Poco prima di morire Gershom Scholem ampliò notevolemente il testo dei suoi ricordi di gioventù "Da Berlino a Gerusalemme". Mentre nella prima versione veniva descritto l'ambiente ebraico tedesco durante la Prima guerra mondiale, in questa edizione il centro della sua analisi si sposta maggiormente verso Gerusalemme, soprattutto con il progetto di una nuova vita culturale e sociale per lo Stato di Israele. È la storia di un itinerario intellettuale ricco di incontri con alcune figure chiave del periodo come Martin Buber, Franz Rosenzweig e Samuel Agnon che, nello stesso tempo, rivela il tentativo di definire una nuova identità ebraica, attraverso la difesa della lingua e le ricerche sulla mistica.
Nell'ambito del nuovo indirizzo dell'ermeneutica dantesca, che sottolinea la necessità di uno studio che chiarisca i nessi con altre tradizioni simboliche ed esegetiche, questa ricerca evidenzia il sostrato, di base neoplatonica comune alla mistica ebraica e a quella cristiana. Partendo da un esame dello stilnuovo come un processo mirante a ricontestualizzare i topoi neoplatonici di stampo sapienziale della lirica occitanica e siciliana, per rinnovarli in una direzione mistica che sfrutta la qabbalah come deposito di tecniche utili per il raggiungimento dell'estasi, il lavoro propone una lettura in cui le diverse opere rappresentano gli stadi successivi dell'iter mistico che il poeta intende esemplificare.
In questo saggio, pubblicato nel 1938, in piena dittatura hitleriana, Leo Baeck si pone un doppio obiettivo: reinserire i Vangeli nel loro contesto originale ebraico e rivendicare per le parole e le gesta di Gesù l'autentica tradizione ebraica. Baeck sostiene che l'insegnamento di Gesù, prendendo come base i Vangeli originali, non conteneva alcuna messa in discussione fondamentale dell'ebraismo, ma che fu soprattutto Paolo il responsabile della deriva antiebraica della Chiesa primitiva, colui che incarnò lo spirito pagano al punto da far trionfare il pagano-cristianesimo sul giudeo-cristianesimo. Il saggio è preceduto da un'introduzione di Maurice-Ruben Hayoun che inquadra tutta l'opera di Leo Baeck nel contesto del pensiero ebraico-tedesco.
Nel 1280 il grande cabalista aragonese Avraham Abulafia giunge a Roma per incontrare il papa Niccolò III e per comunicargli la sua visione della "redenzione finale" del mondo, il pontefice rifiuta di dargli udienza e il cabalista viene arrestato. Abulafia è solo uno dei tanti mistici-Messia della tradizione ebraica, maestri che diedero spesso origine a veri movimenti di massa. Questo saggio è una ricostruzione del misticismo messianico dalla "Qabbalah estatica" medievale sino alla modernità, con un'analisi della varietà di modelli impiegati nell'attività di redenzione volta a sconfiggere il male e l'imperfezione del cosmo, da quello mistico ed estatico, attraverso quello teosofico-teurgico fino a quello magico-cabalistico.
Il volume raccoglie undici storie, vere e documentate, che tentano di dar voce al non detto e all'immaginazione. Nella Roma papale fra Quattro e Seicento, la Roma della costruzione dello Stato della Chiesa e poi della Controriforma, queste storie rappresentano il rapporto fra il potere e la repressione: censure, processi, difese e accuse, esecuzioni, pentimenti. Ma sono anche spaccati della politica e della cultura del tempo: dalle scelte della Compagnia di Gesù, a quelle della Chiesa sui rapporti con la minoranza ebraica, riflesse nel racconto di Marcello II e Alessandro Farnese.
Nell'ambito dell'esegesi biblica, la voce femminile è stata finora una pausa. Le donne iniziano a entrare nel mondo dello studio sistematico delle Scritture, che non è più precluso loro come in passato. Si tratta di una rivoluzione "da dentro". Già da alcuni anni sono nate, in Israele, scuole per esperte di legge halakhica con il compito di collaborare con i giudici dei tribunali rabbinici per evitare ogni possibilità che le donne vengano penalizzate dalle sentenze; vi sono, inoltre, le midrashot, scuole di esegesi che hanno portato all'uguaglianza intellettuale con i commentatori biblici di sesso maschile. Il volume riporta la rielaborazione scritta di un ciclo di conferenze che Yarona Pinhas ha tenuto a Roma nel 2000.
Questo volume narra dell'ebreo in viaggio che racconta e si fa raccontare, l'ebreo che sosta, impara, insegna. Che parla del suo credo, del cielo e della terra, del sole e delle stelle, degli animali e delle piante. Parla dell'uomo e dei suoi bisogni, dell'individuo e delle sue relazioni. Parla di Dio, degli angeli e dei demoni. Parla di sé e della sua storia, che con gli anni si intreccia in una relazione sempre più stretta con le culture che ha conosciuto. Ecco allora che nell'immaginario ebraico compaiono principi e principesse, cavalli bianchi, streghe, laghi incantati, sultani e pascià. I cinque itinerari di questo libro vogliono proporre una sorta di viaggio ideale verso il miraggio della Terra d'Israele.
Sia nella liturgia che nell’intimità della vita personale e familiare la “festa” per il popolo d’Israele rappresenta la memoria continua dell’Alleanza con Dio. Quattro sono i momenti di passaggio nella vita di ogni ebreo: la circoncisione, otto giorni dopo la nascita; il bar mitzvà, al compimento del tredicesimo anno di vita, nel momento in cui un ragazzo diviene adulto dal punto di vista religioso; il matrimonio, momento in cui i coniugi si apprestano a formare una nuova famiglia; la morte in cui ci si prepara a raggiungere la Luce di Dio nel Gan Eden. L’autrice, personalità di spicco della comunità israelitica in Italia, ha arricchito ogni argomento di racconti, curiosità e aneddoti, rendendo il libro semplice e immediato, adatto a chiunque voglia conoscere più da vicino questa cultura affascinante.