Possiamo considerare una lattina un resto archeologico? E cosa ci racconta della nostra civiltà? Cosa rende rilevanti luoghi e oggetti al punto da riconoscerli come siti o reperti archeologici? A partire da dieci oggetti - ad esempio una busta per la spazzatura, una lattina, un furgone Ford Transit, una bottiglia di plastica, una penna USB, un ammasso di detriti in orbita - in dieci brevi capitoli, l'archeologia mette a disposizione il suo sguardo e i suoi metodi per affrontare alcuni fra i principali temi del passato contemporaneo: dall'industrializzazione alla produzione dei rifiuti, dai conflitti mondiali alla diffusione dell'automobile e dei trasporti di massa, dagli orrori dei totalitarismi alle migrazioni non documentate, dalla Guerra fredda all'affermarsi della civiltà digitale, dall'esplorazione dello spazio all'industria cinematografica.
Il rispetto delle persone e dell'ambiente deve essere al centro dell'impresa che guarda al futuro. Questo è in sintesi il paradigma dello sviluppo sostenibile, che chiama in causa non solo le aziende ma anche i consumatori e lo Stato. La sfida sarà vinta solo se il cambiamento culturale sarà preso in carico da tutti.
Che cos'è la funzione amministrativa? Quali i suoi fini, le sue funzioni e i suoi strumenti? Nello Stato democratico, chi risponde di fronte alla collettività del funzionamento dell'amministrazione? Quale l'equilibrio tra quest'ultima e la politica? Un grande esperto nel campo del diritto amministrativo traccia un quadro completo della funzione dell'amministrazione nei suoi vari aspetti ? dall'esercizio del potere alla prestazione di 'servizi' ? e del diritto a essa applicato.
In questo libro conciso ed essenziale Andrea Augenti dà conto delle principali coordinate storiche e teoriche utili a orientarsi all’interno della disciplina. Il primo capitolo introduce il lettore nel periodo che chiamiamo Medioevo, grazie a una discussione sulla periodizzazione e a una serie di mappe che illustrano la mutevole geopolitica di quell’epoca. Segue una sintetica storia delle origini e degli sviluppi dell’archeologia medievale, che introduce al cuore vero e proprio del volume: i densi capitoli dedicati all’archeologia delle città, delle campagne, dei monumenti, delle pratiche funerarie, dell’artigianato e dei commerci. Chiudono il testo un capitolo dedicato al rapporto tra l’archeologia medievale e la storia dell’arte e uno che illustra le nuove frontiere della disciplina e i suoi possibili sviluppi futuri. Il libro si rivolge agli studenti universitari, ai docenti, agli studiosi ma anche a chiunque voglia farsi un’idea di una delle discipline emergenti nel campo dell’archeologia italiana, grazie a una scrittura lavorata appositamente per raggiungere la massima comprensibilità e all’ampio apparato di note, bibliografia e illustrazioni.
Giudicare: un compito necessario e impossibile. Necessario perché una società non può lasciare senza conseguenze comportamenti incompatibili con la sua ordinata sopravvivenza. Impossibile perché non possiamo mai avere la certezza di riuscire a conseguire la verità. Da questa contraddizione nasce l’esigenza di stabilire un itinerario conoscitivo, il ‘processo’, ritenuto il metodo meno imperfetto per pronunciare una decisione giusta, che siamo disposti ad accettare pro veritate.
Una preziosa riflessione sul processo penale che ne analizza l’irrinunciabile funzione sociale, le scelte epistemologiche qualificanti, gli snodi fondamentali, le distorsioni della sua rappresentazione mediatica.
Dalle rappresentazioni mitiche degli antichi greci alle battaglie retoriche dei romani, dal lungo silenzio medioevale alla nascita della stampa, dalle rivoluzioni liberali alla supremazia di Internet, la comunicazione è il tratto distintivo di un'evoluzione che ci ha condotti fin qui, forgiando le nostre società e il nostro modo di vivere. La guerra delle parole è il racconto, che attraversa la storia e la cultura, della più antica e straordinaria abilità umana. Un viaggio inedito tra le parole e le immagini che hanno reso possibile la costruzione di un mondo comune di valori e di visioni, oggi in piena trasformazione.
Che cosa si intende con il termine ‘postverità’? C’è chi lo utilizza per indicare una modalità di comunicare in cui i fatti oggettivi sono meno rilevanti rispetto alle emozioni e alle convinzioni. Altri lo usano per indicare informazioni volutamente e coscientemente false. Quel che è certo è che parlare di postverità coglie un cambiamento importante propiziato dai media almeno dagli anni ’90. Ormai da molto tempo, infatti, i reality show, i talent, la real tv hanno reso più debole l’idea di realtà e, conseguentemente, di verità. Realtà e finzione si sono intrecciate e spesso confuse, in una logica culturale che premia le emozioni e le identificazioni, non la messa alla prova e le competenze.
Dalle cronache alle più impegnative scritture storiche medievali, l'Italia si dimostra un laboratorio di innovazioni e riflessioni di grande spessore nel contesto europeo. La storiografia umanistica e storici come Machiavelli e Guicciardini non sorgono, quindi, come estemporanee novità, e neppure è casuale il magistero italiano nell'Europa del rinascimento. Questo alto profilo viene in parte disperso nella "decadenza" italiana, finché con Vico, Muratori, Giannone si riapre una nuova grande stagione. Dal Risorgimento alla Repubblica il corso della storiografia italiana si fa molteplice e differenziato, in collegamento crescente con i paralleli sviluppi europei. Nel '900 la storiografia italiana è poi sempre più ricca di voci e di esperienze, che ne fanno un documento notevole della cultura contemporanea, pur mantenendo sempre una sua originale cifra di interessi e di metodi. Un ritratto d'autore del volto cangiante della storiografia italiana. Un profilo che definisce la fisionomia e la metodologia dello scrivere di storia nel nostro paese, sottolineandone l'organico rapporto con l'insieme della vita civile e culturale.
Nel mondo antico Roma visse come entità politica indipendente per quasi milletrecento anni, nel corso dei quali le regole attributive del potere pubblico variarono più volte. La progressiva evoluzione fu categorizzata dagli stessi romani, che individuarono una pluralità di tipi di costituzione: dalla monarchia alla repubblica, dal principato augusteo al dispotismo del dominato dioclezianeo-costantiniano. In seguito, le forme della res publica - e le virtutes dei suoi cittadini - furono utilizzate dal pensiero giuspolitico moderno in funzione della costruzione dello stato di diritto. La res publica romana divenne così un modello a cui si ispireranno le rivoluzioni settecentesche e il costituzionalismo che da queste geminò. Questo modello è tuttora studiato e ammirato: da esso - dalla sua struttura antitirannica - trae oggi ispirazione il miglior pensiero neo-repubblicano, impegnato a contrastare la deriva oligarchica delle democrazie contemporanee.
L'uso del computer, di Internet, aiuta o riduce la memoria? Migliora o ostacola le capacità d'imparare dei nostri figli a scuola? Cosa comporta l'uso simultaneo di più dispositivi? Fare i compiti, leggere, parlare interagendo con le sollecitazioni del cellulare è deleterio o semplicemente normale? Valutando gli effetti che l'uso quotidiano di tablet, smartphone e computer esercita su alcune funzioni cognitive fondamentali del nostro cervello - attenzione, memoria, apprendimento, controllo sulle scelte, gestione del tempo e socialità -, l'autrice costruisce una piccola guida scientifica utile a sviluppare un uso consapevole e intelligente delle tecnologie digitali, preziosa nell'educazione dei nostri figli e - perché no -anche per noi.
Che cosa va punito? In che modo? Con quali obiettivi? Come dobbiamo intendere la responsabilità e la colpa? Questioni come queste sono strettamente correlate ai mutevoli contesti politico-ideologici, alle tendenze culturali, all'evoluzione del pensiero filosofico e anche ai paradigmi elaborati dalle scienze. Il libro offre un quadro dei temi e dei problemi di fondo del diritto penale contemporaneo, sottolineando il rapporto di forte tensione, e in alcuni casi di contraddizione, tra i principi che dovrebbero conformare un diritto penale liberaldemocratico degno di questo nome e il concreto diritto penale che viene applicato nei tribunali.
Il romanzo inglese, con la sua varietà di forme, linguaggi, generi e sottogeneri, costituisce una delle principali ricchezze del patrimonio letterario europeo. Questo libro aiuta il lettore a orientarsi con sicurezza all'interno di questa amplissima produzione letteraria, dai 'fondatori' del Settecento agli scrittori contemporanei. Un efficace invito alla lettura delle opere di Defoe e Fielding, di Dickens e George Eliot, delle sorelle Brontë e Hardy, di Joyce, Woolf, le Carré e molti altri.
L'influenza della filosofia antica nei secoli riguarda non solo l'intera storia del pensiero occidentale, - che qualcuno ha definito "una serie di note in margine a Platone" -, ma anche le nostre categorie mentali i nostri schemi concettuali e il linguaggio che usiamo tutti i giorni. Parole e idee come l'Essere, il Bene, l'Anima, la Conoscenza, la Verità hanno la loro lontana origine nella filosofia greca e nella traduzione del suo vocabolario in latino. Questa "Prima lezione" è un'introduzione al lessico concettuale della filosofia, un percorso imprescindibile che attraverso l'etimologia e la storia delle parole esplora il pensiero filosofico antico. E di quello che da essa è nato.
Settecentounomila280 è il numero di ore che passiamo con noi stessi, considerando una vita media di 80 anni. Accettazione e rifiuto, gioia e tristezza, impegno e ritiro, senso di crescita e ripiegamento, ricerca di equilibrio e molto altro è quanto possiamo concederci, con ampio margine di scelta eccetto... fuggire da se stessi. Come gestire le proprie emozioni al fine di costruire autostima? Cosa motiva alcuni a non credere in sé? Perché alcuni più di altri stanno bene con se stessi e pensano di valere? Come reagire agli insuccessi e alle sfide? Quali atteggiamenti adottare per mantenere e accrescere una visione positiva che porta a piacersi e a volersi bene?
Frammentati, incompiuti, contraddittori, confusi tra la realtà e il mondo delle loro fantasie. La moderna psicopatologia descrive la personalità dei fratelli Karamazov come affetta da disturbi della coscienza e dell'identità, quando il senso di unità si indebolisce fino a frantumarsi e la capacità di distinguere tra rappresentazioni interne e mondo esterno si attenua fino a perdersi. Analizzando i personaggi del romanzo come fossero persone reali, Antonio Semerari smaschera la coerenza psicopatologica alla base dell'apparente caos della loro condotta e mostra quale disgregazione produce sull'animo umano un contatto prolungato con il male.
Come si è costituita la psicologia parlando di anima; come si è cercato di misurarla; come si è smesso, quando il concetto di anima, con l'istituzionalizzarsi della psicologia, è diventato imbarazzante; come si è cercato di eliminarla, salvo poi trasformarla in mente pensando anche di trovare una via d'uscita nell'analogia uomo-calcolatore. Come se n'è cercata un'altra in quelle belle immagini colorate che sembrano dire tutto sul funzionamento del cervello, e invece probabilmente seguitano solo a raccontare la vecchia favola della frenologia, delle facoltà localizzate nei vari luoghi del sistema nervoso. Una breve storia della psicologia, scienza dell'anima, che di anima ormai non parla più da oltre un secolo.
Che cos'è la famiglia? Come e perché diventa un'istituzione giuridica? E quale tipo di comunità familiare è 'famiglia' per il diritto? Nel libro, uno sguardo critico sulla famiglia quale prodotto del diritto positivo degli Stati, e sul ruolo che svolge nella disciplina dei rapporti interpersonali, sessuali e intergenerazionali, strutturando precise relazioni di potere fra i generi e costruendo identità e ruoli sociali che coinvolgono gli individui e i gruppi fino a incidere sulla fisionomia delle comunità nazionali.
Una mappa critica del nuovo design italiano, dal Duemila a oggi, "un evviva alle persone nate intorno agli anni Ottanta" (Alessandro Mendini). In una panoramica assolutamente inedita, troveremo i fatti cardine che hanno segnato l'affermazione del design attuale all'interno di una tradizione storica consolidata, i luoghi ovvero le imprese emergenti, le scuole, gli spazi della comunicazione e il loro rapporto con il luogo per eccellenza contemporaneo, cioè la rete. E ancora, i modi nuovi e alternativi di progettazione, produzione e autoproduzione e, soprattutto, i nomi di questa giovane storia italiana: più di 200 designer, per la maggior parte under 30.
Gli animali sono fra noi, la nostra vita è impossibile senza la loro, eppure non riusciamo davvero a vederli. Siamo doppiamente ciechi: non sappiamo quasi niente dell'animalità degli animali non umani e ignoriamo la nostra. Sinora la filosofia si è limitata a tracciare il confine fra loro, gli animali, e noi, gli umani. Non riusciamo a guardarli senza confrontarli con noi: non parlano, non pensano, non ridono e così via. È come cercare di capire l'Homo sapiens chiedendosi se abbia o no piume o branchie. "Filosofia dell'animalità" cerca di immaginare che forma di vita sia quella animale. Ma soprattutto delinea i contorni dell'animalità umana e quel che abbiamo tagliato e tagliamo fuori da noi stessi ogni giorno per poter diventare, e definirci, umani.
Il cervello di una scimmia bipede di due milioni di anni fa aveva lobi frontali simili ai nostri, suggerendo che essa stava già sviluppando abilità cognitive di tipo umano. Una nuova specie scoperta in Indonesia, sopravvissuta fino a dodicimila anni fa, aveva meno di un metro di statura e il cervello più piccolo dell'australopiteca africana "Lucy", ma sapeva costruire strumenti in pietra. Il DNA estratto dalla falange di una mano scoperta in Siberia, antica di quarantamila anni, indica l'esistenza di un'altra specie umana, diversa sia da noi che dai Neanderthal. Queste pagine sono dedicate a chi è curioso di conoscere i metodi scientifici più recenti che indagano sul passato profondo della nostra e di altre specie.
Quello di una bimba di due anni che esplora e sovverte il suo ambiente quotidiano è detto gioco, ma che cosa ci autorizza a usare la stessa parola per il calcio o per gli scacchi? E che dire di quanti hanno parlato dell'arte, della letteratura e della filosofia come di sublimi giochi intellettuali? Ermanno Bencivenga si inoltra nel labirinto delle mille accezioni del termine gioco, fra sentieri tortuosi, svolte impreviste e vicoli ciechi.
In base all'età si decide chi deve studiare, chi deve votare, chi deve guidare, chi deve lavorare, chi deve smettere di lavorare e tante altre cose complementari. L'età è un criterio di giudizio primario: categorizza le persone, marchia le nostre relazioni. Gli stereotipi e i pregiudizi legati all'età sono duri a morire e pervadono ogni aspetto della vita sociale. Ne fanno le spese soprattutto i più anziani e i più giovani, compresi i bambini e gli adolescenti, che nel confronto con l'individuo adulto sono considerati manchevoli, difettosi, insomma imperfetti. Ma è possibile contrastare i pregiudizi d'età e arginarne le conseguenze negative?
"Siamo andati a esplorare la Luna ma, in realtà, abbiamo scoperto la Terra". Parla l'astronauta Eugene Cernan, in riferimento all'impatto culturale determinato dalle celeberrime missioni spaziali Apollo. Sembra un'affermazione paradossale, ma non lo è affatto, perché è guardando la Terra da un altro punto di vista che è possibile comprendere meglio il pianeta in cui viviamo in relazione al resto dell'universo. Il sistema mondo che comprende la Terra ha una età incredibile: 13,7 miliardi di anni e c'è una profonda differenza, per il nostro modo di concepire il mondo e la vita, nel sapere che il pianeta azzurro ha alle spalle un tempo così lungo e non sia stato creato 6000 anni fa, come riteneva la tradizione biblica nel Seicento (e come alcuni incredibilmente sostengono ancora oggi). Siamo al centro di un progetto cosmico oppure, in uno spazio popolato da miliardi e miliardi di galassie e di stelle, abitiamo un piccolo pianeta, di cui siamo gli ultimi malcapitati occupanti, dopo una serie interminabile di specie e in seguito ad almeno cinque grandi estinzioni di massa? Marco Ciardi racconta, a partire dalla nascita della scienza moderna nel 1600, il modo in cui è cambiata l'idea della Terra nel mondo occidentale, quali riflessioni sono scaturite nella scienza, nella filosofia, nella religione, nella letteratura e nell'arte, mutando il ruolo dell'umanità sul pianeta e il suo rapporto con l'ambiente e le risorse naturali.
Chi l'ha detto che gli esseri umani siano sostanzialmente tutti egoisti? Molti ritengono che la tendenza a sopraffare sia comune e abbia addirittura sicure basi scientifiche. Silvia Bonino dimostra che non è così: le conoscenze che provengono dall'insieme degli studi psicologici, etologici, evoluzionistici e dalle neuroscienze mostrano il contrario. Nei nostri rapporti esiste un ricco equipaggiamento di predisposizioni biologiche che favorisce i legami con i nostri simili e ci spinge a prenderci cura l'un l'altro. Questo bagaglio va dal pianto al sorriso, dal contatto fisico al bacio, dai gesti di conforto al rispecchiamento emotivo, sia nelle forme più immediate del contagio sia in quelle più evolute dell'empatia. Ma nell'essere umano, animale culturale dotato di specifiche capacità cognitive, i rapporti con gli altri chiamano in causa anche complesse costruzioni mentali e categorie che possono negare quell'umanità che la biologia ci ha programmato a riconoscere. Le predisposizioni biologiche andrebbero quindi sostenute dalla cultura e dai suoi valori e coltivate dall'educazione, soprattutto in famiglia e a scuola.
Nel lungo periodo che va dal VII-VIII secolo alla Riforma protestante degli inizi del Cinquecento, si viene affermando un cristianesimo proprio dell'Occidente, distinto dal cristianesimo bizantino, orientale e ortodosso e segnato da profonde trasformazioni interne. È in questo arco di tempo che la cattolicità diventa "romana", in quei secoli che cioè solitamente vengono indicati come secoli di mezzo, o Medioevo. L'organizzazione ecclesiastica prende le forme che tuttora conosciamo secondo suddivisioni spaziali costanti e uniformi, alle quali corrispondono specifiche competenze sacramentali e disciplinari: regioni metropolitane o arcidiocesi, diocesi, pievi, parrocchie. Il processo va di pari passo con una sempre più marcata accentuazione del papato romano, identificato come vertice gerarchico e teologico, come una vera e propria monarchia pontificia. Il tutto avviene sulla base di una larga omogeneizzazione, se non proprio unificazione, di riti e liturgie.
L'analisi del processo di globalizzazione del diritto può seguire due percorsi, che si potrebbero caratterizzare ricorrendo all'immagine degli alberi e della foresta. Da un lato, si può guardare all'insieme del paesaggio giuridico globale, ossia alla foresta, per cogliere le valenze e le tendenze generali; dall'altro ci si può concentrare sugli alberi, ossia su una o su alcune delle varie manifestazioni giuridiche "atipiche", che per lo più travolgono alcuni caratteri e requisiti tipici del diritto moderno e sono sintomatiche delle trasformazioni in corso. Maria Rosaria Ferrarese ritiene che entrambi gli approcci siano significativi e consentano di rilevare le novità in campo, e che le due visioni si sostengano l'un l'altra: non avrebbe senso una fotografia dall'alto della foresta senza una didascalia che illustra la varietà delle nuove forme di vegetazione che sono comparse. E, parimenti, ogni analisi o ricerca relativa alle singole specie botaniche nello spazio globale dice poco se non si sa come esse si collocano o come modificano il paesaggio complessivo. Da entrambe queste prospettive ci si può chiedere se e in che senso si possa parlare di un diritto "globale" e se le nuove tipologie botaniche siano parte irreversibile della evoluzione giuridica odierna, o se non siano piuttosto da considerare vegetazioni improprie o dannose, che vanno semplicemente rimosse, o considerate non giuridiche, o che fanno intravedere "la fine del diritto" come sostengono alcuni teorici.
Spesso nel corso della storia del pensiero occidentale la filosofia politica ha dovuto misurarsi con transizioni, più o meno epocali, che essa stessa ha contribuito a interpretare concettualmente e a governare sul piano pratico. Ogni mutamento sfida le costellazioni teoriche consolidate e reclama processi di ripensamento e rivisitazione, che fanno della filosofia un campo di esplorazione in continuo movimento. Il volume offre al lettore una sintetica mappatura delle diverse teorie che hanno contribuito in modo originale al comune processo di inquadramento e lettura delle complesse e ambigue dinamiche che connotano l'attualità. In particolare l'attenzione è rivolta al tema del passaggio dalla forma-Stato di tipo nazional-territoriale a nuovi modelli di regolazione e organizzazione tuttora in divenire: si tratta di trovare forme alternative di organizzazione statale che possano restituire funzionalità e capacità organizzativa a una rinnovata forma-Stato? oppure si rende necessario promuovere un modello di integrazione sopra lo Stato, in cui la collaborazione tra apparati statali possa sopperire alla loro crescente incapacità di regolazione e controllo? o non si dovrebbe piuttosto considerare chiusa la parentesi statale, per immaginare modalità inedite di organizzazione della società, la quale si dimostra sempre più capace di funzionare senza lo Stato
Gallerie, case d'asta, fiere, editoria, musei, mercanti, critici, direttori di musei, collezionisti: il sistema dell'arte contemporanea è articolato in strutture e circuiti di produzione, circolazione, vendita e valorizzazione culturale complessi e internazionali, all'interno dei quali numerosi attori diversi giocano ruoli di sinergia o antagonismo. L'analisi del nesso fra valore estetico e valore economico di un'opera è cruciale per comprendere il senso complessivo della produzione artistica come fenomeno peculiare della cultura contemporanea.
"La teologia, come viene qui intesa, è semplicemente il 'discorso su Dio' che gli uomini non riescono a evitare, la cui presenza si riscontra quindi in tutte le culture umane. Tutti gli uomini sono 'teologi', parlano cioè di Dio sia affermandolo e pregandolo, ma anche negandolo o dubitando di lui. Ma questo discorso su Dio nella storia degli uomini tutti ha suscitato anche dei discorsi che hanno la caratteristica di essere funzionali, secondari. Nella storia dell'Occidente (ma non solo in essa) al discorso su Dio che si ritrova nel linguaggio comune si è infatti aggiunto un discorso sul discorso che ha avuto sempre una duplice motivazione: la prima, piuttosto critica e negativa, che rende attenti a non trasferire in Dio i sentimenti dell'uomo che spesso sono discutibili e pericolosi; la seconda (che è poi il risvolto della prima), piuttosto positiva, che tende a dare rigore al discorso a partire da ciò che è specifico di Dio in qualunque modo lo si concepisca. E anche questo discorso sul discorso su Dio si chiama teologia": Giuseppe Ruggieri introduce alla disciplina che studia Dio, prendendo in esame l'esperienza religiosa cristiana nella sua dimensione dottrinale e di riflessione intellettuale.
Questa "Prima lezione" conduce per mano il lettore attraverso le tappe più significative dello sviluppo delle neuroscienze, che dagli anni Ottanta a oggi hanno compiuto enormi progressi nel campo della fisiologia del sistema nervoso e dei rapporti tra strutture cerebrali e funzioni mentali. Le neuroscienze studiano i neuroni (le unità che costituiscono il sistema nervoso) e le diverse strutture cerebrali: oggi non esistono più aree mute, come un tempo venivano definite quelle aree della corteccia di cui si ignorava !a funzione. Questo straordinario incremento di conoscenze ha aperto nuovi scenari alle discipline del settore: le scoperte prodotte dalla biologia molecolare, ad esempio, hanno consentito nuove strategie terapeutiche nel trattamento delle malattie degenerative o genetiche. Anche sul piano culturale le neuroscienze hanno esercitato un impatto sempre più profondo, imprimendo un forte impulso a nuovi campi di indagine al confine tra neurobiologia e psicologia, e perfino economia, ma soprattutto arricchendo la nostra conoscenza degli esseri umani.
Oggetto di studio della semiotica è il testo, sia esso un racconto o un quadro, una fotografia o uno spot, un centro commerciale, un'intera città, ma anche una conversazione fra amici o una pratica rituale. Preoccupandosi di rintracciare le forme mediante cui le culture umane si dotano di un senso umano e sociale, la semiotica descrive testi, analizzandone i modi di funzionamento, le strategie di costituzione e di dissoluzione, le stratificazioni, le trasformazioni, le procedure di traduzione in testi ulteriori. Così facendo, essa si propone come uno sguardo critico nei confronti della società e della cultura, come analisi, interpretazione e vantazione di tutto ciò che ci circonda. Gianfranco Marrone introduce ai principali modelli d'analisi semiotica dei testi, mostrando con semplicità e chiarezza il loro uso con una serie di esempi a vasto raggio.
Movimento, questo è il significato di 'motivazione'. E uno spostamento lento o veloce verso una direzione nota o sconosciuta. A volte è anche un fermarsi o un retrocedere perché "la motivazione va cercata, curata, capita, coltivata, incrementata, sviluppata, compresa ogni giorno". Angelica Moè illustra i principali modelli teorici, presenta le 'marce' e le 'armi' della motivazione, definisce le relazioni con gli aspetti emotivi, soprattutto le paure (di non riuscire, di non valere...) e le speranze (di farcela, di potere essere...). Infine, suggerisce esercizi per chiunque: demotivati, poco motivati, troppo motivati, alle prese con il faticoso compito di motivare gli altri.
La Prima lezione di Felice Carugati si colloca al crocevia fra discipline quali la psicologia generale, sociale e dello sviluppo e mostra le dinamiche che caratterizzano i processi e i risultati della socializzazione e dell'insegnamento in famiglia e nei sistemi scolastici.
«Il lettore potrà riflettere sull'esperienza dell'imparare nel vivo della vita quotidiana delle famiglie, delle classi e delle scuole; sull'influenza dei giudizi scolastici nella costruzione del significato e del piacere (o della fatica o noia) di imparare; sulla necessaria attenzione alle classi e alle scuole, considerate come luoghi e strumenti della costruzione di un'etica privata e pubblica per le giovani generazioni di cittadini responsabili».
Ci sono molti libri che parlano di filosofia, questo si differenzia da parecchi di loro perché, fra l’altro, ci dice che la filosofia è un’arte che permette di negoziare con i concetti, e mostra come la nostra vita ne sia intessuta. Quest’arte si può imparare, e anzi si deve imparare, perché mille circostanze del quotidiano ci impongono di ripensare a quello che stiamo facendo per capire se farlo e come farlo meglio. Per esempio, eravamo sudditi, siamo diventati cittadini: come sono cambiati i nostri diritti e doveri? Oppure: la Terra non è più al centro dell’universo, quale posto per un’umanità periferica nel cosmo? Oppure ancora: come definiamo l’inizio e la fine della vita? Il lettore incontra dapprima alcuni esempi sorprendenti di filosofia annidata nella vita quotidiana: il processo dello scultore Brancusi contro il governo degli Stati Uniti che aiuta a definire l’arte contemporanea; le discussioni appassionate sulla famiglia all’Assemblea Costituente che lasciano ancora oggi una eco nel modo in cui si può, o non si può, metter su famiglia in Italia; l’immaginifico sogno di Keplero che aiuta a ripensare la Terra non più al centro dell’universo. Da questi esempi Roberto Casati passa a esaminare alcune grandi questioni filosofiche tradizionali, per capire come lavorano i filosofi che se ne occupano, ma soprattutto per mostrare quanto sia diffusa la filosofia e quanto sia importante l’impegno intellettuale in un’epoca in cui si chiede insistentemente di non pensare.
Dedicato al senso che ci mette in contatto con gli alimenti facendocene conoscere il sapore, il volume mette in discussione uno dei più radicati luoghi comuni della riflessione filosofica che ha considerato il gusto (al pari dell’olfatto) un senso inferiore, il più carnale e il più viscerale, il più arbitrario e perciò il più distante dalla conoscenza. Rosalia Cavalieri elegge a oggetto d’interesse filosofico il gusto materiale, e tutte le attività che lo riguardano (mangiare, bere, degustare), avvalendosi del contributo di diversi saperi (biologia, psicologia, neuroscienze, antropologia, etologia, scienze gastronomiche e scienze sensoriali), con l’obiettivo di mostrare il valore intellettuale e culturale di un senso che solo nell’animale umano ha raggiunto la sua forma più raffinata. Siamo, infatti, i soli animali capaci di cucinare, di concepire un piatto, di apprezzarlo e di condividerne il consumo, e di descrivere un vino o una vivanda. Articolato in cinque capitoli il libro offre un’ampia e informata panoramica sul gusto come sapere, come intelligenza del corpo e, nel contempo, come fonte di piacere raffinata e propriamente umana, non mancando di sottolinearne l’intrinseca attitudine conviviale e linguistica, e rivela come approfondire la conoscenza e l’uso consapevole e avvertito di un senso sopraffatto da una mentalità prevalentemente visivo-acustica possa allargare la nostra maniera di stare al mondo.
Deumanizzare significa negare l’umanità dell’altro. È un fenomeno poliedrico, multiforme, flessibile. Si adatta ai luoghi, alle relazioni, alle persone singole come a intere popolazioni e assume di volta in volta i contenuti richiesti dal clima culturale del momento. Un primo gradino, ad esempio, di questo processo sono i pregiudizi, i luoghi comuni o le espressioni razziste con cui si pongono in contrapposizione dei gruppi di persone, creando un “noi” e un “loro”: “noi” che siamo i settentrionali, i bianchi, i cattolici, gli europei e “loro” che sono i meridionali, i negri, gli zingari. Già nel porre questa divisione si crea il germe di una presunta umanità un po’ diversa, che può essere stigmatizzata ed emarginata al di fuori di quella che viene ritenuta la reale dimensione umana. Andando indietro nella storia occidentale, lo sterminio delle popolazioni americane nel ’600 è sorretto da un’ideologia che appiattisce l’immagine dei nativi su quella delle bestie. Gli esempi di deumanizzazione dei nativi pervade le cronache della conquista e la saggistica successiva: i conquistatori li definiscono creature barbare, prive di intelligenza, cannibali e i filosofi spagnoli discussero a lungo se gli indiani fossero uomini o scimmie, semplici bruti o creature capaci di pensieri razionali e se Dio li avesse creati allo scopo di fornire schiavi agli europei. Chiara Volpato propone in questo volume una rassegna degli studi sui fenomeni di deumanizzazione con una prospettiva psicosociale. Analizza le diverse espressioni che può assumere questo processo – l’animalizzazione, la demonizzazione, la biologizzazione, l’oggettivazione, la meccanizzazione – attraverso una ricognizione delle loro manifestazioni storiche. Uno sguardo particolare è riservato al ruolo che hanno oggi i media nella diffusione e nel mantenimento di immagini e concetti deumanizzanti
Lo scenario è a 10 chilometri da Manhattan, dove si stende una grande area chiamata Flushing Meadows, che prima era una palude infestata dalle zanzare.
È il 30 aprile del 1939. Si apre l'Esposizione Universale di New York. La Rca, la società che possiede la catena radiofonica Nbc, presenta l'ultima meraviglia delle meraviglie, una 'cosa' chiamata tv e, poco dopo, il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt viene inquadrato mentre pronuncia il discorso di inaugurazione.
Comincia così la storia della scatola magica più diffusa al mondo: Aldo Grasso spiega come è cambiata e perché la nostra cultura dal momento in cui ci siamo fermati a guardarla.
«Indagare l'origine del linguaggio in un'ottica evoluzionistica significa analizzare l'avvento delle capacità verbali nei termini delle abilità, più semplici e di base, già presenti in altri animali o nelle altre specie di ominidi che hanno segnato il percorso evolutivo dell'Homo sapiens.»
Francesco Ferretti spiega perché le teorie di Darwin applicate alla filosofia del linguaggio sono l'unica via per comprendere natura e origine del nostro parlare.
Ogni giorno siamo chiamati a scelte morali nuove e difficili e di certo fondamentali per la nostra vita: dalla bioetica al trattamento degli animali, dalle trasformazioni dell'ambiente alla pluralità delle culture e alla distribuzione delle risorse tra gli esseri umani. Confrontandosi con la filosofia e la ricerca empirica dall'Illuminismo a oggi, Eugenio Lecaldano propone un'introduzione generale alla filosofia morale che, messe da parte impostazioni rigide e schematiche, mostra il ruolo risolutivo delle emozioni e dei sentimenti, vitali per le relazioni tra le persone.
Un racconto limpido e immediato del Novecento di uno dei maestri della storiografia italiana.
Dall’impatto delle grandi rivoluzioni del Novecento all’avvento della società di massa, dal peso del revisionismo storico alle dinamiche di costruzione delle nazioni, dalle culture politiche dell’età contemporanea alle fratture del lungo dopoguerra. In queste pagine Pietro Scoppola indaga i temi e le dinamiche della società contemporanea, tra avanzamenti e battute d’arresto, nuove conquiste e antichi limiti. Un’attenzione privilegiata è rivolta all’Italia repubblicana, ricca di eventi e di questioni ancora sul tappeto: le radici nella Resistenza e il progressivo inserimento nell’ordine bipolare della guerra fredda; il ruolo dei partiti di massa nella loro controversa evoluzione; la presenza della Chiesa e dei movimenti sociali. Sfilano in queste pagine i protagonisti del secolo scorso, da Gramsci a Togliatti, da De Gasperi, la Dc e la Santa Sede al Pcus e agli anni Ottanta di Bettino Craxi. «Ci sentiamo sollecitati a verificare nel passato le condizioni del processo che hanno condotto ai mutamenti attuali nel rapporto tra individui e politica. È in questo modo che i vecchi e i nuovi temi si saldano; perché la storia, in fondo, è la visione in cui tutto si tiene».
Lezioni sul Novecento è una preziosa riflessione sulle eredità che riceviamo ma anche una finestra sull’Italia di oggi e sulla lunga transizione dell’ultimo quindicennio, una prospettiva utile per comprendere cause, ragioni e opportunità con la passione di chi non rinuncia a interpretare la complessità del presente.