Nel contesto delle celebrazioni legate all'Anno Costantiniano, l'incontro tra Bartolomeo, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, e l'Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha assunto un valore altamente simbolico. I discorsi e le omelie pronunciati in occasione della visita di Bartolomeo a Milano, dal 14 al 16 maggio, sono raccolti nell'instant book dal titolo "Chiese in dialogo per la vita buona delle nostre città", pubblicato dal Centro Ambrosiano. Il testo offre uno spunto per riflettere sull'importanza della libertà di culto e, contemporaneamente, sul ruolo delle religioni nella costruzione di società giuste e solidali. Al cuore degli interventi sta la lectio magistralis a due voci tenuta da Bartolomeo I e Scola. In appendice il messaggio di Papa Francesco, inviato il 15 maggio dalla Città del Vaticano in occasione del XVII centenario dell'Editto di Milano.
I popoli e le religioni del mondo non possono vivere nell'isolamento". Alzare barriere per Panikkar è un suicidio culturale e umano. Egli non crede né auspica una religione universale. Panikkar crede profondamente alla dialogicità e al reciproco guadagno di qualsiasi incontro in cui ci sia vero ascolto. Vede come nella storia e nel presente il dialogo sia indispensabile. A partire da figure come Raimondo Lullo, a cavallo tra Medioevo e mondo moderno, il volume giunge a "raccontare" esempi di dialogo attuale: il dialogo buddhista-cristiano sulla condizione umana e la ricerca della umanizzazione dell'uomo; il dialogo hindù-cristiano in cui si incontrano i principi di a-dualità e di amore, e infine la sfida interculturale dell'esperienza buddhista, hindu e cristiana. Questo tomo delle opere di Panikkar raccoglie gli scritti e gli inediti italiani che lo hanno reso più popolare nel mondo come uomo del dialogo.
"L'obiettivo di questa pubblicazione è duplice: offrire un accesso agevole al metodo e ai fondamenti teologici del dialogo interreligioso insegnato e praticato nel Magistero della Chiesa Cattolica, ma anche presentarne direttamente ai seguaci di altre religioni il pensiero ufficiale".
Dalla prefazione del Card. Tauran
Con "Il Tao della mistica", Campo dei Fiori offre per la prima volta ai lettori italiani un testo chiave che ha fatto da ponte tra la tradizione occidentale e quella orientale. Gesuita, linguista, grande viaggiatore, missionario, Yves Raguin traccia in questo volume, nato da un corso che tenne tra il 1977 e il 1982 all'Istituto dell'Estremo Oriente di Taipei, un affresco vasto e dettagliato delle pratiche contemplative asiatiche, spaziando dal buddhismo al taoismo, dallo zen allo yoga, dal confucianesimo ad altre culture ancora. Nell'accostare, come in un grande mosaico, le varie declinazioni della via contemplativa, Raguin rintraccia il nucleo comune dell'esperienza spirituale: la tensione verso l'oltre", l'attenzione per il mistero delle cose, l'illuminazione, in un percorso lungo il quale la mistica cristiana, dall'evangelista Giovanni a Teresa d'Avila, incontra gli insegnamenti di Zhuangzi, Laozi, Buddha, Confucio e molti altri. Senza mai adottare posizioni sincretistiche, Raguin riesce a iniziarci alla spiritualità orientale mettendone in luce i punti di contatto con la tradizione cristiana e compilando così un monumento al dialogo interreligioso. In questo volume, che è a tutti gli effetti anche un viaggio tra le culture, le epoche, gli autori e le discipline, emerge in modo chiaro e netto la grande visione di Raguin, quella di una "spiritualità universale". Introduzione di Maciej Bielawski.
Abramo è riconosciuto "padre nella fede" da ebrei, cristiani e musulmani ed è considerato il modello del credente ospitale, sempre aperto all'incontro con l'altro, a prescindere dalle appartenenze. A partire dai testi sacri delle tre grandi religioni monoteistiche (in particolare il racconto dell'incontro di Abramo con i tre angeli alle Querce di Mamre) e dai loro sviluppi tradizionali e storici, l'Autore propone una riflessione di grandissima attualità attorno al significato di "stranierità" e "cittadinanza". "Una summa inedita dell'ospitalità concepita come elemento qualificante dei rapporti umani e della dimensione interiore e di relazione con Dio che ciascuno custodisce nella propria vita." (dalla Prefazione di Enzo Bianchi
Il dialogo tra culture e religioni nello spazio pubblico può ridare spessore al valore della legalità. A Palermo e in Sicilia il Cortile dei Gentili - di cui questo volume raccoglie gli atti delle due intense giornate di dibattiti e momenti artistici e culturali - ha focalizzato e connesso in un unicum il tema della giustizia, nel suo snodo tra moralità e legalità, con la tradizione multiculturale e multireligiosa che ha contraddistinto la storia dell'isola, da sempre "casa" e crocevie di culture. Diritto divino e giustizia umana, giustizia e libertà, legalità e diritti umani, pluralismo, religioni e spazio pubblico sono divenuti frame di un'unica conversazione che accomunando diverse sensibilità, culture ed estrazioni geografiche, ha confermato l'esistenza di un'ampia piattaforma comune. Con questa è possibile cercare insieme soluzioni alle sfide emergenti che appaiono mettere a rischio il futuro dell'umanità, sapendo che la bellezza e il bene s'intrecciano nella storia con l'oscurità del male e del brutto. Perché - come ha detto il card. Ravasi in apertura dell'incontro nella Cattedrale di Monreale - "la bellezza è deposta ininterrottamente in grembi oscuri ma appunto per questo non dobbiamo farla morire, anzi occorre farla fiorire, perché riesce anche a dominare il tremendo".
Nato a partire dal corso su “Interculturalità e religione” tenuto dai tre autori presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Padova e frutto di competenze diverse nei campi della sociologia, della filosofia e della teologia, questo volume esprime la convinzione che solo una prospettiva interdisciplinare possa affrontare in maniera adeguata la questione dell’interculturalità, l’inevitabile incontro di uomini di culture diverse. Argomenti fondamentali analizzati nel libro: • nozione di cultura e differenti modalità di integrazione di culture diverse • dialettica tra identità e differenza e tra particolarità e universalità • rapporto tra fede e cultura e necessità di una teologia interculturale
Destinatari
Studenti e docenti delle facoltà teologiche e scienze religiose, nonché quanti sono interessati al problema del dialogo e dell'interculturalità.
Autore
GIUSEPPE MANZATO è docente di sociologia della religione nella Facoltà Teologica del Triveneto in Padova, e di sociologia della cooperazione internazionale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. VALERIO BORTOLIN è docente di filosofia della religione e di storia della filosofia contemporanea nella Facoltà Teologica del Triveneto e di antropologia filosofica nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Padova. ENRICO RIPARELLI è docente di teologia interculturale nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Padova e nell’Istituto di Studi Ecumenici «S. Bernardino» di Venezia.
Convocato dal cardinale Péter Erdo, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE) e dal metropolita Gennadios di Sassima del Patriarcato ecumenico, si è svolto a Lisbona (Portogallo) il III Forum Europeo Cattolico-Ortodosso. Accolti dal patriarca di Lisbona, il cardinale José da Cruz Policarpo, i delegati delle conferenze episcopali cattoliche e delle Chiese ortodosse in Europa hanno questa volta affrontato la questione della crisi economica e le sue ripercussioni nel continente europeo, alla luce della fede cristiana.
Molti europei soffrono direttamente per le conseguenze della crisi finanziaria ed economica e, sotto l'influsso del processo di secolarizzazione, hanno preso le distanze dal legame costitutivo con Dio, cercando il senso della vita nel solo orizzonte terreno. A Lisbona, le Chiese hanno potuto constatare come la crisi che il continente sta attraversando non si limita alla mera dimensione economica né tanto meno è riconducibile alla sfera morale e culturale: è una crisi più profonda, antropologica e spirituale.
E allora, in che modo la fede può illuminare la vita economica della società europea? Come le Chiese si pongono di fronte alla crisi? Come accompagnano chi sta nell'indigenza? Il volume raccoglie un tentativo di risposta a queste domande, mostrando la vicinanza dei cristiani nel portare sollievo ai più poveri e una nuova luce alla società: insomma, nel portare speranza al vecchio continente.
L'autore, metropolita del patriarcato di Mosca, ci aiuta a comprendere come le sfide che la modernità pone al cristianesimo non siano semplici. Le risposte delle chiese non sono univoche, ma sempre più l'umanità contemporanea chiede ai cristiani di rendere conto delle loro divisioni. Lasperanza cristiana impegna tutte le chiese a muovere dei passi concreti verso l'unità. Tutte le chiese sono chiamate a ritrovare l'unità voluta dal Signore e a testimoniare insieme la verità e la misericordia del Dio che viene in mezzo agli uomini.
Due culture, due modi di pensare, due fedi… un solo Dio. Questo racconto vuole essere esempio di convivenza di due culture: una accoglie l’altra, nelle sue differenze e nelle sue fragilità. Alcuni personaggi camminano soli, chiusi come sono, nella presunzione di bastare a se stessi, solo con quello che hanno. E se uno rompe l’ordine statico di qualcun altro non è puro caso, ma Provvidenza. È una storia fatta di incontri, di personaggi banali, alcuni strani, altri finanche eccentrici, altri ancora saggi e per finire provvidenziali.
Si ispira alla società multiculturale odierna, nella quale risulta sempre più lontano il dialogo di tradizioni diverse, in particolare tra musulmani e cristiani che reciprocamente si additano come conservatori e custodi della vera fede.
Una “convivialità delle differenze”, attraverso la quale ognuno con le proprie diversità può insegnare qualcosa a un altro. Anche un musulmano a un cristiano. E viceversa.
Negli ultimi anni, numerose chiese protestanti si sono occupate dei problemi etici sollevati dalle recenti possibilità mediche di prolungare la vita, dall'accompagnamento ai morenti alla possibilità di sospendere i trattamenti, dal rifiuto dell'accanimento terapeutico alla discussione sull'eutanasia. Il Documento del Consiglio della Comunione di chiese protestanti in Europa è il frutto di un percorso di studio e riflessione pluriennale volto a definire una posizione evangelica comune a partire dai testi elaborati sui temi del fine vita dalle singole chiese. La sua pubblicazione è particolarmente rilevante in un contesto, come quello italiano, in cui la specificità dell'impostazione etica protestante e il suo possibile contributo al dibattito pubblico sono scarsamente conosciuti.
Immergersi nella biografia di Raimon Panikkar (1918-2010) è come aprire una finestra su quelle che saranno le vite degli uomini di domani. Nato a Barcellona da madre catalana e padre hindu, Panikkar è stato chimico, filosofo, teologo, numerario dell'Opus Dei, sacerdote cattolico, docente universitario, marito, scrittore, ma anche amico, "maestro", "profeta" e molto altro ancora. Vestito all'europea o in sandali e dhoti, a Bonn, Roma, Varanasi, Santa Barbara o Tavertet, quest'uomo ha penetrato la saggezza di culture e religioni diverse e ha saputo gettare un nuovo sguardo sulla tradizione cristiana e occidentale. La figura di Panikkar appartiene oggi alla leggenda, alimentata in parte da lui stesso, in parte "dilatata, rafforzata e diffusa da tutti quelli che l'hanno conosciuto". Bielawski la riprende con dedizione e rispetto, prova a distillare l'uomo dal "mito" raccontandone la vita e presentando il suo pensiero. In questo viaggio incontriamo teorie ardite, come la visione cosmoteandrica o advaitica, e riflessioni sulla secolarità sacra, sul buddhismo e sulla trinità radicale. Passo dopo passo, il percorso apparentemente erratico del filosofo di Tavertet rivela una profonda coerenza, poiché l'apertura universale, la fiducia cosmica, la passione per Cristo e una coraggiosa ricerca della libertà fanno da filo rosso. Bielawski individua il senso di questo cammino unico e ci guida con trasporto nel "labirinto" Panikkar.