Questo volume è utile per conoscere la storia dei cristiani di tradizione siro-orientale, presenti, sin dai tempi delle origini della chiesa, in Mesopotamia e specie nell'attuale Iraq. La recente guerra, le difficoltà di vario ordine che li spingono a lasciare le loro terre native hanno reso attuali le vicende di questi cristiani appartenenti a due principali comunità: la Chiesa assira dell'Est (un tempo detta "nestoriana", ma, in base all'attuale dialogo ecumenico, è bene evitare questo nome) e la Chiesa caldea, già da tempo in comunione con Roma.
Questo volume parla dunque di un "filo rosso" che si snoda dalla metà degli anni Cinquanta, quando, in qualità di collaboratore di monsignor Samoré, ne accompagnò l'impegno per l'organizzazione della prima conferenza generale dell'episcopato latinoamericano a Río de Janeiro, agli ultimi decenni del secolo scorso, quando intraprese importanti viaggi a Cuba, in Brasile, Messico, Argentina, Guatemala. In questo itinerario Casaroli fa l'esperienza di una chiesa che assume sempre più coscienza di un'unità che trascende gli orizzonti nazionali, e che negli anni tra il concilio Vaticano II e la conferenza di Medellin del 1968 vede mutare progressivamente il proprio volto.
Un originale numero monografico dedicato alle forme letterarie (la lettera, il vangelo, il trattato) con le quali il cristianesimo si afferma come religione universale. Tra gli altri, interventi di: E. Norelli, A. Graham Brock, M. Rizzi, A. van den Hoek, E. Junod, A. Camplani, A. Monaci Catagno, C. Markschies.
Numerosi sono gli storici che negli ultimi anni hanno tentato una lettura del ventennio fascista scevra da pregiudizi e ideologie. Guido Zagheni cerca di applicare questo metodo interpretativo al campo specifico del rapporto tra lo Stato fascista e la Chiesa cattolica in Italia.
Inizialmente il mondo cattolico, come il resto della società italiana, si lasciò sorprendere dal fascismo e numerosi esponenti della base e del vertice aderirono a quella che sembrava la proposta di una nuova società e di una crescita improvvisa e sorprendente della giovane nazione. Successivamente la pretesa del fascismo di essere l’unica forza a determinare il presente ed il futuro degli italiani fu all’origine di uno scontro sempre più aspro con la Chiesa. Le iniziali convergenze portarono al Concordato del 1929 e alla soluzione della questione romana. Seguirono i contrasti per l’Azione Cattolica, per la pulizia etnica attuata durante e dopo la guerra d’Africa, per le leggi razziali, per l’avvicinamento alla Germania. La conseguente scelta per la guerra segnò la rottura definitiva tra Chiesa e fascismo.
Il volume ripercorre minuziosamente la storia del fascismo dalle origini alla guerra di liberazione, e rivendica la forza e la dignità dell’azione della Chiesa, in particolare negli ultimi anni della dittatura.
Guido Zagheni, nato a Capergnanica (Cremona) il 1° gennaio 1942, ha studiato nel seminario vescovile di Crema divenendo sacerdote nel 1967. Ha alternato vita pastorale e studio, ricoprendo diversi incarichi nella diocesi. Dopo aver conseguito il dottorato in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha insegnato per alcuni anni nei seminari di Crema e Lodi; attualmente insegna Storia della Chiesa contemporanea presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. È presidente della Fondazione «Carlo Manziana» Scuola Cattolica Diocesana. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato due volumi del Corso di storia della Chiesa dedicati a L’età moderna (1995) e a L’età contemporanea (1996).
Nella storia della chiesa la memoria delle comunità delle origini ha sempre funto di volta in volta da modello, da esempio, da ideale, talora anche da mito: in particolare in periodi critici, la possibilità di un ritorno all'antico e alle origini si ripropone con vigore sempre nuovo. Il saggio di Pier Cesare Bori colma una lacuna nella storia della ricerca, affrontando sistematicamente il tema del modello della chiesa primitiva nell'antichità cristiana, della maggiore o minore normatività dell'immagine della chiesa delle origini nella coscienza della chiesa antica. Al centro di quest'opera sta la questione di come e in quale misura tra il terzo e il quinto secolo sia l'Oriente sia l'Occidente abbiano concepito la chiesa del Nuovo Testamento come esemplare e normativa, e di come e in quale misura, pur nella certezza della continuità, in quei secoli si sia percepita una sorta di distanza dalle origini, non solo nel tempo ma anche nella qualità dell'esistenza religiosa.
«Dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio»: dagli inizi della civiltà cristiana questa frase ha significato la rivoluzione più importante nella storia delle istituzioni, ma anche la più difficile da realizzare. Ancora oggi parlare di Stato laico e di libertà della Chiesa, e tradurre in pratica tali concetti, significa muoversi su un terreno ricco di insidie e di contraddizioni. Per affrontare questi temi attualissimi, Ombretta Fumagalli Carulli sceglie la via del discepolo medievale che, mettendosi ‘sulle spalle del gigante’, vede meglio e più lontano. In questo caso ‘il gigante’ è l’autorevole tradizione giuridica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con i suoi prestigiosi maestri: Vincenzo del Giudice, Orio Giacchi, Giuseppe Dossetti. Così, dopo avere ricordato l’apporto della dottrina canonistica, sono tre le piste di ricerca proposte: l’emergere dell’idea laica nella storia europea, la posizione dello Stato italiano, le nuove frontiere dell’Europa. Alla nascita e alla storia dello Stato laico, dal Medioevo alla Rivoluzione francese, è dedicato il primo capitolo. Sulla base delle categorie storico-giuridiche così costruite, viene poi focalizzato il rapporto tra Stato italiano e fenomeno religioso. Dopo brevi cenni sui modelli di Stato - liberale e fascista - precedenti l’età democratica, sono affrontati i problemi che laicità e libertà pongono allo Stato democratico. A causa delle ambiguità presenti nelle nostre leggi e della lentezza dell’iter parlamentare, a produrre diritto è spesso la Corte costituzionale. A essa perciò è riservato ampio spazio, in particolare rispetto all’emersione della libertà religiosa istituzionale a fianco di quella individuale e collettiva. Nel terzo capitolo l’orizzonte si amplia dall’Italia all’Europa, completando il quadro dei problemi e le prospettive di ulteriori evoluzioni. Dalla CSCE, oggi OSCE, alla Costituzione europea viene analizzato il consolidamento della libertà religiosa istituzionale e il ruolo delle religioni nella costruzione dell’Europa unita.
Il risultato è uno studio importante, che illumina la grammatica e le sintassi giuridiche e istituzionali di un tema controverso e affascinante, e «riprende le fila di un lungo discorso» per svilupparne le conseguenze, sia attuali sia rivolte al futuro che è per noi oggi l’Europa.
Ombretta Fumagalli Carulli si è laureata in Giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore nel 1966. Dal 1975 è titolare di cattedra universitaria (Diritto canonico e Diritto ecclesiastico) prima all’Università di Ferrara, poi all’Università Cattolica di Milano, dove insegna tuttora. Eletta al Consiglio Superiore della Magistratura, alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, dal 1993 più volte fa parte del Governo italiano. Dal 2003, nominata da Giovanni Paolo II, fa parte dell’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali. Visiting professor in diverse Università europee e membro di società scientifiche e di comitati di riviste giuridiche, è autrice di numerose pubblicazioni in diritto canonico, storia della Chiesa, ordinamento giudiziario, procedura penale, diritto costituzionale italiano, diritto ecclesiastico, diritto di famiglia, magistero sociale della Chiesa, diritto processuale civile. Segnaliamo: Intelletto e volontà nel consenso matrimoniale in diritto canonico (Vita e Pensiero, Milano 1974); I fondamenti religiosi dell'Assolutismo in Bossuet (Milano 1975); Il matrimonio canonico dopo il Concilio (Milano 1978); Società civile e società religiosa di fronte al Concordato (Vita e Pensiero, Milano 1980); Giustizia inquieta (Milano 1990); Il Governo della Chiesa universale e i diritti della persona (Vita e Pensiero, Milano 2002).
Di solito quando si parla di Riforma ci si riferisce alla Riforma protestante che all'inizio del Cinquecento, a partire da Lutero, ruppe l'unità dell'Europa cristiana. La prospettiva di questo volume consiste nel guardare al lungo processo di rinnovamento seguito al Medioevo, dal Tre al Settecento, come a un'unica stagione di riforma, che accompagna l'inizio dell'età moderna trasformando nel profondo la vita religiosa.
Oggetto del libro è la vistosa ipercolpevolizzazione che prese piede nella sensibilità diffusa dopo il Medievo; Delumeau ne scorge l'origine negli ideali ascetici, nel comptemptus mundi, nel tetro senso del peccato e della fragilità umana che dall'ambiente monastico medievale si allargano nella società ben oltre la sfera religiosa grazie a quella che l'autore definisce una "pastorale della paura", ossia una pervasiva pedagogia attuata dalle prediche, dai libri di edificazione, dall'iconografia macabra; una pedagogia del resto parallela a una terrificante serie di calamità e orrori bellici che punteggiarono e atterrirono quei secoli e dovettero apparire altrettante punizioni in cerca di una colpa.
I caratteri del clero cattolico, suoi legami con la società e la cultura europee, gli intrecci tra istituzioni ecclesiastiche e poteri politici, lungo un arco che va dal Concilio di Trento alla Rivoluzione francese. Mario Rosa insegna Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Nel 1209 il monaco spagnolo Domenico Buzmàn, futuro fondatore dell'ordine domenicano, si trovò a viaggiare attraverso il Sud della Francia e si imbattè in uno spettacolo, per lui, sconvolgente: l'eresia dei catari era in piena espansione e raccoglieva masse di proseliti. Per combattere tale scisma Domenico creò un'organizzazione che avrebbe costituito le basi dell'inquisizione, inaugurata da papa Gregorio IX a partire dal 1233. Ebbe così origine una delle istituzioni più discusse della civiltà occidentale: in nome della fede furono torturate e uccise migliaia di persone, spesso accusate di reati improbabili.
Robert Royal, storico e saggista cattolico statunitense, ripercorre le vicende dell'esercito più singolare del mondo in questa “storia autorizzata”, nata in collaborazione con il Comando delle Guardie e pubblicata in contemporanea in Italia e negli USA. Il testo ha un taglio divulgativo e ripercorre le vicende delle Guardie, dalla fondazione a opera del “papa guerriero” Giulio II, come corpo di mercenari specializzati fino alla trasformazione in tempi recenti in guardia del corpo personale del Papa, sopravvivendo alla soppressione degli altri corpi vaticani a carattere militare decretata da Paolo VI. Il racconto storico, ricco di aneddoti e dettagli curiosi (come la storia delle vistose uniformi delle Guardie, di foggia rinascimentale), fornisce anche un vasto affresco della storia italiana ed europea dal Cinquecento ad oggi, vista da un punto di osservazione particolare e privilegiato come sono Roma e il Vaticano.