Una «teologia pratica fondamentale» focalizza la sua attenzione sulle persone ed i loro problemi esistenziali. Si interroga criticamente sul reale impatto della fede e della spiritualità cristiana nelle scelte etiche dell’esistenza umana. Il cuore di questa visione non sta in una teoria astratta ma nella vita concreta delle persone, di una comunità di fede, nell’orizzonte del sacerdozio universale delle e dei credenti.
«La teologia è pratica quando si lascia interrogare dalle questioni vitali dell’esistenza umana, accogliendo e ponendo domande, in particolare quando la vita va incontro alla malattia, alla sofferenza, alla morte, senza la pretesa di avere l’ultima parola. I testi raccolti in queste pagine, nati nell’incontro e nel confronto ecumenico, offrono degli spunti di riflessione e di domanda: luoghi diversi, come lo sono un’aula accademica, un convegno di studi, un ospedale… Oggi non è più possibile assolutizzare una legge morale in campo etico e la teologia pratica cerca, con umiltà, di indicare dei percorsi da seguire all’insegna di una vita responsabile».
Ermanno Genre
I saggi qui raccolti esplorano l'atteggiamento dei cristiani nei confronti del potere, tanto nel suo esercizio quanto nella sua elaborazione teorica. In ascolto di testimonianze raccolte lungo i secoli, gli autori riflettono su autorevoli posizioni di pastori della chiesa antica, d'Oriente e d'Occidente, sul sistema teologico di Tommaso d'Aquino, su dibattiti che si sono imposti in epoca moderna e che ancora perdurano. Esperti di patrologia, storia del diritto e teologia discutono in tal modo sulla cosiddetta «laicità» e in merito alla posizione dei cristiani dinanzi al potere. Emerge così come le comunità di coloro che si professano discepoli di Gesù di Nazareth cerchino nelle sacre Scritture un indirizzo e un'interpretazione della realtà in cui sono immersi. Giungendo, a seconda della prospettiva teologica adottata e della concretezza delle vicende da cui sono provocati, a esiti più o meno divergenti.
Il volume affronta le questioni legate al sesso/gender da una prospettiva biologica, relativa agli aspetti biodinamici che governano lo sviluppo di ogni essere umano; da quella socio-antropologica, relativa alle costruzioni culturali elaborate dalle differenti culture in rapporto al sesso/gender, e dal punto di vista dell'etica, che si interroga sulla sostanza etica dei differenti orientamenti relativi a questo tema nella modernità contemporanea. La proposta di fondo è quella di superare gli schemi classificatori delle teorie relative al sesso/gender, sottolineando la singolarità e unicità di ogni essere vivente al quale deve essere garantito il diritto di vivere una vita degna di essere vissuta.
Che cos'è la coscienza storica? È la capacità di risalire il corso della storia alla ricerca di quel retroterra di memoria in cui il nostro presente è radicato e che consente di orientare e progettare il futuro individuale e collettivo. È storia che si fa "coscienza" nelle grandi narrazioni collettive e nutre le azioni e le lotte dei movimenti politici della modernità. La coscienza storica spezza il cerchio dell'eterno presente in cui tendiamo a rinchiuderci e dà prospettiva e senso alla nostra esistenza. «Quando, come accade nel nostro tempo, si trascura la propria provenienza mediante la rimozione della memoria, e l'avvenire diviene uno specchio opaco che non lascia intravedere alcuna direzione significante, allora si smarriscono i legami che connettono il passato con il presente e il futuro, così che svanisce la possibilità non solo di comprendere la storia, ma soprattutto di "fare" la storia, di assumersi la responsabilità di agire in essa, proponendosi obiettivi da realizzare e prospettive di senso da costruire. [...] Questo è uno di quei libri che, come diceva Italo Calvino a proposito dei classici, non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire». (Elena Bein Ricco)
Entrare nel Teatro di Eduardo come si entra in un mistero. È in fondo un percorso iniziatico. Immaginiamo nel mondo di Eduardo, "ultimo Re Magio", un Cristo che entra nelle sue commedie e si commuove, come un bambino. La sua è una poetica necessaria in un tempo di banalizzazione del pensiero. Un amore poetico e politico per la terra e il suo destino. Lo sguardo di Eduardo sui diversi e gli ultimi educa all'inclusione, alla convivialità; chiede riscatto per gli esclusi di oggi e per i morti di ieri. Un Teatro dove elaborare utopie possibili e da cui apprendere "buone pratiche" di giustizia. Con il desiderio di realizzare un possibile "paradiso in terra" piuttosto che rimandare tutto al Cielo... Prefazione di Adriana Valerio.
Il lungo ministero di un pastore valdese che ha affiancato la predicazione alla scrittura e all'organizzazione culturale si sviluppa per alcuni decenni e si esprime in diversi ge-neri letterari: sermoni, articoli di attualità, studi biblici, relazioni per incontri giovanili. Ne deriva un itinerario che permette di riconoscere alcuni temi costantemente all'attenzione dell'autore: la necessità di costruire e rafforzare continuamente la chie-sa, e la necessità che ogni individuo formi sé stesso alla luce della Parola biblica, strumento che ci permette di vagliare criticamente ogni intrapresa o schema ideologico con cui giornalmente ci confrontiamo. "Io dico che se non si prega non si diventa uomini e credenti; non perché Dio ti faccia diventare diverso in quel momento, ma perché senza quella disciplina non cresci, non irrobustisci la tua vita, non puoi dare spessore al tuo esistere; resti un foglio di carta, interessante e bello da leggere, ma sottile, che strappi con un colpetto d'unghia. È per te che preghi, non per Dio, e quella verifica, che fai confrontando i tuoi progetti e le tue delusioni, le tue frustrazioni ed i tuoi slanci con l'Evangelo ti fa essere altro. Parli al buio e nel buio, certo, e l'ipotesi che non ci sia nessuno ad ascoltare all'infuori di te stesso è un'ipotesi reale, nessuna voce ha mai risposto alla preghiera di un credente, ma il pregare è costitutivo del mestiere della fede proprio perché è un fare che non è prassi". (Giorgio Tourn) Prefazione di Ermanno Genre. Postfazione di Elena Bein Ricco.
I temi etici legati al fine vita continuano a essere presenti nel dibattito pubblico e a suscitare aspre controversie giuridiche e politiche. Fino a qualche anno fa eutanasia e suicidio assistito erano questioni confinate nell'ambito dell'etica medica: oggi stanno diventando sempre più questioni antropologiche fondamentali, che riguardano il modo in cui i cittadini delle società occidentali desiderano vivere la parte terminale della propria esistenza e affrontare la propria morte. In questo libro vengono presentati quattro documenti di ambito protestante e anglicano che, nel corso degli ultimi 50 anni, hanno messo in discussione l'idea che, da un punto di vista cristiano, eutanasia e suicidio medicalmente assistito siano sempre e comunque atti illegittimi. Nel caso del fine vita occorre trovare soluzioni ragionevoli che siano in grado di conciliare, all'interno di una società pluralistica, la tutela della libertà individuale, il valore della vita umana, in particolar modo di quella fragile e sofferente, e l'equità sociale nell'allocazione delle risorse sanitarie. Nella pratica, sul piano medico e soprattutto su quello legislativo, è necessario prendere decisioni il più possibile condivise, che stabiliscano criteri e norme d'azione certe e comprensibili. Perché questo sia possibile, è necessaria una riflessione individuale e collettiva su valori e principi, che si basi su una corretta e approfondita informazione.
A partire da un intenso incontro con Dario Fo, il teologo, scrittore e burattinaio Marco Campedelli - cui Alda Merini dedicò "La clinica dell'abbandono" - ripercorre l'opera del premio Nobel, in primis "Mistero buffo", mettendo al centro la fragile quanto suggestiva ipotesi che Gesù avesse fondato una compagnia teatrale itinerante, fatta di pescatori, ex esattori delle imposte e donne, per trasmettere il suo messaggio rivoluzionario. «"E se Gesù avesse messo davvero in piedi un teatro? Una compagnia girovaga per raccontare il mondo alla rovescia?" Lo chiesi a Dario Fo al Castello di Sorrivoli. Fo, facendo gli occhi grandi, rispose "E perché no?". Un Gesù "figlio d'arte", del più grande drammaturgo dell'universo, un Gesù giullare, che svela i segreti di Dio mentre smaschera la macchina del potere: cosa avrebbe provocato il teatro del vangelo se non fosse stato censurato? Ripercorrendo l'opera desacralizzante di Fo, da Mistero Buffo a Lu Santo Jullare Francesco e non solo, mi sono messo alla scuola del teatro viaggiante del Nazareno, rivendicando uno spazio rispetto a un sistema teologico e a una macchina di potere che hanno continuato a nascondere la forza eversiva e rivoluzionaria del messaggio di Gesù» (Marco Campedelli).
Esponente di spicco della cultura italiana degli ultimi decenni, Erri De Luca si accosta da tempo al testo biblico da lettore, traduttore, esegeta e riscrittore. In questo volume, Luciano Zappella ci propone un articolato percorso finalizzato a mettere in risalto le coordinate della presenza della Bibbia nella multiforme opera De Luca. Narratore, saggista, poeta e traduttore, nel panorama culturale degli ultimi decenni Erri De Luca rappresenta indubbiamente una voce originale. Le sue esperienze biografiche, le scelte letterarie e il suo rapporto con la Bibbia ne fanno un intellettuale senza parentele. Non credente ma non ateo, De Luca si è accostato al testo biblico da lettore competente, da traduttore autodidatta, da ri-narratore e scrittore poliedrico. Lungi dall'essere semplice motivo ispiratore, la Bibbia - che lo accompagna da quarant'anni - funge per lui da testo fondatore e da codice antropologico universale, influenzandone anche lo stile. Luciano Zappella propone un percorso ragionato nella variegata produzione di De Luca mettendo i lettori a diretto contatto con le sue parole.
Nell'era in cui l'unica regola è non avere regole, il sesso, da proibito al di fuori dal legame legalizzato contrattualmente (o sacramentalizzato per cattolici e ortodossi), è diventato merce-documento-informazione che primeggia nelle classifiche del giro d'affari internazionale della rete, ed è è sfruttato come richiamo in modo più o meno esplicito in un'infinità di altre merci e servizi. La prima parte del volume, curata da Gordon Cappelletty,- analizza la situazione di crisi e di trauma rispetto alle relazioni umane per mostrarne le potenzialità positive di trasformazione. La seconda parte, di Romano Màdera, tocca le nuove forme di relazioni amorose inquadrate nel passaggio storico del caos socio-economico, per poi interrogarsi sull'interpretazione psicoanalitica e sulle possibili risposte offerte dalla simbolica dell'ebraismo e del cristianesimo. Il sesso non è l'amore, ma l'amore implica spesso la sessualità, e allora si sa che gli incontri a fini sessuali, o i tentativi di incontro, o il sesso virtuale, si sono moltiplicati esponenzialmente, come testimoniano i siti che coprono ogni tipo di domanda potenziale. Se poi si facesse un gran calderone incrociando tutte le varietà possibili del termine «sesso», allora, oltre alla conferma che il consumo pornografico e l'offerta di prostituzione fanno girare più denaro in internet di qualsiasi altra offerta, vedremmo con chiarezza che sesso e amore sono due dimensioni dell'esperienza ben distinte e, spesso, molto distanti l'una dall'altra. E fin qui, in realtà, il caos è soltanto apparente: il circo universale degli affari è molto efficace nell'ordinare ogni attività al fine di accrescere i suoi volumi. Ma nel mondo degli amori - basta guardare alla frequenza delle rotture, alla biografia sentimentale delle persone, all'oceano di scontento e di dolore che le accompagna - sembra che la maggiore libertà si accompagni a una confusione nel sentire, a decisioni sempre sull'orlo della revoca, a un affievolirsi snervante di ogni capacità di mantenere e di costruire.
A oltre 50 anni dalla morte di Jack Kerouac, il senso della sua opera - tormentata e magmatica - rimane ancora in parte inesplorato. Luca Miele setaccia la poetica dell'autore di On The Road, rintracciando le apparizioni che essa ospita, le estasi che la accendono, la solitudine che la tormenta, le cadute che la trafiggono, l'inquietudine religiosa, l'ansia, la lotta e l'affidamento a Dio.
Paolo Ricca e Giovanni Cereti propongono ai lettori - con ampiezza di argomentazioni - le loro ragioni a sostegno dell'ospitalità eucaristica in confronto dialettico con un ampio ventaglio di posizioni attraverso le quali il tema è sviluppato secondo la prospettiva cattolica, ortodossa, luterana, battista, metodista, valdese, avventista, anglicana e pentecostale e analizzato nelle sue implicazioni di tipo liturgico, dottrinale, pastorale e normativo.
Il volume ideato e curato da Isabella D’Isola indaga il rapporto tra esseri umani e animali nelle principali religioni mondiali. Partendo dallo studio della Bibbia ebraica, di quella cristiana e del Corano, e passando poi all’analisi di buddhismo, sikhismo, induismo, confucianesimo e taoismo, emergono le differenti concezioni dell’importanza e del ruolo degli esseri umani nell’ordine del creato e della natura.
«L’analisi delle posizioni filosofiche, storiche, etiche, bioetiche, economiche, letterarie, scientifiche non è bastevole per la comprensione delle relazioni con gli animali. Attraverso i secoli le religioni hanno determinato le modalità esistenziali dei credenti e dei non credenti, hanno costituito uno sfondo ideologico di cui è necessario avere coscienza per comprendere come gli esseri umani si sono relazionati con il mondo».
Isabella D’Isola
Indice testuale
Introduzione
di Isabella D’Isola
1. «Non metterai la museruola al bue, mentre sta trebbiando» (Deut. 25,4)
Esseri umani e cura degli animali nella tradizione ebraica
di Claudia Milani
2. Un cantico per le creature
Tracce animaliste nel pensiero cristiano
di Raffaele Mantegazza
3. Gli animali nel Corano: il rapporto fra Allah, uomo e natura
di Francesca Badini e Francesco Cargnelutti
4. «Aspiro soltanto ad essere l’asina di Balaam»
Protestantesimo e animali
di Daniela Di Carlo
5. Religioni indiane e mondo animale
di Donatella Dolcini
6. Buddhismo: che tutti gli esseri possano essere felici
di Marilia Albanese
7. Rappresentazioni degli animali nei miti e nelle leggende dalla Cina arcaica ai nostri giorni
di Isabella Garofali
Gli autori
Bibliografia
di Michele Cacciapuoti e Isabella D’Isola
Dopo il volume dedicato in questa stessa collana a Leonard Cohen, Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini si mettono alla ricerca degli elementi etici e religiosi presenti in uno degli eroi più noti e amati del fumetto italiano, il cowboy Tex Willer, ranger abilissimo nel maneggiare la Colt, amico dei pellerossa, antischiavista e avversario di ogni ingiustizia. «Tex Willer potrebbe essere considerato il modello del nuovo uomo italiano nel secondo dopoguerra, quasi a offrire, forse suo malgrado, un prontuario esistenziale per il Belpaese uscito con le ossa rotte dal conflitto. Reinventando l'identità nazionale andata in pezzi in una nuova, di stampo maschile, che fruga nella consolidata tradizione western per rinvenirvi un punto di riferimento atto a ripensare il problematico rapporto fra individuo e autorità. Un manuale di pronto utilizzo in cui centrali sono temi come lealtà, libertà, oppressione, violenza e linguaggio, grazie a cui Tex è destinato a diventare, nell'arco di pochi decenni, non solo un personaggio ben riconoscibile nella cultura pop tricolore, ma anche l'eroe di una delle più rilevanti e longeve saghe contemporanee» (Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini).
Con prosa poetica, Marco Campedelli, per Alda Merini «don Chiodo», racconta la poetessa tra le memorie di un’amicizia interrotta dalla morte e il sogno, mai concluso, della sua utopia poetica. Seguendola nei suoi incontri e scontri con il divino, osservandola nel viaggio tra le pagine della Bibbia e nel suo amore evangelico per Gesù, ma anche in compagnia di poeti quali Garcia Lorca, Neruda, Pasolini e Turoldo.
«Un libro per rileggere, nelle insurrezioni e risurrezioni di Alda Merini, anche la nostra testarda voglia di rinascere. “Non dimentichiamoci”, scriveva Alda, “che la farfalla all’inizio è solo un bruco strisciante... io ho avuto questa gloriosa metamorfosi e ho messo finalmente le ali”».
Marco Campedelli
«Raccontare Alda Merini in presa diretta. Immaginare nei suoi versi il teatro poetico della sua vita. Salire sulla zattera del suo corpo narrante, che attraversa il mare della storia altra, quella dei folli e dei perduti. Accompagnarne il viaggio tra le metafore bibliche e nel suo innamoramento evangelico per quel Gesù, poeta, dal cuore di donna. Sentire il suo cuore innamorato da Maddalena e la sua indignazione nel cacciare i mercanti del tempio. Osservarla in compagnia del corteo che seguiva Gesù a Gerusalemme, sulla via della croce o tra le donne e i bambini, nelle osterie in cui Gesù spezzava il pane e ballava la vita. Così come in compagnia di Garcia Lorca, Neruda, Pasolini e Turoldo».
Marco Campedelli
Come le parabole del vangelo, le strisce di Mafalda - eroina "arrabbiata" e "contestataria" - rifiutano il mondo così com'è. Come il vangelo, il personaggio del fumettista argentino Quino ci aiuta a non abdicare al dovere di indignarci di fronte all'ingiustizia, a non dimenticare che la vera domanda filosofica non riguarda tanto l'essere e il nulla quanto come sia possibile il bene al posto del male.
A partire da un vissuto di fede e di impegno sociale e politico comune a molti di quanti restano fedeli ai valori del Sessantotto, Tonino Perna riflette sul senso dell’essere cristiani nel nostro mondo iperconnesso, ipertecnologico e biotecnologico, esortando a restare umani e camminare insieme verso la giustizia sociale e la salvaguardia del pianeta.
«La memoria e la luce sono alla base della nostra vita e della nostra fede, che si tratti di un credo religioso o politico».
Tonino Perna
Attraverso una riflessione su due elementi alla base del cristianesimo – la memoria legata a Cristo e la vera luce di Dio –, Tonino Perna si avvicina alla ricerca scientifica e alla ricerca della fede con la lente degli ideali incorrotti della contestazione sessantottina e si interroga sul senso dell’essere cristiani oggi. Minoranza in molte realtà e perseguitati in alcuni Paesi, per Perna i cristiani hanno davanti a sé un orizzonte comune a quanti – laici, non credenti o di diversa religione – sanno restare umani, dando priorità all’etica e dedicando la loro vita, in una responsabile “co-creazione” del mondo, alla salvaguardia dell’ecosistema e alla giustizia sociale, tra loro saldamente intrecciate quanto la memoria e la luce.
La parola biblica deborda nei versi di Bob Dylan, costeggia l'opera di Woody Guthrie, preme nella "teologia del Padre" di Bruce Springsteen, sostiene la poetica di Johnny Cash, urla nella furia di Patti Smith. Che si manifesti nella lotta o nell'abbraccio, nella fede o nella sua negazione, il rapporto con la Scrittura feconda il canzoniere di alcune delle voci più significative del rock. Ed è proprio la distanza, la ferita che si apre tra la parola biblica e il suo riecheggiare nella musica pop a renderne fertile e vertiginoso il risuonare. Massimo Granieri e Luca Miele provano a catturare quegli echi inseguendo suggestioni e voci, incrociando percorsi, affastellando canzoni in modo dichiaratamente non sistematico, aperto e fluido. Prefazione di Antonio Spadaro.
Come le parabole del vangelo, le strisce di Mafalda – eroina “arrabbiata” e “contestataria” – rifiutano il mondo così com’è. Come il vangelo, il personaggio del fumettista argentino Quino ci aiuta a non abdicare al dovere di indignarci di fronte all’ingiustizia, a non dimenticare che la vera domanda filosofica non riguarda tanto l’essere e il nulla quanto come sia possibile il bene al posto del male.
«Anche se al mondo ci sono più “problemologi” che “soluzionologi”, come sostiene Mafalda, la piccola peste dei fumetti di Quino, non è un buon motivo per rinunciare al cambiamento, come dice il vangelo. È infatti possibile un diverso modo di stare al mondo, quello che si può esprimere con l’“avere tutto senza possedere nulla”. Da Mafalda e dal vangelo impariamo che il criterio di giustizia sta nella circolazione dei beni e non nel loro accaparramento. La risposta al problema della fame, ad esempio, prima che da una pratica viene da un pensiero: quello della gratuità. Molto oltre le intenzioni di Quino e degli evangelisti, Mafalda e il vangelo prestano attenzione alla dimensione etica della vita e portano avanti lo stesso appello alla giustizia e alla pace».
Marco Dal Corso
«Per narrare il rapporto conflittuale tra padri e figli, Springsteen ritorna a Adamo e Caino (Adam Raised a Cain). Per raccontare l’irreparabilità della perdita, “una distanza che non può essere colmata”, si rifà alla solitudine di Gesù al Calvario (Jesus Was an Only Son). Per cantare la ferita del dolore ricorre alla simbologia della Croce (I’ll Work for Your Love). Per contrapporsi al disgregarsi della comunità, fa riecheggiare l’invito evangelico ad “amarsi uno con l’altro” (Jack of All Trades)».
Luca Miele
L’intera produzione di Bruce Springsteen è punteggiata, attraversata, nutrita da simboli e figure religiose. Un rapporto, quello tra il cantante di Born in the U.S.A. e la fede, mai pacificato, sempre conflittuale, controverso, spigoloso, aperto. Mediata dal patrimonio degli spirituals – che Springsteen riattualizza nell’esperienza di The Seeger Sessions –, la Bibbia costituisce una sorta di pre-testo a cui il cantante si appoggia per costruire la sua (formidabile) narrazione americana.
Fede, speranza, risurrezione sono le parole chiavi del “vocabolario” del rocker americano. Un vocabolario che non disconosce la tragedia, la violenza, il male, ma li trasfigura nell’impegno, nell’attesa, nella tensione escatologica. Nella certezza che «un nuovo giorno sta nascendo» (Rocky Ground).
Alla ricerca dei segni biblici, in particolare apocalittici, che trasudano, anche con ironia e sarcasmo, da ogni pagina di Stephen King, Alessandro Tenaglia rilegge i romanzi horror del popolarissimo scrittore americano di famiglia metodista mettendo al centro la sua opera più emblematica, quella sorta di apocalisse che è It. Attraverso la narrazione acuta e sensibile di situazioni realistiche e personaggi verosimili, l'opera horror di Stephen King contiene, per Alessandro Tenaglia, una complessa trama di significati, molti dei quali di risonanza biblica, in particolare apocalittica.
Termine chiave della modernità in generale e della tradizione protestante in particolare, la "coscienza" rimanda direttamente ai concetti di "individuo" e "soggetto", andando dritta al cuore di ogni idea di libertà. Un contributo alla riflessione sulla libertà di coscienza e il suo tormentato cammino nella storia. Con il dissolversi della visione premoderna, in cui la natura e Dio erano saldamente uniti, tra dimensione terrena e ultraterrena si produce uno iato: desacralizzandosi, il mondo mostra tutta la sua contingenza e, in parallelo, l'essere umano si trova esposto alla sfida di ridefinire se stesso e il senso del suo esistere in un tempo sospeso in cui, venute meno le antiche certezze, sorgono questioni nuove cui non sa dare risposta. È in questo contesto che la "coscienza" acquista centralità, in primis tra i protestanti. Intrecciando analisi storica, riflessione teologica e sguardo sull'attualità, il volume si offre come contributo al dibattito su temi quali i diritti individuali, il pluralismo religioso, la laicità dello stato, le libertà individuali e collettive.
Peter Ciaccio e Andreas Köhn ci guidano in un affascinante viaggio tra mondi e universi stellarmente lontani, tra concezioni e teologie diverse e diversamente sfaccettate, tra dimensioni irriducibilmente parallele che, pur tuttavia, convergono nella speranza in una luce che illumini le tenebre.
Sono ormai diversi anni che ci si interroga sul nesso tra cristianesimo e violenza contro le donne. Se nella Bibbia si trovano brani ed episodi di terribile violenza contro le donne, la millenaria storia della chiesa ne mostra la reiterata connivenza con un sistema sociopolitico e simbolico che consente, quando non istiga, la violenza di cui esse sono oggetto. In questa pagine Elizabeth E. Green propone un'analisi delle Scritture e della dottrina delle chiese per comprendere come e quanto il cristianesimo abbia contribuito all'affermarsi di tale cultura violenta per affrontare la questione nell'ottica di un radicale e concreto percorso di cambiamento che veda impegnate in prima linea - insieme a donne, uomini, famiglie e comunità - le stesse chiese. "Lo stesso cristianesimo è stato terreno fertile per la cattiva pianta di leggi e tradizioni che opprimono e discriminano le donne. Alcune sue espressioni e modalità d'agire continuano a veicolare una cultura connivente con la violenza maschile contro di loro." (Elizabeth E. Green).
Anche se con tutta probabilità Antoine de Saint-Exupéry non pensava alla Bibbia scrivendo Il Piccolo Principe, per Stefano Giannatempo questo classico della letteratura è un ottimo commento laico al vangelo. Posto un bambino in mezzo ai discepoli, Gesù disse infatti "In verità vi dico: se non diventate come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli". Per rileggere Il Piccolo Principe, classico di Antoine de Saint-Exupéry, Stefano Giannatempo attinge alle Scritture, alla spiritualità e alla teologia cristiana ecumenica. Il viaggio, tra asteroidi e pianeti, e gli incontri del piccolo principe - con la rosa, il lampionaio o la volpe - diventano occasione per ragionare sulle radici, le relazioni, la cura, la morte, il rapporto con il tempo, la Parola di Dio, la chiesa. Una rilettura che cerca di aiutare i lettori a crescere restando piccoli, nella genuina semplicità evangelica, per rinnovare la gratitudine espressa da Gesù nel "Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli". Spunti per la riflessione e le attività didattiche accompagnano il testo.
La malattia di un genitore come possibilità di accompagnarlo nell'ultimo tratto di strada
Il fine vita di un genitore e il senso pi√π forte della propria vita
La mancanza di Dio, la fede, i doni di una crescita e di uno sviluppo interiore
I primi tempi della malattia di mia madre, l'Alzheimer, sono stati un susseguirsi di emozioni forti e totalizzanti, come una serie di sonori ceffoni.
Mi sono detta "Non voglio dimenticare", e ho iniziato a scrivere: avevo paura che il tempo potesse sbiadire la forza e la violenza di ciò che stavo vivendo.
Poi pian piano la scrittura è diventata un luogo dove riflettere su di me, su di lei, sulla sofferenza, su Dio e il mio rapporto con Dio.
Ho pensato che Dio non c'entrasse più niente con la mia vita, ma anche che mi avesse dato una vita complessa, piena di cose buone e meno buone, e che se fossi stata in grado di tendere l'orecchio o guardare bene, avrei potuto trovare in questo percorso una crescita, uno sviluppo interiore.
Laura Baldassini
Se da sempre, nella vita, nella cultura, nella storia e nella Costituzione, in America Stato e Chiesa sono rigorosamente separati, viceversa, religione e politica non lo sono. Tra le due vi è sempre stata una tensione-attrazione che ha segnato in modo diverso, a volte traumatico e sempre profondo, la vita pubblica del paese e dei cittadini. Alcuni episodi esemplari segnano il percorso della vita americana e il senso del libro, in primis l'aspro dibattito intorno a John Fitzgerald Kennedy, primo candidato - e poi presidente - di religione cattolica. Pubblicato originariamente negli Usa, nell'attuale edizione il volume tiene conto del significativo espandersi dello scontro-incontro tra politica e religione nell'America di oggi.
La ricerca sull'immigrazione evangelica nel nostro Paese qui proposta è dedicata a Jerry Essan Masslo, il profugo politico sudafricano, nonché predicatore battista, che nell'agosto 1989 fu ucciso a Villa Literno nel corso di una rapina ai danni degli immigrati impegnati nella raccolta del pomodoro. La sua morte svelò la condizione di migliaia di "invisibili" e la rilevanza di un processo sociale che già allora fece dell'Italia una terra di immigrazione. E alle sorelle e ai fratelli di Jerry - le migliaia di immigrati evangelici che nel nostro paese vivono, lavorano, studiano e confessano la loro fede - dobbiamo anche la progressiva affermazione di un "nuovo pluralismo religioso".
Nel nostro mondo ormai glocale - ovvero globale e al contempo localizzato - assistiamo al progressivo superamento della classica identità nazionale in direzione del pluralismo identitario e dell'ibridazione tra popoli e culture.
Immigrazione, o meglio mobilità globale, e cittadinanza vanno di conseguenza ripensate secondo categorie culturali adeguate ai cambiamenti.
La dinamica della contrapposizione del "noi/voi" non può quindi che aprirsi a un ampio e autentico discorso del "noi", a un reciproco incontro e scambio tra migranti e autoctoni, dando spazio alla legittima aspettativa dell'accoglienza e restituendo dignità a ogni essere umano, a vantaggio di tutti.
Che c'entra J.R.R. Tolkien, professore a Oxford e autore del celebre Il Signore degli Anelli e di altre note saghe di sapore neopagano, con la Bibbia? Non è uno scrittore di libri fantasy? E se dietro le sue opere dalle tonalità fiabesche ci fossero modelli di riscrittura biblica e, addirittura, di catechesi da utilizzare nella pastorale giovanile, e non solo? Specie per gli habitués delle pagine bibliche, non di rado coinvolti nel circolo dell'abitudine che rende anche la Bibbia testo apparentemente già noto e acquisito, Tolkien riserva interessanti sorprese, ma "Dobbiamo pulire le nostre finestre, in modo che le cose viste con chiarezza possano essere liberate dalla tediosa opacità del banale".
La bioetica non è una disciplina di settore, ma la forma in cui la filosofia morale rivive e trionfa nelle società contemporanee: a partire dai dilemmi quotidiani sollevati dalla medicina e dalla tecnica, essa impone a tutti, e non solo all'esperto, di ripensare il significato di esperienze umane universali come la nascita, la morte e la malattia.
Distorsioni nel rapporto tra cristiani ed ebrei, tra autorità delle scritture e tradizione
Distorsioni nel rapporto tra chiesa e potere, tra fede e morale
L’invito a riflettere sul significato del vero cristianesimo
In un illuminante viaggio nella storia cristiana, Eric W. Gritsch analizza e sottopone a un esame di realtà il cristianesimo, denunciandone elementi, aspetti e distorsioni che nei secoli sono diventati “tossici”.
Quattro macro-correnti di pensiero che hanno intossicato e ancora intossicano il nucleo della spiritualità cristiana, indebolendone il messaggio.
Antisemitismo, fondamentalismo, trionfalismo e moralismo, ovvero, in sintesi, l’alterazione dei rapporti fra cristiani ed ebrei, fra l’autorità della Scrittura e quella della tradizione, fra la chiesa e il potere secolare, fra la fede e la morale.
Un invito a riflettere su ciò che è autenticamente cristiano e su ciò che non lo è, lasciandosi alle spalle pregiudizio, ignoranza, violenza e paura.
Il giornalista svizzero Jacques Légeret ha di tanto in tanto il privilegio di vivere con la famiglia all’interno della più antica (1760) comunità amish degli Stati Uniti, Lancaster County, a un paio d’ore d’auto dal caos di Filadelfia.
Raccontando l’esperienza di quotidiana condivisione delle attività religiose e sociali degli amish del «vecchio ordine» e ripercorrendo la misconosciuta storia che dalla Riforma anabattista porta a queste comunità rurali, Légeret si interroga su una società radicalmente diversa dalle nostre: Com’è possibile oggi, nel cuore degli Stati Uniti, vivere rispettando regole religiose e morali stabilite nel XVI e XVII secolo, rifiutare l’istruzione superiore e l’elettricità pubblica, bandire radio e televisione, spostarsi su carri trainati da cavalli, vestirsi tutti allo stesso modo?
Com’è possibile, cioè, nel paese dell’individualismo e della concorrenza a oltranza, rifiutare competizione, mondanità e tecnologia?
Un ritratto, dall’interno, di una società che relativizza profondamente i «valori» occidentali e propugna una vera e propria contro-cultura della non violenza, della sicurezza affettiva, della separazione dal mondo…
Negli ultimi anni, numerose chiese protestanti si sono occupate dei problemi etici sollevati dalle recenti possibilità mediche di prolungare la vita, dall'accompagnamento ai morenti alla possibilità di sospendere i trattamenti, dal rifiuto dell'accanimento terapeutico alla discussione sull'eutanasia. Il Documento del Consiglio della Comunione di chiese protestanti in Europa è il frutto di un percorso di studio e riflessione pluriennale volto a definire una posizione evangelica comune a partire dai testi elaborati sui temi del fine vita dalle singole chiese. La sua pubblicazione è particolarmente rilevante in un contesto, come quello italiano, in cui la specificità dell'impostazione etica protestante e il suo possibile contributo al dibattito pubblico sono scarsamente conosciuti.
Adulti e bambini di fronte a lutti, separazioni e distacchi in famiglia.
A cinquant'anni dall'uscita di "Love me do" - primo 45 giri dello storico quartetto di Liverpool -, i Beatles continuano a essere il simbolo di quel periodo di ribellione verso tutto ciò che era potere costituito, chiese incluse, che furono, e restano, gli anni Sessanta. A partire dalla trasformazione, tramite veri e propri riti collettivi, di quattro ragazzi qualsiasi in idoli, Peter Ciaccio, autore del "Vangelo secondo Harry Potter", propone con la consueta verve una rilettura degli aspetti "religiosi" del fenomeno Beatles. Con la lente dei dieci comandamenti, Ciaccio va in cerca dei punti di consonanza e dissonanza tra la vita e le opere dei Beatles e il nucleo fondante del messaggio cristiano, trovandoli in primis in quell'ideale di nuova umanità fondata sull'amore e in quel "vangelo" laico, illuminista e umanista che volevano migliorare almeno un po' la sad song di un mondo ingiusto e violento.
Caratterizzato da biografie diversissime - c'è chi vive in coppia e chi solo, chi ha figli e nipoti e chi non ne ha, chi cerca nuovi sbocchi professionali e chi comincia a pensare di lasciare il lavoro -, il cinquantesimo compleanno è per quasi tutti una vera e propria cesura. Segnata da cambiamenti radicali, la metà simbolica della vita può diventare occasione per una pausa di riflessione particolare, cui le pagine della teologa Margot Kässmann forniscono preziosi spunti in direzione della (ri)scoperta della gioia di vivere e della saggezza di "celebrare il tempo che si ha davanti, rimanendo aperti al futuro in attesa di nuovi eventi e nuove clamorose esperienze". Nel mezzo del cammin di nostra vita: riflessioni sull'essere a metà della vita, oggi.
Nono presidente della Repubblica italiana e, ininterrottamente, deputato a partire dall'Assemblea Costituente del 1946 e dal primo Parlamento del 1948, nella sua vita politica Oscar Luigi Scalfaro difese sempre con grande coerenza il principio costituzionale della laicità dello Stato. Definito da molti "un cattolico laico", per Scalfaro lo Stato fu sempre "la casa di tutti", un luogo aperto, capace di accogliere diverse sensibilità e diverse tradizioni culturali e religiose. Attraverso alcuni brevi scritti, in parte inediti, e alcune interviste su laicità, pluralismo e libertà religiosa, il volume si concentra in particolare sui rapporti di Scalfaro con il mondo protestante.
Storie di piccoli pazienti e riflessioni sulla sofferenza, la paura e il "prendersi cura" In diretta continuità con "Aiutami a non avere paura" di Cristiana Voglino - dedicato all'esperienza di accompagnare i più piccoli nelle malattie gravi - questo volume - scritto da tre professioniste del mondo educativo, a loro volta madri - riflette sulla realtà della malattia e della morte dei bambini, figli o pazienti, sul prendersi cura, sul "supportare" e "sopportare" la sofferenza, accrescendo la propria capacità di reagire. Prefazione di Duccio Demetrio. Postfazione di Rossana Becarelli.