Come è possibile, si chiedeva Paul Klee a proposito degli italiani, che una «marmaglia miserabile» sia stata l'artefice del Rinascimento? Ancora oggi l'Italia è piena di paradossi. Le regioni del Nord hanno un grado di sviluppo paragonabile a quello delle nazioni europee più avanzate, mentre il Mezzogiorno non riesce a stare al passo. Gli italiani, malgrado un'allarmante disaffezione nei confronti della politica, garantiscono sempre un'alta percentuale di votanti a ogni elezione. Pur vivendo una sostanziale «pace sociale», l'Italia è percorsa dalla paura. Contraddizioni che affondano le radici nella storia, e che nella perdurante crisi delle istituzioni sembrano trovare la linfa per perpetuarsi. Sabino Cassese scrive che sono proprio le istituzioni a dettare le regole del gioco, ed è dal loro stato di salute che dipende la corretta gestione della Repubblica, vale a dire il buongoverno. Il nostro attuale assetto istituzionale soffre di alcuni difetti - l'indebolimento dei partiti come organizzazioni sociali, il deperimento del Parlamento, il corto respiro della politica - che hanno rimodellato non solo l'architettura dello Stato, la sua amministrazione e la sua burocrazia, ma anche la politica, l'economia, il costume e la morale pubblica. Il Paese è attraversato da correnti populistiche e da pulsioni autoritarie, insofferente nei confronti delle élite, illuso dalla democrazia digitale, vittima di paure imposte più dalla narrazione dei fatti che dai fatti stessi, rancoroso e scoraggiato, intimorito dalla globalizzazione. Eppure - ricorda Cassese - alle ombre si accompagnano le luci: l'essere parte dell'Unione europea, il civismo e il volontariato sempre più diffusi, le innumerevoli iniziative sociali, la sensibilità nei riguardi delle comunità, l'attenzione - sia pure passiva - per la politica, la Costituzione con la sua ricchezza ancora inespressa. Contraddizioni di un Paese attraversato da un profondo malessere, ma che nei momenti più difficili ha trovato l'energia e la vitalità necessarie per aprirsi alla speranza.
Ascoltare il respiro della terra, la sua voce impetuosa. Sentirsi vento, pioggia, sole. Sentirsi fango. Riconnettersi al pianeta. E finalmente fermarsi a contemplare la nostra anima, nuda. Più ci chiudiamo tra quattro mura, più diventiamo irrequieti, infelici. Preda di insicurezze e solitudini, e della depressione. I nostri occhi, la nostra pelle, il nostro cervello non sono fatti per stare davanti a uno schermo. Abbiamo bisogno di boschi, montagne e orizzonti; della spossatezza fisica che si prova dopo un'attività all'aria aperta. Abbiamo bisogno di ritrovare l'armonia con gli elementi. E non è necessario raggiungere a piedi il Polo Nord o scalare l'Everest, come ha fatto Kagge. L'importante è mettersi in cammino, al proprio ritmo, verso quell'inesauribile fonte di rigenerazione che è la natura.
Realizzato a partire dai dati raccolti dal «Courrier International», ma utilizzando anche le analisi pubblicate annualmente da Banca Mondiale, Onu, Unicef, Amnesty International, Freedom House, Oxfam, Wmo e altre organizzazioni governative e non governative, il "Piccolo atlante delle disuguaglianze" racconta in modo breve, immediato e senza troppi commenti, soprattutto attraverso i numeri, lo squilibrio presente a livello fondamentale nelle condizioni degli esseri umani, che hanno speranze di vita ben diverse da luogo a luogo e che si differenziano nelle loro prospettive per il sesso e il luogo di nascita, le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza monetaria, dei frutti della terra, della proprietà, dell'acqua, della fame, dell'igiene pubblica, dell'accesso a Internet. Ma anche la profonda disuguaglianza nella distribuzione dei diritti sessuali, della parità di genere, dei metodi contraccettivi, del trattamento carcerario, della pena di morte, prendendo in esame anche il modo in cui i disastri climatici e il degrado dell'ambiente colpiscano in modo profondamente disuguale gli abitanti del pianeta.
Qual è il nesso tra l'epidemia del Covid-19 e il mercato mondiale? Che rapporto intrattiene il Coronavirus con il capitalismo contemporaneo? Alain Badiou interroga la situazione epidemica che stiamo vivendo in una prospettiva critico-filosofica che mette in luce le roventi contraddizioni del mondo contemporaneo. L'epidemia, al crocevia fra la natura e l'ordine sociale, rende palese il complesso intreccio tra economia e politica che agita la nostra epoca. Alle questioni sollevate da Badiou rispondono alcuni filosofi italiani con delle riflessioni sui tre "corpi" sociali che stanno gestendo l'emergenza: il corpo politico, il corpo medico e il corpo mediatico. La parola della filosofia getta luce sul sistema e sulle condizioni sociopolitiche che hanno permesso al virus di dilagare. Poiché, nonostante le apparenze, non c'è «niente di nuovo sotto il sole».
È ormai accertato che il contagio da Covid-19 sia partito da un mercato di Wuhan dove si vende carne di animali selvatici. Quando foto e video sono iniziati a circolare nel mondo occidentale, il mercato è apparso a molti come una sorta di girone dell'inferno: l'assenza di ogni standard igienico, la crudeltà con cui vengono trattati gli animali vivi, la convivenza ravvicinata tra uomo e creature selvatiche. Francesco De Filippo compie un'analisi sul rapporto storico tra l'uomo e l'animale, che risale alla durissima civiltà contadina, mettendo a confronto due modelli che oggi appaiono agli antipodi. Ma se di mercati come quello di Wuhan è punteggiato tutto il Sud-Est asiatico, non vuol dire che le stesse pratiche siano sconosciute all'Occidente. Una generazione fa, in Italia e in Europa l'allevamento degli animali e le modalità di consumo delle loro carni erano identiche a quelle orientali. E anche oggi, l'Italia e l'Europa non hanno poi molto da insegnare in materia di rispetto della vita animale.
L'epidemia ha travolto le nostre sicurezze e sconvolto le nostre abitudini. La paura si è imposta nella nostra quotidianità, impedendoci di distogliere lo sguardo dalla sofferenza, come eravamo invece abituati a fare soprattutto di fronte al dolore degli emarginati. Abbiamo oggi la possibilità di ripartire abbracciando una nuova prospettiva. In questa forte e sentita intervista, Ivo Lizzola cerca il senso di questi giorni, che devono portarci a ridisegnare la convivenza nella sobrietà, nell'aiuto reciproco, nel buon uso dei saperi, nel forte senso di giustizia. È arrivato il tempo di essere umili, di affrontare la realtà e costruire insieme un futuro più dignitoso e più sicuro per tutte le generazioni a venire.
Una riflessione più che mai attuale su come nella storia, dalla peste al nuovo coronavirus, le epidemie abbiano sempre segnato passaggi fondamentali non solo nella scienza e nella medicina, ma anche nella cultura e nella civiltà.
Effetto Quarantena. Chi siamo e cosa saremo nella stagione del Covid-19" è una riflessione psicosociale sugli effetti delle misure di contenimento volute dai governi a livello globale. Che emozioni abbiamo provato chiusi in casa? Che fine ha fatto la nostra adrenalina senza una vita sociale? Come si sfoga la rabbia? Che rimedio c'è alla paura di ammalarsi? Esiste davvero lo smartworking o è una chimera? Stravolgendo i concetti di spazio e tempo, Luca Pani e Maria Elena Capitanio hanno provato a guardare dentro la mente umana per fare ordine e trovare la luce che possa portare fuori dal tunnel dell'emergenza Covid-19. Il mondo che ci aspetta dalla fase 2 in poi sarà segnato dalla crisi economica, da un cambio di volto della società e da un modo di relazionarsi agli altri che per forza di cose porteranno a una nuova grammatica della salute, della politica, della finanza, ma anche dei sentimenti.
La modernità ci ha abituato a guardare alla morte come a un evento insensato, incongruo. Invece un agente patogeno sconosciuto ci ha costretto a fare ogni giorno proprio il calcolo più elementare, quello tra chi vive e chi muore. Ma ogni diagramma, ogni conteggio che sembra possa svelarci il segreto della sventura, in realtà è doppio, parla di lui e di noi, e il saldo è la quantità della nostra paura quotidiana. Per scampare al male ci siamo nascosti, mettendoci al riparo, abbandonando le relazioni sociali per imprigionarci tra le mura di casa. Intanto un secondo contagio, invisibile, stava dilagando silenziosamente, e nessuno sa ancora quante vittime farà: è un contagio che trasferisce la paura e l'emergenza dalla salute all'organizzazione sociale. Il virus sembra rendere inadeguato ciò che fino a ieri ritenevamo una conquista, arriva dritto al cuore del sistema attaccando il meccanismo democratico, con la proposta di un potere nuovo e diverso, fondato sull'anomalia come necessità. Così l'infezione sta trasformando sotto i nostri occhi non solo i rapporti sociali, affettivi, ma anche le libertà, il lavoro e i diritti: in una parola, la politica. Per questo, se nella pandemia siamo entrati tutti uguali, rischiamo di uscirne diversi. Ezio Mauro racconta il percorso del virus da quando è nato in Cina a oggi, come se fosse un soggetto sociale, studiandone la tattica, la strategia, il carattere. E intanto riflette su di noi, su come ci stiamo trasformando nel vortice dell'emergenza. Lui e noi: tutto il libro è costruito su questi due piani, in uno scambio continuo dalla prima all'ultima pagina. "Siamo vittime di un attacco universale che per la prima volta minaccia l'intero genere umano, e insieme protagonisti di un esperimento sociale senza precedenti: ne usciremo diversi, ho provato a capire come e quanto." "Mentre il potere attacca il virus, il virus ha già intaccato il potere. Non è lui che muta, come temevamo nei peggiori incubi: si sta accontentando di modificare noi, cioè il rapporto tra i cittadini e lo Stato." Un viaggio oltre la paura, per capire come questa epidemia sta cambiando le nostre libertà, i nostri diritti, la nostra democrazia.
La pandemia da Covid-19, manifestatasi in Cina nel dicembre del 2019 e poi dilagata in tutto il pianeta, ha scatenato i suoi effetti più feroci e devastanti nelle province di Bergamo e Brescia, che da sole, a fine aprile 2020, contavano la metà dei morti da Coronavirus di tutta la Lombardia, che a sua volta aveva la metà dei morti dell'intera Italia. Questo volume ricostruisce, con una grande quantità di testimonianze e dati, quello che è accaduto fra la fine di febbraio e la conclusione del lockdown. Tra errori, eroismi, lutti, paure e ansia di rinascita, l'obiettivo è provare a capire perché questo flagello si è abbattuto proprio sul cuore più moderno e produttivo della Lombardia, dove il numero di morti è paragonabile, considerando le vittime civili, a quello della Seconda Guerra mondiale.
Stop Virus! Un viaggio che accompagna il lettore a scoprire quali strategie adottare per prevenire l’attacco dei virus e delle più diffuse malattie. L’approccio alimentare e motorio, congiuntamente a test personalizzati e piani tarati sul soggetto (in base al suo DNA), rappresenta la sfida con cui affrontare l’emergenza sanitaria e le future emergenze che potrebbero colpirci in futuro. Il Covid-19 ha messo in crisi le nostre certezze. Per non farlo vincere è stato ideato un progetto pilota, da esportare in tutta Italia, “Il Benessere a casa tua”, che nella fase del lockdown ha consentito alle persone di mangiare sano, mantenersi attive ed essere supportate da aiuti psicologici. Esistono piramidi alimentari, piatti della salute e programmi motori che sono la risposta antivirus. Il segreto? Evitare di infiammarsi. Come? Scopritelo in queste pagine...
Note sull'autore
Marta Ciani, biologa nutrizionista, ideatrice di un metodo rivoluzionario che porta il suo nome, è fondatrice del primo centro “Mangiare Zen”, divenuto modello per rafforzare il sistema immunitario con programmi personalizzati d’avanguardia. È presidente dell’Associazione Nazionale Diologi per il Decentramento. Irene Giurovich, giornalista professionista e scrittrice, si occupa di promuovere la buona salute, in chiave olistica (corpo, mente, spirito), affiancando nutrizionisti, medici e operatori del benessere psicofisico per la crescita multidimensionale della persona.
Donne e uomini che abitano la biosfera sono, al pari del coronavirus che ha sconvolto le nostre vite, il risultato di una cosmogenesi permanente, da cui proviene l'intero vivente sulla Terra. Tutto ciò che ci circonda fa parte di una storia comune che dura da quasi 14 miliardi di anni. Ma, dimenticando di essere totalmente interconnessi, abbiamo finito col separarci dalla natura e dalle sue leggi, presumendo di poter progettare la Terra come un nostro manufatto. La pandemia in corso ci ammonisce che il futuro arriva quando meno ce lo si aspetta, e che solo uno sforzo comune e convergente può affrontare con successo le minacce di questo secolo - il brusco cambiamento climatico, un non impossibile conflitto nucleare, una irrimediabile ingiustizia sociale.