
In questo volume il problema della morte è affrontato a partire dalla consapevolezza che gli enormi sviluppi scientifici e tecnologici applicati alla medicina hanno rivoluzionato negli ultimi decenni il quadro etico e giuridico in cui è stato finora concepito il fenomeno del finis vitae. Muovendo da questa trasformazione di senso epocale, l’autore affronta la questione di che cosa sia per noi la morte, oggi, e quale responsabilità morale abbiamo verso chi muore. La finalità è quella di rideterminare il principio della dignità umana al cospetto di situazioni radicalmente nuove, come il prolungamento artificiale della vita, il prelievo degli organi, la loro commercializzazione. Al centro della riflessione i lineamenti di una tanatologia critica, la questione della “morte cerebrale” e del suo accertamento, le problematiche funerarie, anche alla luce delle recenti innovazioni legislative. Paolo Becchi è professore di Filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell’U­niversità degli Studi di Genova. Tra le sue ultime pubblicazioni: Morte cerebrale e trapianto di organi (Brescia, Morcelliana, 2008) e La fragilità della vita. Contributi su Hans Jonas (Napoli, La Scuola di Pitagora, 2008). Per Aracne editrice ha pubblicato, nel 2007, Da Pufendorf a Hegel. Introduzione alla storia moderna della filosofia del diritto.
L'incontro di due persone e la nuova realtà dell'amore che tra loro nasce sono dono. Il dono è parola con cui Dio parla alle persone ed esse a loro volta parlano l'una all'altra. Ogni incontro che è incontro per sempre, indipendentemente da quando e dove sia avvenuto, prepara l'uomo all'evento che è il sacramento. Accogliere degnamente il sacro della persona, cioè il sacramentum, fa sì che l'uomo maturi nell'incontro con l'altro, incontro che avviene nell'affidamento reciproco - cioè nella fede - e nella fiducia nel frutto di questo affidarsi - cioè nella speranza. Attraverso questi due doni: fede e speranza, si compie l'amore che è per sempre. Nell'amore umano inizia così l'eternità che è l'Amore Divino.
Queste pagine presentano un esercizio dialogico tra prospettive assai diverse. L'una, filosofica, avanzata da Massimo Reichlin tenta di superare la contrapposizione fra una bioetica laica e una cattolica. "Laico" può essere detto in molti modi, anche come assenza di atteggiamento dogmatico e quindi disponibilità al dialogo. La laicità così intesa è un metodo, condivisibile anche da un'altra prospettiva, religiosa, come quella del teologo Maurizio Chiodi, che, confrontandosi col pensiero di Giuseppe Angelini e Paul Ricoeur, elabora un'etica in grado di rispondere all'appello all'universalità antropologica inscritto nel cristianesimo. Filosofia e teologia trovano nell'"etica della vita" un punto di comune riflessione, nella differenza tra i due stili di sapere.
Questo saggio costituisce una vera e propria introduzione allo studio della bioetica, una disciplina che, per l'assoluta novità delle questioni che affronta ogni giorno di più, esige di essere accostata secondo una prospettiva molto attenta, cogliendovi le numerose e complesse implicazioni di ordine sia scientifico, sia antropologico, sia etico. Thévenot riesce nell'impresa, svolgendo il pensiero con grande rigore, ma soprattutto concentrandosi su un intento di tipo metodologico.
The collection of studies contained in this volume was born out of the widely shared awareness that having an abortion leaves remnants of a profound suffering, and which in not a few cases leads to real psychological damage. the problem of post-abortion trauma today is of both a scientific and human relevance and we can no longer ignore it on account of the enormous spread of abortion in many countries of the world.
We see that in the current state of things, the debate regarding the existence and characteristics of post-abortion trauma often appears to be conditioned by an ethical approach present in various cultures, an approach that can vary between considering abortion to be essentially a means of birth control (by now the most common) and condemning it as a severely grave violation of the sacredness of unborn human life. in many of the studies conducted up until our current day – the collection, analysis and interpretation of data – the results are strongly influenced by the position assumed prior to any undertaken research. According to some individuals, easy access to abortion is a kind of modern success and otherwise abortion is seen above all as the deprivation of the future life of a being not yet born. In the latter case it is easier to recognize, in addition to the harm done to the baby, the damage inflicted upon the woman which continues to unfold after the fact.
"Il più povero dei poveri": così Madre Teresa di Calcutta che conosceva la povertà più di ogni altro definiva il concepito. L'affettuosa e riconoscente presentazione di analisi e proposte da parte di un laico a coloro che nella Chiesa hanno una particolare responsabilità pastorale supera il timore ricordando Colei che Giovanni Paolo II ha dichiarato presidente spirituale di tutti i Movimenti per la vita del mondo e che Papa Francesco verso la fine dell'anno della misericordia proclamerà santa. Di lei non parlano le pagine di questo libro ma la sua immagine traspare dietro di esse, con il suo coraggio, la sua fermezza, la sua tenacia nel proclamare la piena umanità del concepito anche di fronte ai potenti del mondo e contemporaneamente con la sua eroica condivisione di ogni ultimità umana. Sono due indicazioni pastorali di una misericordia che da un lato incessantemente guarda, riconosce, parla, prega e dall'altro senza sosta e teneramente accoglie, condivide, conforta.
Il manuale si propone di introdurre ai principali problemi affrontati oggi dalla bioetica dando ampio spazio a tematiche quotidiane e non solo alle questioni che «fanno notizia» sui media. L'attenzione è focalizzata sulla vita umana e sull'eticità degli interventi, le scelte, i comportamenti che coinvolgono primariamente le dimensioni psico-somatiche dell'uomo, la sua sussistenza e la sua integrità. Un accenno è riservato anche ai complessi temi della bioetica animale e ambientale.
Uno strumento per approfondire il tema con adeguate basi antropologiche e sufficienti informazioni per non scivolare nello scontro ingenuo e demagogico.
La questione del gender, per come è stata articolata, chiama oggi in causa una molteplicità di concetti: unioni civili, femminismo delle differenze, transgender, educazione all’affettività, utero in affitto, stepchild adoption. Approfondire il tema, indagandone le dimensioni antropologiche, è un’operazione necessaria per chi voglia orientarsi responsabilmente e con competenza.
Rivoglio i miei capelli e' il diario di una donna che a quarant'anni scopre di avere un tumore al seno. E' una storia intima, un racconto quotidiano che accompagna dolori e paure, e tuttavia anche la scoperta di un cambiamento necessario, la testimonianza di un'alchimia interiore. Un inno alla lotta e insieme un invito a trasformare il male in possibilita' catartica: ''tramutare la sabbia in piccole pepite d'oro, tirare fuori i diamanti dalla roccia madre e vederli splendere nel palmo della mano''. Pagine in cui l'autrice condensa semplici ma indispensabili atti d'amore nell'imparare ad ascoltarsi e a prendersi cura di se', in risposta anche a una societa' che inesorabilmente sembra ormai allontanarsi da noi stessi e da Dio.
Poco conosciuto, sottovalutato e da più parti negato come invenzione propagandistica della Chiesa cattolica, il pensiero gender esiste e agisce a tutti i livelli della società. La negazione della differenza tra l’identità maschile e quella femminile non insita nella natura ma nella cultura è la prova di una vera e propria ideologia che ha per fine l’utopia di una nuova era di pace sociale senza discriminazioni. Questo libro risponde ai molti punti oscuri del pensiero gender: le sue origini, i suoi sviluppi, i suoi legami con il movimento gay e il femminismo, i problemi antropologici e biogiuridici che inevitabilmente solleva. Con una convinzione: l’unico fine che può conseguire è la distruzione totale dell’identità personale.
Questo breve saggio nasce in felice consonanza con l'apertura del giubileo straordinario indetto da papa Francesco e si propone di cercare il volto umano della misericordia attraverso la lente di ingrandimento della professione medica, quindi sul piano etico-pratico. La misericordia è un'attitudine della persona, donata gratuitamente e che necessita di essere "nutrita, coltivata, allevata, fortificata". L'attuale richiamo alla misericordia interpella chi è impegnato nell'arte della cura a riportare la medicina nell'alveo di quell'umanesimo che la tecnica e una certa deriva del progresso scientifico hanno progressivamente messo in crisi.
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano nel febbraio 2015.
Le neuroscienze, la genetica, la bioingegneria… dischiudono nuove possibilità tecniche che lambiscono il confine di ciò che è umano, prospettando una ridefinizione dei suoi confini e della sua responsabilità. Da qui l'interrogativo radicale: ma che cosa fa dell'uomo un uomo? E dunque: chi (e come) vogliamo essere?