Il volume è rivolto principalmente agli studenti degli insegnamenti di sociologia quale sussidio per la conoscenza e l'approfondimento di alcuni di coloro che hanno dato un significativo contributo alla disciplina, potendo esso affiancarsi ad altri testi sia di carattere manualistico che monografico. La sua specificità è quella di prendere in considerazione, in un ragionevole numero di pagine, una serie piuttosto numerosa di sociologi e di scienziati sociali (quarantadue, incluse due scuole collettivamente considerate, venti dei quali appaiono a stampa nel volume e ventidue compaiono nel compact disc allegato) seguendo il criterio della collocazione di ciascuno anche in rapporto agli influssi ed alle influenze, contemporanee e successive, su altri sociologi e sulle eventuali scuole o correnti che il loro apporto scientifico ha contribuito a costituire, a formare e a sviluppare. Il volume contiene, inoltre, alcune notizie bio-bibliografiche relative a ciascun autore ed alcuni brevi cenni al contesto storico, sociale ed intellettuale nel quale essi hanno operato, nonché una loro cronologia ordinata per anno di nascita, un elenco cronologico delle opere principali di ognuno, un elenco delle prime riviste di sociologia ed un quadro d'insieme che tenta di evidenziare le relazioni e le influenze fra i vari autori e fra questi e le scuole che essi hanno contribuito a formare e a costituire.
Il volume raccoglie alcuni contributi sulle scienze forensi e sul criminal profiling proposti dall'autore, negli anni, soprattutto in ambito accademico. Appositamente rielaborati ed aggiornati, essi costituiscono nell'insieme una sorta di manuale introduttivo all'investigazione scientifica e alle sue problematiche. La prima parte del testo esplora le numerose branche della criminalistica ed i suoi ambiti operativi (sopralluogo sulla scena del crimine, prelievo e conservazione delle tracce ed analisi di laboratorio). La seconda propone contributi storiografici che rievocano significativi sviluppi dell'investigazione scientifica e ritraggono alcuni suoi autorevoli esponenti (Cross, Lacassagne, Locard, etc). L'ultima affronta il criminal profiling, metodica che analizza le tracce materiali rinvenute sul locus commissi delicti (ed ogni altra risultanza investigativa) al fine di individuare le peculiarità comportamentali del criminale. Prefazione di Nino Marazzita.
Ogni progetto didattico Pearson è composto da un manuale di riferimento e da una serie di supporti digitali - piattaforme di e-Iearning, e Text e siti dedicati - che accrescono la qualità dello studio, riducono i tempi di apprendimento, aiutano a misurare il livello di preparazione raggiunto tramite test ed esercizi di autovalutazione.
Questa terza edizione, completamente rinnovata rispetto alle precedenti, è più attenta alla comunicazione e alla didattica; più aggiornata negli esempi; più completa nell'illustrazione di come si deve progettare e condurre una ricerca valutativa. Il manuale è utile per chi già conosce la valutazione e vuole approfondirne le tematiche metodologiche, è adatto anche a chi vi si avvicina per la prima volta. Dopo un ampio capitolo teorico generale, che consente al lettore di comprendere le principali problematiche della valutazione, il testo approfondisce come realizzare concretamente una ricerca valutativa in un processo che, tappa dopo tappa, segnala i luoghi di attenzione, gli elementi critici, i rischi dell'approccio iniziale col committente, della formulazione delle domande valutative, della definizione di una strategia di ricerca, fino alla redazione del rapporto valutativo finale. Seguono capitoli più specialistici sulla costruzione del dato e le tecniche di ricerca valutativa. Un capitolo di casi di studio, collegati alle precedenti definizioni metodologiche, consente di vedere come concretamente il metodo sia stato applicato in situazioni e contesti differenti. Il volume si chiude con un ampio glossario.
Chi opera nella formazione a diverso titolo chiede alla ricerca suggerimenti e modelli di riferimento per le proprie decisioni professionali. La didattica rappresenta l'ambito di studio che intende fornire valide risposte a questa istanza. Il settore ha conseguito, in particolare dalla fine del secolo scorso, avanzamenti significativi per ciò che riguarda sia la quantità dei saperi sia la qualità delle metodologie. Con questa nuova edizione gli autori, oltre a presentare un quadro organico della didattica, delle sue teorie, dei dispositivi attuativi e dei metodi di ricerca di cui si avvale, hanno voluto tener conto in particolare della maggiore rilevanza che negli ultimi anni l'Evidence Based Education e l'internazionalizzazione delle conoscenze hanno assunto al suo interno.
La nuova edizione di questo volume fotografa una situazione linguistica molto cambiata negli ultimi anni e fornisce una guida non solo chiara e aggiornata, ma profondamente ripensata, alla lingua dei media: la radio, la TV, il cinema, i quotidiani cartacei e on line, il fumetto, la pubblicità, la canzone, le scritture digitali telematiche e le varie forme di interazione su web (posta elettronica, SMS, chat, blog, social network ecc.). I saggi contenuti nel libro presentano con linguaggio lineare e rigore scientifico un'ampia e articolata panoramica della lingua dei media. La struttura modulare, una serie di approfondimenti e una ricca antologia di testi commentati on line offrono al lettore gli strumenti per orientarsi con sicurezza nell'universo linguistico dei diversi media e della crossmedialità, cioè delle loro dinamiche convergenti e interattive sempre più forti. Questa guida vuole appunto mettere a fuoco il rapporto della lingua dei media con l'italiano comune e le loro diverse funzioni, illustrare i cambiamenti, le trasformazioni e la complessità delle modalità comunicative, fino alle tendenze più recenti.
Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, gli Stati Uniti sono apparsi come la sola potenza in grado di condizionare il sistema internazionale. Questa ipotesi è stata contraddetta dall'emergere di nuovi soggetti capaci di delimitarne la supremazia: la Cina, l'India e la Russia. In altre parti del mondo hanno avuto luogo mutamenti sostanziali. L'America Latina tende a sottrarsi al controllo statunitense, l'Africa e l'Asia si affacciano a una difficile modernizzazione; nel Medio Oriente le rivoluzioni del 2011 e il consolidarsi del fondamentalismo islamico fanno sorgere nuovi problemi. Uno strumento per comprendere le tappe fondamentali di una fase di transizione, iniziata con il 1989 e non ancora conclusa.
Nella seconda metà dell'Ottocento, nell'Italia postunitaria, si sviluppa un fervore d'idee e prassi che nei decenni contribuisce a definire una nuova scienza della niente dell'uomo; questo libro ne racconta un secolo e mezzo di storia. Vengono perciò esaminati gli atteggiamenti che medici e non (religiosi, filosofi, legislatori, psicologi) hanno avuto nei confronti della psiche e della sua malattia, sia dal punto di vista pratico che scientifico, dalle prime esperienze cliniche alle teorie che via via si sono contrapposte o intrecciate e che di volta in volta si sono affermate come dominanti. Esse hanno trovato espressione nelle varie prassi (custodialistiche, assistenziali, biofarmacologiche e psicoterapeutiche) e nelle diverse teorie (spirituali, filosofiche, psicologiche, biologiche). L'originalità di questa storia della terapia della mente sta nel proporre una visuale che di questi centocinquant'anni abbraccia, nello specifico, tutto il panorama culturale italiano e quindi esplora la psichiatria, la filosofia, la psicologia, la normativa psichiatrica e psicoterapeutica: dalla prima legge del 1904, alla parentesi del fascismo, ai fermenti degli anni Sessanta che confluiranno prima nella legge Ma-riotti e poi nella legge 180 del 1978, fino all'attuale sviluppo della psicoterapia italiana che mostra tratti di assoluta originalità.
Psicofarmaci e psicoterapia sembrano avere pregi e difetti spesso complementari: i primi, efficaci, rapidi, poco costosi (anche se non sempre) e poco impegnativi, hanno però effetti collaterali, sono un po' deresponsabilizzanti e, soprattutto, non insegnano nulla; la seconda, lenta, faticosa, costosa e non generalizzabile, insegna però a reagire e contribuisce a modificare idee ed atteggiamenti irrazionali. Anche lo psicologo, non abilitato alla prescrizione, si trova a seguire pazienti che comunque usano psicofarmaci: questa è la norma quando si hanno in terapia pazienti anziani, bipolari, psicotici, depressi. Lo stesso però si nota anche con pazienti con disturbi ansiosi e (spesso con minori giustificazioni) con pazienti con disabilità intellettiva, disturbi dello spettro autistico e disturbi di personalità. Il testo prende in esame i diversi disturbi descritti nel DSM 5 e dimostra come, nei fatti, sia possibile un'integrazione tra intervento psicoterapeutico e psicofarmacologico, tra psichiatria e psicologia clinica. Vengono quindi fornite precise indicazioni pratiche, suggerimenti e prospettive per tale integrazione, con pochi rimandi teorici e molta pratica clinica.
Il testo è una guida operativa per orientarsi nel panorama del digital marketing, ovvero il nuovo marketing. A tale scopo, i primi capitoli presentano le sfide che le aziende devono affrontare per attrarre un consumatore radicalmente cambiato attorno al mondo dei social media, dei dispositivi mobili e del cloud computing. I capitoli successivi, attraverso la metafora del Customer Journey, indagano i diversi punti di contatto tra l'azienda e i suoi consumatori, esplicitando le azioni possibili, le metriche e gli indicatori necessari per la valutazione. Vengono quindi presentati diversi casi, pratici e reali, dove alcune tra le più importanti aziende italiane o internazionali presenti in Italia hanno raccolto la sfida digitale, con quali mezzi l'hanno affrontata finora e quale sia stato il ritorno dell'investimento. Il testo si conclude con la presentazione delle nuove sfide organizzative e culturali che il Digital ROI impone oggi agli imprenditori.
Perché devo diventare grande, ricevere un’educazione, obbedire alle regole che la società mi impone? Sono domande che ci facciamo tutti, da bambini o da adolescenti, e che poi tendiamo a dimenticare, come se la crescita fosse un dato di fatto e non un delicatissimo processo che coinvolge ogni aspetto della vita, materiale o psicologico che sia, nel lungo cammino verso l’ambita e al contempo temuta “maturità”.
Chiamando a raccolta le opere e le esperienze di pensatori antichi e moderni, da Platone a Hannah Arendt, da William Shakespeare a Jean-Jacques Rousseau, la filosofa e scrittrice Susan Neiman ribalta l’idea diffusissima per cui crescere sarebbe soltanto un percorso di inevitabile declino. Le esperienze fondamentali della crescita, come l’ingresso nel mondo del lavoro, i viaggi e l’incontro con culture diverse, sono invece una grande conquista personale, ancora più importante e dirompente perché ci permette di affermare noi stessi e liberarci da una condizione di minorità. «Noi eravamo fatti per essere uomini; le leggi e la società ci hanno rituffati nell’infanzia.» Così scriveva Jean-Jacques Rousseau duecentocinquanta anni fa, ma il suo insegnamento è più che mai attuale, in un’epoca come la nostra che mitizza l’infanzia.
Ma allora, perché diventare grandi? Perché è nell’età adulta che impariamo a scegliere cosa fare delle nostre vite, a rendere reali le nostre aspirazioni, a partecipare alla società in modo più profondo e responsabile di quanto non vorrebbero, spesso, coloro che esercitano il potere. Chi sceglie di non crescere, di non pensare con la propria testa, non è un cittadino ma un suddito. Un consumatore famelico di gadget tecnologici confezionati come giocattoli. Un Peter Pan che preferisce delegare ad altri le proprie decisioni pur di non aprire gli occhi sulla realtà.
Per secoli, nella storia dell'occidente, il nero è stato considerato un colore come qualsiasi altro. All'inizio dell'epoca moderna, grazie all'invenzione della stampa e alla diffusione dell'incisione e della riforma protestante, si è addirittura guadagnato uno statuto particolare, accanto al suo antipode, il bianco. Qualche decennio più tardi, però, la scoperta dello spettro cromatico da parte di Newton ha introdotto una nuova gerarchia dei colori, dalla quale erano esclusi sia l'uno sia l'altro. Giunti infine al XX secolo, grazie all'arte prima, al costume e infine alla scienza, il nero ha riconquistato finalmente il suo status originario. Alla lunga e affascinante storia del nero nelle società europee è dedicato questo libro di Michel Pastoureau. Esso mette l'accento sia sulle pratiche sociali legate al colore (linguaggio, tintura, abbigliamento, emblemi), sia sui suoi aspetti propriamente artistici. Un'attenzione particolare viene accordata alla simbologia ambivalente del nero, che può essere considerato in modo positivo (fertilità, umiltà, dignità, autorità) o negativo (tristezza, lutto, peccato, inferno, morte). E poiché non è possibile parlare di un colore isolandolo dagli altri, questa storia culturale del nero è anche, in parte, quella del bianco, del grigio, del marrone, del viola e anche del blu.