Per capire chi siamo, e dove andiamo, dobbiamo sondare il passato profondo. È lì che si trovano le ragioni del presente e le premesse del futuro. La tecnologia è entrata nella nostra vita quando abbiamo costruito i primi strumenti. Da allora essa ha modificato l’evoluzione del nostro corpo e della nostra mente. Abbiamo generato mondi fantastici che ci hanno unito ed emozionato. Narrazioni che ci hanno esaltato, ponendoci al centro dell’universo. Sistemi di relazioni che hanno reso la nostra vita più interessante. Contenendo e coordinando le pulsioni individuali, siamo diventati un grande e potente organismo sociale. Ora però l’umanità deve affrontare nuove sfide. Fra queste la convivenza reciproca, e il rapporto con il mondo “naturale”, su un pianeta che si fa sempre più piccolo e sempre più segnato dalle tracce del nostro passaggio. Toccherà alla nuova intelligenza artificiale, costruita a nostra immagine e somiglianza, portare a termine quel lungo processo di autodomesticazione che abbiamo iniziato decine di migliaia di anni fa, quando abbiamo creato società piramidali, fondate prima sul dominio delle conoscenze e poi sulla fascinazione del potere?
Edizione italiana a cura di Silvio Ferraresi
Questo testo, che ha ormai la statura di un classico, presenta la teoria del cervello più ampia mai proposta per descrivere come funzionano la mente e il sistema nervoso. Si basa sull’idea forte del darwinismo, la teoria della selezione, secondo la quale le strutture viventi, dai geni alle specie animali, sono generate dalla variazione casuale e dalla selezione.
È una sfida all’ipotesi che i geni siano la centralina di comando della vita e il computer il modello della mente e del cervello: come Darwin aveva detronizzato Dio, Edelman ha detronizzato i geni e in questi ultimi anni le neuroscienze teoriche e sperimentali si sono evolute lungo tracce tutte delineate e argomentate in questo libro. Di qui la sua visionarietà e la sua attualità.
Biografia dell'autore
Gerald M. Edelman (1929-2014) è stato direttore del Neurosciences Insitute di San Diego, California. Ha vinto il premio Nobel per la medicina nel 1972. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Seconda natura (2007).
Dopo i robot che sostituiscono i lavoratori manuali, ora l’intelligenza artificiale si diffonde nell’area di quelli intellettuali e dei servizi: analisti, medici, commercialisti, agenti di viaggio, giornalisti, avvocati. Verso una nuova stagione di diseguaglianze: sacche di povertà da disoccupazione o lavori precari sottopagati da un lato, una élite benestante che usa la tecnologia per vivere meglio e più a lungo dall’altro. Soggiogati dal fascino delle infinite possibilità offerte dall’universo digitale, non ci siamo resi conto di quanto iniqua, brutale e concentrata sia la nuova economia nata dalle innovazioni della Silicon Valley. I cervelli del web puntano sull’ultima tecnologia, la blockchain, per aprire una stagione democratica di Internet. Se non si interviene presto, però, rischiamo terremoti sociali e politici.
Giganti digitali, da Google a Facebook, cresciuti fino a diventare monopoli. Intelligenza artificiale che moltiplica le capacità dei robot. E la blockchain per provare a costruire una nuova era della condivisione. Viviamo in una rivoluzione fin qui sottovalutata: mestieri scomparsi, nuove professioni, la tecnologia che accentua le diseguaglianze tra i ceti della conoscenza, più ricchi e longevi, e chi resta indietro. E la politica? Si mostra incapace di indirizzare processi che cambiano l’economia, i rapporti sociali, perfino la percezione della democrazia.
Un romanzo sulla storia della fisica e sulle vite straordinarie dei suoi protagonisti
"Realtà e finzione si intrecciano tra i battibecchi degli scienziati che cambiarono il mondo" - La Lettura, Corriere della Sera
"Uno stile del tutto nuovo e più profondo di raccontare la scienza" - GQ
"Leggermente romanzato, però attendibile, perché frutto di molte ricerche e basato su documentazioni" - Il Giornale
Hotel Copenaghen. Così veniva affettuosamente chiamata la casa di Niels Bohr. La porta di Niels e di sua moglie Margrethe era sempre aperta per accogliere allo stesso modo premi Nobel e giovani studenti, che lì trovarono il luogo prediletto per le discussioni e i confronti che condussero alla nascita della fisica quantistica. È proprio la voce di Margrethe a narrare la vita straordinaria di Bohr e i retroscena delle scoperte scientifiche che hanno cambiato le sorti del mondo. In un arco di tempo che copre un’intera esistenza, il suo racconto porta alla luce il lato umano di quelle menti geniali: come bussava alla porta Paul Dirac? E come sedeva sul divano Lise Meitner? Qual era il piatto preferito di Wolfgang Pauli? Oltre agli aneddoti e alle curiosità, però, scopriamo anche il difficile rapporto tra Bohr ed Einstein, fatto di forti contrasti ma anche stimolo fondamentale al ragionamento. E, soprattutto, entriamo in contatto con una delle figure più controverse nella storia di Niels Bohr e del Novecento in generale: Werner Heisenberg, ambizioso, brillante, adorato allievo che presto diventerà la fonte di tanti dubbi e dolori. Nel 1941, durante l'occupazione nazista della Danimarca, Heisenberg torna all’Hotel Copenaghen, ha bisogno di parlare con Bohr. Ma l’argomento ha ben poco a che fare con il progresso della scienza: i tedeschi gli hanno chiesto di costruire la bomba atomica. Niels e Margrethe lo congedano con freddezza, ma il dubbio di non avere compreso le sue intenzioni si farà strada negli anni e condurrà a conclusioni sorprendenti. Come già nell’Incredibile cena dei fisici quantistici, Gabriella Greison racconta la nascita della fisica quantistica in modo coinvolgente e ricchissimo di dettagli, accompagnando il lettore nella vita quotidiana dei personaggi descritti, tanto da dare l'impressione di averli conosciuti di persona.
All’alba del secolo scorso, esattamente allo scoccare del 1900, Lord Kelvin proclamò che ormai non c’era più niente di nuovo da scoprire nel campo della fisica. «Non rimangono altro che misurazioni sempre più precise» affermò. Di lì a pochi anni – come sappiamo – Albert Einstein avrebbe ribaltato le conoscenze e l’immagine del mondo fino allora date per certe con la teoria della relatività e aprì una sorprendente nuova fruttuosa stagione nella comprensione delle leggi che regolano l’universo. Ancora nel 1980 Stephen Hawking ipotizzò che la fine della fisica teorica fosse vicina, e che in cambio sarebbe presto comparsa una teoria del tutto che avrebbe finalmente trionfato nella definitiva comprensione della natura. E si sbagliava, ovviamente. Ma cos’è una teoria del tutto? Frank Close è chiaro: «Una teoria che si basa sugli studi in ogni campo rilevante del sapere attuale – fisica, astronomia, matematica – per cercare di spiegare tutto ciò che sappiamo a oggi dell’universo». È così che in questo breve e compatto libro inizia il viaggio attraverso le più note teorie del tutto: dall’universo – meccanismo perfetto – di Isaac Newton, al Sistema del mondo di Pierre-Simon de Laplace, dall’unificazione delle leggi dell’elettricità e del magnetismo, ad opera di James Clerk Maxwell – che fece baluginare la quasi-fine dell’indagine sul mondo –, fino alla spiegazione meccanica alla base della termodinamica che sembrò, davvero, permetterci di spiegare ogni cosa – il calore, la luce, la materia. E ancora le più recenti strade battute dai fisici: dalle superstringhe (rese popolari da Brian Greene) alla quantum loop gravity (resa popolare da Carlo Rovelli), e il Multiverso (di Max Tegmark), la materia oscura e molte altre strane cose. Ogni volta che ci sembra di averlo compreso, il tutto si sposta, scarta di lato, spalanca alla vista intere regioni inesplorate di cui non si sospettava neppure l’esistenza. Il tutto è lì, sembra di toccarlo, ma sfugge sempre un po’ più oltre, mentre noi, nell’inseguirlo, avanziamo di un altro passo.
Oggi pochi tra noi hanno il tempo di contemplare l’universo. E così Tyson porta il cosmo sulla Terra in maniera concisa e chiara, con il suo brillante acume, in gustosi capitoli da consumare in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento della vostra giornata piena di impegni. Mentre aspettate il caffè del mattino, l’autobus, il treno o l’aereo, Astrofisica per chi va di fretta vi svelerà tutto ciò che occorre per essere informati e pronti al prossimo titolo a nove colonne sull’universo: dal Big Bang ai buchi neri, dai quark alla meccanica quantistica, dalla ricerca di pianeti alla ricerca di vita nell’universo.
Di cosa parliamo quando parliamo di progresso? Ci stiamo evolvendo verso una catastrofe o verso la libertà? Oppure siamo bloccati nel processo evolutivo dai nostri bisogni materiali? Come potrebbe essere un mondo in cui il progresso si sia fermato?
In realtà, ci rassicura Edoardo Boncinelli, «siamo ancora abbastanza lontani da una presunta fine del progresso», ma è proprio per questo che «abbiamo il dovere di capire quello che sta succedendo, con la mente aperta e senza farci confondere da timori e paure». Dallo sfregare due pietre insieme per ottenere una scintilla fino all'esplorazione dello spazio, dalle questioni di fede alle teorie di Darwin, dai disegni primitivi nelle grotte allo studio sulle mutazioni genetiche, Boncinelli racconta con straordinaria chiarezza l'origine della nostra specie e i fenomeni che hanno rivoluzionato la storia dell'umanità. Soffermandosi in particolare sulla straordinaria abilità dell'animale umano di interessarsi anche ad attività che non sono strettamente necessarie dal punto di vista biologico. «Potremmo pensare che se la vita ha un fine – e secondo me non ce l'ha – potrebbe essere quello di renderci sempre più liberi dai nostri bisogni biologici, liberi di compiere quei gesti gratuiti che ci danno piacere, che da un lato sembrano futili, ma dall'altro sono quelli che ci rendono umani.» Poiché il nostro scopo va ricercato ancora prima delle nostre origini, ancora prima dei sapiens e del Big Bang tra le stelle di cui siamo fatti. E verso le stelle conduce il nostro cammino.
"Fra tutti i cammini che si possono percorrere, quello lungo il quale ti accompagna questo libro è uno dei più straordinari. Comincia nel cuore di una stella e termina in quel singolarissimo punto dove tu, adesso, stai prestando attenzione, con il tuo cervello, proprio a queste parole, scritte su questa pagina: sì, esatto, il cammino finisce lì, dentro la tua mente, nella tua coscienza. Il viaggio della luce, quello che ti consente di vedere le meraviglie e le miserie del mondo, è uno dei tanti banali miracoli che ti accompagnano per tutta la vita. E un percorso originale e affascinante, che 'Nell'occhio del fotone' ti racconta pagina dopo pagina con linguaggio chiaro e paziente, capace al contempo di rendere limpida la meccanica quantistica e di rispondere alle domande che non hai mai osato fare al tuo medico oculista. Ma ci troverai anche la poesia delle notti d'estate, l'arabesco del volo di una lucciola, la fragranza della menta in un mojito. Nulla di magico: semplicemente Gianni Amerio applica pagina dopo pagina la lezione antica del viandante, capace di stupirsi dei prodigi delle piccole cose e di apprenderne la lezione con la modestia dell'intelligenza. E poi, nei panni del divulgatore, ti svela, con delicatezza e facilità sorprendenti, realtà scientifiche di inattesa complessità. Ti affezionerai a quella piccola particella di luce, ne seguirai le peripezie tra il Sole e i begli occhi di una ragazza, ne comprenderai la natura e gli affascinanti misteri. Scoprirai quanto è complicata l'istintività di uno sguardo, quanto è sottile il confine fra la luce e il pensiero. E alla fine del libro, lette le ultime pagine, lo riporrai con la sensazione di aver davvero compiuto anche tu tutto il viaggio, fino in fondo, e di averlo fatto per una buona causa. Per portare un po' di luce a chi non ce l'ha." (Dario Corradino). Postfazione di Gianni Fossati.
Gli esseri umani hanno sviluppato società e tecnologie molto complesse, ma la maggior parte di noi non sa nemmeno come funziona una penna o una bicicletta. Come è possibile che si sia ottenuto così tanto, nonostante si comprenda così poco?
Gli scienziati cognitivi Steven Sloman e Philip Fernbach sostengono che noi sopravviviamo e prosperiamo malgrado le carenze della nostra mente perché viviamo in una ricca comunità della conoscenza. La chiave della nostra intelligenza sta nelle persone e nelle cose intorno a noi. Attingiamo continuamente a informazioni e competenze situate al di fuori delle nostre teste: nei nostri corpi, nel nostro ambiente, nei nostri beni e nelle comunità con cui interagiamo – e di solito non ce ne accorgiamo neppure.
La ricerca scientifica non è un lusso culturale, ma la più concreta opzione per dare un futuro al paese e alle nuove generazioni, e per far tornare una parte del fiume di giovani che abbiamo formato in Italia e che possono lavorare solo all'estero. Genera occupazione qualificata, sviluppo imprenditoriale, innovazione di prodotto, ma serve anche alla sicurezza nazionale, alla tutela del territorio e dei beni culturali. Intorno si fanno strada l'antiscienza e la nostalgia di un passato durissimo che in gran parte ignoriamo. Paghiamo il mancato rinnovamento vendendo le nostre aziende storiche. Eravamo i proprietari di piccoli ristoranti, poi ne siamo diventati i cuochi e ora semplici camerieri. Il metodo scientifico è il modo per risalire la china, per modernizzare il paese, per compiere scelte non ideologiche in tutti i campi. Per premiare il merito e non il clan, per liberare energie e guidare il nostro futuro.
Alla base delle riflessioni di Mark Solms è la necessità di guardare al mondo nella duplice prospettiva della psicoanalisi e delle neuroscienze, allo scopo di superare il divario fra mente e cervello e generare nuove ipotesi scientifiche sulla linea di confine tra le due discipline.
Fondamentale è l’impegno di Solms per il riconoscimento della neuropsicoanalisi come spazio clinico, teso sia ad aprire nuovi campi di trattamento psicoanalitico, come la psicoterapia psicoanalitica di pazienti con lesioni cerebrali, sia ad approfondire i complessi rapporti insiti nei trattamenti psicoterapeutici e psicofarmacologici.
Una scoperta straordinaria ha scosso le fondamenta della cosmologia e della fisica delle particelle: l’universo è permeato di una sostanza sconosciuta e inafferrabile, diversa da qualsiasi forma di materia mai osservata con i telescopi o misurata nei laboratori. Si chiama materia oscura e costituisce una delle sfide più complesse e importanti della scienza moderna. Nel libro, che ha vinto in Francia il premio Ciel & Espace come miglior testo di astronomia, Gianfranco Bertone, prendendo in prestito concetti e idee dall’arte e dalla letteratura, illustra in termini non tecnici la corsa in atto in tutto il mondo per rivelare la natura della materia oscura e le implicazioni di vasta portata di questa incredibile scoperta.