
. Nel suo discorso di ingresso all'Arcidiocesi di Milano nel 1980, Carlo Maria Martini parlò delle "città particolarmente a me care", con un'attenzione speciale a Gerusalemme, descritta nella Bibbia come il luogo dove tutti i popoli si riuniranno. Questo legame con Gerusalemme è stato costante nei suoi interventi pubblici e nei suoi scritti, fino a culminare nella decisione di trasferirsi lì come "meta definitiva di un cammino". Una scelta maturata attraverso un percorso spirituale, culturale ed esistenziale complesso, rende ancor più significativa dal contesto di divisioni e conflitti attuali. In tutto il testo emerge il suo impegno per la pace tra i popoli di diversi fedi, che vedono in Gerusalemme un punto di riferimento. Il volume offre ai lettori, credenti e non, una lucida analisi di valori essenziali, indispensabili per un mondo lacerato come la stessa Gerusalemme. Oggi, davanti all'attuale clima di lacerazione e conflitto israelo-palestinese, ripercorrere le riflessioni del Cardinale è ancora più significativo, per approfondire la storia passata di quei luoghi, per intravedere un futuro possibile, per lasciarsi interpellare da una lettura biblico-sapienziale che ha come unico obbiettivo ricordare i valori forti che appartengono all'umanità e di cui il mondo ha ora più che mai bisogno. Non ci sarà pace sul pianeta finché non ci sarà pace in Gerusalemme: intercedere e impegnarsi là per la giustizia e per la pace significa lavorare a beneficio del mondo intero.
«È la fine, per me è l'inizio della vita»: queste le ultime parole di Bonhoeffer prima di essere assassinato per ordine di Hitler nel campo di Flossenbürg il 9 aprile 1945. Questo giovane e brillante teologo è un personaggio fuori dagli schemi. È uno dei pochi teologi martiri; un accademico, titolare di cattedra finito impiccato sulla forca. La sua figura è percorsa da polarità straordinarie: un uomo di profonda spiritualità, ma pure il teologo della profanità; uno dei più radicali pacifisti dell'epoca, ma anche cospiratore contro Hitler; profondamente tedesco, ma nel 1941 prega «per la disfatta della Germania». Il suo discepolato, vissuto come semplice, cioè diretta e totale, obbedienza alla Parola di Dio, lo condusse a testimoniare Cristo fino alle estreme conseguenze.
In un tempo segnato da incertezze e attacchi alla fede, questo libro offre una chiave di lettura potente e illuminante delle opere della mistica italiana Maria Valtorta. L'autore si sofferma su alcuni temi di cruciale attualità l'apostasia, il problema del male, la fede e il soprannaturale – per guidarci in una riflessione profonda e consapevole. Attraverso le parole che Gesù ha trasmesso alla mistica, il testo si rivela uno strumento prezioso per fortificare la fede e prepararci alle sfide spirituali del nostro tempo in modo da non farci cogliere impreparati dai tempi di apostasia e dagli attacchi del nemico contro la Chiesa e i suoi tentativi di strappare anime a Dio. Un invito a riscoprire il messaggio di Cristo, a non lasciarsi cogliere impreparati e a diffondere la luce della Verità. L'Evangelo come mi è stato rivelato è stato trasmesso a Maria Valtorta e, grazie a lei, all'intera umanità. Noi possiamo leggere con l'anima quest'opera e riconoscere in essa il suo Autore. Egli ci ha detto: Non sigillatela, ma leggetela e fatela leggere ‘perché il tempo è vicino (Apocalisse 22,10).
Il cardinale Comastri ha sempre proposto, nei suoi libri, figure femminili che si pongono in modo originale davanti alla proposta evangelica. Naturalmente, la figura di Maria, la Madre di Gesù, è centrale nelle sue riflessioni, come lo è Madre Teresa, che egli conobbe personalmente, ma molte altre sono le donne sulle quali si è fermato a riflettere e che incarnano, nella sua narrazione, modelli di sequela importanti e significativi a vari livelli: Bernadette di Lourdes, Lucia di Fatima, Benedetta Bianchi Porro... In questo volume, la prima parte è incentrata su Maria Vergine e sulla sua vicenda di Madre di Dio; la seconda parte permetterà al lettore di riavvicinarsi alla figura di Madre Teresa e all'importanza che la preghiera ebbe nella sua vita, essendo il centro energetico della sua opera di carità.
Professore, cardinale e papa, Josef Ratzinger-Benedetto XVI è stato un maestro e un pastore straordinario. Il suo amore a Gesù, alla Chiesa, ai credenti e a tutti gli uomini di buona volontà è all'origine di alcune opere che nulla hanno perso della loro densa bellezza. Introduzione al cristianesimo, La mia vita, Gesù di Nazaret sono un'eredità preziosa così come l'intera vita del papa tedesco. A partire da questa premessa Elio Guerriero ricostruisce sinteticamente le svolte clamorose della sua vita proponendo alla fine di ogni capitolo brevi testi scritti dal futuro pontefice nel periodo di volta in volta narrato. Il risultato è un invito ad accostarsi alla vita e alle opere di un grande maestro che nello stesso tempo era un grande scrittore di stampo agostiniano. La sua eredità è un dono per i cristiani e per gli uomini di buona volontà chiamati, in un nuovo cortile dei gentili, a incontrarsi e confrontarsi in amicizia e rispetto.
I tre giorni al centro della nostra fede raccontati e spiegati da Benedetto XVI. Tutte le omelie pasquali pronunciate durante il Pontificato, in cui Joseph Ratzinger ci accompagna e ci fa entrare, con la chiarezza del suo linguaggio e la profondità del suo insegnamento, dentro il mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo, cuore di tutto l'anno liturgico. Prefazione di Angelo Comastri.
Partecipando al lutto di Marta e Maria per la morte del fratello Lazzaro, suo amico, Gesù fa una solenne autorivelazione: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25-26). Parte da qui la riflessione di Papa Francesco sulla Pasqua come risurrezione a nuova vita, non solo quella eterna e definitiva, ma anche adesso, in questo mondo, davanti alle piccole e grandi sfide del quotidiano. Con una bussola per orientarci: la speranza, il grande tema del Giubileo 2025.
Cosa vuol dire amare? E come cambia questo amore quando Dio si manifesta? Poiché, scrive Simone Weil, non è la stessa cosa quando si ama prima che Dio giunga, e quando si ama in sua presenza. Non è lo stesso amare «per amor di Dio» e amare «nell'amore di Dio». «La forma velata dell'amore precede necessariamente la presenza di Dio e, spesso, regna essa sola nell'anima per lungo tempo; per molti, forse fino alla morte. Questo amore velato può attingere a gradi elevatissimi di purezza e di forza. Ogni forma di cui questo amore è suscettibile, nel momento in cui tocca l'anima, ha la virtù di un sacramento». Le pagine che seguono sono una sorta di atrio alla vita mistica che, occorre non dimenticarlo, non è l'arte dei credenti più "avanzati", ma l'unica forma della manifestazione, nelle donne e negli uomini, dell'amore divino.
Il volume intende approfondire la visione ecclesiale di Joseph Ratzinger, dove l'aggettivo "ecclesiale" indica non soltanto la Chiesa come "oggetto" del vedere, ma anche come prospettiva attraverso cui il teologo-pontefice ha affrontato diverse questioni, anche se non direttamente legate all'ecclesiologia; una prospettiva "ecclesiale" che scaturisce dall'abitare il luogo del "noi", dove il singolo cristiano è introdotto attraverso l'incontro con Cristo e viene reso capace di interpretare in modo nuovo l'intera realtà. Il volume si presenta come un approfondimento tematico ulteriore di quanto è stato già proposto nella pubblicazione precedente, intitolata Ratzinger e la Chiesa, all'interno della medesima collana Universum curata dalla Facoltà Teologica di Firenze.
Da san Francesco a papa Francesco, questo saggio segue il cammino che il cristiano deve affrontare per farsi seminatore di pace, un percorso che parte dai piccoli gesti quotidiani e arriva fino al dialogo interreligioso. Se oggi non abbiamo pace, è perché abbiamo dimenticato di essere tutti fratelli in Cristo: è dunque soprattutto dal riconoscimento di essere un'unica famiglia umana e dal dialogo tra religioni nello "spirito di Assisi" che possono venire il superamento di conflitti e divergenze e la realizzazione della pace. Con la prefazione di don Francesco Cristofaro.
Oggi non viviamo tempi facili: la pandemia, la guerra, le crisi climatiche, la crescita della povertà... tutto sembra accanirsi per togliere a noi e ai nostri figli le possibilità di un futuro migliore. E la speranza sembra diventare una virtù che pochi possono concedersi. Proprio in questa contingenza fragile, però, le parole di papa Francesco risuonano come un annuncio inatteso: quando tutto sembra dirci che la speranza è un'illusione, ecco che il Pontefice ribadisce che, al contrario, sperare significa non cedere al male. Il futuro è possibile, se tutti ci impegniamo, insieme, per costruirlo, innanzitutto dentro noi stessi. La speranza è un piccolo bambino da coltivare, da fare crescere: bisogna allenarsi, restare "in forma-, perché solo se non cediamo al male, il bene potrà avanzare dentro e fuori di noi. Così, in questo libro, attraverso i piccoli segreti svelati del Vangelo e della saggezza antica e nuova, i nostri occhi saranno condotti a scoprire che possiamo ancora fare molto per cambiare ciò che siamo e ciò che saremo, per noi stessi e per chi verrà dopo di noi.
Un prezioso volume per far conoscere la profondità dell'insegnamento teologico di don Tonino, la sua passione per la vita della Chiesa, il suo amore per i poveri e il suo impegno per la pace. Arricchisce il volume un'ampia selezione di documenti inediti che riportano le testimonianze di prima mano di Vescovi, sacerdoti e laici della diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca che hanno conosciuto personalmente don Tonino e hanno instaurato con lui rapporti di familiarità e di fraternità. Inoltre, si riportano le due cittadinanze onorarie conferite dai comuni di Ugento e di Tricase attestazione dell'enorme affetto. Il libro è il segno di festa con gli amici di sempre ai quali don Tonino ripete ancora una volta: "Vi voglio bene". Il lettore sarà così trasportato nel "mondo" di don Tonino, divenendo anch'egli "uno di famiglia". Potrà partecipare alla festa, conoscere meglio il suo lato umano, il suo afflato spirituale, il suo desiderio di santità. E ripetere con la diocesi ugentina: "Grazie, don Tonino".