«La lettura di commenti, interviste e testimonianze dirette, raccolte da don Francesco nei suoi viaggi in Mesopotamia e nelle regioni adiacenti, può offrire, anche a chi non ha conosciuto personalmente quella parte del mondo, una chiave importante di riflessione e di comprensione di un passato recente e di un presente che continua a svolgersi drammaticamente davanti agli occhi di tutti» (dalla Prefazione di mons. Lazzarotto).
E nel percorrere una terra piena di contraddizioni lo sguardo dell'autore non è semplicemente quello del cronista attento e lucido. Esso mostra grande simpatia e solidarietà nei confronti di due paesi che sono stati culla di civiltà, hanno conosciuto le guerre, restano problematici sotto il profilo politico e insieme sono abitati da popoli ricchi di spiritualità e cultura. Con stile vivace e di facile lettura, Strazzari offre un interessante spaccato dell'area e delle sue inquietudini, nonché della difficile esistenza delle Chiese cristiane.
Sommario
Prefazione. «Nella giusta direzione» (mons. G. Lazzarotto). «Terra splendida e dolorosa» (R. Toscano). A mo' d'introduzione: la diaspora dei caldei iracheni. I. IRAQ. La Chiesa tra i due fiumi. In lotta col futuro. «Venite a vedere». Kurdistan: «Unità per il mio popolo». Il giubileo e l'embargo. La parola ai testimoni. Il nunzio mons. Lazzarotto: aiutare un popolo disperato. Il papa, l'embargo e il silenzio dell'Occidente. Difficoltà e speranze. Dieci anni di embargo. Dopo Saddam Hussein. II. IRAN. Il futuro sospeso. Qom: città magica. Il ruolo dei cristiani. Paure e speranze dopo l'Iraq. Il disastro populista. A trent'anni dalla rivoluzione khomeinista. Le elezioni del 12 giugno 2009: opposizione e repressione.
Note sull'autore
FRANCESCO STRAZZARI, presbitero della Chiesa di Vicenza, è inviato speciale del quindicinale Il Regno. Per le EDB ha pubblicato una decina di volumi sulla situazione ecclesiale di diversi paesi. Gli ultimi sono: Fragile croce sul Mekong. Chiese e popoli del sud-est asiatico (2009); Racconti danubiani. Chiese dell'est comunista dalla persecuzione allo smarrimento (2009); con Francesco Sisci, Santa Sede - Cina: l'incomprensione antica l'interrogativo presente (2008).
Questo volume raccoglie i più importanti discorsi che il Metropolita Kirill, oggi Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, ha dedicato al tema dei diritti umani e della dignità della persona. Il libro segue a breve distanza il volume Europa. Patria spirituale - pubblicato dal Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca in collaborazione con la Associazione Internazionale Sofia: Idea Russa Idea d'Europa - che presenta i contributi dedicati al tema dell'Europa da Joseph Ratzinger - Benedetto XVI.
Il 2 febbraio 2010, parlando all'Episcopato di Russia riunito presso la Sala dei Concili della Cattedrale di Cristo Salvatore, seppure indirettamente il Patriarca della Chiesa Ortodossa russa sintetizzava l'intimo legame che unisce i due volumi; allorché sottolineava: "Con il Papa abbiamo una visione comune sulla tutela della dignità dell'uomo in Europa".
E' lo stesso Patriarca Kirill a asvelarci in questo libro quando e come nacque quella intesa […].
Ormai compiutamente multireligiosa, la nostra società è caratterizzata da una convivenza sempre più ravvicinata di fedi diverse oltre che da significativi mutamenti della sensibilità spirituale di credenti e non credenti.
Concepito come un itinerario tra cristianesimo, tradizioni orientali e nuove forme di spiritualità, il libro di Comolli racconta che cosa si impara quando – da un punto di vista laico o cristiano – ci si confronta con vie di fede lontane dalle proprie.
A metà tra il saggio, il racconto e il reportage di viaggio – tra comunità ortodosse, ebraiche, valdesi… –, il libro attraversa il mondo religioso contemporaneo alla ricerca di somiglianze e differenze nonché, prima ancora, di un atteggiamento in grado di favorire il reciproco ascolto, il dialogo e la convivenza.
Il volume raccoglie le lezioni del II Corso internazionale e interdisciplinare di Alta Formazione dal titolo: "Per una cultura di pace in Terra Santa. I contributi delle esperienze religiose per l'educazione ad una cittadinanza aperta", che - sotto la direzione scientifica dei professori mons. Pier Francesco Fumagalli e Giuseppe Vico - ha avuto luogo presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nei mesi di gennaio-maggio 2009.
Gli interventi spaziano dalla critica biblica alle ricostruzioni della storia recente di quella terra ben nota per il lacerante conflitto arabo-israeliano che ancora è una ferita aperta nella coscienza dell'Occidente, passando attraverso la filosofia ebraica, il problema del dialogo interreligioso, per giungere alla considerazione dell'importanza pedagogica nel formare le persone che domani dovranno sostenere un processo di pace.
Il tema del dialogo interreligioso e, più specificamente, il contributo alla pace che può venire dalle religioni sono il comune denominatore dei contributi di specialisti provenienti da campi di studio diversi. Uomini e donne che con non poca fatica si uniscono nel progettare una cultura di pace a favore di una "terra" che è "santa" per i tre monoteismi che si richiamano alla stessa tradizione di fede di Abramo.
Due i punti al centro dell'opera. Da un lato la necessità di rifiutare l'equivalenza tra monoteismo e violenza. La pretesa dell'unica Verità non è la premessa inevitabile dello scontro tra le culture, a patto che - correttamente - ciascuno si senta servo della Verità e non di essa padrone. Dall'altro la decisiva importanza della formazione culturale e, più precisamente, la capacità di condividere la memoria dell'altro per costruire autentici rapporti di pace.
Con contributi di:
Sami Basha - Giuseppe Caffulli - Caterina Foppa Pedretti - Pier Francesco Fumagalli - Giuseppe Laras - Massimo Pazzini - Paolo Pieraccini - Alexander Rofé - Giorgio Sacerdoti - Bruno Segre - Giuseppe Vico.
Il volume si propone come un’interessante intervista condotta dall’Autore – esperto e rinomato docente di Storia dell’Europa orientale – con il cardi- nal Vinko Puljic. Arcivescovo di Sarajevo, figura simbolo dell’assedio sotto le bombe che ha devastato la città, un tempo la “Gerusalemme d’Europa”, nel periodo che va dal 1992 al 1995, cardinal Puljic ci accompagna in un viaggio attraverso lo spirito, la cultura, la storia e la fede dei bosniaci in Bosnia Erzegovina.
La conversazione si svolge con un linguaggio semplice, diretto, immediato, mai convenzionale né retorico. A parlare è l’uomo, il credente Vinko Puljic che offre al lettore la propria storia, la propria vita di cristiano, di uomo di Chiesa in terra di guerra, così indissolubilmente intrecciata con le vicende di questa regione.
Un testo di denuncia che è anche un messaggio di speranza, di fiducia, di apertura “nonostante tutto”.
punti forti:
La fama e la competenza dell’Autore. La dolorosa questione dei Balcani, oggi ancora irrisolta, dal punto di vista di uno dei suoi protagonisti. Stile semplice e diretto, lontano dai toni pesanti di una intervista accademica.
destinatari:
Per chi si interessa alla spinosa questione dei Balcani.
autore:
Roberto Morozzo della rocca è nato a Roma nel 1955. Docente di Storia dell’Europa orientale presso l’Università di Roma Tre, è tra i membri della Comunità di Sant’Egidio. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Primero Dios.Vita di Oscar Romero (Milano 2005); Mozambico, una pace per l’Africa (Milano 2002).
Il volume presenta la prima traduzione in lingua occidentale di un’intervista che Padre Georges Anawati , tra i maggiori esperti di filosofia e storia della scienza islamica del secolo scorso, concesse a due professori egiziani poco prima di morire.
In uno stile colloquiale e scorrevole l’autore ripercorre le tappe del suo cammino umano e spirituale, dalla decisione di entrare nell’ordine domenicano, all’impegno scientifico e per il dialogo interreligioso. Sollecitato dalle domande dei suoi intervistatori, Anawati delinea i principali tratti della filosofia arabo-islamica e ripercorre cinquant’anni di vita culturale in Egitto.
Alessandrini, antropologo, analizza la parola "gesto" nella prospettiva della gestualità religiosa.
Pubblici o privati, religiosi o civili, i gesti descrivono stati d’animo, comunicano con immediatezza, sottolineano, precisano e possono diventare veri e propri segni di distinzione: adottati per esprimere un’appartenenza o, al contrario, per rifiutare consuetudini.
L’autore descrive come la gestualità trovi nella preghiera un’espressione privilegiata poiché essa “è attività di tutto il corpo, non solo di una sua parte” e perché “il dialogo con le divinità richiede in ogni religione delle posture specifiche”.
Autore:
Alessandrini Roberto
Insegna Antropologia all’Istituto superiore universitario di scienze psicopedagogiche e sociali affiliato all’Università Pontificia Salesiana di Roma.
Autore:
Morandini Simone
Insegna Matematica e Fisica nei licei e Teologia della Creazione presso la Facoltà Teologica del Triveneto e l’Istituto di Studi Ecumenici “S. Bernardino”. È coordinatore del progetto “Etica, Filosofia e Teologia” della Fondazione Lanza e membro del gruppo “Custodia del Creato” dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della CEI.
Target:
Per tutti.
Contenuti:
Questo numero della collana "Parole delle fedi" analizza la parola "scienza".
L’autore cerca di cogliere gli elementi significativi per il nostro presente, portando il lettore al di fuori delle contrapposizioni che connotano spesso il rapporto fra fede e scienza, per indicare alcune prospettive di dialogo.
Un saggio agile e con un approccio costruttivo che si sofferma su due aspetti in particolare: alcune figure importanti della riflessione scientifica che hanno segnato passaggi chiave in rapporto al discorso religioso e le caratteristiche comuni a posizioni differenti che evidenziano i modelli fondamentali operanti in quest’ambito.
Questo libro si muove in maniera originale nell'universo delle possibili strade del dialogo tra le grandi religioni monoteiste del mediterraneo: Ebraismo, Cristianesimo, Islam. Non propone un ulteriore discorso teologico sul problema - saturo ormai di polemiche e di distinguo - del complesso rappporto tra questi mondi. Attinge a quello spazio comune di un sapere e sentire nel quale l'esperienza diffusa del dialogo vive e comunica. In quella linea di confine sottile e comune alle culture, alle religioni, alle civiltà. Uno spazio dove, al di là dell'essere credenti o meno, si colloca la possibilità di un dialogo profondo che oltrepassa pregiudizi e convenzioni e che costituisce un ricco territorio sul quale Tre volte Dio desidera posare lo sguardo con rispetto, grazia e delicatezza.
L’attuale situazione conflittuale del mondo mi ha indotto a scrivere questo saggio. Esso consta di due parti: la prima intende rispondere alla domanda “che cos’è l’islamismo” con un approccio storico-filosofico, oltre che specificamente religioso; la seconda postula la possibilità di un dialogo tra cristiani e musulmani attraverso la via della solidarietà e della partecipazione, in considerazione dei problemi del mondo. Mi auguro che questo mio lavoro possa essere un piccolo contributo al grande processo di dialogo che sta a cuore ad ogni uomo di buona volontà.
Gli effetti degli attentati dell'11 settembre 2001 e quelli del conflitto israelo-palestinese mettono in pericolo il necessario incontro tra i credenti nelle relazioni quotidiane. I cristiani non possono lasciarsi guidare dalla paura, né rinchiudersi in se stessi o nella loro Chiesa: devono certamente assumersi il rischio di prendere il largo per incontrare tutti, come discepoli di Colui che è venuto per tutti. Invece, alcuni tra loro si arroccano e si rinchiudono nel timore e nella diffidenza. Gli insegnamenti dei responsabili della Chiesa cattolica e delle altre Chiese, i colloqui, gli studi si moltiplicano. Sono necessari, ma di fronte all'urgenza della attuale situazione in Europa occidentale occorre nuovamente constatare che aveva ragione Paolo VI quando diceva, al Pontificio consiglio per i laici: "L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni, che i maestri, e se ascolta i maestri è perché sono anche testimoni". Eccoci di fronte a un testimone: fra Gwenolé Jeusset. Con semplicità e serenità tutte francescane ci regala un soffio d'aria fresca e di speranza. Chiamato a seguire Cristo alla scuola di Francesco d'Assisi, egli ha incontrato musulmani che l'hanno arricchito e disarmato al tempo stesso, rendendolo così più povero, più cristiano e più francescano. Condivide con noi anzitutto il suo itinerario personale, per poi spalancarci le porte del suo cuore e della sua fede...