"Nascere oggi" propone molteplici suggestioni e apre una finestra su una fase della vita, quella nascente, in gran parte ancora avvolta nel mistero. Venire al mondo nel Terzo millennio resta ancora qualcosa di meraviglioso e intrigante. Progresso scientifico e tecnologico hanno permesso di costruire un tempo e uno spazio dell'esistenza solo pochi decenni or sono fuori dalla portata umana. Forse, però, manca ancora una presa di coscienza razionale, emozionale, onestamente critica, da cui muovere per rifondare una corretta comprensione del legame generazionale proprio a partire dalla vita prenatale e dal pieno rispetto della dignità intrinseca ad ogni essere umano. Questa è la sfida a cui è chiamata la bioetica del tempo prenatale. Ridefinire alla luce delle nuove scoperte scientifiche la relazione materno-fetale è uno dei nuovi orizzonti della bioetica della vita nascente. Stessa esigenza investe anche la relazione tra biologo e concepito così come tra legislatore e concepito. Portare tali problematiche in primo piano e porle al centro della riflessione attuale - scientifica, giuridica, filosofica, teologica, psicologica, sociale - è uno degli scopi di queste pagine, punto di partenza e non di arrivo per affrontare questioni per loro natura dinamiche e dialogiche. Come ha scritto Elio Sgreccia nella Postfazione, «è giusto che si incoraggino studi come quelli raccolti in questo volume, ove il rigore scientifico sia mantenuto eticamente orientato alla vita e la cultura sia liberata dalle suggestioni dell'eutanasia».
Questo libro ha il merito di tornare a sollevare la questione dell’aborto, ormai sommessamente accettato, talvolta anche da chi si dice cattolico. “Mettere in luce il dramma e la negatività dell’aborto serve ad una retta coscienza e contribuisce alla vera civiltà umana, che s. Paolo VI chiamava la ‘civiltà dell’amore’. Ma il libro non si limita a ribadire, con dovizie di citazioni bibliche, del magistero ecclesiale e della tradizione cattolica, la chiara condanna del male e del peccato, ma ne sottolinea anche le nefaste conseguenze psicologiche e sociologiche. Esso mira altresì a illuminare, a sanare, a ‘fare luce’, appunto… L’approccio della Chiesa all’aborto non è solo quello della Maestra attenta che vede e riprova l’errore; è anche quello della Madre tenera e premurosa che vuole salvare e recuperare l’errante” (Silverio Cartolano).
Note sull'autore
Don Désiré Mpanda Kazadi (Kabinda, Repubblica Democratica del Congo, 1962) è stato formatore nel Seminario minore San Pio X di Kabinda e nel Seminario maggiore San Paolo VI di Kabinda. Dal 1999 esercita il suo ministero sacerdotale in Italia, nell’arcidiocesi di Taranto.
Le potenzialità di intervento sulla vita umana offerte dalla società "biotecnologica" amplificano le possibilità di scelta di ciascun individuo e pongono nuove urgenze educative che richiedono l'acquisizione di una "cittadinanza bioetica". Il testo mostra come attraverso una didattica "generativa" la scuola possa diventare un luogo per educare le giovani generazioni alla riflessione sulla bioetica. Il testo delinea, con indicazioni operative, le metodologie didattiche per sperimentare questo progetto educativo.
"La prospettiva che intendo suggerire è che, pur se la natura umana è complessa e ci sfugge come la nostra ombra, c'è però l'orizzonte della condizione esistenziale in cui non possiamo non riconoscere che siamo nati, che siamo corporei, in relazione, mortali, che le nostre scelte hanno un dato di partenza strutturale, anche se il modo di declinarlo va scoperto attraverso il confronto e l'ascolto. In questo senso il dialogo non è l'unico modo di sopravvivere in un mondo pluralista, ma è uno strumento conoscitivo che riconosce la nostra verità come sinfonica, che nessuna prospettiva può dirsi esauriente. Anche chi muove da una dimensione religiosa e metafisica non può esimersi dalla continua fatica della ricerca razionale delle scelte da fare, dal lavoro di identificare ambiti dell'humanum condivisibili. In passato il richiamo alla legge morale naturale non appariva problematico, ora viene sentito come liberticida, ma il richiamo alla nostra comune vulnerabilità e "bisognosità" offre un orizzonte comune entro il quale costruire attuali percorsi di bene, di difesa dei deboli. [...] L'auspicio è che questo volume aiuti a conoscere i concetti chiave della bioetica, a confrontare i principi, le teorie etiche stimolando il lettore ad affinare le capacità logico-argomentative e a formulare il proprio giudizio morale." (dall'Introduzione)
Un testo completo e aggiornato sui problemi della Bioetica che, oggi, non può essere disgiunta dalle cosiddette medical humanities a cui appartiene. Per questo nella trattazione della materia vengono valorizzati i suoi contesti storici, antropologici, culturali, letterari, artistici, religiosi in cui si colloca. La parte speciale è articolata in tre parti: Fenomenologia descrittiva, Argomentazioni bioetiche, Prospettive religiose. Alla fine dei ogni capitolo, poi, vi sono alcuni rimandi che ne costituiscono parte integrante pur nella loro essenzialità: un’attenta selezione bibliografica; un elenco dei principali Documenti e normative; alcune Trasposizioni narrative (letterarie, artistiche, cinematografiche); Piste di ricerca per ulteriori approfondimenti.
Salvino Leone è medico e dottore in teologia. Attualmente insegna Teologia morale e Bioetica alla Pontifica Facoltà teologica di Sicilia e tiene corsi di Bioetica all’Università di Palermo. È stato visiting professor all’Università di Tubinga e di Malta. Insieme a S. Privitera ha diretto il Dizionario di Bioetica (Roma 2004, anche in edizione portoghese) ed è attualmente presidente dell’Istituto di Studi Bioetici “Salvatore Privitera” di Palermo. Ha tenuto numerose conferenze e corsi di Bioetica in Italia e all’estero, dirige la rivista Bio-ethos ed è autore di numerose pubblicazioni su riviste italiane ed estere e di numerose monografie. È stato presidente di diversi Comitati Etici ed è Presidente del board europeo di Bioetica dei Fatebenefratelli.
Il libro di Tullio Proserpio insegue la speranza, tra le pieghe dei libri di teologi come Jurgen Moltmann ed Ernest Bloch, o tra le corsie dell'ospedale in cui opera da tantissimi anni, incontrando centinaia di persone e lasciandosi interrogare e interpellare dalle domande vere che abitano il cuore degli uomini, delle donne e dei bambini chiamati ad affrontare una malattia importante come il cancro. Tullio Proserpio non si accontenta però della testimonianza ma prova ad indagare il peso della speranza nel percorso terapeutico con una ricerca sul campo di cui il libro dà conto.
Le tecno-scienze dominano il mondo globale; tuttavia la scienza non è un’etica e non basta che una scoperta sia in apparenza rivoluzionaria per renderla moralmente accettabile; è indispensabile una profonda riflessione, che non può non affondare le radici anche nel nostro passato. Nel tempo la scienza e la tecnica, a supporto dell’arte medica, hanno aperto nuove prospettive di cura mutando radicalmente e talvolta irreversibilmente i concetti di salute e di malattia, di vita e di morte. Da tali presupposti è nata la bioetica, disciplina che dagli anni Settanta si è rapidamente diffusa e affermata nel mondo.
Cinque decenni sono pochi, ma possono essere un tempo sufficiente per mettere in evidenza le potenzialità, le attese disattese, gli errori e soprattutto cogliere dall’esperienza quale possa essere la nuova mission. Da allora, di strada scienza e tecnica ne hanno fatta molta. E la bioetica? Nata per scuotere le coscienze proprio agli esordi di quelle attività che oggi fanno discutere filosofi e scienziati sulle reali possibilità schiuse dall’uomo all’uomo – non ultimo il potenziamento dell’umano – ci è sembrato opportuno chiederci se la bioetica abbia saputo, o potuto, svolgere il compito per cui era nata.
«Il dibattito in Italia intorno a questo tema (per meglio dire: intorno a questa "parola") negli ultimi tempi sembra essersi esaurito come esausto dalle troppe polemiche, come sfinito dall'apparente inutilità di un dialogo tra sordi, come schiacciato dagli usi a volte pretestuosi o ideologici che lo hanno ampliato a dismisura, ma anche apparentemente svuotato di ogni possibilità reale di progresso nel confronto reciproco. Allora perché riattivare braci ormai apparentemente limitate a gruppi particolarmente coinvolti con una traduzione degli atti di un seminario di studi tenutosi in Francia in due tappe, nel 2012 e nel 2014? Serve, sì.... Ne siamo profondamente convinti. Serve per riportare il dibattito al suo luogo originario e proficuo, quello della riflessione pacata e plurale, che si confronta per cercare di capire meglio il mondo in cui viviamo e la sua complessità. Ma a una condizione: che il libro sia come quello che avete per le mani, un testo articolato, serio, complesso anche, ma di interesse indubbio per fare un "punto della situazione" intorno a questa categoria, prendendo in considerazione molti e diversi elementi, senza passionalità né pregiudizi ideologici.» (dalla Prefazione all'edizione Italiana di Stella Morra)
Questa ricerca sul potere della scienza e della tecnica, che ha visto la collaborazione di docenti, membri del Centro Cattolico di Bioetica dell'Arcidiocesi di Torino ed esperti di diverse discipline, presenta lo sviluppo del progresso tecno-scientifico, le narrazioni con cui viene proposto e le sue implicanze nella vita dell'umanità. Nella prima parte si pone in risalto non solo come la tecnica venga interpretata da molti autori contemporanei come unica fonte di salvezza e dai post-umanisti come fonte di immortalità, ma anche i rischi connessi a questo approccio che, anziché favorire lo sviluppo integrale dell'uomo, finisce per disumanizzarlo.La seconda parte considera il valore ma anche i dilemmi che alcune applicazioni che la tecnica oggi permette pongono alla riproduzione umana, alle scienze cognitive, alla comunicazione di massa, all'ecologia, alla finanza e all'educaZione delle nuove generazioni. L'ultima parte propone infine una valutazione etica e teologica della questione.
Ci auguriamo che questo lavoro possa favorire una serena e impegnata riflessione sul servizio che la scienza e la tecnica possono offrire all'umanità, ma possa anche mettere in guardia dall'affermarsi di un imperio tecno-scientifico senza progetto, affinché diventi ancor oggi possibile fare in modo che la libertà umana lo orienti e lo metta "al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale"
Accurato e documentato studio su tutto ciò che ruota intorno al tema dell’eutanasia, d a un excursus storico sul mondo greco e romano alle vicende drammatiche dei regimi totalitari del 1900 ai progressi della medicina oggi.
L’uso stesso delle parole è cambiato, lo stesso termine può avere vari significati.
Temi fondamentali:
Capire le parole: eutanasia, accanimento terapeutico, diritto a morire con dignità.
Progressi della medicina, fattori socio culturali, diritto e eutanasia.
I casi dell’Olanda, degli USA e dell’Australia. Le ragioni a favore – le ragioni contrarie all’eutanasia.
La posizione della Chiesa cattolica.
L’insegnamento di Papa Francesco: confusione sull’idea di uomo e cultura dello scarto. Cosa chiedono veramente i sofferenti.
Autore: Michele Aramini è presbitero della diocesi di Milano. Insegna teologia morale, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
L'indagine sulla speranza offre all'uomo e alla donna del nostro tempo la grammatica della speranza. Ad essa attinge senso e profezia nel suo adoperarsi categoriale e concreto, secondo la pluralità delle sue esigenze, delle relazioni, della solidarietà che coltiva e promuove. La speranza della fede è una fonte inesauribile cui attinge l'immaginazione creativa e inventiva dell'amore. La speranza provoca e produce costantemente un pensiero anticipatore, che è pensiero d'amore per l'uomo e per il mondo, affinché le nuove possibilità che emergono assumano una forma consona alle cose future promesse.