Il giornalista del terzo millennio è un professionista crossmediale capace di scrivere indistintamente articoli per siti web e quotidiani e di padroneggiare i linguaggi più adatti per un'inchiesta o un dossier, un servizio televisivo o radiofonico, una videoinchiesta, un podcast o un reel. Impiegando un metodo di studio testato sul campo e grazie al contributo di esperti dell'informazione e della ricerca universitaria, il volume presenta in modo agile ma approfondito le nozioni fondamentali della professione e offre un manuale di rapida consultazione sui principali temi teorici e pratici del giornalismo attuale e futuro. Pur rivolto soprattutto ai praticanti che devono affrontare l'esame di Stato ed entrare in un mercato del lavoro in continua evoluzione, l'approccio prettamente pratico lo rende un utile strumento anche per chi frequenta corsi di Scienze della comunicazione o di Editoria, per tutti i giovani appassionati che vedono nel giornalismo una prospettiva professionale e per chi intende partecipare alle selezioni per accedere ai master biennali in Giornalismo a numero chiuso.
Negli ultimi anni si è assistito a un proliferare di strategie didattiche, spesso accompagnate da una selva di tecnicismi, anglismi, acronimi. In molti casi vengono utilizzate espressioni diverse per indicare condotte di lavoro simili o si mettono sullo stesso piano orientamenti generali e soluzioni operative molto specifiche. A fronte di un'esigenza sempre più avvertita di rinnovare la didattica scolastica e di potenziare gli strumenti a disposizione degli insegnanti per promuovere un apprendimento efficace e coinvolgente, risulta difficile muoversi in modo sicuro e consapevole all'interno di uno scenario così confuso. Il volume fornisce alcuni criteri di orientamento e un repertorio sufficientemente rappresentativo dell'attuale stato dell'arte, organizzando il materiale secondo una struttura omogenea, per facilitarne il confronto e l'analisi comparata. Senza alcuna pretesa di dare un catalogo completo e definitivo, visto il terreno così dinamico e in evoluzione, il testo offre una panoramica di approcci e metodi didattici orientati a incoraggiare negli allievi una comprensione significativa e durevole.
Il volume esamina il ruolo delle virtù nel pensiero di uno dei principali filosofi liberali, John Rawls, un tema ancora non sufficientemente indagato a più di cinquant'anni dalla pubblicazione del suo A Theory of Justice. Rawls fa affidamento, in particolare, su due tipologie di virtù: cooperative e individuali. Le prime sono quelle forme di eccellenza la cui presenza nel corpo sociale è imprescindibile affinché una democrazia possa funzionare correttamente e conservarsi stabile nel tempo; sulle seconde invece si fonda il processo di avvicinamento del singolo al proprio ideale di vita buona. L'analisi del ruolo di queste due categorie di condotta nella riflessione del filosofo statunitense, delle loro interconnessioni e dei loro effetti sulla collettività costituisce l'obiettivo del libro, il quale invita il lettore a osservare la teoria della giustizia di Rawls anche come una teoria delle virtù cooperative e individuali: relazionali, ordinarie e, allo stesso tempo, imprescindibili.
Nel corso di poco più di un secolo, la psicoanalisi si è evoluta andando incontro a numerosi cambiamenti che oggi la configurano più come un arcipelago di modelli che come una teoria unitaria. In un percorso teorico-storico che parte dalle ipotesi di Freud - passando per quelle di Anna Freud, la psicologia dell'Io, Klein, Fairbairn, Winnicott, Bion, Mahler, Bowlby e Kohut - e arriva all'infant research, al pensiero di Lichtenberg, al modello intersoggettivo, a quello relazionale e alla Control-Mastery Theory, il volume si focalizza sui temi che i vari autori hanno ipotizzato al cuore della sofferenza umana, e sulle ipotesi relative alla struttura dell'apparato psichico e al suo sviluppo, accennando alle implicazioni tecniche delle diverse teorie.
Pensato per gli studenti universitari, il volume ricostruisce la storia della letteratura italiana dall'inizio del Novecento ai giorni nostri, lungo le due direttrici parallele della narrativa e della poesia, nella convinzione che lo sviluppo di ciascuno dei due generi, benché reciprocamente intrecciato, sia scandito da svolte e accelerazioni specifiche, e suggerisca pertanto una sua propria periodizzazione. Il libro si articola in diciannove capitoli, ognuno dei quali è dedicato a un determinato arco cronologico e a una corrente oppure a uno o più autori e autrici. L'obiettivo è offrire non un'opera enciclopedica, ma uno strumento didattico in cui trovino spazio le questioni letterarie essenziali del XX secolo, associate ai nomi di maggior rilievo. In questo modo si potrà comprendere l'evoluzione storico-letteraria e individuare con chiarezza quali sono le opere che più si sono imposte nel canone.
Il volume mette a fuoco alcuni aspetti dell'intersezione fra la nozione di vulnerabilità e quella di percezione sensoriale. Quest'ultima non è mai neutrale, e in essa può fiorire sia la motivazione a discriminare le figure vulnerabili sia l'argomentazione che a tale discriminazione si oppone sul piano normativo. Lontano da ogni intento di rigida categorizzazione, il libro propone un possibile percorso argomentativo che collega ciascun senso a una figura della vulnerabilità: la "razza" è così associata a simbolismi visivi del colore e dell'occhio, e lo "straniero morale" è la figura che sfida le nostre capacità di ascolto. Attraverso la metafora dei cinque sensi, si giunge così a scandagliare alcune dinamiche culturali e giuridiche che orientano il rapporto tra percezione e discriminazione, e che si annidano in varie articolazioni sociali e istituzionali.
Big data e algoritmi costruiscono correlazioni, regolarità e quantificazioni per proporre interpretazioni dei fenomeni sociali in base ad automatismi matematici. Tuttavia, come svela questo libro, è un'illusione pensare che una comprensione automatica di abitudini ed eventi possa essere oggettiva e neutrale. Le tecnologie dell'intelligenza artificiale ambiscono a definire ciò che è stato e ad anticipare il futuro, ma sono state inventate e sviluppate da esseri umani, e ne conservano perciò il genio, l'instabilità, i pregiudizi, spesso anche l'arroganza. Affidarsi ad algoritmi per prendere decisioni in contesti incerti come quelli della vita reale, dove non è possibile determinare gli obiettivi univocamente, consente a chi definisce i criteri di farlo all'ombra dell'opacità del dispositivo tecnico, senza doversi assumere responsabilità, anche a rischio di esiti iniqui. È quindi necessario chiedere giustizia su dati e algoritmi: chi è oggetto di processi decisionali automatici deve ottenere spiegazioni esplicite e condivise per le scelte, pubbliche o private che siano. Le valutazioni algoritmiche non possono essere l'alibi per un nuovo latinorum della tecno-aristocrazia internazionale.
Il volume ripercorre le tappe fondamentali della storia della santità in Occidente dalla tarda antichità alla fine del Medioevo. È articolato su due linee distinte, seguendo da una parte la nascita del culto dei santi e dall'altra la composizione e la diffusione delle leggende agiografiche. Si illustra così il parallelo sviluppo della venerazione, dai martiri delle origini alle esperienze mistiche del tardo Medioevo; delle modalità di canonizzazione, dalla devozione spontanea alla normativa contemporanea; dei testi che parlano di santi, dai primi calendari e martirologi alle grandi raccolte del Duecento, fino all'opera dei Bollandisti. Infine si presentano dodici casi esemplari che, iniziando dalle persecuzioni imperiali e arrivando a Francesco d'Assisi, mostrano la complessa evoluzione nel Medioevo del culto dei santi, della letteratura agiografica e del loro rapporto con la storia. Dodici schede monografiche integrative sono dedicate ad autori (come Ambrogio di Milano e Iacopo da Varazze) e a questioni (come i Dodici, gli apostoli, le fonti francescane) importanti per gli studi agiografici.
Come funzionò davvero l'Inquisizione romana, al di là della leggenda nera che ne ha connotato l'immagine sin dall'epoca moderna? Chi furono gli uomini che la governarono e favorirono? Quali gli assetti istituzionali e le pratiche sociali che ne sostennero l'azione repressiva? Il volume ricostruisce l'attività ordinaria del Sant'Uffizio con particolare attenzione alla penisola italiana, dove operò a lungo un'autentica "società inquisitoriale", composta non soltanto da giudici di fede, ma anche da consultori, avvocati, carcerieri e da centinaia di altri collaboratori, uomini che, in cambio di ampi privilegi, permisero al tribunale di controllare l'ortodossia, la moralità e il pensiero dei fedeli fino alle soglie della contemporaneità.
Il volume introduce il lettore ai testi e agli autori principali delle origini cristiane esaminando le questioni storico-letterarie e proponendo una selezione di brani significativi, con brevi introduzioni specifiche e agili note. L'approccio del manuale e quello dell'antologia si compenetrano in un'opera di sintesi aggiornata e documentata, che intende differenziarsi sia dai tradizionali manuali di storia della letteratura cristiana antica o di storia del cristianesimo, sia dalle classiche antologie. Dalle fonti presinottiche a Giustino, dai primi vangeli agli Atti apocrifi, dalle lettere paoline a gnosticismo e montanismo, si dipana un percorso attraverso una fase particolarmente viva e plurale, rispetto alla quale il costituirsi della cosiddetta "proto-ortodossia", alla fine del II secolo, segnerà un momento di svolta.
La figura di Francesco d'Assisi continua a esercitare la propria forza di attrazione e ad affascinare ancora oggi: la sua vicenda storica si salda profondamente all'ordine da lui istituito e si situa nel contesto di un panorama ricco di altre forme di religiosità, coeve o di poco precedenti, destinate a diventare ordini religiosi riconosciuti: i Predicatori, nati dall'impegno di Domenico di Caleruega, i Carmelitani, che presero avvio da un'esperienza eremitica nella Palestina crociata, gli Agostiniani, frutto dell'unione di diversi gruppi eremitici italiani. Pur differenti nelle loro origini, questi quattro ordini mendicanti, che rappresentano la più dirompente novità nel vivace contesto religioso del Duecento, risultano accomunati, oltre che dal richiamo al vangelo, da un forte interesse per lo studio, che consentì loro di esercitare un'enorme influenza sulla società cittadina, sulla Chiesa, sulla cultura, assumendo, anche grazie alla predicazione, di cui furono "specialisti", un ruolo di primaria importanza nella pratica religiosa, ai più vari livelli. Il volume indaga i molteplici volti del fenomeno mendicante, di cui offre una chiave interpretativa centrata sulla dimensione culturale.
Il libro colloca la frase al centro della trattazione, integrando grammatica, tipologia e mutamento. Dopo la descrizione dell'interazione tra le strutture sintattiche della frase e un sistema indipendente di strutture concettuali nella costruzione dei significati complessi, la parte del volume dedicata alla grammatica mette a punto i criteri di identificazione delle classi di parole; quella dedicata al lessico ne evidenzia poi le strutture formali, i contenuti concettuali e la dimensione relazionale. L'analisi tipologica, integrata nella descrizione grammaticale, sposta l'attenzione dalle strutture specifiche di una lingua ai compiti funzionali comuni che rendono confrontabili soluzioni grammaticali diverse nelle lingue del mondo. Lo studio del mutamento inserisce queste prospettive nella dimensione della storia, mettendo in luce la necessità di considerare lo spazio della frase come il luogo potenziale di cambiamenti che coinvolgono diversi livelli di analisi del linguaggio e sottolineando le potenzialità connesse a questo approccio.
Il volume propone di studiare la stesura dei ventisette libri del Nuovo Testamento e gli eventi che vi sono narrati avvalendosi anche delle informazioni fornite dai realia (scavi, iscrizioni, papiri, monete). Nello stesso tempo, invita a considerare questi scritti come una fonte utile per approfondire la conoscenza dell'impero romano nel i secolo d.C. L'archeologia non ha il compito di provare la "verità" della Bibbia; tuttavia l'analisi del contesto storico agevola una corretta lettura delle sue pagine, lontane da noi nel tempo ma importanti per comprendere una ancor viva vicenda culturale dipanatasi sulle coste del Mediterraneo tra Oriente e Occidente.
Nell'era della globalizzazione le scelte di politica economica assumono un ruolo sempre più essenziale nelle strategie aziendali, per effetto dell'integrazione finanziaria e reale, in primis nell'ambito dell'UE. Al tempo stesso, le strategie delle grandi aziende, specialmente di quelle multinazionali, e gli andamenti dei mercati, in particolare di quelli finanziari, condizionano le scelte pubbliche. Il libro indaga su questi temi e discute i maggiori problemi correnti alla luce dei principi fondamentali delle scelte pubbliche e della logica della politica economica. Questa settima edizione ha introdotto modifiche significative: sono stati aggiornati i dati statistici presentati e le innovazioni istituzionali e concettuali rilevanti; sono stati semplificati numerosi punti o risvolti di minore importanza pratica (teorema del secondo ottimo, antitrust, dettagli istituzionali della BCE) o di importanza soltanto storica (alcune teorie sulla disoccupazione involontaria, il sistema aureo e lo SME); è stata data enfasi ai problemi di ristagno o riguardanti il funzionamento effettivo dell'UME.
Superato l'orientamento pregiudiziale a considerare la tarda antichità un'età di decadenza, la critica ne sta rivelando caratteri originali, capaci di interessare non soltanto gli specialisti ma anche il pubblico più vasto. Il volume illustra la produzione letteraria della tarda latinità, secondo un percorso storico-letterario che è anche approfondimento culturale, in un arco di secoli in cui l'affermazione del cristianesimo progressivamente investe tutti gli ambiti della produzione letteraria senza che tuttavia venga meno l'importanza riconosciuta alla letteratura precedente. La storia letteraria di questo periodo, dall'età severiana agli albori del Medioevo, trova infatti la propria cifra culturalmente significativa nell'articolata dialettica fra la persistenza della tradizione classica, assicurata dalla scuola e dall'autorevolezza dei modelli, e la nuova cultura cristiana, alla costante, faticosa e controversa ricerca di un adeguato spazio anche in campo letterario. L'indubbia varietà dei prodotti artistici rivela atteggiamenti diversi da parte degli scrittori, spettatori di un'evoluzione storico-politica spesso drammatica che li spinge all'introspezione o al gioco letterario fine a sé: si tratta di uno scenario molto complesso e composito in cui si trovano elementi di modernità nelle idee e nei sentimenti.
La letteratura per l'infanzia è un fenomeno culturale molto complesso. Repertorio e canone di caratteri, situazioni, paesaggi, oggetti e simboli, comportamenti e sentimenti, mare magnum di modelli e di anti-modelli, questo comparto della produzione editoriale contemporanea sembra alimentarsi di processi creativi decisamente antinomici. Un atteggiamento culturale e politico che, da sempre, caratterizza l'operato delle avanguardie artistiche. La letteratura per l'infanzia, infatti, non perde mai di vista le possibilità divergenti e convergenti della creatività umana, utilizzando generi e linguaggi, tecniche e stili diversi, rivolgendosi paradossalmente a tutte le età della vita, coltivando un rapporto intelligente e disinvolto con la tradizione e con le fantasie futuribili, senza mai tradire il diritto-dovere di incidere sul contemporaneo. Sulla base di un'analisi centrata sulla categoria della complessità, il volume ripercorre i tratti dominanti della letteratura per bambini e adolescenti pubblicata in Italia nell'ultimo trentennio.
Obiettivo di questo volume è sostenere chi lavora e chi vuole fare ricerca empirica nei contesti educativi e scolastici, dal nido d'infanzia alla scuola secondaria di primo grado. Comprendere l'utilità, i limiti, le potenzialità dei metodi e le modalità di definizione dei risultati scientifici è il passaggio imprescindibile per poter utilizzare le evidenze scientifiche in modo informato e consapevole. È sempre più necessario, infatti, saper prendere decisioni, educative e didattiche, fondate empiricamente. Dopo una prima introduzione generale sulla progettazione del disegno di ricerca, sui paradigmi e le questioni etiche, si descrivono i principali metodi per la ricerca educativa: fenomenologia empirica, Grounded Theory, metodo etnografico, ricerca-azione, ricerca narrativa, approccio quantitativo-sperimentale e mixed method. Per comprendere come può essere applicato ciascun metodo discusso, ogni capitolo include l'analisi critica di una ricerca empirica realmente condotta (e pubblicata) in contesti educativo-scolastici.
Il volume delinea le nuove frontiere della restorative justice secondo le prospettive del più recente dibattito nazionale e internazionale. Si tratta di un quadro articolato, come evidenzia il crescente interesse che la giustizia riparativa occupa nella produzione scientifica, che raccoglie riflessioni, progettualità, obiettivi di lavoro verso nuove modalità partecipate di soluzione dei conflitti. La giustizia riparativa è un paradigma che include pratiche di accoglienza e cura delle persone, delle relazioni, delle comunità sociali: tutte in sofferenza a causa del crimine o di altri illeciti e con un bisogno di riparazione del danno, di ricostruzione del senso di fiducia, per risanare le ferite delle persone e le fratture del tessuto sociale. Il libro, caratterizzato da un approfondito dialogo interdisciplinare, evidenzia la varietà dei programmi che rientrano nel paradigma della restorative justice, la fondamentale presenza della comunità, la trasversalità delle applicazioni della giustizia riparativa nei diversi contesti di vita, l'ottica orientata al benessere di persone e gruppi sociali.
Chi ha paura della fisica? Come la si può insegnare nella scuola primaria? È possibile insegnarla applicando i principi del metodo scientifico? Alla base di questo libro sta la consapevolezza che l'agire e il pensare o, meglio, l'agire pensato sia la modalità preferibile di azione didattica e di apprendimento. Il laboratorio non si configura in questo testo come luogo, ma come una modalità di apprendimento e di trasmissione del sapere dimenticata e sommersa da un tentativo eccessivo di formalizzazione e parcellizzazione del sapere. Esplorando i principi portanti di una buona azione didattica, si avvalora qui il peso del metodo scientifico come ispiratore di un apprendimento profondo e maturo delle scienze e come volano per lo sviluppo del senso critico, non solo scientifico, negli alunni. Quel senso critico il cui sviluppo e affinamento consideriamo uno degli obiettivi primari della scuola nella nostra società.
Nell'ultimo decennio è molto aumentata la consapevolezza dell'importanza degli aspetti lessicali nell'acquisizione di una lingua, come testimonia la fioritura di lavori dedicati al ruolo del lessico e della competenza lessicale nella didattica delle lingue. Il volume aggiunge all'attuale panorama italiano un nuovo contributo caratterizzato da una prospettiva diversa, cioè partire dall'esame dei concetti chiave della semantica lessicale per poi vagliarne le potenzialità applicative. Coerentemente con questa impostazione, il testo si articola in cinque capitoli che mettono a fuoco i più importanti fenomeni lessicali - relazioni semantiche, polisemia, omonimia, metaforicità, espressioni idiomatiche, collocazioni, unità fraseologiche e polirematiche - e ne evidenziano le implicazioni e le ricadute nell'apprendimento e nell'insegnamento delle lingue. L'intento è creare così un ponte tra lessicologia e didattica del lessico, mostrando come i costrutti e i metodi elaborati in ambito teorico possano offrire strumenti di analisi e descrizione utili anche nella pratica glottodidattica.
Nell'era della globalizzazione le scelte di politica economica assumono un ruolo sempre più essenziale nelle strategie aziendali, proprio per effetto dell'integrazione finanziaria e reale, in primis nell'ambito dell'UE. Al tempo stesso, le strategie delle grandi aziende, specialmente di quelle multinazionali, e gli andamenti dei mercati (in particolare di quelli finanziari) condizionano le scelte pubbliche. Il libro indaga su questi temi e discute i maggiori problemi correnti alla luce dei principi fondamentali delle scelte pubbliche e della logica della politica economica. Le modifiche più importanti introdotte in questa edizione riguardano: l'aggiornamento di quasi tutti i dati statistici presentati e delle innovazioni istituzionali e concettuali rilevanti per i temi trattati; una più diffusa trattazione del funzionamento dei mercati finanziari e degli strumenti di politica economica, anche innovativi, in materia di politica prudenziale, in relazione alle crisi sistemiche, e di forme non convenzionali di politica monetaria, come quantitative easing eforward guidance, l'applicazione dei concetti già presenti nel testo ai problemi posti dalla recente crisi finanziaria ed economica; le innovazioni negli accordi internazionali, ad esempio in materia di clima, e nelle politiche dell'UE, principalmente con l'introduzione dell'Unione bancaria.
Sono trascorsi settant'anni anni dalla proclamazione della "Dichiarazione universale dei diritti umani" eppure attorno a essi è ancora molto acceso un dibattito in cui più voci continuano a esprimere scetticismo e a metterne in dubbio l'esistenza. I diritti umani, infatti, non sono leggi, né sono stati pensati per doverlo diventare: talvolta hanno ispirato le norme giuridiche, ma la loro validità si estende al di là di esse. Inoltre, spesso non sembra chiaro a chi spettino i doveri implicati dai diritti umani né quale sia l'estensione di tali doveri, e anche questa forma di indeterminatezza ha suscitato accese critiche. Il volume prende avvio da un'analisi storico-filosofica della "Dichiarazione" e del modo in cui essa venne concepita e scritta, analizzando le radici profondamente morali dei diritti umani stessi. Nel seguito si afferma l'esistenza dei diritti umani come nonne in primo luogo morali, e se ne mostra l'efficacia; si indagano i doveri da essi generati per determinare a chi spettino e con quali limiti. Infine, passando dalla teoria alla prassi, si analizza il caso delle migrazioni, un fenomeno di portata globale che riguarda la protezione dei diritti umani di chi è costretto ad abbandonare il proprio paese di origine alla ricerca di quella ospitalità che con sempre crescente fatica viene concessa dagli altri Stati.
Il volume traccia un percorso interdisciplinare e comparativo attraverso gli aspetti più rappresentativi della globalizzazione delle religioni, prendendo le mosse dalla dimensione transnazionale della religione nella società globale e dall'intensificarsi dei contatti fra diverse tradizioni – una sfida che può essere interpretata dagli attori religiosi in chiave più o meno aperta e tollerante. Fra gli altri temi affrontati vi sono il confronto tra la sfera del sacro e sistemi globali quali la scienza e l’economia capitalistica, che mette le religioni davanti alla necessità di rinegoziare le modalità della loro partecipazione sociale; l’impatto dei flussi culturali globali sulle religioni, che pone queste ultime di fronte al rischio dell’omogeneizzazione ma offre loro anche la possibilità di ripensare la propria identità in chiave globale; e il ruolo cruciale svolto all'interno di queste dinamiche da trasformazioni profonde della coscienza collettiva e da questioni di potere istituzionale e individuale.
La Chiesa, in quanto istituzione, ha rappresentato il legame più forte tra il mondo classico e quello medievale ed è stata garante della preservazione del carattere urbano della società medievale. Allo stesso tempo ha costituito l'elemento più innovativo dell'età di transizione e uno dei principali agenti del cambiamento. Studiate come documenti storici, le chiese sono potenziali fonti di informazione sulla società, l'economia e il contesto politico, spia preziosa di un'epoca nella quale altre forme architettoniche sono meno visibili. Il volume ne presenta gli aspetti principali attraverso fonti scritte e dati materiali: le prime ci parlano dei committenti, della ritualità e della liturgia in rapporto all'articolazione degli spazi; i secondi ci permettono di ricostruire le sequenze dei monumenti, le modalità di utilizzo e il contesto insediativo. In questa nuova edizione, oltre al necessario aggiornamento bibliografico e alla quasi completa sostituzione dell'apparato iconografico, sono stati approfonditi alcuni temi tra cui quello delle chiese costantinopolitane e della Terra Santa, il loro impatto sull'architettura occidentale e le conseguenze dell'arianesimo nella costruzione della topografia cristiana.
Lei: dedita al lavoro di cura, incline al sacrificio, accomodante, remissiva, insicura, fragile, incapace di pensiero astratto, emotiva, poco affidabile; lui: atto al comando, portato per i mestieri rudi e all'aria aperta, competitivo, coraggioso, forte, protettivo, intraprendente, razionale. Molteplici sono gli stereotipi sessisti e le disuguaglianze tra uomini e donne che persistono in ambito pubblico e privato. Nonostante i concetti e i principi femministi abbiano via via influenzato numerosi settori disciplinari, le politiche pubbliche e aziendali, oltre che i contenuti dei media, solo ultimamente in Italia istituzioni, associazioni ed enti pubblici, no profit, privati e il sistema dell'informazione promuovono buone pratiche finalizzate alla comunicazione in ottica di genere, all'"empowerment" femminile, al "work-life balance". Ripercorrendo le fasi attraversate dal pensiero femminista, il libro evidenzia alcuni nodi teorici - sesso/genere, uguaglianza/differenza, femminismo/postfemminismo - su cui è utile riflettere per comunicare in maniera consapevole e responsabile, valorizzando il genere femminile, e le soggettività che oscillano tra i due generi, sul piano simbolico e culturale.
All'"Vrbs, Orbis" per vocazione, conducono tutte le vie attraverso le quali usi e costumi "stranieri", in particolare i culti, giungono nella capitale dell'Impero e la trasformano. Non sempre in un clima idilliaco e indolore, Roma caput mundi vede tradizioni, usanze e norme spesso di portata ancestrale coabitare assieme a "externae superstitiones"; il "naturale" risultato è la messa in opera di un compromesso creativo, capace di garantire tanto distinzione e prestigio quanto legami e certezze, e comunque lapax deorum che regge la "fatale" missione di Roma. Attraverso i vari racconti che compongono il libro - storie di gente, potere, spazi, immagini e simboli più o meno condivisi - si dà corpo e complessità a Roma, autentico laboratorio multiculturale, dalla fine della Respublica fino ai cambiamenti epocali del IV secolo.
L'approvazione della legge del 13 luglio 2015, n. 107, che istituisce il «sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni», ha sollevato in Italia un ampio dibattito. Infatti, secondo questa riforma, i servizi educativi rivolti ai differenti segmenti di età all'interno della fascia 0-6 devono progettare congiuntamente percorsi educativi che, pur tenendo conto delle caratteristiche specifiche delle diverse età, si presentino come coerenti e continui nell'impostazione pedagogica. Si tratta di una prospettiva che trova supporto nei documenti della Commissione europea per l'infanzia i quali, sottolineando la specificità dell'educazione infantile prima dell'ingresso nella scuola primaria, ne individuano i tratti peculiari sulla base delle ricerche più recenti. Il volume presenta alcuni temi-chiave utili a definire i percorsi educativi 0-6 e a progettare esperienze di qualità per questa fascia di età: il curricolo, la relazione educativa, l'ambiente spazio-temporale, il gioco. Il testo si rivolge a ricercatori, studenti universitari di materie pedagogiche e operatori nell'ambito dei servizi per l'infanzia 0-6.
Le cosiddette “etiche applicate” riflettono sulle condizioni in cui ci troviamo a vivere in un’epoca dominata dalle tecnologie. Pensiamo alla bioetica, all’etica economica, all’etica ambientale, all’etica della comunicazione, ma anche all’etica dello sport e a quella della cura medica, all’etica del cibo e alla questione dei rifiuti, al tema dei migranti e alla responsabilità per le future generazioni. Il libro affronta questi temi offrendo per ciascuno di essi una trattazione chiara e approfondita.
Il web ha cambiato le abitudini, il modo di vivere e di comunicare. Oggi anche la comunicazione sociale si trova di fronte a un bivio importante: replicare gli errori del passato, nello studio del messaggio e nell’uso dei media tradizionali oppure sviluppare un nuovo approccio professionale, strategico, efficace e rilevante per i propri destinatari.
Il volume, che tratta gli aspetti fondamentali relativi alla traduzione e al contatto interculturale, ha come obiettivo lo sviluppo della consapevolezza traduttiva del soggetto plurilingue. Le questioni affrontate spaziano dai processi mentali del bilinguismo ai concetti e alle teorie sulla traduzione elaborate nei secoli in Occidente e in Oriente, uno alle problematiche di tipo pragmatico, con approfondimenti sulla traduzione dei proverbi, delle espressioni idiomatiche, delle metafore, delle forme di cortesia e di conflitto, dell'umorismo e dei codici non verbali. Ogni argomento è corredato di esempi in varie lingue e di spunti per la riflessione e per la ricerca autonoma. Il libro si rivolge agli studenti universitari che si avvicinano per la prima volta a queste tematiche all'interno di un percorso di studi focalizzato sulle lingue moderne. Visto il taglio interdisciplinare e teorico-applicativo, il testo può essere utile anche a coloro che già operano nell'ambito del contatto interculturale sia in Italia che all'estero.
La pedagogia generale, oggi, viene costantemente chiamata ad essere lo "spazio" di una riflessione complessiva nell'ambito dei saperi educativi. Svolge così un lavoro a tutto campo, esplicitamente critico, coordinato di focus stesso del pedagogico: educare/formare/formarsi. Pertanto, come si ribadisce in questa nuova edizione, continua a svolgere un ruolo del tutto centrale nel pensare/agire educativo, tenendo fermo il suo volto attuale, sempre più articolato e complesso. Essa è, però, uno spazio sempre più interdisciplinare, scientifico e, al tempo stesso, filosofico, riflessivo e metariflessivo, e va allora interpretata e coltivata in stretto rapporto con un discorso critico.
Una storia del teatro diversa dalle altre, che non solo affronta con chiarezza e linguaggio non accademico i percorsi della grande drammaturgia, da Eschilo agli autori contemporanei, ma soprattutto ricostruisce la complessità delle diverse culture teatrali attraverso l’analisi delle teorie e delle modalità concrete di fare spettacolo specifiche di ciascuna società, dal mondo classico a quello medievale, dal Rinascimento all’età elisabettiana, dalla spettacolarità barocca a quella romantica, dal Naturalismo alle varie forme della teatralità contemporanea o delle tradizioni orientali. Completa il volume una seconda parte, con saggi tematici che ripercorrono in maniera particolare la storia delle principali componenti dell’evento teatrale: l’attore, gli edifici e la scenografia, l’organizzazione e le diverse forme di produzione degli spettacoli, i modelli fondamentali della drammaturgia.
Il volume, attento ai più recenti orientamenti emersi nel nostro paese in tema di progettazione formativa, propone un percorso strutturato per elaborare unità di apprendimento orientate verso traguardi di competenza, sia di tipo disciplinare, sia di carattere trasversale. Come evidenziano gli esempi illustrati nel testo, il percorso può essere impiegato nei diversi gradi scolastici del primo e del secondo ciclo di istruzione, in quanto fornisce una struttura logica basata sul modello di progettazione a ritroso di Wiggins e McTighe e imperniata sulla centralità del traguardo di competenza nella progettazione di una unità di apprendimento. La proposta di lavoro fornita dall'autore - frutto di una continua ricerca delle soluzioni più appropriate e sostenibili svolta insieme agli insegnanti all'interno di attività formative condotte con scuole e reti di scuole - si colloca nel contesto di un più ampio ripensamento dell'ambiente di apprendimento che caratterizza il lavoro scolastico, sia nei suoi aspetti strutturali (spazi, tempi, attrezzature, sussidi), sia in quelli metodologici e relazionali. Particolare attenzione viene posta alla flipped classroom come modalità low cost per liberare del tempo nel lavoro scolastico e per riconfigurare il setting formativo.
Il libro propone un'analisi dei problemi bioetici più attuali e, attraverso di essi, del ruolo giocato dal diritto giurisprudenziale nella creazione di quello che ormai può essere considerato un sottosistema del diritto delle persone.
Come si studiano i media e le politiche pubbliche? In che modo si analizzano i dati secondari? Come si fa un'intervista in profondità? Che cos'è l'approccio mixed methods? Il volume fornisce una guida pratica alla ricerca sui fenomeni sociali, politici e della comunicazione, con un taglio multidisciplinare e plurale. Gli autori non discutono la dimensione epistemologica o concettuale, ma illustrano gli strumenti di base per capire e usare le tecniche utili al ricercatore, al professionista chiamato a svolgere un lavoro di indagine sul campo e alle studentesse e agli studenti impegnati in ricerche empiriche nell'ambito della sociologia, della scienza politica e dei media studies.
La nuova edizione di questo volume fotografa una situazione linguistica molto cambiata negli ultimi anni e fornisce una guida non solo chiara e aggiornata, ma profondamente ripensata, alla lingua dei media: la radio, la TV, il cinema, i quotidiani cartacei e on line, il fumetto, la pubblicità, la canzone, le scritture digitali telematiche e le varie forme di interazione su web (posta elettronica, SMS, chat, blog, social network ecc.). I saggi contenuti nel libro presentano con linguaggio lineare e rigore scientifico un'ampia e articolata panoramica della lingua dei media. La struttura modulare, una serie di approfondimenti e una ricca antologia di testi commentati on line offrono al lettore gli strumenti per orientarsi con sicurezza nell'universo linguistico dei diversi media e della crossmedialità, cioè delle loro dinamiche convergenti e interattive sempre più forti. Questa guida vuole appunto mettere a fuoco il rapporto della lingua dei media con l'italiano comune e le loro diverse funzioni, illustrare i cambiamenti, le trasformazioni e la complessità delle modalità comunicative, fino alle tendenze più recenti.
Questo corso, giunto ormai alla IV edizione, dedica un primo capitolo a un bilancio dell'informatica giuridica con particolare riferimento alla sistematica, all'insegnamento e alle prospettive della disciplina. Nei successivi cinque capitoli si affrontano le tematiche più rilevanti del diritto dell'informatica in relazione ai diritti fondamentali, alla attività contrattuale, ai reati informatici, alla pubblica amministrazione "digitale" e alla risoluzione "informatica" delle controversie.
Il pragmatismo svolge un ruolo particolarmente rilevante nel dibattito culturale odierno. Utilizzato come strumento da molte filosofie che caratterizzano l'eclettismo contemporaneo, avversato dalle scuole filosofiche più radicali, proposto come via originale della contemporaneità dai suoi difensori più estremi, esso dimostra la sua vitalità creando nuovi spazi integrativi sul piano sia teorico sia storiografico. Il volume, che raccoglie i contributi dei migliori specialisti italiani della materia, presenta una genealogia che parte dal protopragmatismo di Emerson e giunge fino ai nostri giorni. Si offre così la possibilità di confrontarsi con il canone classico del pragmatismo di fine Ottocento-inizio Novecento, con le conseguenze e le appropriazioni dei suoi temi al di fuori della stretta osservanza del pensiero dei fondatori, con la ripresa contemporanea e alcuni interessanti sviluppi del dibattito in corso. Da questo confronto biologicamente preciso emerge il contributo attuale di uno dei fenomeni culturali più interessanti dell'ultimo secolo.
La teoria della narrazione, fondata da maestri della semiotica quali Propp, Greimas e Lévi-Strauss, è stata poi oggetto di grande attenzione anche da parte di psicologi, storici, specialisti di letteratura e di cinema, di marketing e di comunicazione politica, sicché oggi il tema dell'espressione narrativa, o dello storytelling, si presenta come centrale. Nel libro, una rilettura in chiave attuale delle teorie classiche offre una visione profondamente nuova dell'universo narrativo: una prospettiva che tiene conto anche degli apporti di altre discipline, dell'odierna attenzione per gli impieghi operativi del narrare, nonché dello stretto legame che le forme narrative intrattengono con i processi emozionali e con i tanti modi in cui cerchiamo di rendere leggibile la realtà che ci circonda e di dare un senso alla nostra esperienza di vita. Il volume vale dunque come introduzione aggiornata alla materia, di cui propone una sistemazione teorica nuova e originale, presentata grazie anche a un ricco apparato di esempi che spaziano dalla letteratura al cinema, dal folclore alla musica, dal melodramma alla pubblicità.