
L'Autobiografia di s. Ignazio di Loyola, nota anche come Il racconto del pellegrino, è un testo fondamentale della spiritualità ignaziana, e una risorsa indispensabile per conoscere la personalità del fondatore della Compagnia di Gesù. S. Ignazio era un uomo umile e riservato, che non amava parlare di se stesso. Se raccontò la storia della sua esperienza personale, fu solo perché la richiesta insistente di alcuni giovani confratelli gli fece comprendere che gli ascoltatori e i futuri lettori, intuendo il significato universale di quanto era a lui accaduto, avrebbero potuto trovare aiuto e orientamento per il loro cammino umano e spirituale.
Ci sono storie, nei Vangeli, che a distanza di duemila anni sanno ancora sorprenderci e provocarci, perché sono capaci di farci osservare la realtà da una prospettiva inattesa. L’eredità che lasciano è rivoluzionaria e scardina i pregiudizi e la concezione tradizionale di giustizia: famiglie in crisi, poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi, lavoratori stanchi e modi diversi di amare e vivere la preghiera. Tra le parabole evangeliche, Enzo Bianchi ne ha scelte quattro tra le più note e, muovendosi con agilità tra passato e presente, ci consegna un’appassionata rilettura di quelle che restano ancora oggi pagine aperte dei Vangeli. In esse la parola si fa rivelazione del volto di Dio, guidandoci in profondità, fino al centro del suo cuore colmo di misericordia, che significa amare in grande. Per ricordarci che è attraverso la parola di Cristo che l’amore di Dio si trasferisce all’umanità, trasformandone per sempre l’esistenza. Un libro da leggere e rileggere, per scoprirne ogni volta un nuovo, imprevisto messaggio.
Il perdono è la dimostrazione più evidente dell’onnipotenza e dell’amore del Padre, che Gesù ha rivelato nella sua vicenda terrena. La misericordia divina riveste un significato particolare nella vita e nell’itinerario spirituale di Papa Francesco e con lei, come ricordato nella Lettera Apostolica Misericordia et Misera, anche “il Sacramento della Riconciliazione ha bisogno di ritrovare il suo posto centrale nella vita cristiana”. Servendosi quasi completamente delle parole del Pontefice, con questo volume, la Penitenzieria Apostolica intende offrire un supporto alla Confessione e alle Indulgenze. Al suo interno sono contenute indicazioni per il fedele – su che cos’è la confessione, come confessarsi, su come prepararsi al sacramento della confessione, l’Atto di Dolore – per il confessore e un piccolo focus su cosa sono le Indulgenze e come si ottengono.
Il volume è arricchito dai commenti del Santo Padre alle parabole: La peccatrice che bacia i piedi di Gesù (Lc 7,36-50), L’adultera perdonata (Gv 8,1-11), la Parabola del servo spietato (Mt 18,21-35).
Costituzione Apostolica circa le Università' e le Facoltà Ecclesiastiche.
Dal maestro del Pensiero Positivo una lezione indimenticabile sul magico intreccio fra vita, destino e felicità.
Siamo come pesciolini. Ci agitiamo ansiosi nel mondo, divorati da ambizioni che una volta soddisfatte ci lasciano in balìa di una sete ancora più grande. Anthony De Mello - uno dei primi veri guru della mindfulness - torna con uno scritto sorprendente sul senso della vita, raccolto dagli allievi della sua scuola in occasione di uno degli ultimi seminari tenuti alla Fordham University. Il suo messaggio è un invito a riscoprire la "meditazione su di sé". Dobbiamo allenarci a scendere nel profondo della nostra anima per distinguere le "illusioni" dai "desideri": le illusioni sono superficiali, restano al livello della mente e, se le assecondiamo, ci annebbiano producendo attaccamento egoistico, bulimia e persistente scontentezza; i desideri profondi sono invece il nostro vero Sé, qualcosa che già possediamo, ma di cui abbiamo perso il contatto. Quando entriamo nella "dinamica del desiderio" a poco a poco sentiamo una sinfonia. È la musica della vita, del nostro posto nel mondo, della realizzazione piena del nostro destino. In alcuni attimi, la melodia ci fa toccare una consapevole felicità.
Il libro raccoglie le ricerche individuali e la riflessione comune dei docenti del Diploma di pastorale familiare della Pontificia Università Gregoriana, e di altri che in questo percorso hanno voluto lasciare il loro contributo, anche a seguito dei due Forum realizzati intorno al tema sinodale e per la prima ricezione dell'Esortazione Apostolica Amoris laetitia. Le due grandi linee tracciate riguardano l'urgenza di compiere ogni esercizio valutativo di ordine teologico e pastorale facendo dialogare dottrina e vita, e di conformare parole e gesti cristiani alla vita e all'annuncio di Gesù Cristo. Dalla composizione di queste due direttrici si ricava un metodo in cui la persona è la terza via tra un umanesimo astratto e l'empirismo ignaro del mistero di ogni libertà, una via che si percorre in relazione. Il desiderio di stabilire comunione dispone i passi su questa strada, rischiarata dalla sapienza dell'amore. Il cammino che si compie è caratterizzato da desideri, promesse, azioni, simboli che, pur facendo i conti quotidianamente con la misura esigua delle forze e i fallimenti, può sperimentare il dono di grazia che si commisura e assume la forma del gesto più intimo, eco di parole che non ingannano e che venendo da Dio camminano avanti, a fianco o dietro come pastori che nutrono la speranza e favoriscono la metà.
In Occidente facciamo volentieri a meno di Dio: ci sentiamo maggiorenni, indipendenti. Per i non credenti è positivo che Dio venga finalmente detronizzato. Per i credenti più critici – quelli che non si trascinano in una fede abitudinaria, senza mordente – diviene invece pressante la domanda su chi abbia occupato quei troni, rimasti vuoti. Non lontano da noi, poi, dei combattenti disposti a tutto si richiamano con ostinazione a un Dio che scende in battaglia al loro fianco per spargere terrore su di un mondo degenere e infedele. La contraddizione è stridente e suscita tanti interrogativi.
Gli autori indagano allora qui temi e atteggiamenti che caratterizzano il dubbio e la mancanza di fede oggi. Lo fanno mettendosi a nudo e offrendo uno spaccato della loro storia personale: portano nella riflessione le situazioni più disparate. All’incredulità accordano un significato purificatore per la fede. Una certa dose di scetticismo, cautela, reticenza nel professare la propria fede può essere salutare là dove certezze granitiche e inattaccabili divengono un’arma in mano a quanti si mascherano da credenti.
Ogni fede che incorpora al proprio interno una mancanza di fede evita forzature e diventa più solida e matura.
«Non accontentatevi di piccoli sogni, ma sognate in grande.» L’ha chiesto papa Francesco agli studenti universitari durante la sua visita a Bologna nell’ottobre 2017, ma è come se l’avesse chiesto a tutti i giovani che ogni mattina varcano l’ingresso delle loro Università carichi di preoccupazioni per l’esame imminente e di speranze per il loro avvenire.
Il Papa incoraggia l’Università a essere ancora culla di una cultura di speranza e di pace, affidandole tre diritti per rinnovare il sogno di un nuovo umanesimo: il diritto alla cultura, come coltivazione di un senso critico opposto ai «teatrini dell’indignazione»; il diritto alla speranza, come contrasto alle «frasi fatte dei populismi» e al «dilagare inquietante e redditizio di false notizie»; e infine il diritto alla pace come diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza.
Tre docenti, introdotti da una riflessione di don Marco Cianci, danno una lettura originale e coraggiosa del messaggio del Papa, che è insieme promessa e responsabilità.
Un piccolo e agile strumento per la preghiera e la meditazione degli educatori che hanno soprattutto a che fare con i preadolescenti e gli adolescenti. Dieci appuntamenti con don Tonino Bello, che visse intensamente il Vangelo nella sua scelta preferenziale per i poveri, operando con passione e tenacia per promuovere pace e giustizia. Dando sempre fiducia ai giovani, seppe suscitare in loro entusiasmo e desiderio di dare la vita secondo il comandamento dell'amore. Un esempio per gli educatori che non vogliono perdere l'occasione per rinnovare il loro impegno, traducendolo in una forma di servizio più consapevole.
«Tutto il lavoro teologico di de Lubac sembra essere il frutto di pazienti, "lenti e minuziosi lavori preparatori" che però, nel suo caso, non si perdono in analisi "inutili" o "accecanti", ma lo conducono progressivamente a un "solo sguardo". "Sguardo" che è frutto del delicato equilibrio da lui raggiunto tra un'analisi molto attenta e ben documentata e una visione sintetica che, secondo l'indicazione metodologica del filosofo belga Jean Ladrière (1921-2007), consente di "guardarele cose da più lontano e con uno sguardo più penetrante". [...] Nel volume di de Lubac "La Voi chrétienne. Essai sur la structure du Symbole des Apótres" (La struttura e il simbolo degli Apostoli), il primo dei due volumi che fanno parte della sezione seconda della sua Opera Omnia - dedicata a La fede cristiana -, egli sembra leggere il tema del "solo sguardo" anche in riferimento al carattere sintetico e personale dell'intero percorso della fede: "(La fede) non è solo un modo di conoscere. È tutt'altra cosa che una semplice convinzione. È un atto essenzialmente personale, che impegna, se è ben compreso, il fondo dell'essere. Lo orienta per intero. Così è stato possibile dire che è 'sintesi totale'". E nella stessa opera, riflettendo sul rapporto tra fede e dogma, segnala come l'approfondimento del mistero nella Chiesa debba andare verso l'unità e la semplicità di uno "sguardo" contemplativo, in grado di integrare e compensare il movimento più laborioso, molteplice e oggettivo dell'elaborazione dogmatica: "(L'approfondimento del mistero) conduce sempre al centro e tende a ricostruire o a ritrovare l'unità nella semplicità dello sguardo contemplativo. È il passaggio dalla parola laboriosa e molteplice al raccoglimento unificato del silenzio". La ricerca di questo "sguardo" contemplativo, semplice e silenzioso, costituisce quindi, per de Lubac, uno degli obiettivi fondamentali delle sue ricerche.» (Dall'Introduzione di Claudio Stercal alla Sezione seconda dell'Opera Omnia)
«Marxista» o «populista», «profetico» o «rivoluzionario»: sono tante le possibili definizioni e letture dell'operato di papa Bergoglio. Qualunque giudizio si esprima, è innegabile che la sua figura sia ormai quella di un leader in grado di esercitare un'enorme influenza sulla politica internazionale. I suoi decisi - e spesso poco convenzionali - interventi nell'intricato schema della geopolitica globale hanno cambiato il tono del dibattito, generando entusiasmo e stupore, oltre a numerose critiche. E non potrebbe essere altrimenti. La diplomazia di Francesco è ben poco diplomatica perché è anche la risposta a un'alternativa fondamentale: accettare una sorta di «globalizzazione dell'indifferenza», con la fine imminente di un mondo che erige frontiere, governato da un potere che prosciuga le relazioni tra gli uomini e fa della guerra l'unico arbitro della politica mondiale, oppure combattere i presagi di una nuova apocalisse costruendo ponti e forme alternative di azione, ispirate da criteri di accoglienza, inclusione, misericordia. Antonio Spadaro, direttore della «Civiltà Cattolica», accanto ad autorevoli commentatori delle vicende politiche vaticane e non, ricostruisce le strategie attraverso cui Francesco e la sua «Chiesa in uscita» stanno mutando radicalmente il confronto sugli equilibri mondiali. In un viaggio attraverso il Mediterraneo e l'Europa, gli Stati Uniti, il vicino Oriente e l'Africa, si raccontano le sfide di un cambiamento e di una discontinuità reale, e si delinea la rivoluzione di un Papa che contrappone una civiltà dell'incontro all'inciviltà dello scontro, inaugurando una nuova stagione di politica e diplomazia.
Achille Gagliardi (1538-1607) è un gesuita italiano della generazione immediatamente successiva alla morte di sant'Ignazio. Assai rinomato al suo tempo, svolse incarichi di insegnante, direttore spirituale e superiore nella Compagnia di Gesù. In questo libro presenta il discernimento come luogo in cui l'anima scopre la verità di sé grazie alle mozioni interiori che lo Spirito vi suscita.