Le tecnologie digitali sono state, nel corso degli anni, accusate di danneggiare i rapporti sociali, fino a condurre gli individui all'isolamento, o entusiasticamente esaltate come infallibile strumento di democrazia e di coesione sociale. "Networked" propone una lettura finalmente libera da accentuazioni utopiche e distopiche, attenta solo a "ciò che le persone fanno con le tecnologie". Gli autori illustrano la tripla rivoluzione (la diffusione dei network sociali, di internet e del mobile) attraverso un solido apparato teorico e un'ampia evidenza empirica, in larga parte basata sulle ricerche del Pew Internet and American Life Project.
Quarta tappa di un percorso di ricerca sui conflitti dimenticati, avviato da Caritas Italiana nel 2001, questo volume approfondisce il ruolo centrale della dimensione economico-finanziaria nel determinare situazioni di tensione politica e di conflittualità armata, sia nell'ambito dello scacchiere internazionale sia all'interno dei singoli stati. Il volume fornisce una mappatura aggiornata dei conflitti presenti nel mondo, concentrandosi in particolare su alcuni casi studio: Libia, Somalia, Afghanistan, Filippine, Colombia. Il terrorismo internazionale, lo scontro di civiltà, i disastri ambientali, il tema delle risorse energetiche, le molte situazioni di conflitto armato si configurano come "emergenze umanitarie complesse". Ma cosa sappiamo davvero di queste "guerre lontane"? Cosa pensano e come sono informati gli italiani delle guerre nel mondo? Quanto spazio riservano i media a questi temi? E soprattutto, cosa possiamo fare, e come? Delineando in queste pagine una serie di prospettive di lavoro e di impegno in ambito ecclesiale e civile, Caritas si conferma non solo osservatore attento delle grandi emergenze mondiali, ma anche attore impegnato in prima persona nella ricerca di una soluzione ai disagi e ai conflitti che sono da queste generati.
Il volume si inserisce nel dibattito sul significato della società globale, nella prospettiva di una teoria della comunicazione che permetta di analizzare la globalizzazione, le strutture socioculturali che la determinano e le narrazioni dei suoi significati. Ha la forma di un glossario, costituito da voci intese come parole chiave: nell'insieme, queste voci consentono di comprendere i significati della comunicazione nella società globale, della cultura europea che ha promosso il processo di globalizzazione, delle caratteristiche di questo processo, dei tentativi di governarlo e dare forma a una società mondiale stabile, e infine delle prospettive future ipotizzabili a partire dal fallimento di questi tentativi.
"'Carta straccia' non è un pedante trattato sui media. È un libro carogna, un racconto all'arma bianca, sornione e beffardo, pieno di ricordi. Mette in scena una quantità di personaggi, tutti attori di una recita alla quale ho partecipato anch'io: l'informazione stampata e televisiva, di volta in volta commedia o tragedia. Sono un signore che ha trascorso cinquant'anni nei giornali, lavorando in molte testate con incarichi diversi. Che cosa ho capito della mia professione? All'inizio pensavo che avesse la forza di un gigante, in grado di vincere su chiunque. Poi ho cambiato opinione: in realtà, il nostro è un potere inutile, serve a poco, non conta quasi nulla rispetto a quello politico, economico e giudiziario. Il perché lo spiego in 'Carta straccia'. Dopo un'occhiata al passato, la mia prima macchina per scrivere e l'apprendistato ferreo imposto da direttori senza pietà, vi compaiono i capi delle grandi testate di oggi. E i misfatti delle loro truppe. La faziosità politica dilagante. Gli errori a raffica. Le interviste ruffiane. Le vendette tra colleghi. Lo schierarsi in due campi contrapposti, divisi da un'ostilità profonda. Il centrodestra, dove si affermano Maurizio Belpietro e Vittorio Feltri, con le campagne di stampa condotte senza guardare in faccia a nessuno. E il centrosinistra, dominato dalla potenza guerrigliera di Ezio Mauro e dalle ambizioni politiche di Carlo De Benedetti, nemici giurati di Silvio Berlusconi." (Giampaolo Pansa)
Perché vogliamo sapere quali dei nostri "amici" sono usciti insieme nel fine settimana e quello che hanno fatto? Perché abbiamo autorizzato Facebook a mediare la nostra vita privata? Sono alcune delle domande che Katherine Losse ci pone in questa ironica autobiografia raccontandoci i suoi cinque anni trascorsi nel cuore del social network. In fuga da un dottorato in Letteratura Inglese alla Johns Hopkins di Baltimora, Losse, al verde e senza prospettive di carriera accademica, arriva in California e sale per caso a bordo della squadra di Facebook. Nel 2005 il sito era una giovane startup di Silicon Valley, e Losse, all'epoca carica di speranze, era l'unica donna in una compagnia di informatici nerd a loro agio solo tra algoritmi ed entità scalari. Eppure riesce inaspettatamente a bruciare le tappe di una brillante carriera che la porta dal dipartimento di assistenza clienti a diventare l'autrice dei testi di Mark Zuckerberg. Intanto la compagnia accumula milioni di utenti e si lancia alla conquista del mondo. Ma gli uffici di Facebook assomigliano a una confraternita di Harvard: gli informatici pensano solo a raccogliere dati nel disprezzo della sensibilità degli utenti e, mentre la missione dichiarata del sito è quella di connettere la gente, i suoi dipendenti sono sempre più soli e alienati. Su tutto, un fiume di soldi sembra fugacemente materializzare il sogno americano. Ma Losse è sempre più convinta essere finita in un incubo.
Vista oggi come un oggetto familiare e un po' démodé, la radio è stata in realtà una delle più dirompenti invenzioni tecnologiche dell'epoca moderna: figlia dell'elettricità, è nata da uno straordinario concorso di talenti e fantasie e si è subito imposta per la novità rivoluzionaria del suo modello di comunicazione "immateriale". Questo libro ne racconta la storia e il movimentato percorso alla ricerca di una collocazione culturale: concepita all'inizio come anti-mass medium destinato non all'ampia divulgazione ma alla trasmissione di messaggi in codice, la radio diventa nei primi decenni del Novecento lo status symbol del ceto medio desideroso di aprire una finestra sul mondo dall'intimità dei suoi salotti. Felicemente promossa a democratico mezzo di intrattenimento domestico grazie ai programmi musicali, alle cronache sportive e alle nuove forme dello storytelling popolare come le "riviste" le soap-opera, la radio diventa anche strumento politico di propaganda facendo risuonare "discorsi del caminetto" di Roosevelt e la voce di Mussolini nelle case di tutti i cittadini. Nuovo focolare di aggregazione domestica negli anni venti e oggetto-feticcio dei movimenti giovanili anni sessanta, veicolo istituzionale dei bollettini di guerra e irriverente strumento delle burle fantascientifiche di Orson Welles, la radio ha accompagnato i momenti decisivi dell'ultimo secolo e gode ancora di un'insospettabile vitalità.
Qui presentato in una nuova edizione riveduta e aggiornata, il volume offre una serie di strumenti utili per la comprensione e la gestione dei fattori che possono ostacolare o favorire il dialogo interculturale, collocandoli nella cornice della più ampia questione del rapporto tra culture nel mondo globale. L'autrice adotta un approccio interdisciplinare (tra sociologia, linguistica, antropologia, psicologia sociale, filosofia) e utilizza numerosi riferimenti non soltanto alla letteratura scientifica, ma anche ai media, alla narrativa e alla vita quotidiana.
Il sapere, fino a pochi anni fa trasmesso su un supporto rigido e dai confini ben definiti come la carta stampata, per la prima volta nell'epoca di internet è alla nostra portata in modo pressoché illimitato. Nella stanza in cui siamo riuniti (internet) dove le fonti non sono certe e nessuno è mai d'accordo su nulla, circola molta più conoscenza di sempre, gestita con capacità superiori a quelle delle nostre singole menti e istituzioni. eppure internet non ci rende più stupidi; al contrario, questa conoscenza sempre a disposizione ci consente di prendere decisioni migliori di quelle di un qualunque esperto. Basta sapere come muoversi al suo interno. David Weinberger firma con "La stanza intelligente" un libro destinato a lasciare il segno, che ridefinisce il concetto classico di conoscenza e il suo ruolo all'interno di un mondo sempre online.
"Il corpo delle donne" è stato un fenomeno dirompente: il documentario e il libro hanno mostrato a milioni di persone quanto in Italia un certo tipo di tv fosse diventato pervasivo e nocivo, e davvero non più tollerabile. Ma dalla denuncia occorre passare all'azione e Lorella Zanardo con questo libro racconta come si può concretamente lavorare per cambiare i media. E con i media, la società. Innanzitutto i giovani: sono loro che possono inventarsi il futuro, senza chiedere il permesso alle generazioni che hanno costruito il mondo così com'è. In centinaia di incontri nelle scuole, Zanardo ha conosciuto tantissime ragazze e ragazzi, e proprio dai loro pensieri e dalle loro domande nasce la sua riflessione sul sistema dei media in Italia. Reclamando una vera e propria ecologia della mediasfera, l'autrice smonta il mito dell'audience, cerca di andare oltre la sterile diatriba sulla "qualità" televisiva, indaga le responsabilità, analizza le possibilità del servizio pubblico e mette al centro del gioco il cittadino spettatore. E con il percorso per il consumo attivo della tv "Nuovi occhi per i media", scritto insieme a Cesare Cantù, fornisce uno strumento chiaro e accessibile per tutti coloro che non vogliono subire più il marketing televisivo, ma intendono riappropriarsi della loro capacità di comprendere, discriminare, criticare. Perché sono i cittadini consapevoli, pronti a rivendicare i propri diritti che possono cambiare la tv, i media e la società tutta.
Reality e talk show, sitcom e tv movies, varietà, quiz e sceneggiati: ormai molti telespettatori hanno imparato a districarsi tra questi e molti altri termini che costellano i palinsesti televisivi. In questo volume si cerca di ricostruire la nascita del concetto di genere, la sua diffusione e i suoi sviluppi nella storia della televisione, le caratteristiche principali e la diffusione dei generi nell'attualità televisiva. Attraverso l'illustrazione di quattro macrogeneri (fiction, intrattenimento, informazione ed educazione) e delle loro innumerevoli declinazioni, si offrono al lettore gli strumenti per comprendere meglio presente e futuro della televisione.