La Chiesa di oggi sembra in cerca di un varco per il futuro. Mossa dal potente impulso riformatore di papa Francesco, diventa sempre più consapevole della necessità di un cambiamento al proprio interno per essere all'altezza di quanto richiestole dal vangelo di Gesù. Ma quali priorità deve assumere? Quali nodi deve sciogliere? Che forma dare all'istituzione ecclesiastica perché non finisca con l'oscurare il volto del Dio di Gesù, ma riprenda quell'arte di tenere accesa la luce della fiamma evangelica che sa attirare moltitudini? Sono le domande a cui la riflessione di Giuliano Zanchi offre una risposta lucida e persuasiva. Molto va ripensato delle figure che popolano la Chiesa: quella del laico, ancora in posizione subordinata rispetto al clero; quella della donna, marginale nei processi decisionali; quella del prete stesso, il cui profilo è diventato precario e incerto. Ma perché il vangelo possa parlare alla storia è necessaria anzitutto l'esistenza di una comunità. La testimonianza credente può darsi nel mondo solo grazie a una comunità di uomini e di donne che danno alla loro vita la forma del vangelo, solo attraverso il loro laborioso esercizio di quotidiana fraternità che si fa largo nei gesti di costruzione della città, della storia, della convivenza umana. Questa è la posta in gioco della presenza dei cristiani nel mondo. A questo essi servono.
Per offrire una riflessione ecclesiologica attraverso un procedimento concettuale logico e rigoroso è necessario ricorrere ad alcuni sistemi linguistici ed ermeneutici che offrano dei criteri in grado di esprimere la complessità dell'oggetto-Chiesa, a un tempo mistero di comunione da Dio e in Dio e soggetto storico che è il Popolo di Dio quale lievito di fraternità tra tutti i popoli. L'Ontologia trinitaria è qui rinvenuta come il luogo in cui è possibile assumere un ritmo del pensare e una forma del comunicare capaci di esprimere la Chiesa come una realitas complexa. (Lumen Gentium 8)
«Il "meglio" è davanti a noi e non nel passato; per questo, come dice la tradizione rabbinica, la sfida non lascia scampo: interpretare o morire». Così fratel MichaelDavide in questo suo libro, che è il seguito ideale di "Preti senza battesimo?". Se in quel testo l'autore aveva dato inizio a una profonda riflessione sul senso del ministero presbiterale, a partire dalla crisi che lo stesso sta vivendo negli ultimi decenni, sia al suo interno che agli occhi del mondo, nelle presenti pagine approfondisce ciò che la Chiesa non deve smettere di voler diventare, se vuole sopravvivere ed essere, contemporaneamente, fedele al suo Maestro: «Chiesa di Abele che non ha paura e non fa paura, una Chiesa che fa corona all'Agnello Pastore». La seconda parte del volume è una sofferta e analitica perorazione del lavoro di papa Francesco a fronte delle critiche dei suoi detrattori: fratel MichaelDavide affronta i dilemmi dei "nemici- di Bergoglio e propone loro una strada di dialogo e di prospettiva, in nome di una Chiesa capace di leggere i segni dei tempi e di comprendere gli incroci evangelici odierni. Un libro "per- e non "contro-, che pure è una sfida per non rimandare oltre la nostra necessaria «riduzione allo stato ecclesiale».
«L'avvenire dell'ecumenismo e quello della missione dipendono in larga parte dall'ecclesiologia di comunione rivalutata dall'ultimo concilio, e più precisamente ancora dagli orientamenti che favoriscono l'affermarsi delle Chiese-soggetto!». Questa la convinzione che esprimeva già nel 1981 il teologo domenicano Hervé Legrand, suggerendo vie di soluzione, teologiche e istituzionali, ad alcune delle principali sfide che attendono oggi le Chiese. Il superamento del clericalismo a favore di una struttura sinodale può essere favorito grazie alla valorizzazione della soggettualità propria di ogni Chiesa locale e regionale e di ogni membro.
“Ogni rinnovamento della Chiesa
consiste in una fedeltà più grande
alla sua vocazione.
La chiesa è chiamata
a questa continua riforma”
(Concilio Vaticano II, Unitatis Redintegratio 6).
Nell’intima costituzione della chiesa vi è un’esigenza continua di rinnovamento. La parola di Dio, che ogni giorno la alimenta, la spinge in questa dinamica positiva, vitale, di riforma. Lo stesso movimento, nel corso dei secoli, è però stato necessario anche a causa della presenza nella chiesa di inevitabili aspetti di decadenza che si sono sovrapposti alla freschezza originaria. Presentiamo qui un’antologia di testi, tra i principali appelli alla riforma lanciati ripetutamente nel corso del secondo millennio della storia della chiesa in occidente. Vi figurano sia esponenti cattolici sia alcuni protagonisti delle Riforme evangeliche, fino ad arrivare ai documenti del concilio Vaticano II, in cui si esprime con chiarezza che il processo riformatore potrà avere pieno sviluppo solo in una comune ricerca di fedeltà all’evangelo condivisa tra tutte le chiese.
Saverio Xeres, presbitero della diocesi di Como, insegna storia della chiesa presso lo Studio teologico del seminario diocesano di Como, presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e l’Istituto superiore di scienze religiose di Milano. Ha pubblicato vari contributi di storia della chiesa, sia generale sia locale, tra i quali La chiesa, corpo inquieto (Àncora 2003) e Chiaro di luna (Àncora 2008).
L'autore raccoglie in questo volume brevi studi e riflessioni intorno a ciò che ne è del cristianesimo alla svolta del millennio, nel convincimento che esso esca in frantumi dal lungo e duro confronto con la modernità, impossibilitato a proporsi ancora nelle forme istituzionalizzate che ne hanno lungamente garantito ruolo storico e potere. Di fatto già da tempo si vive «dopo Cristo», in senso opposto a quello che aveva segnato la «svolta dei tempi» annunciata da Paolo. La vita sociale che si è affermata ovunque prescinde oramai dal modo di essere cristiano, e al cristianesimo tocca perciò misurarsi con una nuova imprevista svolta, che gli impone di sperimentare altre vie e plurali per attestare credibilmente la fede evangelica. Di questa contraddittoria situazione, misurata sul tempo che dal dopo Concilio giunge ai giorni nostri, Gaeta coglie alcuni tratti salienti, puntando l'attenzione ora su figure che nel Novecento hanno avvertito per tempo la crisi, ora sulla politica ecclesiastica degli ultimi Pontefici, ora sul venir meno dell'istanza religiosa nella società e, in conclusione, su qualche attestazione di una spiritualità cristiana laicamente vissuta.
Quale immagine di Chiesa emerge profeticamente dal Concilio Vaticano II? Una Chiesa pellegrina, in cammino, alla ricerca e sequela di Cristo, Signore del tempo e della storia. Questo studio prende in esame la produzione teologico-pastorale di Mons. Lorenzo Chiarinelli durante il suo episcopato a Viterbo: alla scuola dei discepoli di Emmaus, il Vescovo ha dato un grande contributo alla metafora Ecclesia peregrinans di LG 48, attualizzando il Concilio Vaticano II nel terzo millennio, sulla scia del ministero apostolico dei Pontefici di questi ultimi decenni. Dopo un'ampia trattazione del tema teologico nella Tradizione e nella storia della Chiesa, l'autore si sofferma nella seconda parte nell'analisi delle lettere pastorali di Mons. Chiarinelli, esplicitandone alla fine l'ambizioso progetto pastorale ispirato alla figura dei discepoli di Emmaus.
La Chiesa, che tanto spesso invoca un Dio di amore e di giustizia, ha servito veramente la libertà delle persone nel corso della storia? Sesboüé non teme di affrontare qui l'argomento spinoso, con franchezza e coraggio, facendo entrare in risonanza prospettiva teologica e prospettiva storica. La libertà è una rivelazione fondamentale della Scrittura. Appartiene alla vocazione degli esseri umani, in virtù della creazione ricevuta in dono dalle mani di Dio. Dunque è perfettamente legittimo interrogare la responsabilità della Chiesa in quest'ambito: come spiegare certe tragiche zone d'ombra? Quelle, per esempio, costituite dalla schiavitù e dalla tratta dei neri o dalla persecuzione degli "eretici" nell'Inquisizione, le cui procedure furono spesso ingiuste, crudeli e per nulla rispettose della dignità delle persone. Perché uno scarto di tale portata rispetto all'ideale evangelico? Un passato scomodo, con gli abusi che la storia ha registrato, continua a interpellare noi e la nostra fede, esigendo una seria rilettura. «Finché continuerà il nostro tempo, dovremo sempre convertirci di nuovo al vangelo. La presenza dello Spirito nella chiesa esiste proprio a questo scopo: darle i mezzi per convertirsi» (Bernard Sesboüé). Una sana e onesta riflessione, in chiave storico-teologica, sulle responsabilità della chiesa.
I due saggi raccolti in questo volume, "Il senso della Chiesa" e "La Chiesa del Signore", costituiscono un anello che racchiude la meditazione religiosa e l'impegno concreto di predicazione e d'apostolato di Romano Guardini. Il primo scritto (1922) ha rappresentato un evento storico, poiché vi si avvertiva il sorgere di un senso della comunità religiosa che rompeva le angustie dell'individualismo spirituale. Guardini vede la Chiesa non come potenza dominatrice, ma come realtà che vive nel credente, aperta sul mondo, anche sui non credenti, in fiducia verso lo Spirito. Tali lineamenti sono approfonditi nel secondo saggio (1965), che presuppone la discussione del Concilio Vaticano II e accoglie con gioia gli aspetti emersi nei documenti conciliari, esprimendo però solo un desiderio: «che il cammino dell'epoca presente non sia per portare ad un appiattimento o superficialità, o ad un indebolimento della Chiesa, ma che resti sempre chiaro alla coscienza che la Chiesa è "mistero", ed è "roccia"... Essa vive per la propria missione e la deve adempiere, fosse pure a prezzo dello scandalo».
L'appassionante profezia del frate "controcorrente" (1925-2015) che ha anticipato la Chiesa di papa Francesco: «La "rifondazione"' più che la "riforma" della chiesa sembra al momento presente oltre che un sogno, una follia, ma sarà l'avvenimento più sensazionale che la storia riserva alle generazioni future». Tra contraddizioni e incoerenze, la chiesa si rinnova. Più che pavoneggiarsi per le glorie del passato torna alle sue umili origini; riprende la strada del Vangelo, del "regno di Dio", abbandonando le logiche mondane. È la Chiesa "profetica" i cui cardini sono: il primato dell'annunzio disarmato, l'impegno nella storia, l'identificazione con la causa dei poveri, la provvisorietà delle teologie, la subordinazione dei riti e del culto alle reali operazioni di bene, la supremazia dell'uomo sulle strutture e delle coscienze sul sistema. La Chiesa "profetica" è la Chiesa non tanto maestra di verità e di dottrine, quanto attenta a segnalare agli uomini il volere di Dio: il suo disegno nei travagliati mutamenti della storia.
Il saggio consente di verificare e valutare, in modo documentato, le ragioni per cui la riflessione sul metodo in ecclesiologia è stata, e resta tuttora, un capitolo importante della storia della teologia contemporanea, a partire dalla svolta impressa dal Concilio Vaticano II. Per il suo carattere di bilancio storico-critico, l'opera offre una rassegna piuttosto esauriente delle proposte più significative, elaborate nel corso di alcuni decenni, per uno studio del mistero della Chiesa impostato secondo le esigenze emergenti dal rinnovamento del metodo teologico. Uno studio condotto in chiave misterica, teandrica e trinitaria; attento, quindi, al fondamento trinitario, cristologico ed eucaristico, come pure alla dimensione storico-salvifica ed escatologica dell'ecclesiologia post-conciliare.
L'ultimo Sinodo dei Vescovi dell'ottobre 2012 era incentrato sul tema della nuova evangelizzazione, la cui importanza è stata sottolineata prima dal Concilio Vaticano II, ma in particolar modo solo a partire dal pontificato di Giovanni Paolo II. Il presente volume intende proprio descrivere il ruolo del Sinodo dei Vescovi in questo delicato ed urgente compito. Sono illustrate le attività svolte dai Consigli Speciali Continentali dal 2004 al 2012, anno in cui alcuni Consigli hanno esaurito la loro funzione. L'Autore, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, si propone in queste pagine di far conoscere ai non addetti ai lavori l'importante ruolo dei Consigli Speciali del Sinodo e il loro prezioso servizio per il bene delle Chiese dei singoli continenti.