I padri della Chiesa, i Santi e quanti, ancora con amore si piegano sulle pagine della Sacra Scrittura ci accompagnino, in questi giorni, a fissare gli occhi del nostro cuore su di Lui, il Figlio, "la Parola di Dio che in silenzio si lascia condurre sulla croce" (Cipriano), Lui che davvero con tutte le sue forze "sale su quel legno come su di un carro trionfale" (Teodoreto Studita), per ricondurre l'umanità sfinita, i suoi fratelli dall'abisso al seno del Padre.
Tra le Litanie, le più famose sono quelle "lauretane", ritenute un capolavoro della preghiera popolare. In esse si alternano temi dottrinali, poetici, biblici, patristici, liturgici e popolari su Maria. Chi le recita esprime il suo atto di fede, di lode, di supplica accorata e di riconoscimento della santità di Maria, opera dell'agire amorevole di Dio Padre. L'autore, mediante la meditazione di ogni invocazione, offre al lettore il gusto di contemplare e di "approfondire" spiritualmente ogni invocazione contenuta in queste Litanie.
Il presente studio si rivolge a tutti coloro, e in particolare agli studenti, che intendono partecipare in modo sempre più consapevole e fruttuoso alla liturgia vissuta della chiesa, che è il "culmine verso cui tende l'azione della chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù" (SC 10). L'originalità del lavoro sta innanzitutto nello sforzo di raggruppare un vasto materiale, estendendo il suo campo di osservazione sulla storia della liturgia latina nel suo insieme. Fino al Concilio Vaticano II lo studio delle fonti liturgiche all'interno della ratio studiorum dei seminari non aveva molto valore e lo studio della materia si muoveva secondo una impostazione storico-genetica, muovendosi secondo il metodo corrispondente. Oggi, per un più autentico studio ed approfondimento della liturgia, occorre dare spazio anche alla dimensione teologica, spirituale e pastorale della realtà liturgica. Il testo si presenta come una introduzione generale alla storia del culto cristiano, offrendo una panoramica generale sulla storia della liturgia in Occidente. Il testo è adatto a tutti coloro che affrontano tale argomento, come gli studenti delle facoltà ecclesiastiche e quelli delle facoltà di architettura, soprattutto con indirizzo di restauro.
Prefazione di mons. Domenico Sigalini.
Un libro che ci propone uno sguardo" sul rito: dal significato del termine alle nuove prospettive di studio, dalla sua sintonia con la sfera religiosa all'analisi di una ritualità particolare, tra le più antiche, quella dei funerali. "
I quattro termini del sottotitolo lasciano intravedere l'ambito entro cui si muovono gli studi raccolti nella presente miscellanea. Il Lezionario, il Messale, la Liturgia, delle Ore costituiscono i termini di riferimento per numerosi approfondimenti in vista, sempre, della vita e della vitalità della Chiesa. I contributi qui raccolti sono stati predisposti per sottolineare il 70° genetliaco di Manlio Sodi, un liturgista che ha dedicato la propria vita a far conoscere la realtà del mistero pasquale. Nelle parole introduttive del card. Ravasi, nell'Introduzione e nell'ampia Appendice si trova la più eloquente esplicitazione di quanto finora è stato realizzato a servizio della Chiesa; e ciò che il titolo annuncia, costituisce la sintesi e insieme la progettualità di un riflettere e di un operare una cum Ecclesia, sempre!
Il presente lavoro riguarda il Codex Barberinianus gr. 359, contenente il Typikón liturgico di quella che fu l'ultima diocesi greca d'Italia. Il libro affronta il problema-dramma dell'Italia meridionale tra il 1059 e il 1572, in cui avvenne la separazione, la perdita dei contatti con la sorgente spirituale e liturgica, quale era Costantinopoli. L'autore offre un contributo alla ricerca scientifica utile ad arricchire il deposito liturgico-spirituale della tradizione bizantina in generale e italo-greca in particolare.
Il volume presenta un percorso che spiritualmente collega immagini, messaggi e simboli dell'arte di p. Rupnik e dell'Atelier del Centro Aletti di Roma con abbondanti riferimenti biblici, patristici e del magistero, per condurre il lettore nella esperienza della creatività della Chiesa, che tramite la liturgia e i sacramenti fa passare dalla vita mortale alla vita immortale.
Il libro pubblica gli Atti della 64° Settimana Liturgica Nazionale tenutasi a Bergamo dal 26 al 30 agosto 2013.
Il mondo religioso occidentale, e in particolare quello cristiano, è diventato nella sua liturgia monotono e freddo. Ma il rito ha essenzialmente una natura ludica - colta, tra i primi, da Romano Guardini -: la liturgia, come il gioco, è fine a se stessa, rientra in un mondo simbolico caratterizzato da modi di agire liberi, non dominati da rapporti di causa/effetto. La danza, la musica, il teatro si ritrovano nel passato religioso dell'umanità dove aspetti razionali e sensibili si coniugavano in una sintesi armoniosa. Il sopravvento incontrastato della ragione sui sentimenti e sull'agire umano, ma anche la riduzione della religione a interiorità, all'opposto, e della liturgia a parola hanno determinato la scomparsa di gesti rituali intensi e indebolito musiche, canti e movimenti. Come poter allora parlare ancora di gioco? Ritornando, grazie all'antropologia e alla storia delle religioni, alle strutture di fondo della liturgia.
In questo volume sono raccolti dialoghi che hanno come protagonista la liturgia, la sua musica, la sua arte. Aurelio Porfiri interagisce con noti esperti nel campo liturgico e artistico, come Andrea Grillo, Roberto Tagliaferri, Matias Auge, Mauro Gagliardi e altri, per cercare di fare il punto su come la liturgia ci parla nell'oggi, quali sono le sfide, quali i problemi in questa lunga stagione che segue il Concilio Vaticano II.
Le tradizionali stazioni della Via crucis meditate attraverso un brano biblico e un testo tratto dalle opere della grande mistica carmelitana Teresa d'Avila. Il linguaggio dei mistici, cioè il linguaggio dell'amore, aiuta a contemplare il mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù.
Destinatari
Tutti: parrocchie, comunità religiose, gruppi, movimenti, singoli fedeli.
Autore
Le monache carmelitane scalze del Monastero San Giuseppe di Brescia.