Dopo gli otto volumi del “Commentario ai documenti del Vaticano II”, che hanno preso in esame ogni singolo documento del Concilio, l’ultimo – che conclude l’importante e originale opera – presenta una lettura sintetica e insieme prospettica del lascito del Concilio stesso.
I numerosi e prestigiosi autori coinvolti in questo IX volume, scrivendo il loro contributo, hanno potuto avvalersi delle preziose introduzioni ai documenti e del commento puntuale a ogni singolo paragrafo dei testi conciliari presenti negli otto volumi e fondati sullo studio dei passaggi salienti della storia della Redazione e sulle prospettive offerte dagli studi sul Concilio degli ultimi cinquant’anni. Su questa base, il presente testo offre degli studi a carattere tematico che, mentre rileggono il corpus teologico-letterario del Concilio in chiave sistematica, tentano di vedere l’eredità che esso rappresenta per il presente e il futuro della Chiesa e della teologia.
Si tratta di un decisivo complemento al Commentario, in quanto guarda ai testi conciliari con un intento più squisitamente speculativo. Pertanto, esso risulta parte integrante del grande progetto del Commentario, che volge così al termine.
Si può, inoltre, rilevare che, guardando ai molti scritti pubblicati che hanno per tema il Vaticano II, questo volume rappresenta, anche in se stesso, un testo nuovo e per molti aspetti unico.
Sommario
Tra gli oltre venti autori dei contributi, ricordiamo: Gilles Routhier, Giacomo Canobbio, Severino Dianich, Giuseppe Ruggieri, Claudio Ciancio, Carlos Schickendantz, Massimo Faggioli, Daniele Menozzi.
Note sull'autore
Serena Noceti è docente stabile ordinario di Teologia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Galantini» di Firenze e tiene corsi alla Facoltà teologica dell’Italia centrale. Socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane, è stata vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Roberto Repole è docente di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino e al biennio di specializzazione in Teologia morale sociale della Regione ecclesiastica Piemontese. È presidente dell’Associazione Teologica Italiana.
L'ampia scena che fa da sfondo a questo studio è quella dell'attuale riscoperta del sacro nel contesto pubblico e privato. L'interesse più specifico riguarda invece la ricerca di un nucleo antropologico di base, riconosciuto come principio condiviso del sentimento religioso del senso. A questo fine il volume si impegna, fin dall'apertura del sipario, ad intercettare il «cuore» - ma si potrebbe anche dire, il logos e l'ordo - di tale esperienza universale, concentrandola attorno alla figura della nominazione di Dio. Dopo aver illustrato il valore storico e la debolezza congenita dei modelli teorici alternatisi sul campo di una valutazione critica della prassi religiosa (naturalismo, positivismo, critica dell'ideologia, fenomenologia), il piano di lavoro assume le questioni giudicate per lo più fondamentali. Che cosa identifica e subito distingue l'esperienza religiosa della giustizia e della verità dell'esistere da altre figure intenzionali del senso? Dove si insedia il suo principio, eticamente inconfondibile? Come si accende quella forma dell'adesione emozionata e convinta alla vita di Dio, che coltiva la sua espressione soggettiva e comunitaria, affettiva e concettuale, simbolica e pratica, nelle espressioni del vissuto religioso e spirituale? E, infine, come si forgia con le parole che contano e i segni che valgono un rapporto autentico con la dismisura del sacro? Postfazione di Pierangelo Sequeri.
Il riferimento alla fecondità/sterilità del grembo femminile e alle gioie/dolori legate all'esperienza del generare e del dare alla luce attraversa trasversalmente la Scrittura, dal libro della Genesi a quello dell'Apocalisse, sia in quanto esperienza antropologica fondamentale, sia in quanto metafora utile a descrivere l'agire di Dio e degli esseri umani in rapporto a Lui. A partire da una analisi puntuale del ricorrere di questi riferimenti nell'Antico e nel Nuovo Testamento, lo studio intende esplicitare lo spessore ermeneutico di questo riferimento in ordine alla comprensione della rivelazione di Dio e dell'identità e missione dell'essere umano. Tre sono i nodi teorici che questo percorso permette di far emergere: il primo è l'analogia tra generazione e creazione, tema fortemente presente nelle religioni antiche, recepito dalla Scrittura ma censurato dalla teologia dopo il Concilio di Nicea; il secondo riguarda il legame intrinseco tra nascita e resurrezione, tema che ha favorito la comprensione e l'annuncio del kerigma pasquale e ha informato lo sviluppo della catechesi e della liturgia battesimale dei primi secoli, dimenticato progressivamente in seguito sia nella riflessione che nell'azione pastorale della Chiesa; il terzo riguarda la presenza e il ruolo di Maria nella storia della salvezza, tema ancora caldo e attuale della mariologia contemporanea. Prefazione di Giovanni Cesare Pagazzi.
La ragione della speranza è un manuale, pensato sia per studenti delle facoltà teologiche e degli istituti di scienze religiose, sia per quanti sono interessati alla teologia. Il volume costruisce infatti un percorso che si sofferma su alcune tematiche fondamentali: a partire dal racconto originario della morte e risurrezione di Cristo e dalla sfida alla ragione umana che il mistero pasquale suscita, affronta la tematica di come sia possibile parlare adeguatamente di Dio e quale sia la singolarità cristiana nel parlare di Dio. Il testo riflette sulla tradizione e sulla recezione nella fede dell'annuncio cristiano, si sofferma sul carattere epistemologico, sui metodi e sullo sviluppo storico della teologia in quanto scienza e, infine, spiega come si rapporti la teologia con la vita personale e comunitaria e quale sia la sua funzione ecclesiale. Il testo inserisce i concetti fondamentali della teologia, utili ai principianti della disciplina, all'interno di una tesi secondo la quale essa è possibile solo a partire dalla novità dell'evento-Gesù e che la sua funzione è sostenere e nutrire la ragione, la speranza e l'amore di quanti, singoli e comunità, si soffermano ad ascoltare quest'annuncio.
La Chiesa sinodale in Cristo Gesù è il popolo di Dio in cammino, profezia della fraternità universale e del Regno. La sinodalità ha caratterizzato, anche se con termini, istituzioni e modalità diversi, il cammino della Chiesa fin dall'inizio, manifestandone l'identità e la missione. I diversi doni carismatici e ministeriali, la stessa costituzione gerarchica della Chiesa non precedono la comune vocazione sinodale, ma la servono. Vivendo a fondo questa chiamata comunitaria i carismi e i ministeri, laicali e ordinati, sfuggono da ogni pericolo di contrapposizione e di opposizione, depotenziando in questa prospettiva ogni logica di potere e facilitando la comunione e il servizio. La tensione sinodale è connaturale a ogni dono carismatico, ministeriale e gerarchico. In questo panorama teologico, ecclesiologico e sacramentale si colloca la rilettura sinodale della Chiesa, popolo di Dio, dei carismi e dei ministeri che la costituiscono e della sua stessa missionarietà. È questa la proposta e la prospettiva che l'autore vuole offrire alla comunità ecclesiale e alla riflessione teologica.
Il 18 ottobre 1990 papa Giovanni Paolo II ha promulgato il Codex canonum Ecclesiarum orientalium, entrato in vigore il 1° ottobre dell'anno succesivo. Si tratta del Codice comune a tutte le Chiese orientali cattoliche, emanato per la prima volta nella storia della Chiesa dalla Sede Apostolica. Questo testo fa parte integrante dell'unico Corpus iuris canonici, costituito dai tre documenti: il Codice di diritto canonico della Chiesa latina, promulgato nel 1983; la costituzione apostolica Pastor Bonus del 1988 per il riordinamento della Curia Romana e, appunto, il Codice dei canoni delle Chiese orientali, articolato in 30 titoli, divisi in capitoli, suddivisi a loro volta in articoli, e comprendente 1546 canoni. La promulgazione di due Codici di diritto canonico è anzitutto l'attuazione dell'ecclesiologia del Concilio Vaticano II enunciata nei documenti conciliari Lumen gentium, Orientalium Ecclesiarum e Unitatis redintegratio, dai quali emerge il principio dell'unità della Chiesa universale nella legittima diversità: unica fede professata in diverse teologie; unica fede celebrata nelle diverse liturgie; unica fede testimoniata nelle diverse discipline. Il Codice dei canoni delle Chiese orientali esprime questa realtà con il termine Ritus, che consiste nel patrimonio liturgico, teologico, spirituale e disciplinare delle Chiese che hanno origine dalle tradizioni alessandrina, antiochena, armena, caldea e costantinopolitana.
La collana si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un commentario di taglio scientifico ai documenti del Concilio Vaticano II, in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione dell'Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche.
Il volume 8 presenta e commenta la costituzione pastorale Gaudium et spes in cui si profila il volto di una Chiesa immersa nella storia, capace di donare e ricevere da essa e, proprio per questo, in grado di assumere le grandi sfide che vengono dalla modernità: sul piano della visione dell'uomo, della sua storicità e del suo destino, del rapporto con gli Stati e la società civile, con la cultura, con l'economia, con lo sviluppo scientifico e tecnico, con la ricerca – insieme a tutti gli uomini di buona volontà – di una convivenza pacifica tra i popoli.
Attraverso uno studio scientifico, il volume ricostruisce l'iter travagliato della Costituzione e offre un commento puntuale a ogni numero del documento. Si potrà così scoprire che se alcune questioni risentono del tempo in cui fu scritto il documento, altre risultano invece di sorprendente attualità.
Sommario
Sigle. Introduzione generale. I. Gaudium et spes. Introduzione: nel conflitto delle interpretazioni (F. Scanziani). I. «Il processo è il risultato»: la complessa genesi del testo. 1. Fase zero: la «preistoria» del testo. 2. Una travagliata gestazione: alla ricerca di una strada. 3. Fase conciliare: il dibattito in aula. II. Snodi teologici: idee portanti del documento, loro ricezione ed ermeneutica. 1. Una rivoluzione copernicana: il complesso rapporto Chiesa-mondo. 2. La questione antropologica: l’uomo «cardine» della costituzione. 3. La via della «mediazione antropologica»: un modello di dottrina sociale. 4. La pastoralità: la singolarità della costituzione. 5. I segni dei tempi: un discernimento ecclesiale. 6. Fonti e metodo teologico. III. Gaudium et spes: chiusura del concilio o apertura? IV. Bibliografia. COMMENTO. Proemio (G. Ancona). Esposizione introduttiva. La condizione dell’uomo nel mondo contemporaneo (S. Morra). PARTE I. La Chiesa e la vocazione dell’uomo (G. Ancona). 1. La dignità della persona umana. 2. La comunità degli uomini. 3. L’attività umana nell’universo. 4. La missione della Chiesa nel mondo contemporaneo. PARTE II. Alcuni problemi più urgenti. Proemio (M. Aliotta). 1. Dignità del matrimonio e della famiglia (M. Aliotta). 2. La promozione del progresso della cultura (R. Battocchio). 3. Vita economico-sociale (G. Quaranta). 4. La vita della comunità politica (G. Quaranta). 5. De pace fovenda et de communitate gentium promovenda (G. Mazzillo). Conclusione (N. Toschi Vespasiani). Profili bio-bibliografici. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Serena Noceti è docente stabile ordinario di Teologia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Galantini» di Firenze e tiene corsi alla Facoltà teologica dell’Italia centrale. Socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane, è stata vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Roberto Repole è docente di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino e al biennio di specializzazione in Teologia morale sociale della Regione ecclesiastica Piemontese. È presidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Maurizio Aliottaè docente di Teologia Sistematica allo Studio Teologico San Paolo di Catania, di cui è preside.
Giovanni Ancona è docente di Teologia sistematica alla Pontificia Università Urbaniana.
Riccardo Battocchio è docente di Teologia Sistematica nella Facoltà Teologica del Triveneto.
Giovanni Mazzillo è docente emerito di Teologia Fondamentale ed Ecclesiologia all’Istituto Teologico Calabro S. Pio X.
Stella Morra è docente di Teologia Fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana.
Giuseppe Quaranta è docente di Teologia Morale nella Facoltà Teologica del Triveneto.
Francesco Scanziani è docente di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale.
Il volume approfondisce la categoria della sinodalità nei suoi risvolti trinitari ed ecclesiologici e nelle sue implicazioni pastorali e canoniche.
La prima parte consente di sviluppare una riflessione teologica che, all’interno di un orizzonte trinitario, coinvolge tutti i membri della comunità ecclesiale chiamati a camminare insieme sotto la guida dello Spirito Santo. Grazie soprattutto al magistero di papa Francesco, la sinodalità rappresenta una categoria teologica di grande attualità e di capitale rilevanza all’interno del processo di comprensione e di azione ecclesiale che va esplicato in una realtà multiculturale, globalizzata, in continua evoluzione.
La seconda parte del volume tematizza ulteriormente la sinodalità in quanto categoria che non può prescindere dall’ambito teologico-pastorale e da quello giuridico-canonico; questi diversi livelli di comprensione consentono di tradurre le implicazioni storico-esistenziali di una riflessione sulla sinodalità quale cammino di maturazione del popolo di Dio.
Sommario
Il camminare insieme nella vita concreta della Chiesa (E. Cibelli). Sinodalità come principio ermeneutico della Chiesa italiana al tempo di papa Francesco. Contenuti e prospettive (G. Bassetti). I. SEZIONE ECCLESIOLOGICO TRINITARIA. La sinodalità come espressione della koinonia trinitaria (A. Clemenzia). L’ecclesiologia in una visione sinodale: una rilettura trinitaria (N. Salato). II. SEZIONE SPIRITUALE E MISTICA. I fondamenti spirituali per una Chiesa tutta sinodale (F. Asti). Sinodalità e «mistica» della fraternità (A. Ascione). III. SEZIONE PASTORALE. La sinodalità nell’insegnamento di papa Francesco e le dinamiche di rinnovamento della teologia pastorale (C. Matarazzo). Camminare insieme nella diversità (E. Cibelli). Esperienza di sinodalità nella Chiesa napoletana (C. Sepe). Verso una realizzazione della sinodalità (F. Asti). Gli autori.
Note sull'autore
Francesco Asti, sacerdote dell’Arcidiocesi di Napoli dal 1992, è laureato in Teologia e Scienze delle Comunicazioni. È docente ordinario e Decano presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Tommaso d’Aquino (Napoli) e Teologo Consultore presso la Congregazione per le Cause dei Santi. Tra le sue pubblicazioni per la Libreria Editrice Vaticana: Spiritualità e Mistica (2003); Dalla spiritualità alla mistica (2005); Dire Dio (2006); Teologia della vita mistica (2009); Centuria mistica con i Padri della Chiesa (2012); Maria Vergine nella vita mistica del credente (2017).
Edoardo Cibelli, presbitero di Napoli dal 2006, è laureato in Fisica, indirizzo cibernetico. Dottore in Teologia dogmatica, insegna Teologia fondamentale ed Escatologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Tommaso d’Aquino (Napoli). Tra le sue pubblicazioni: Volontà, libertà e autenticità in Bernard Lonergan (Il Pozzo di Giacobbe 2012); Per una teologia del fondamento (Aracne editrice 2019), La misericordia: forma relationis. Prospettive ermeneutiche (con F. Asti e N. Salato, Verbum Ferens 2019).
Contributi di:
Gualtiero Bassetti, Cardinale presbitero di Santa Cecilia e Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Alessandro Clemenzia, professore di Teologia dogmatica la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (Firenze) e l’Istituto Universitario Sophia (Loppiano).
Nicola Salato, professore di Teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale - sez. san Luigi.
Antonio Ascione, professore di Filosofia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale - sez. san Tommaso.
Carmine Matarazzo, professore di Teologia pastorale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale - sez. san Tommaso.
Crescenzio Sepe, Cardinale presbitero di Dio Padre Misericordioso, Arcivescovo metropolita di Napoli, Gran cancelliere della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Presidente della Conferenza Episcopale Campana.
La sinodalità, che è tra i temi centrali del magistero di papa Francesco, viene indagata in questo libro a partire dalla prassi collegiale delle prime comunità cristiane nel Nuovo Testamento. Svolgere un Sinodo non significa tanto cedere alla prassi democratica, quanto dichiarare la fedeltà della Chiesa alla propria vocazione; in altri termini, il tema della Chiesa sinodale è correlato al sensus fidei del popolo di Dio e al suo valore sociale. La radice profonda della difficoltà di rapporto fra i diversi soggetti ecclesiali che oggi si vive nella comunità cristiana va ricercata innanzitutto nell'inefficace assimilazione e attuazione del principio di ministerialità, come realtà riguardante non solo i ministri ordinati, ma tutta la Chiesa. Solo così ogni credente, nel camminare e decidere insieme, potrà sentirsi «pietra viva» nell'edificazione dell'unico Corpo di Cristo, che è la Chiesa.
Il Concilio Vaticano II è il momento in cui la coscienza storica diviene decisamente l'orizzonte della teologia e della vita della Chiesa. La difficile «conversione intellettuale» che ha segnato il post Concilio giunge con papa Bergoglio a un kairos. Per questo si rivela importante il confronto tra il pensiero di Francesco e quello del gesuita Bernard Lonergan, considerato uno dei maggiori teologi del Novecento. «Non dico che Francesco abbia letto Lonergan», osserva Whelan; «suggerisco che il loro pensiero sia convergente, tanto che Lonergan può risultare utile a comprendere Francesco quale "segno dei tempi" per la teologia e per la vita della Chiesa».
Gesù Cristo è esistito? Che cosa ha detto e fatto? E che cosa rappresenta per ciascuno di noi? Questo libro cerca di rispondere a queste domande ponendo in rilievo la rivoluzione operata da un «ebreo sconcertante». Una rivoluzione che la religione prontamente ha controllato, addomesticato e ben integrato nel sistema attraverso le leggi, i sacerdoti, gli altari, le molte liturgie e i pochi sentimenti di umanità. In Gesù, spiega Castillo, Dio «si è spogliato del suo rango ed è diventato uno tra i tanti». Ed è proprio svuotandosi di tutto il potere e di tutta la gloria che è possibile trovare il senso della vita, un senso che abita oltre le rappresentazioni del trascendente che ci siamo costruiti e di cui ci siamo serviti in modo letterale per dividerci e farci male gli uni con gli altri.
Descrizione
La collana si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un commentario di taglio scientifico ai documenti del Concilio Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione dell'Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche.
Il volume 3 presenta e commenta due documenti conciliari: il decreto Orientalium Ecclesiarum in cui si tratta delle Chiese cattoliche orientali e il decreto Unitatis redintegratio che tratta dei rapporti tra la Chiesa cattolico-romana e le altre Chiese e Comunità ecclesiali. Mentre il primo documento è tra i meno conosciuti e commentati del corpus conciliare, il secondo costituisce un testo riconosciuto come basilare e ampiamente commentato. A partire da Unitatis redintegratio, infatti, si apre per la Chiesa cattolica la ricca stagione dell'impegno ecumenico.
Sommario
Sigle. Introduzione generale. I. Orientalium Ecclesiarum. Introduzione (J.-P. Lieggi). Commento (S. Parenti). II. Unitatis redintegratio. Introduzione e commento (A. Maffeis). Profili bio-bibliografici. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Serena Noceti è docente stabile ordinario di Teologia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Galantini» di Firenze e tiene corsi alla Facoltà teologica dell’Italia centrale. Socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane, è vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Roberto Repole è docente di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino e al biennio di specializzazione in Teologia morale sociale della Regione ecclesiastica Piemontese. È presidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Jean Paul Lieggi, docente di Cristologia e Teologia trinitaria e Teologia patristica alla Facoltà Teologica Pugliese, è membro dell’Associazione Teologica Italiana.
Angelo Maffeis, docente di Storia della teologia alla Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale, è Consultore del Pontificio consiglio dell’unità dei cristiani.
Stefano Parenti, esperto di liturgia bizantina, è docente all’Università di Regensburg.
Il gesuita francese Christoph Theobald, noto anche in Italia per i suoi studi sul Concilio Vaticano II e per la sua proposta teologica di un «cristianesimo come stile», esamina in questo libro quelle che definisce «urgenze pastorali» del cattolicesimo occidentale. In una prospettiva ecclesiale e spirituale torna con forza l'interrogativo che anima la sua riflessione: come ripensare il cristianesimo e il ruolo delle Chiese nelle società europee, profondamente segnate dalla crisi di fiducia sulle forme di convivialità sociale, afflitte da inediti problemi ecologici e affascinate dalle bio-tecno-scienze? Un libro in grado di orientare il dibattito e i tentativi di riorganizzazione territoriale delle comunità cristiane che stanno impegnando anche le diocesi italiane.
La riflessione teologica e spirituale di papa Francesco, non estranea a una sensibilità filosofica, storica e politica, è maturata in dialogo con la vita e la pastorale all’interno di un’osmosi costante tra esperienza e pensiero.
Il suo approccio mostra infatti la capacità di riconoscere lealmente le questioni e di affrontarle tramite un paradigma teologico specifico, quello della misericordia. In altri termini il metodo di Bergoglio – inteso come frutto di una sua sintesi originale e, quindi, come un modo di avvicinare le questioni e i conflitti – sembra configurarsi come un insieme di strumenti teologici – e antropologici – estremamente utili e innovativi per ascoltare quello che lo Spirito dice alla Chiese, in modo particolare in Italia, nel nostro tempo. Contributi di: José Luis Narvaja, Fabrizio Mandreoli, Enrico Galavotti, Gerard Whelan, Anna Canfora, Sergio Tanzarella, Marco Giovannoni, Matteo Prodi.
Sommario
Abbreviazioni. Introduzione (F. Mandreoli). I. Un avvicinamento alla comprensione dell’immagine «mitica» di popolo: Bergoglio, Guardini e Dostoevskij (J.L. Narvaja). II. Un approfondimento sull’orizzonte e su alcune radici «europee» della teologia di papa Francesco (F. Mandreoli). III. Jorge Mario Bergoglio e il concilio Vaticano II: fonte e metodo (E. Galavotti). IV. Il metodo teologico e pastorale di papa Francesco (G. Whelan). V. Il metodo di Bergoglio: conseguenze per la teologia (A. Carfora - S. Tanzarella). VI. Il metodo di Bergoglio: conseguenze per la pastorale e la vita della Chiesa in Italia (M. Giovannoni). VII. Fonti, metodo e orizzonte di papa Francesco a partire dai quattro principi. Applicazioni pratiche per l’oggi (M. Prodi). Bibliografia essenziale su papa Francesco. Autori. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Fabrizio Mandreoli, presbitero della diocesi di Bologna, è docente di Teologia fondamentale e Storia della teologia alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna. Ha studiato a Bologna e Milano e ha approfondito gli studi di teologia, storia e lingue semitiche a Francoforte, Boston e Gerusalemme. Dopo aver svolto attività pastorale nelle carceri e in diverse comunità parrocchiali, oggi si occupa prevalentemente di formazione giovanile e dialogo ecumenico e interreligioso. Tra le sue pubblicazioni recenti: Giuseppe Dossetti (Il Margine 2012) Viaggio intorno al mondo. Un’esperienza di ricerca tra fedi, identità e trasformazioni umane (con G. Cella, Zikkaròn 2019).
Il tema della sinodalità è diventato decisamente attuale da quando papa Francesco lo ha definito come uno degli orizzonti verso cui deve sentirsi orientata una Chiesa missionaria in uscita. La ritrovata centralità del tema può però far leva sui risultati di una riflessione teologica e canonistica che, con alterne vicende, non è mancata nei decenni post-conciliari. Il recente documento della Commissione Teologica Internazionale offre sul tema un'autorevole sintesi di quanto è stato elaborato in questi anni. Esso si presenta anche come motivo di rilancio della riflessione. I commenti offerti al testo della Commissione sono di aiuto a comprenderne il senso e la portata e offrono anche spunti per ulteriori sviluppi teorici e pratici. Contributi di Gualtiero Bassetti, Piero Coda, Aldo Martin, Cristina Simonelli, Riccardo Battocchio, Roberto Repole, Alessandro Giraudo, Severino Dianich, Simone Morandini, Serena Noceti, Alessandro Clemenzia.
Un pensiero che giunge «dall’altra parte del mondo», che fa tesoro del meticciato culturale e il cui valore non dipende da una più o meno marcata somiglianza o prossimità con la riflessione europea e nordatlantica.
In questo libro Francesco Anelli prende in esame il pensiero teologico latinoamericano evidenziandone la ricchezza e la capacità di creare, in vari ambiti del sapere, sempre nuove sintesi vitali sul piano filosofico, teologico e soprattutto pastorale.
La collana si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un commentario di taglio scientifico ai documenti del Concilio Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione dell'Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche. Il volume 7 presenta il testo dei decreti Apostolicam actuositatem e Perfectae caritatis e della dichiarazione Gravissimum edicationis.
Sommario
Sigle. Introduzione generale. I. Perfectae caritatis. Introduzione (A. Cortesi). Commento (F. Neri). II. Apostolicam actuositatem. Introduzione (M. Vergottini). Commento (V. Mignozzi). III. Gravissimum educationis. Introduzione e commento (L. Meddi). Profili bio-bibliografici. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Serena Noceti è docente stabile ordinario di Teologia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Galantini» di Firenze e tiene corsi alla Facoltà teologica dell’Italia centrale. Socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane, è vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Roberto Repole è docente di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino e al biennio di specializzazione in Teologia morale sociale della Regione ecclesiastica Piemontese. È presidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Alessandro Cortesi è docente di Teologia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Facoltà teologica dell'Italia Centrale (Firenze).
Luciano Meddi è professore ordinario di Missiologia alla Pontificia Università Urbaniana di Roma.
Vito Mignozzi, docente di Teologia sistematica e direttore dell’'Istituto Teologico Pugliese «Regina Apuliae» di Molfetta, è membro del Consiglio di direzione dell'Associazione Teologica italiana.
Francesco Neri è docente di Teologia sistematica e vicepreside della Facoltà Teologica Pugliese.
Marco Vergottini è docente di Introduzione alla teologia e di Storia della teologia contemporanea alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano. È stato vice-presidente dell’Associazione Teologica Italiana.
Se la vita credente fosse un teatro, lo scenario odierno sarebbe dominato dalla questione «culturale» (società multi e interculturali, antropologia «culturale», cultural studies), ma siamo sicuri di sapere di cosa parliamo quando diciamo «cultura»? Su questa scena, teologia e Chiesa non vagano come personaggi in cerca d'autore: "Gaudium et spes" offre loro indicazioni di ampio respiro e direttive precise per entrare adeguatamente nella parte di chi, di fronte alle sirene del mondo, vuole imitare Orfeo, il quale non si turò le orecchie, ma, come ha scritto papa Francesco, «fece qualcos'altro: intonò una melodia più bella, che incantò le sirene».
Questo libro studia il complesso tema della Chiesa, quale germe e inizio del Regno di Dio, a partire dalla sua sacra mentalità e prendendo le distanze da un’ermeneutica che riduca questo fondamentale concetto conciliare a un semplice attributo ecclesiale. La matrice sacramentale viene qui collocata sia nel suo risvolto personalistico, in quanto realtà con-costitutiva della Chiesa, sia nel suo risvolto trinitario, in quanto realtà connessa con il Regnum Dei. L’epilogo teoretico di questo duplice volto della Chiesa è, infatti, un’ontologia trinitaria, vista come partecipazione della persona nella Chiesa all’essere trinitario di Dio, che si manifesta nello statuto di donazione che conduce l’uomo alle soglie dell’incontro con il mistero del Dio-crocifisso.
Sommario
Abbreviazioni e sigle. Prefazione (A. Clemenzia). Introduzione. I. La Chiesa del «paradosso». II. La sacramentalità del Regnum Dei. III. La sacramentalità personalistica della Chiesa. IV. Un’ontologia trinitaria come orizzonte dell’ecclesiologia. Conclusione. L’incontro con il Dio crocifisso. Bibliografia.
Note sull'autore
Nicola Salato, frate minore cappuccino, è professore associato di Teologia sistematica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale sezione San Luigi, dove dirige il Settore di Teologia dogmatica, indirizzo ecclesiologico. Tra le sue pubblicazioni: Persona e Chiesa: un sentiero interrotto. Indizi per un personalismo ecclesiologico (Il Pozzo di Giacobbe 2013) e Oltre il fenomeno. La risoluzione personalistica del problema dell’Einfühlung (Diogene 2013). Ha inoltre curato Fenomenologia dell’ Einfühlung. Studi su Edith Stein (Diogene 2016).
Qual è il fondamento della realtà? Perché esiste qualcosa e non il nulla? Si può concepire un destino ultimo dell'anima? Queste domande, che si collocano alla frontiera di discipline diverse, costituiscono da sempre i grandi interrogativi della Filosofia e della Teologia, ma coinvolgono anche la Fisica e la Cosmologia, le Scienze dell'informazione e la Biologia. Questo volume propone un'introduzione alla trattazione moderna e contemporanea dei grandi temi dell'esistenza e intende offrire, in modo sintetico, una panoramica sul pensiero di alcuni autori significativi, mettendoli a confronto ed evidenziando analogie e differenze. È un modo per favorire il passaggio dalla scienza alla sapienza, dalla semplice conoscenza alla capacità di operare una sintesi personale in grado di orientare consapevolmente la propria vita.
La passione per Dio misericordioso di fronte alla propria miseria era il grande tormento di Martin Lutero. Per il monaco agostiniano l'esperienza spirituale e la teologia costituivano infatti spontaneamente una cosa sola, un'esigenza strutturale del suo essere, prima ancora che del suo pensiero. Questo volume, che raccoglie i risultati di una ricerca pluriennale tra Facoltà teologiche cattoliche, evangeliche, riformate e valdesi, vede dunque nella spiritualità cristocentrica di Lutero l'anima del suo teologare. I saggi rivisitano alcuni nuclei della sua teologia, in particolare la "theologia crucis" come asse portante del rinnovamento del metodo teologico da lui inaugurato; il tema della giustificazione come domanda che sta alla base dell'esperienza religiosa e teologale; la spiritualità sottostante all'agire ecclesiale tipico della Riforma.
A trent'anni dalla prima edizione, avvenuta tra il 1982 e il 1986, viene riproposta quest'opera poderosa, ormai da tempo introvabile, definita una "summa sul mistero di Cristo" e considerata una delle pubblicazioni più significative nel panorama della teologia del Novecento.Essa non si presenta soltanto come una dottrina sulla persona e l'opera di Gesù Cristo, ma come un'imponente trattazione della teologia trinitaria, dell'escatologia, della pneumatologia, dell'antropologia teologica e dell'ecclesiologia. In questo terzo volume, Bordoni ripercorre il cammino della fede postpasquale a partire dalla cristologia del Nuovo Testamento e della Tradizione patristica e dogmatica, per stabilire un confronto del linguaggio di fede cristologica con le istanze ermeneutiche dell'uomo vivente nel contesto culturale del nostro tempo.
Un commentario di taglio scientifico ai documenti del Concilio Vaticano II. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione dell'Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l'Associazione teologi italiani, l'opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche. Il volume 6 presenta il testo del decreto "Ad Gentes" e delle dichiarazioni "Nostra Aetate" e "Dignitatis Humanae".
Credere non è un mero accettare il messaggio della fede solo per sentito dire, ma – ha scritto Edith Stein – «un essere toccati interiormente e uno sperimentare Dio». Se è così, allora la fede non è un aderire in modo cieco a realtà impenetrabili per la mente e, tanto meno, l’accettare senza riscontri una presenza impalpabile e del tutto inaccessibile al sapere della pelle. Ma, perché questo «vedere» e questo «toccare» possano davvero essere apprezzati nella loro profondità e nella loro sorprendente apertura è necessario affinare una sensibilità che consenta un reciproco e continuo scambio affettivo e conoscitivo, una sorta di «sentire comunitario e partecipato», da cui dipende ogni altra esperienza del mondo e della vita, definito empatia.
Attraverso questa «sensibilità condivisa» sarebbe dunque possibile arrivare perfino a «sentire Dio», quasi che si potesse avvertire il tocco della sua mano sulla propria pelle? Questa domanda, così decisiva, non si lascia risolvere in maniera teorica o meramente formale; essa è anche la sfida cui cerca di rispondere il libro.
Le comunità cristiane, in nome della loro comprensione della fede, possono suggerire cambiamenti alla dottrina cattolica ufficiale su questioni non insegnate in modo definitivo dal magistero? I pastori, da parte loro, possono decidere di accogliere tali richieste? Come interpretare sul piano teologico la legittimità di possibili evoluzioni dottrinali che hanno tratti di discontinuità? Questo volume nasce da una domanda di natura specialistica che ha enormi ricadute sul piano pastorale. Si tratta della questione dello sviluppo della dottrina della fede, cioè di quelle verità che la Chiesa cattolica e le altre Chiese insegnano ai loro membri come parte integrante dell’esperienza cristiana. Da un lato – sostiene l’autore – è del tutto legittima la possibilità di uno sviluppo anche relativamente discontinuo della dottrina della fede, ovviamente per le sole verità che non sono state insegnate in modo definitivo dal magistero. Dall'altro, non è possibile motivare adeguatamente tale possibilità se non ripensando complessivamente le categorie concettuali, cioè filosofiche, su cui si è costruita la teologia cristiana a partire dall'antichità. Più precisamente, si tratta di utilizzare una nuova metafisica, nella quale il cambiamento non sia un fatto accidentale o problematico, quanto piuttosto la ragion d'essere della realtà.
La collana si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un Commentario di taglio scientifico ai documenti del Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche. Il volume 5 presenta il testo della Costituzione dogmatica Dei Verbum.
A trent'anni dalla prima edizione, avvenuta tra il 1982 e il 1986, viene riproposta quest'opera poderosa, ormai da tempo introvabile, definita una summa sul mistero di Cristo e considerata una delle pubblicazioni più significative nel panorama della teologia del Novecento. Non si presenta soltanto come una dottrina sulla persona e l'opera di Gesù Cristo, ma come un'imponente trattazione della teologia trinitaria, dell'escatologia, della pneumatologia, dell'antropologia teologica e dell'ecclesiologia. ?In questo secondo volume, Bordoni esamina le origini della fede ecclesiale in Gesù come Cristo, Signore, Figlio di Dio, unico Salvatore dell'uomo, compimento della storia. Una fede non sospesa a una rivelazione puramente celeste, a una conoscenza esoterica di verità atemporali, né chiusa in se stessa nel cerchio magico di una autoesperienza comunitaria creatrice di salvezza.
La quaestio de laicis attraversa l'intero XX secolo e trova il suo apice nel concilio Vaticano II, ove si è assistito all'intenzione di custodire e rilanciare lo «spazio dei laici», senza tuttavia riuscire a svolgerne in positivo la figura. La tradizionale e benemerita «teologia del laicato» è andata esaurendosi nell'atto in cui la Lumen gentium ha assegnato una valenza positiva alla figura di tutti i credenti - nessuno escluso - conformati a Cristo nel battesimo e membra vive della Chiesa-popolo di Dio. La novità di questa ricerca sta nella proposta di «storicizzare» il termine e la figura del laico, per innescare un ripensamento radicale della questione, in vista di un fattivo riassestamento della sistematica teologica e della teologia pratica, lasciando affiorare un promettente e suggestivo rilancio nella nozione teologico-fondamentale di cristiano-testimone.
La teologia degli ultimi decenni ha ripetutamente evidenziato l'eccellenza dei tratti squisitamente umani di Gesù di Nazaret, ma per affermare la vera e straordinaria umanità di Gesù è necessario scendere più in profondità fino a cogliere la sua misteriosa identità di Figlio di Dio. Gesù è «vero uomo» perché non solo «perfettamente uomo», ma anche perché «Uomo perfetto», come ha insegnato il concilio Vaticano II, sulla scia della dottrina dei Padri della Chiesa. La confessione di fede e il riconoscimento di Gesù Cristo, Figlio di Dio, rappresenta il tornante decisivo e la questione capitale del cristianesimo: l'identità messianica di Gesù va infatti oltre l'umano perché ci troviamo davanti a Dio stesso.
La famiglia delineata nell'esortazione «Amoris laetitia» si presenta come una comunità d'amore che diviene sorgente vitale della costituzione della Chiesa. Anche per questo, secondo papa Francesco non è sufficiente ri-organizzare la pastorale familiare, ma è necessario rendere familiare tutta la Chiesa. Sotto questo profilo, la famiglia si rivela dunque come un luogo teologico. Anche se l'orientamento del documento post-sinodale è ampiamente pastorale, ciò non significa che manchino le coordinate teologiche di fondo, implicite in ogni capitolo, sia pure in forma diffusa e non sistematica. Questo libro si propone di metterle in evidenza sviluppando la teologia della famiglia sottesa nel testo.
La collana si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un Commentario di taglio scientifico ai documenti del Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l'Associazione teologi italiani, l'opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche. Il volume presenta i decreti Christus Dominus, Optatam totius e Presbyterorum ordinis.
È ancora necessaria una teologia sistematica? E come andrebbe elaborata per essere fedele al vangelo del Regno di Dio e valida nel terzo millennio? Proseguendo l'ispirazione dell'opera in due volumi Il cristianesimo come stile, Christoph Theobald prosegue in questo libro il suo lavoro d'investigazione. Riprendendo il paradigma stilistico e il metodo critico indicato nelle opere precedenti, egli rilegge le grandi figure della teologia e raccoglie, in un percorso innovativo, le questioni centrali della riflessione su Dio ancorandole al pilastro fondamentale della santità di Cristo.Proprio questa santità e la sua comunicazione consentono di reinterpretare, nel quadro di un approccio pneumatologico, ciò che per gli uomini e per le donne del tempo presente può essere considerato il mistero del mondo. Più in generale si tratta di rispondere a una domanda cruciale: come deve cambiare la teologia dopo le mutazioni che il cristianesimo sta vivendo nel tempo presente?
Parlava con autorità, dettava legge nel mondo monastico, indicava linee di condotta, rimproverava con forza preti infedeli, vescovi mediocri, papi non all'altezza, persino un imperatore della tempra di Federico Barbarossa. Ildegarda di Bingen, religiosa benedettina, santa e dottore della Chiesa, è una delle figure più sorprendenti del Medioevo europeo e ha lasciato in eredità un complesso di libri, lettere, scritti di vario genere, compresi testi di medicina e farmacologia. Questa biografia teologica si sofferma, in particolare, su alcuni aspetti della riflessione della profetessa renana che hanno riflessi anche nella nostra epoca: il tema dell'Anima mundi, sfociato oggi nella concezione del panenteismo, secondo la quale Dio è immanente nell'universo, ma al tempo stesso lo trascende; l'idea della Chiesa mistero, posizione che collocala badessa un passo avanti il concilio Vaticano I e fino alle soglie del Vaticano II; l'affermazione chiara e anche rivoluzionaria della creazione fatta per amore e non tanto per la gloria di Dio, come dirà ancora il Vaticano I. Alla profetessa renana si attribuisce inoltre una benemerenza nel campo dell'ecologia, per il suo impegno scientifico e per la considerazione riservata alla cura del corpo e della materia.
Nell'ambito dell'attuale riflessione teologica cristiana sul popolo ebraico è ormai dato per scontato che l'alleanza tra Dio e Israele non sia stata revocata. Da ciò consegue il fermo ripudio della teologia della sostituzione, secondo la quale la Chiesa definisce se stessa come il vero e nuovo Israele che subentra all'antico. Queste affermazioni, orientate a sviluppare un nuovo corso nei rapporti cristiano-ebraici, risultano però ancora incerte nel prospettare quale nuova immagine di Chiesa emerga da questo radicale mutamento. Poiché molte difficoltà dipendono da un'inadeguata impostazione del problema, il volume prospetta un cambio di approccio basandosi su un'approfondita ermeneutica di alcuni testi del Nuovo Testamento. L'indagine si incentra sulle conseguenze ecclesiologiche legate al fatto che l'elezione d'Israele avviene nei confronti degli altri popoli ed è quindi costitutiva della polarità Israele-Genti. Discorso analogo comporta il confronto con l'ebraismo definito in base a tre parametri fondamentali: Torah, popolo, terra. Da questa impostazione consegue la necessità di non presentare il cristianesimo come semplice universalizzazione dell'ebraismo. Definire la Chiesa come una comunità di chiamati da Israele e dalle Genti esige un ripensamento della categoria ecclesiologica di mistero, la riduzione del ricorso a parametri identitari per definire il cristianesimo e una nuova visione dell'inculturazione della fede.
L’aggettivo «postsecolare» circoscrive un panorama storico e culturale che negli ultimi anni sembra aver sconfessato le diverse teorie della secolarizzazione. Il ritorno del religioso si profila e si configura sotto forme molteplici e richiede di essere analizzato da diverse discipline come la filosofia, la sociologia, la teologia e le scienze politico-giuridiche.
Il dibattito Habermas-Ratzinger sugli esiti della secolarizzazione, le analisi sociologiche di José Casanova sulle trasformazioni pubbliche delle religioni mondiali, le indagini di Hans Joas sul ruolo della contingenza nella postmodernità rappresentano solo alcuni degli snodi teorici di un dibattito sempre più animato e fiorente a livello internazionale.
Parlare di «rivincita di Dio» o di «reincantamento del mondo» significa, oggi più che mai, possedere bussole interpretative e validi contributi teorici per orientarsi nel cosmo del pluralismo delle fedi o per analizzare le derive dell’integralismo e del fondamentalismo religioso su scala nazionale e internazionale.
Questo volume si propone di fornire un quadro critico-ricostruttivo delle teorie e dei dibattiti che hanno elevato la categoria di postsecolare a chiave interpretativa imprescindibile per la comprensione dei mutamenti del religioso e delle religioni all’interno del complesso panorama sociale e politico globale.
A trent'anni dalla prima edizione, avvenuta tra il 1982 e il 1986, viene riproposta la trilogia cristologica di Marcello Bordoni. Quest'opera poderosa, ormai da tempo introvabile, è stata definita una «summa sul mistero di Cristo» e considerata una delle pubblicazioni più significative nel panorama della teologia del Novecento. Essa non si presenta soltanto come una dottrina sulla persona e l'opera di Gesù Cristo, ma come un'imponente trattazione della teologia trinitaria, dell'escatologia, della pneumatologia, dell'antropologia teologica e dell'ecclesiologia. Ecco il piano dell'opera: Volume 1. Problemi di metodo; Volume 2. Gesù al fondamento della cristologia; Volume 3. Gesù annunziato dalla Chiesa. Tomo 1; Volume 4. Gesù annunziato dalla Chiesa. Tomo 2. In questo primo volume, Bordoni intende offrire un approccio metodologico all'indagine del rapporto tra storia e fede e, nella fusione di orizzonti tra teologia fondamentale e dogmatica, si propone di elaborare una cristologia sistematica fondamentale.
Per quanto breve (117 versetti per un totale di 1250 parole ebraiche), il Cantico dei cantici riveste un valore lirico-poetico unico e un'attualità sorprendente. Secondo Carlo Rocchetta, che in questo volume adotta un'interpretazione esegetico-tipologica, il significato originario del Cantico - almeno nella sua ultima redazione - è quello di un testo da collocare nel tempo che intercorreva tra le promesse sponsali e la celebrazione delle nozze.Il matrimonio biblico comportava, infatti, due fasi essenziali. La prima consisteva in un patto stretto dal futuro sposo e dalla sua famiglia con la sposa e la sua famiglia; un patto che implicava già un impegno ufficiale di fedeltà e una qualche sorvegliata frequentazione, pur mancando la coabitazione.La seconda fase comportava invece l'uscita della ragazza dalla casa del padre, accompagnata dal coro delle amiche, la marcia e l'ingresso trionfale nella casa dello sposo, con la partecipazione a un banchetto festoso, accompagnato da canti, danze e suoni.
Ricerca storica e analisi teologica sono i capisaldi dell'imponente lavoro interpretativo che l'autore sta conducendo da molti anni sul concilio Vaticano II. Un considerevole processo di apprendimento ecclesiale, che ha connotato la seconda metà del '900 e prosegue ancora oggi, ha contribuito a definire il profilo della Chiesa alle prese con la complessità del nostro tempo. In questo senso, per Theobald il Vaticano II non è l'ultimo di una cristianità euro-atlantica, ma il primo di una Chiesa diventata mondiale e interculturale. Nella differenza tra queste due prospettive il volume indica il percorso per entrare in una nuova fase di ricezione conciliare con l'intento di farne emergere le potenzialità. Un modo di procedere che tiene conto del contesto transculturale e del radicamento concreto delle nostre esistenze.
La teologia cristiana riconosce alla «grazia» di Dio quasi esclusivamente il senso di «dono» e «perdono», trovandosi non di rado in seria difficoltà nell'articolare la generosità di Dio e l'effettivo contributo della libertà umana. Il libro segue un'altra corrente della teologia biblica della grazia, per nulla alternativa ma diversa e complementare a quella che confluisce nell'epistolario paolino. Essa passa per il Libro di Giosuè, l'Esodo, la Genesi, i libri storici, profetici e sapienziali, attraversa i quattro Vangeli, la Lettera agli Ebrei (e molti altri testi), per sfociare nell'ultima riga della Bibbia: «La grazia del Signore Gesù sia con tutti». Tale «corrente» del grande fiume biblico scorge nel «potere di muoversi» e nel «senso pratico», il primo dono dato da Dio all'uomo; la grazia non si compirebbe dunque nel dono poiché trattandosi del «dono di un potere» provoca ed esige l'effettivo esercizio. Solo se tale potere viene praticato in maniera congruente alla realtà uscita dalle mani del Creatore diviene savoir-faire, portamento e comportamento garbato, sapiente, giusto, ag-graziato, cioè grazia. Non per nulla l'ebraico biblico adotta le espressioni «goffo» e «maldestro» per definire l'empio, l'insipiente e l'ingiusto. Prefazione di Gianfranco Ravasi.
«Venir su tra i segni, o perire, è l'alternativa imposta all'uomo», sosteneva, con un'espressione folgorante, Alessandro Manzoni. Se la capacità di decifrare i segni è essenziale alla vita, la sua rilevanza è massima riguardo ai testi ritenuti sacri dalle tradizioni religiose, come dimostra la pubblicazione nata nell'ambito del progetto «Ermeneutica dei testi sacri», proposto dalla Facoltà Teologica Pugliese.Il lettore ha la possibilità di avvicinare i fondamenti ermeneutici su cui si basa l'interpretazione dei testi sacri nell'Induismo, nel Buddhismo, nell'Ebraismo, nell'Islam e nel Cristianesimo cattolico, ortodosso e protestante.Di assoluta rilevanza per il dialogo ecumenico e interreligioso, la riflessione sull'interpretazione dei testi sacri può dare un contributo alla purificazione di ciascuna tradizione religiosa dalla tentazione integralista e alla necessità di tutelare e promuovere la libertà religiosa e l'amore fraterno. La questione ermeneutica permette, infatti, di toccare con mano il nesso inscindibile che unisce il testo e la vita, la parola scritta e la realtà.
Quale importanza si può attribuire oggi al concilio Vaticano II? Che rilievo hanno assunto temi allora avvertiti come urgenti, quali l'espressione della dottrina in una forma pastorale, la riforma della Chiesa e l'unità dei cristiani? E che mutamenti sono intervenuti sul piano dell'annuncio della fede e sui compiti della teologia? Una vasta consultazione, che nell'arco di alcuni anni ha coinvolto circa duecento persone e si è svolta sotto il patrocinio della Federazione internazionale delle Università Cattoliche, che ha sede a Parigi e rappresenta una rete di 215 università nei cinque continenti, ha cercato una risposta a queste domande. Tra le varie cose è emerso chiaramente, per esempio, che per un numero non irrilevante di teologhe e teologi dell'emisfero sud, il Vaticano II appare come l'ultimo concilio euro-atlantico, il che implica un rapporto diverso e originale con il concilio stesso e il suo corpus testuale.
Che cosa significa essere umani in un'epoca di complessità e cambiamento? Come si può gestire lo sviluppo tecnologico? E quali sono i limiti da non superare nel momento in cui la tecnica viene utilizzata per interventi non più solamente esterni, ma anche interni all'uomo?Il libro si propone di fornire una comprensione filosofica e teologica della tecnologia, mettendo in luce le dimensioni etiche e interrogandosi sulla possibilità di liberarsi dalle categorie tradizionali di «umano». «tecnologico» e «naturale» per abbracciare una nuova relazione con il mondo che si potrebbe definire «tecno-umana».
Le beatitudini non sono da intendere come esortazioni etiche o spirituali di un maestro, seppure eccelso. Sono piuttosto la traduzione in prassi di vita cristiana, personale e comunitaria, del mistero pasquale di Gesù. Ma sono e devono diventare sempre più anche prassi del popolo di Dio, che intende avere nella vicenda del Nazareno il suo paradigma e il suo significato. Siamo di fronte al rovesciamento di un'antropologia, non più basata sull'avere e l'approvazione sociale, ma sull'approvazione da parte di Dio, anche e soprattutto laddove gli uomini emarginano, rifiutano, eliminano, disprezzano. Le riflessioni proposte dall'autore cercano di tenere saldamente e sistemicamente ancorate la "sequela Christi" come cammino delle beatitudini e la realtà della Chiesa come popolo di Dio, categoria che viene indagata nella storia della teologia e soprattutto nella prospettiva del Vaticano II.
La rivelazione biblica del volto di Dio muove da un orizzonte apparentemente paradossale: il Signore è ineffabile e tuttavia si rende presente e si interessa alle sorti del suo popolo, esprimendo persino sentimenti umani come la collera e la gelosia. La trascendenza si coniuga con l'immanenza del suo amore misericordioso e della sua tenerezza, esprimendo un coinvolgimento nella condotta e nella sorte dell'uomo che raggiunge vertice e compimento nelle pagine del Nuovo Testamento. L'epoca moderna e post-moderna hanno privato il nostro tempo di una «filosofia del cuore», facendo prevalere il logos sul páthos, la ragione sul sentimento. E proprio l'assenza di una teologia della tenerezza è all'origine dello scenario odierno, dominato da un principio di necrofilia. Come vincere il principio di morte se non con la ricerca di una cultura centrata sul «vangelo della tenerezza», facendo prevalere la forza dell'umile amore sulla brutalità della forza? La nuova edizione del volume viene arricchita nella parte finale da un indice biblico e un indice degli autori.
La fede in Gesù risorto è all'"origine storica del cristianesimo e ne costituisce il fondamento. Nonostante questo, almeno in Occidente, la risurrezione è rimasta piuttosto marginale in ambito teologico e sole grazie agli studi storico-biblici del '900 ha ritrovato centralità. Il tema si è così liberato di alcune ipoteche del passato che, in modo riduttivo, appoggiavano tutto il peso salvifico sulla morte di Gesù, considerando la sua risurrezione solo come il lieto fine di un dramma.
Questo evento trans-storico che, pur avvenendo nella sfera divina, ha un impatto senza paragoni sull'uomo, la storia, il creato, il concetto di Dio e il suo agire, è al centro del volume di Rossé. Il teologo illustra la nascita della credenza nella risurrezione nel mondo biblico-giudaico, commenta il testo fondamentale di Paolo nella Prima lettera ai Corinzi, prende in esame la risurrezione di Gesù e la inquadra anche dal punto di vista antropologico e storico.
Il dibattito sul significato del Vaticano II dimentica troppo spesso la Sacrosanctum concilium, testo fondamentale e chiave ermeneutica per la comprensione dell'evento conciliare e per la riforma che ne è seguita.
La costituzione sulla Sacra liturgia ha infatti stabilito una visione ecclesiologica che ha delineato l'agenda dei successivi documenti e della Chiesa cattolica negli ultimi cinquant'anni. Proprio per questo, nei molti attacchi alla riforma liturgica si annida una critica all'intera ecclesiologia conciliare.
«Un'analisi completa e documentata della Sacrosanctum concilium e della sua recezione da parte dello stesso Vaticano II. Emerge pienamente il legame del documento con l'ecclesiologia. Il libro fornisce così una profonda comprensione del Concilio nella sua dimensione liturgica e nel suo imprescindibile invito a riformare la Chiesa perché sia più fedele al Vangelo di Gesù Cristo» (E. Bianchi).
Sommario
I. La Sacrosanctum concilium e il significato del Vaticano II. II. La riforma liturgica e il ressourcement. III. La riforma liturgica e l'ecclesiologia. IV. Riforma liturgica e rapprochement. V. Riformare la liturgia - Riformare la Chiesa. VI. La liturgia del Vaticano II e i cinquant'anni della recezione conciliare. Conclusioni. Bibliografia. Indice dei nomi. Indice tematico.
Note sull'autore
Massimo Faggioli, già membro della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna, insegna Storia del cristianesimo nel dipartimento di Teologia della University of St. Thomas (a St. Paul-Minneapolis, in Minnesota). Tra le sue pubblicazioni: Il vescovo e il concilio. Modello episcopale e aggiornamento al Vaticano II (Il Mulino, 2005); Breve storia dei movimenti cattolici (Carocci, 2008; in lingua spagnola, PPC, 2011); True Reform. Liturgy and Ecclesiology in «Sacrosanctum Concilium» (Liturgical Press, 2012); Interpretare il Vaticano II. Storia di un dibattito (EDB, 2013).
Il volume illustra le caratteristiche generali della teologia bizantina, ne segue lo sviluppo nei secoli XIII e XIV e approfondisce il tema della diversità della Chiesa di Costantinopoli rispetto a quella latina. Sintetizza inoltre la dottrina del Filioque e si sofferma sulla vita, le opere e il pensiero di alcuni importanti teologi, da Niceforo Blemmides a Giorgio di Cipro, nel contesto di un complesso rapporto con Roma segnato da falliti tentativi di unione e da rapporti intensi e combattuti. La riflessione prosegue prendendo in esame il rapporto tra Bisanzio e il papato nel medioevo, mentre il capitolo centrale è dedicato al rifiuto della scolastica, giudicata razionalismo applicato al mistero e autentico scoglio nella reciproca comprensione tra Oriente e Occidente. Ancora oggi, come si constata nel quadro dei rapporti ecumenici, Bisanzio e Roma si ritrovano unite nel credo, ma divise dalla teologia.
La Chiesa vive oggi una stagione animata da forti attese e da un diffuso anelito alla riforma di molti aspetti dei suoi costumi e delle sue istituzioni.
Il Vaticano II, nello spirito e nel dettato, è stato già un imponente evento riformatore, che ha trasformato il modo cattolico di pensare e di vedere il mondo, producendo vistosi cambiamenti nella liturgia, nella spiritualità, nel rilievo dato alla parola di Dio e nella maturazione della coscienza del ruolo dei laici. Debole, per non dire quasi nulla, è stata invece l'attuazione del Concilio per quel che riguarda le strutture portanti dell'istituzione ecclesiastica. Due casi sono evidenti: la mancata attivazione della collegialità episcopale e l'assenza degli strumenti giuridici capaci di sostenere un ruolo attivamente responsabile del popolo di Dio nel governo della Chiesa.
Non è molto comune, in ambito ecclesiale, affrontare l'argomento del talamo nuziale. Anche se molti lo confinano nell'ambito privato o lo considerano un tema off-limits, esso riveste un grande significato simbolico: rimanda infatti all'intimità come "luogo teologico" nel quale gli sposi, donandosi, sperimentano l'amore di Dio, lo rivivono in se stessi e celebrano il loro essere nel Signore. E tale è il senso della grazia del sacramento delle nozze, che rende l'uomo e la donna partecipi della nuzialità stessa di Cristo con la Chiesa in un cammino mistagogico trasfigurante.
Il gesto sessuale non è mai una realtà scontata e ovvia, ma sempre un dono colmo di bellezza, e la tenerezza come sentimento profondo, incanto di gioia di amare e di essere amati dà significato al desiderio sessuale e lo trasforma in forza di vita.
La grazia del sacramento trasfigura la correlazione maschile-femminile e la rende carica di un'efficacia soprannaturale in grado di condurre l'amore nuziale fino alle stanze segrete dell'amore intra-trinitario.
La fede trinitaria non è il risultato di un’articolazione sottile tra unità e pluralità, ma una meditazione sulla relazione di Gesù con il Padre e con il loro Spirito comune. Questa è la tesi principale del libro, che esplora il mistero in due grandi maestri: Tommaso d’Aquino, per il quale la Trinità è la chiave per interpretare e comprendere l’orizzonte della Vita Christi, e Hans Urs von Balthasar, che considera la figura di Cristo e dei suoi misteri i luoghi di eccellenza della rivelazione trinitaria di Dio.
Un aspetto particolarmente problematico riguarda il rapporto tra la specificità delle tre persone e la loro profonda unità; a questo proposito l’autore propone una vera e propria «teologia dei misteri di Cristo» sulla base di una elaborazione filosofica di rivelazione come irruzione e novità, coerente con la singolarità e la contingenza dei misteri.
Sommario
Premessa (B. Sesboüé). Sigle e abbreviazioni. Introduzione. I. La Trinità come orizzonte dei misteri. Tommaso d’Aquino. Introduzione. Il trattato degli acta et passa tra teologia della natura e teologia dell’agente. 1. Lo Spirito Santo attore dell’ingresso del Verbo in questo mondo. 2. I misteri dell’infanzia e il battesimo: dalla testimonianza da parte della Trinità alla manifestazione della Trinità. 3. La vita pubblica, tra cristologia delle due nature e cristologia trinitaria. 4. La passione: obbedienza al Padre nella carità dello Spirito. 5. L’esaltazione di Cristo: l’ingresso del Verbo incarnato nella vita trinitaria. 6. La Trinità e l’incarnazione. Riflessioni conclusive sull’approccio di Tommaso. II. La Trinità rivelata nei misteri. Hans Urs von Balthasar. Introduzione. I misteri della vita di Gesù ovvero la figura e le sue diffrazioni. 7. Dai misteri dell’infanzia alla passione: una vita sotto il segno della relazione. 8. La risurrezione. Azione trinitaria e rivelazione della Trinità. 9. L’unità della Trinità: tra economia dei misteri e vita intradivina. Riflessioni conclusive sull’approccio di Balthasar. III. Pensare la rivelazione e l’operazione della Trinità. Una proposta. 10. Il Mistero si rivela nei misteri. 11. Unità e distinzione dell’operazione delle Persone divine (1): indagine storica. 12. Unità e distinzione dell’operazione delle Persone divine (2): proposta teologica. Conclusione. I misteri di Cristo: Trinità e spiritualità. Bibliografia. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Étienne Vetö, prete cattolico francese della Comunità Chemin Neuf, è responsabile dello Studium di Filosofia di Chartres e docente al Centre Sèvres di Parigi.
La collana, di cui il volume costituisce la seconda uscita, si configura come una novità assoluta nel panorama italiano: un Commentario di taglio scientifico ai documenti del Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l’Associazione teologi italiani, l’opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche.
All’interno dell’intero corpus conciliare la costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium ha un posto particolare, dato dal suo essere punto di convergenza di molti temi aperti dal concilio. Si tratta di un documento particolarmente complesso, in cui si evidenziano sensibili differenze negli otto capitoli che lo compongono. Una delle più rilevanti concerne l’iter redazionale dei testi: i capitoli II, III e VIII hanno avuto lunga e travagliata elaborazione.
Se è facile comprendere l'umanità di Gesù, ben più controversa è l'accettazione della sua divinità, una fede che nasce nel mondo religioso del giudaismo ed e presente, secondo categorie proprie, nei testi del Nuovo Testamento.
Questo studio, che propone un approccio essenzialmente storico critico, scarta l'idea di un uomo divinizzato dai suoi seguaci è ritenuta da escludere nell'ambiente giudaico in cui e nata la prima comunità cristiana - e focalizza l'attenzione sui titoli con cui egli presenta se stesso. Le parole e l'attività del Gesù pre-pasquale rivelano infatti una coscienza relazionale (filiale in rapporto a Dio, pro-esistente in rapporto all'uomo) e funzionale, cioè consapevole di un mandato unico nella storia della salvezza.
L'unanime testimonianza degli scritti neotestamentari svela l'orizzonte di un Gesù «innestato in Dio», non uomo divinizzato né altro Dio accanto a YHWH, ma volto del Dio unico nella sua realtà di comunione.
Descrizione dell'opera
La rivelazione biblica del volto di Dio muove da un orizzonte apparentemente paradossale: il Signore è il Totalmente-Altro, l’Altissimo, l’Ineffabile, il Tre volte Santo, non raffigurabile in alcuna figura terrena e non identificabile con nessun idolo, e tuttavia è il Dio-con-noi, un Dio che si rende personalmente presente e s’interessa alle sorti del suo popolo, descritto perfino con sentimenti umani come la “collera” e la “gelosia”. La sua trascendenza si coniuga, in mirabile unità, con l’immanenza del suo amore misericordioso e la sua tenerezza.
Il coinvolgimento di Dio nella “condotta” e nella “sorte” dell’uomo raggiunge il suo compimento e il suo vertice insuperabile nel Nuovo Testamento, allorché l’Unigenito stesso del Padre si fa carico della condizione umana e l’assume in prima persona dal Primo Testamento al Nuovo, Dio si rivela sempre come un Dio-di-compassione-amante, vicino ai suoi e che si prende cura di loro con straordinaria amorevolezza.
L’epoca moderna e post-moderna, prima con l’illuminismo e adesso con il bio-tecnologismo, hanno privato il nostro tempo di una filosofia del cuore, facendo prevalere il logos sul páthos e dimenticando che i grandi pensieri – secondo la formula cara a Nietzsche – vengono dal cuore, prima che dalla testa. Due concezioni in conflitto tra loro, dalle quali derivano due opposti sguardi sul futuro: nella prima prevale esclusivamente il logos, come egemonia assoluta della ragione e unico criterio di scelta, mentre nella seconda l’armonizzazione feconda tra logos e páthos, ragione e sentimento. L’assenza di una teologia della tenerezza – come teologia del “cuore di carne” in opposizione al “cuore di pietra” – è all’origine di quel principio di necrofilia che domina lo scenario odierno. Come vincere il principio di morte se non con la ricerca di una cultura centrata sul “vangelo della tenerezza”, facendo prevalere la potenza dell’umile amore sulla brutalità della forza?
Sommario
Introduzione. I. «Misericordia» e «tenerezza». Deposito lessicale e orizzonti tematici. II. La «tenerezza» di Dio nel Primo Testamento. III. La «tenerezza» di Dio nel Nuovo Testamento. IV. La tenerezza di Dio nella Chiesa apostolica. Conclusione generale.
Note sugli autori
Carlo Rocchetta,già docente di Sacramentaria alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, è socio fondatore della Società italiana per la ricerca teologica e dell’International Academy for Marital Spirituality. Per EDB dirige il Corso di teologia sistematica e ha pubblicato, tra l’altro, I sacramenti della fede (1982; 8a edizione, interamente riscritta in due volumi, 32001); Sacramentaria fondamentale (42007);Il sacramento della coppia (52010); Teologia della tenerezza (52014); Viaggio nella tenerezza nuziale. Per ri-innamorarsi ogni giorno (52010; nuova edizione 2014); Elogio del litigio di coppia. Per una tenerezza che perdona (62013);Briciole di tenerezza. Per educarsi allo stupore di essere (22008);Gesù Medico degli sposi. La tenerezza che guarisce (32008); Le stagioni dell’amore (2007); Vite riconciliate. La Tenerezza di Dio nel dramma della separazione (2009); Il Rosario della Tenerezza (2010);Teologia della famiglia (22013), Abbracciami. Per una terapia della tenerezza. Saggio di antropologia teologica (2012; 2° edizione rivista e integrata, 2013), «Guarì tutti i malati». Gesù medico delle anime e dei corpi (2013), Un Dio vicino. Novena alla divina Tenerezza (2013),Questo mistero è grande. Via Crucis degli sposi per gli sposi (2014).
Rosalba Manes, consacrata ordo Virginum e biblista, ha conseguito la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico e il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana, dove insegna. Tiene corsi di Sacra Scrittura presso vari istituti di formazione teologica ed è impegnata in varie forme di apostolato biblico. Per San Paolo ha pubblicato Il ritorno. La sfida della riconciliazione nella parabola del figlio prodigo (2013) e ha curato Lettera a Tito. Lettera a Filemone. Nuova Versione dai Testi Antichi 51 (2011).
Quale è il ruolo della tecnologia all'interno del Disegno divino sul mondo? È possibile associare le parole "Dio" e "tecnologia" in un qualche tipo di proposizione significante? E se la teologia è incapace di elaborare questo nesso non rischia di lasciare la tecnologia orfana di ogni paternità spirituale e in balìa delle sole ideologie? Dopo un esordio sulla filosofia novecentesca e sulle interpretazioni cristiane del mito di Prometeo, la riflessione proposta dall'autore si inserisce in un percorso teologico più tradizionale, con un'analisi minuziosa dei testi del concilio Vaticano II e di altri più recenti documenti del magistero, recuperando le acquisizioni delle cosiddette "teologia delle realtà terrestri" e "teologia della storia". Un capitolo è dedicato al confronto con alcune figure della cultura filosofica e teologica contemporanea particolarmente impegnate nella comprensione del fenomeno tecnologico, da Tanzella-Nitti a Barrajon, da Severino a Galimberti, da Cole-Turner a Kelly.
Il volume indaga la dimensione della riconciliazione presentando il rito della penitenza, i suoi fondamenti biblici e la sua storia. Elabora inoltre una teologia del peccato, esamina l’evento sacramentale del perdono in relazione all’evento fondamentale della riconciliazione ed esplora le modalità con le quali la Chiesa determina l’essenza e gli elementi per una celebrazione valida e fruttuosa.
La riflessione prende in esame la figura del penitente, il ruolo del sacerdote penitenziere (compresi i doveri e i possibili abusi), e presenta la prassi della confessione partendo dai princìpi morali e pastorali che la informano e la regolano.
Sommario
Premessa. Siglario. Bibliografia generale. Introduzione generale. I. Liturgia, Bibbia, Storia.
1. La celebrazione della penitenza. 2. Fondamenti biblici del sacramento della penitenza. 3. La penitenza nella storia della Chiesa. II. Teologia, Morale, Diritto. 1. Il mistero dell’iniquità e del peccato. 2. L’evento sacramentale del perdono. 3. Il penitente. 4. Il sacerdote confessore. 5. La prassi della confessione. Conclusione: dalla liturgia della riconciliazione alla riconciliazione nella vita.
Note sull'autore
Renzo Gerardi, presbitero del patriarcato di Venezia, ha compiuto gli studi filosofici e teologici alla Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il dottorato in Teologia nel 1974. Dopo aver insegnato Teologia sacramentaria e Teologia spirituale, attualmente è docente ordinario di Teologia morale speciale nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, di cui è pro-rettore. Per EDB ha pubblicato: Teologia ed etica della penitenza. Vita cristiana, vita riconciliata (32008), Storia della morale. Interpretazioni teologiche dell’esperienza cristiana. Periodi e correnti, autori e opere (22012), Le malattie dell’anima. Trattato sui vizi capitali (22013) e sette piccoli volumi dedicati ai vizi capitali (2015).
Il 4 dicembre 1963 venivano promulgati in contemporanea la prima costituzione del concilio Vaticano II Sacrosanctum concilium, riguardante la liturgia, e il primo decreto Inter mirifica, concernente i mezzi di comunicazione sociale. La prima costituzione conciliare aprirà il cammino a un deciso ripensamento teologico. La liturgia vi appare come luogo in cui si attualizza l'agire salvifico di Dio ed evento in cui si esprime e si edifica la Chiesa. Proprio per questo, essa è vista quale dimensione fondamentale della vita ecclesiale che domanda di essere riformata, anche in vista di una actuosa participatio di tutti i fedeli. Si tratta di temi che sono al cuore del testo conciliare e che sono, a tutt'oggi, decisivi per la vita della Chiesa e la riflessione teologica. Il volume, facendo tesoro del dibattito e degli studi teologici di questi primi cinquant'anni dall'evento conciliare, offre una ricca introduzione e un puntuale commento a Sacrosanctum concilium, aiutando il lettore a percepire la ricchezza e l'attualità di tali tematiche. Esso offre anche una introduzione e un commento a Inter mirifica. La Chiesa ebbe il coraggio di affrontare, con tale decreto, il mutamento portato dalla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa. I cambiamenti che hanno segnato in questi ultimi anni tale settore della vita sociale sono di così vasta portata da rendere il documento conciliare chiaramente datato. Ciò non offusca l'attualità del coraggio pastorale con cui al Concilio si affrontò il tema. Dell'uno e dell'altro aspetto il testo offre una ricca indagine.La collana, a cui il volume dà avvio, costituisce una novità assoluta nel panorama italiano: un Commentario di taglio scientifico ai documenti del Vaticano II, previsto in 8 volumi. I documenti sono presentati nella versione originale in latino e nella traduzione italiana (versione Enchiridion Vaticanum 1). Progettata in dialogo con l'Associazione teologi italiani, l'opera coinvolge giovani studiosi che hanno lavorato sui testi conciliari con tesi o ricerche.
La beatificazione del cardinale John Henry Newman (1801-1890), celebrata a Birmingham da Benedetto XVI il 19 settembre 2010, ha riportato alla memoria della Chiesa uno dei suoi personaggi più illustri e una delle più grandi figure teologiche del secolo XIX. Dalla lontana Inghilterra, chiusa nei suoi radicati pregiudizi antiromani, egli portò il suo decisivo contributo a una Chiesa bisognosa di un profondo aggiornamento, richiesto dal mutare dei tempi e delle situazioni e dal ristagno in cui la comunità cristiana si trovava dopo l'ormai lontana celebrazione del concilio di Trento e l'estenuante polemica che l'aveva seguito. Quella di Newman è una figura a tutto campo che ha avuto il merito di anticipare in larga misura le intuizioni del concilio Vaticano II e che in ogni settore ha fatto sentire la sua presenza e la sua originalità, dal movimento patristico alla promozione del laicato in una Chiesa clericale e gerarchica. Il volume ripercorre l'opera di Newman a partire dalla conversione dall'anglicanesimo al cattolicesimo e presenta, in particolare, la sua teologia del laicato, l'elaborazione del rapporto tra fede e ragione fino agli sviluppi dell'escatologia.
Descrizione dell'opera
Una delle gioie più grandi riservate alla Chiesa contemporanea è quella della riscoperta del valore dell'amore coniugale. Nello stesso tempo, una delle sofferenze più gravi per la coscienza dei cristiani di oggi è la condizione di chi vive un matrimonio finito.
Mentre la Chiesa ortodossa e le Chiese che provengono dalla riforma, pur predicando l'indissolubilità del matrimonio, concedono la possibilità di un nuovo inizio, la Chiesa cattolica lo ammette solo in alcuni casi.
Nel volume - pubblicato per la prima volta nel 1971 e riproposto con una nuova introduzione - l'autore sostiene la necessità di affrontare il tema in una prospettiva non solo giuridica e sostiene che, a certe condizioni, anche la Chiesa di Roma potrebbe concedere «una nuova partenza» nel tentativo di vivere una vita cristiana.
Sommario
Introduzione alla nuova edizione. Premessa dell'autore all'edizione del 1971. Prefazione all'edizione del 1971. I. L'indissolubilità del matrimonio nella rivelazione e nella legge naturale. 1. La rivelazione divina sul matrimonio nell'Antico Testamento. 2. Il messaggio di Gesù: «L'uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 3. La tensione verso la monogamia nella legge naturale alla luce della riflessione personalistica e delle conclusioni delle diverse scienze antropologiche. 4. Amore coniugale e matrimonio: il problema della forma di celebrazione. II. La misericordia per i matrimoni falliti. 5. Legge e misericordia nel Nuovo Testamento. 6. La testimonianza dei padri della Chiesa: rottura del matrimonio per adulterio (della donna) e disciplina penitenziale. 7. Matrimonio e divorzio nel diritto romano classico e nella legislazione degli imperatori cristiani. 8. L'indissolubilità del matrimonio nella Chiesa tra il V e l'XI secolo. 9. L'indissolubilità del matrimonio nella Chiesa d'Occidente dall'XI secolo ad oggi. 10. La prassi attuale della Chiesa cattolica per la dichiarazione di nullità e gli scioglimenti per dispensa. 11. Indissolubilità e oikonomia nella tradizione della Chiesa cristiana in Oriente. 12. Il pensiero e la prassi delle Chiese evangeliche. III. Tesi e riflessioni conclusive. 1. Un'epoca di trasformazioni nel mondo e di rinnovamento e riforma nella Chiesa. 2. Il disegno di Dio è la monogamia assoluta. 3. L'esigenza di Cristo circa l'indissolubilità: un fatto di grazia e un imperativo morale, non una norma giuridica. 4. Distrutto dal peccato il segno sacramentale, non sembra che possa sopravvivere il sacramento del matrimonio. 5. Le strutture tradizionali mediante le quali la Chiesa esercita la misericordia nel settore matrimoniale appaiono inadeguate alla situazione della comunità cristiana contemporanea. 6. Il riconoscimento della legislazione e della giurisdizione degli Stati introno al matrimonio e il problema del divorzio civile. 7. Per una rinnovata pastorale del matrimonio e della famiglia all'interno della comunità ecclesiale. 8. L'esercizio della misericordia da parte della Chiesa nei confronti dei matrimoni falliti: la trasformazione dell'attuale sistema dei tribunali matrimoniali. 9. Per la restaurazione di una disciplina penitenziale. 10. L'amore cristiano testimonianza all'Amore eterno. Indici.
Note sull'autore
Giovanni Cereti, sacerdote, dottore in Teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana, è stato docente di Ecumenismo e di Dialogo interreligioso in diversi atenei e istituti teologici, fra i quali l'Istituto di Studi Ecumenici di Venezia e la Facoltà Teologica Marianum di Roma. Nel 1976 ha iniziato il cammino della Fraternità degli Anawim e nel 1980 ha fondato la sezione italiana della World Conference of Religions for Peace.Per EDB ha pubblicatoLe Chiese cristiane di fronte al papato. Il ministero petrino del vescovo di Roma nei documenti del dialogo ecumenico (2006) e Per un'ecclesiologia ecumenica (22003); inoltre ha curato con Sever J. Voicu gli Enchiridion Oecumenicum 1 (32004) e 2 (22000) e con James F. Puglisi gli Enchiridion Oecumenicum 3 (22004), 4 (21999), 7 (2006), 8 (2007) e 10 (2010).
La prima decade del ventunesimo secolo, ovvero il periodo dei cosiddetti "anni zero", ha portato con sé la distruzione generale della fiducia. Gli attacchi terroristici alle Torri Gemelle di New York hanno spazzato via l'illusione di un mondo che, dopo aver superato la guerra fredda, avrebbe raggiunto la pace perpetua, garantita dall'egemonia di un sistema democratico stabile. La crisi dei mercati finanziari del 2009 ha portato il sistema capitalistico a toccare con mano la fragilità delle proprie fondamenta. Oggi più che mai, il corso della storia sembra racchiudere una quantità di inquietanti interrogativi. La crisi di configurazione del tempo, che modifica le tappe della vita umana e segna la discontinuità tra le generazioni, colpisce la vita privata, la costruzione della sfera pubblica e l'interrogativo su Dio. Su questi aspetti la teologia può conferire ritmo e cadenza al ritmo sconnesso dell'uomo, aiutandolo a ricomporre i frammenti della sua biografia e a restituire unità alle sue traversie. La prima parte del volume getta le fondamenta dell'intera riflessione inquadrandola nell'orizzonte dell'esistenza corporea dell'uomo e della sua vocazione all'amore; la seconda affronta le diverse dimensioni del tempo e della storia - la memoria e la ricerca delle sue radici; la promessa che mantiene uniti i fili della vita; la fecondità e il suo nuovo, straripante inizio - mentre l'ultima offre una visione di sintesi per descrivere la visione cristiana.
Il volume presenta gli atti del 32° Convegno di Ravennatensia dedicato a mons. Francesco Lanzoni in occasione dei 150 anni dalla nascita. Figura poliedrica e di rilievo nel contesto della cultura cattolica di fine Ottocento e inizio Novecento, il sacerdote faentino è noto per le sue pionieristiche ricerche nel campo dell'agiografia e della storia ecclesiastica antica. Egli ha contribuito a gettare le basi per una evoluzione del metodo storico-critico in Italia, nel solco della migliore tradizione della storiografia erudita europea. Il Convegno, attraverso il contributo di esperti, ha offerto una riflessione a tutto tondo sull'itinerario religioso e scientifico del Lanzoni, mettendone in luce non solo il percorso formativo, educativo e culturale, ma anche i tormenti spirituali e i suoi inevitabili confini, che non di meno rendono per tanti versi ancora attuale la sua opera storiografica e agiografica.