibaldi e Napoleone erano buoni, mentre i Borboni erano cattivi e come loro il papa perché non volevano cedere il Sud ai piemontesi. Queste e altre menzogne sono raccontate e insegnate a scuola ai nostri figli, presentando i cattivi come buoni e i veri buoni come cattivi. Rivolgendosi al loro nipotino, i due autori di questo libro, con spirito critico, spiegano come si sono svolti veramente i fatti. Età di lettura: da 10 anni.
Il generale Charles Orde Wingate è noto alla storiografia militare come il teorico della "guerriglia", capace di rivoluzionare con un'intuizione la strategia bellica britannica in piena seconda guerra mondiale. Ma quel che non tutti sanno è che al suo genio militare si accompagnava una personalità bizzarra: oltre a portare al polso una grossa sveglia al posto dell'orologio, era detestato dai colleghi ufficiali perché si lavava poco, mangiava grandi quantità di cipolle e li riceveva nella sua tenda il più delle volte nudo, coperto solo dalla sua amata Bibbia e dall'inseparabile casco coloniale. L'ultima grande guerra del Novecento è stata una lunga epopea fatta di tragedie e di battaglie, di gloriosi comandanti e imprese eroiche, di soldati temerari che si sono immolati per il loro paese, di fini strateghi e abili combattenti. Ma a voler scandagliare con cura i libri e i documenti, si scopre tutta una schiera di soldati che fecero dell'eccentricità la loro uniforme: generali, spie, partigiani, uomini e donne che si distinsero per il loro carattere e le loro abitudini curiose, indizi rivelatori di un'attitudine spiccata al pensiero laterale. Perché forse solo chi è fuori dagli schemi riesce davvero a sorprendere l'avversario. Andrea Santangelo, profondo conoscitore della storia militare, ci porta con sé sui principali campi di battaglia squadernandoci davanti un ricco patrimonio di storie: leggiamo così del colonnello che provò a resistere alle bombe tedesche imbracciando una cornamusa; delle molte donne che nonostante i pregiudizi dell'epoca raggiunsero incarichi pericolosi, guidando squadriglie di aerei o distinguendosi come cecchini implacabili; del colonnello della Wehrmacht che combatteva il caldo in kilt, del generale cowboy che credeva nella reincarnazione e di molti altri personaggi, valorosi compagni di armi nel variopinto esercito degli eccentrici.
Il volume ripercorre la storia politica dell'area che va dal Marocco all'Iran, una regione strategica per la presenza del petrolio e lacerata da molteplici conflitti. La turbolenta situazione odierna ha reso necessario aggiornare nuovamente il testo con questa quinta edizione, che porta la narrazione e l'analisi a tutto il 2016. Il volume ricapitola oltre due secoli di storia dell'area: dalla spedizione napoleonica in Egitto e dalle riforme dell'impero ottomano fino alla caduta del califfato, dall'espansione coloniale ai processi di decolonizzazione; dalla crisi dello stato post-coloniale alle svolte della rivoluzione iraniana e della crisi irachena; dal conflitto arabo-israeliano fino agli avvenimenti più recenti, dalle primavere arabe all'emergere dell'ISIS e al fallito golpe turco.
Un viaggio indietro nel tempo, dagli albori della civiltà alla cultura moderna in cui viviamo oggi. Dall'Homo sapiens alla liberazione di Nelson Mandela, dalla Rivoluzione francese all'uomo nello spazio, incluse le vicende dell'Islam moderno, il world wide web e la crisi finanziaria globale. Grandi idee di storici, citazioni chiave e importanti temi che si intrecciano... l'assassinio di Cesare, la Prima guerra mondiale... personaggi ed epoche prendono vita attraverso il libro, ideale per gli studenti o per chiunque voglia capire il nostro passato. Età di lettura: da 6 anni.
L'invasione confederata degli Stati del Nord fu l'ultimo grande azzardo del generale Lee. Portando la guerra nel territorio dell'Unione, sperava di costringerla a sedere al tavolo della pace, oppure di ottenere l'appoggio delle potenze europee che al di là dell'Atlantico seguivano con attenzione gli eventi della guerra. Allo stesso modo, l'armata del Potomac di Meade, che voleva ristabilire la sua credibilità come forza combattente dopo la sconfitta di Fredericksburg, considerò l'offensiva del Sud un'occasione per riscattare il proprio onore. Questo libro descrive lo scontro sul campo di battaglia dei 150.000 uomini dei due schieramenti che avrebbe deciso le sorti di una nazione.
Venezia è stata austriaca dal 1798 al 1866: meno di sessant'anni, Interrotti prima dal dominio napoleonico, poi dalla rivoluzione di Daniele Manin. Anni non facili per l'ex capitale di una millenaria Repubblica, il cui ricordo aleggia Incancellabile su una quotidianità segnata dalla decadenza economica e sociale ma anche dalla vitalità delle arti e della cultura, e percorsa da fermenti che proromperanno nella gloriosa tragedia del 1848-49 e nella contestazione dell'ultimo periodo. La prima parte del libro rievoca le vicende di Venezia dalla caduta della Serenissima al plebiscito del 1866. Nella seconda Zorzi traccia con la consueta verve narrativa il profilo dei protagonisti, dall'imperatore all'amministrazione, dalla polizia alla marina, dalle classi sociali al clero, agli artisti, agli scrittori, agli scolari, ai cittadini còlti nella loro realtà d'ogni giorno. Non mancano al quadro I patrioti e le spie, I personaggi del dissenso e gli "austriacanti". Ma l'èra austriaca coincide con l'età romantica: ecco dunque una folla di "foresti" straordinari, da Byron a Shelley, dagli ultimi Borboni di Francia a Richard Wagner, a George Sand e Alfred de Musset. Coincide, anche, col tempo del trionfi di Verdi, di Donizetti, di Mercadante (e della "divina" Maria Taglioni) al Gran Teatro La Fenice, e di Maria Malibran in quello che le verrà dedicato.
Per la prima volta in Italia, il volume ricostruisce la storia del parto e della nascita in Occidente dal mondo antico ai nostri giorni, analizzandone gli snodi e i cambiamenti più significativi: la fondazione del discorso medico-scientifico nella Grecia antica, la svolta impressa dal cristianesimo, l'affermarsi della figura del chirurgo-ostetrico nel Settecento, la medicalizzazione del parto, fino alla rivoluzione delle tecnologie riproduttive del Novecento. In un percorso appassionante ripercorre una storia tutt'altro che lineare, progressiva od omogenea; densa di permanenze, oltre che di trasformazioni; di confronti, scontri, conflitti. La storia è indagata nelle sue molteplici sfaccettature culturali, sociali, religiose, da cui discendono rituali e pratiche terapeutiche, norme religiose e civili, forme di potere e disciplinamento del corpo femminile. In questa prospettiva si rivela un capitolo cruciale della storia culturale, sociale e di genere, un osservatorio fondamentale per la storia delle donne, oltre che uno strumento indispensabile per capire la complessa realtà del presente.
Nella lotta intellettuale del XVIII secolo, la massoneria svolse una fun¬zione estremamente importante. Lo storico e antimassone Bernard Fay, offre in questo libro uno spaccato di ciò che fu la massoneria del Settecento e del ruolo occulto che rivestì sia nella diffusione delle nuove idee illuministiche, sia nella preparazione del 1789. Uno stu¬dio fondamentale per comprendere le trame sottese ai grandi cambiamenti che si verificarono in un secolo di svolta per l'intera storia dell'umanità.
La Rivoluzione russa del 1917 ha destabilizzato l'assetto politico dell'Europa e del mondo intero, e oggi tutti conoscono gli sconvolgimenti che ha provocato. Le interpretazioni storiografiche sono state molteplici. Il giudizio storico sulla personalità di Lenin, sulle sue motivazioni e le sue intenzioni, ha subito una sorta di congelamento. Si considerava un idealista, scrive Sebestyen, e nei rapporti personali si comportava nel modo in cui era stato educato: come un gentiluomo dell'alta borghesia. Non era interessato ai dettagli della morte delle sue vittime, le soppressioni erano politicamente necessarie e gli individui nient'altro che dei numeri. Guidato dall'idea che il fine giustifica i mezzi, pur di rimanere ben saldo al potere mentì senza vergogna, offrendo al suo popolo soluzioni semplici a questioni complesse. Voleva il potere e voleva cambiare il mondo. Dopo il crollo dell'URSS, il dibattito si è fatto meno politicizzato, ma è in questo libro che si indaga il ruolo di Lenin e della Rivoluzione alla luce dell'enorme mole di nuove informazioni emerse su di lui in seguito all'apertura degli archivi segreti dell'ex Unione Sovietica: dalla Russia violenta, tirannica e corrotta in cui visse agli scritti di filosofia ed economia marxista, fino alla relazione con le donne della sua vita.
G.K, Chesterton era incapace di introdurre anche solo una traccia di moderazione in ciò che faceva - si trattasse di alimentarsi, naturalmente, ma anche di attività per lui ancora più naturali, come leggere, scrivere o parlare. E così quando decise di raccontare attraverso una serie di ritratti - da Bentham a Carlyle, da Dickens a Hardy - l'età vittoriana;, di cui lui stesso era una specie di ultimo, umorale testimone, scrisse questo libro unico e prezioso: una grande satira, che è anche un infinito atto d'amore. Una pagina dopo l'altra, l'intelligenza irrequieta e inclassificabile di Chesterton («Il compito dei progressisti è commettere errori; quello dei conservatori è di impedire che vengano emendati») riporta in vita uno dei grandi momenti della letteratura come l'abbiamo conosciuta, e come continuiamo ad amarla: lasciando spesso graffi, se non piccole ustioni, sulla nostra coscienza di vittoriani postumi, benché in larga parte inconsapevoli.