L'itinerario teologico di Louis Bouyer che dal luteranesimo approda alla Chiesa cattolica mantenendo un'attenzione costante all'ortodossia. In esposizioni liturgiche, spirituali, storiche, fino alle grandi sintesi economiche e teologiche, l'autore descrive la teologia come moto personale ed ecclesiale teso a promuovere la vita mistica, congiunzione tra divino e umano, letta in termini sofiologici e dossologici. Il saggio esplora il cammino di ricerca e studio di un teologo tanto ricco quanto singolare.
La riflessione su alcuni testi biblici, dai quali si traggono suggestioni anche laddove non ci aspetteremmo di trovarle, e la concretezza di alcuni nodi problematici riguardanti la politica ed il diritto, finiscono per incontrarsi, e difficilmente distinguersi, nello sguardo "strabico" dell'autore. Il libro diventa così il tentativo di porsi lungo un confine stretto ma fecondo, tra l'irruzione nella storia di un modo differente di vivere, reso evidente dalla vicenda di Gesù di Nazareth e così pensato da Dio "all'inizio" della storia umana, e la necessità di continuare a servirsi, per costruire un mondo più giusto, di quelle "istituzioni della convivenza" (politica e diritto, appunto), destinate però a dissolversi nell'orizzonte del regno.
L’offerta del perdono è un segno vincente di pace in ogni conflitto lacerante, specialmente dove massima è la violenza come la guerra o il terrorismo. L’inizio della pace avviene mediante gesti unilaterali di riconciliazione, rinunciando all’accanimento contro il nemico. Questo capovolgimento di mentalità è l’orizzonte del presente libretto nato dal confronto con il nodo della violenza radicale, alla cui origini si trova una ragione che la giustifica come “dovere etico”. Insieme, credenti e non credenti, sono interpellati ad agire per consolidare un’etica nonviolenta, mossi da un cuore pacificato che cerca di fare ciò che è giusto al di fuori della ragione giustiziera e vendicatrice.
Questo nostro tempo frettoloso ha un estremo bisogno di mistica. Una frase che sembra la regina delle contraddizioni: come può l'esercizio interiore per eccellenza, l'intimo cammino verso la contemplazione del divino che richiede l'abbandono se non la rottura dei legami con il mondo, venire in soccorso delle donne e degli uomini di oggi? Eppure José Tolentino Mendonça non ha dubbi. Esiste una mistica da praticare nel qui e ora della vita, che parte dall'uomo tutto intero, anima - certo - ma anche corpo, sensazioni, relazioni. È la 'mistica dell'istante', che riconosce come portali d'ingresso del divino nella nostra vita i cinque sensi, quanto di più concreto e corporeo ci caratterizza. E, a pensarci, è un'esperienza ben nota alle Scritture, per le quali il corpo è immagine e somiglianza di Dio. È grammatica di Dio che si inscrive nella nostra pelle. È la lingua materna di Dio. Questo libro poetico e volutamente frammentario, aperto alla modulazione personale di ognuno, ci guida per mano per insegnarci come fare, come riconoscere in ciascuno dei sensi l'occasione di incontri che nel presente ci schiudano frammenti di infinito: un infinito che diventa semplice gesto, suono armonioso, profumo di nuovo, sapore frugale... Con il soccorso della poesia, di certi film e libri universali, di storie di vita, di suggestioni per una lettura dei testi biblici nuova eppure così vicina alle radici originarie, Tolentino ci indica i modi di questa mistica alla portata di tutti. Impariamo così che gustare, vedere, annusare, ascoltare e toccare Dio si può nell'istante che ci è dato di vivere e che ci appartiene. Perché l'istante «è il contatto fra le infinite possibilità dell'amore divino e l'esperienza mutevole dell'umano. È il fango in cui la vita si modella e si scopre. È il fragile ponte di corda che unisce il tempo e la promessa».
L'esame teologico delle condizioni poste, oggi, dal Magistero per l'accesso ai sacramenti della penitenza e dell'eucarestia di un divorziato risposato, mostra l'esigenza di un perfezionamento della prassi attuale, in continuità con la Tradizione della Chiesa e ispirato al vangelo della Misericordia. L'amicizia più grande è anche quella a cui aspirano alcune persone omosessuali, che desiderano unirsi responsabilmente in un amore di coppia, unico, fedele e gratuito. Il riconoscimento di reciproci diritti civili ai componenti di una coppia omosessuale, che è questione relativa alla legislazione degli Stati, in tale prospettiva di approfondimento teologico si pone quale esigenza della naturalità della situazione di queste coppie.
Con la bolla "Misericordiae Vultus", papa Francesco ha indetto un Giubileo Straordinario dedicato alla celebrazione della misericordia. Ma cos'è la misericordia? E che vuol dire essere misericordiosi? Esistono domande senza risposte, ma non risposte senza domande, ciò vale anche per la misericordia: essa rappresenta un tentativo di rispondere a situazioni negative che la precedono. Le due aree in cui sorge la domanda alla quale la misericordia cerca di rispondere sono quelle della sofferenza e della colpa (o del peccato, se ci si colloca in un ambito religioso). La misericordia è contraddistinta da una carenza connessa al fatto che le due parti non si pongono sul piano di parità: un conto è aiutare e perdonare, altro essere aiutati e perdonati. Perché non scompaia il senso dell'uguaglianza diviene allora indispensabile appellarsi alla dignità umana.
Quante volte all'idea di avvocato si associano virtù non proprio cristiane? Eppure l'avvocato svolge nella società l'essenziale funzione di tutela del diritto alla libertà, dell'inviolabilità ed effettività della difesa, assicurando nel processo la regolarità del giudizio e del contraddittorio. Ed è soggetto ad un codice di condotta essenziale alla realizzazione della sua funzione a tutela dell'affidamento della collettività, della correttezza dei comportamenti e della qualità ed efficacia della prestazione professionale. L'entrata in vigore del Nuovo Codice Deontologico Forense (pubblicato sulla GU 16.10.2014 n. 241) ci offre l'occasione di una lettura comparata delle questioni 67-71 della II-II della Somma Teologica. Brilla nell'opera dell'Aquinate quell'autodichìa che regge la prova del tempo e legittima con fondamento teologico ciò che la legge impone con una logica di ordine pubblico e di civiltà giuridica. Introduzione di Iside Pasini, avvocato del Foro di Brescia. Traduzione di Tito Sante Centi e di Roberto Coggi: è presente solo la traduzione italiana delle questioni 67-71 de La Somma Teologica, II-II.
Breve analisi del rapporto tra cristianesimo e social network. Il web non è un luogo "a parte" dalla vita di tutti i giorni, ma parte integrante della quotidianità di tanti. Essere presenti su internet da cristiani non significa introdurvi temi religiosi, ma avere uno "stile" di apertura e dialogo.
Küng e Ricoeur si addentrano nella parte oscura delle religioni, anzi ne affrontano forse l'aspetto più eclatante e anche indagato: la violenza. Perché le religioni generano così spesso contrapposizione, scontro, guerre, morte? Si tratta di un fenomeno inevitabile, perché "il pericolo della violenza è alla base di ogni convinzione forte" (Ricoeur)? Come fare per superarlo (Küng si diffonde qui sul "Manifesto per un'etica planetaria", elaborato dal Parlamento delle religioni del mondo a Chicago nel 1993)? Domande che moltissimi altri studiosi, filosofi e teologi e capi religiosi, hanno affrontato: a testimonianza - se non altro - della realtà e dell'urgenza del problema. Se si vuole, non tanto risolvere, ma almeno affrontare il nodo della violenza "religiosa" nonché degli altri mali derivati dalle fedi, bisogna anzitutto riconoscere che le religioni - tutte - sono espressioni fallibili e incomplete, ed esiste un "oltre" che nessuna casta sacerdotale possiede e nessun dogma esprime appieno. Per vincere la violenza, e gli altri mali delle religioni, bisogna insomma che con uno sforzo radicale di autocritica ogni religione accetti di andare oltre se stessa. Prefazione di Roberto Beretta.
Il presente volume raccoglie gli articoli e i contributi apparti su "L'Osservatore Romano" che, come si apprende dal titolo, offrono al lettore un valido aiuto per avvicinarsi alle tradizioni cristiane d'Oriente sia nella loro dimensione costitutiva che nel loro presente. La raccolta è divisa in capitoli e segue un ordine tematico. Il primo capitolo comprende alcuni commenti a testi liturgici e patristici, articoli di carattere miscellaneo come il "Cherubino ed il Buon Ladrone", pubblicato in occasione della Pasqua 2008. Il secondo capitolo è incentrato su temi di attualità; il terzo contiene alcuni articoli collegati al ministero di Papa Benedetto XVI; il quarto riprende e commenta fatti ed eventi ecclesiali in rapporto con l'Oriente cristiano; il quinto capitolo "raccoglie le note necrologiche di due sacerdoti vincolati lungo tutta la loro vita all'Oriente cristiano e al Pontificio Collegio Greco di Roma: monsignor Eleuterio Fortino, e l'archimandrita p. Oliver Raquez osb".
Il presente volume offre uno spunto riflessivo sul tempo, sulla sua importanza e sui ritmi del settimo giorno. Mons. Liberto, con questo libro, offre un provvidenziale antidoto alla dissipazione intellettuale e morale del nostro tempo.
Il vantaggio di ogni crisi, come quella che sta attraversando attualmente la società, è che "costringe a tornare alle domande; esige da noi risposte nuove o vecchie, purché scaturite da un esame diretto" (Hannah Arendt). È un invito ad aprirsi agli altri e a non irrigidirsi sulle proprie posizioni. È un'occasione di incontro e una circostanza preziosa anche per i cristiani, chiamati a verificare la capacità della fede di reggere davanti alle nuove sfide, chiamati a entrare senza timore in un dialogo a tutto campo nello spazio pubblico. "La bellezza disarmata" propone gli elementi essenziali della riflessione svolta da don Julián Carrón a partire dal 2005, anno della sua elezione a presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione dopo la scomparsa del fondatore, il Servo di Dio don Luigi Giussani, che nel 2004 lo aveva chiamato dalla Spagna per condividere con lui la responsabilità di guida del movimento. Gli scritti, nati in occasioni diverse, sono stati ampiamente rielaborati e ordinati dall'autore allo scopo di fornire organicamente i fattori di un percorso decennale, lungo il quale egli ha approfondito il contenuto della proposta cristiana nel solco di don Giussani, alla luce del magistero pontificio e in paragone col travaglio e le urgenze dell'uomo contemporaneo. Il volume intende offrire il contributo di una esperienza di vita a chiunque sia alla ricerca di ragioni adeguate per vivere e costruire spazi di libertà e di convivenza in una società pluralistica.