
Nel marzo 2013 il mondo cattolico - e non solo - seguì con grande interesse l'elezione del nuovo Pontefice dopo le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Nel pomeriggio romano del 13 marzo, i cardinali riuniti in Conclave elessero come 266º successore di San Pietro l'uomo che ai loro occhi possedeva le qualità per "condurre la Chiesa universale verso le periferie esistenziali". I porporati non solo ebbero presenti le parole pronunciate durante le Congregazioni generali dal cardinale arrivato "dalla fine del mondo" - come lui stesso si presentò quando apparve in Piazza San Pietro per salutare le centinaia di migliaia di fedeli e curiosi riuniti in attesa di buone nuove - ma anche il suo concreto fervore apostolico nelle periferie della sua arcidiocesi di Buenos Aires. Lo scopo di questo lavoro è quello di riflettere su un evento storico di primaria importanza per le scienze sociali che studiano la religione: l'elezione di un papa non-europeo bensì latinoamericano, il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, alla guida della Chiesa cattolica universale. A tal fine, l'analisi si concentra sugli effetti del pontificato di Papa Francesco: sul cattolicesimo a livello generale, sul progetto di riforma del potere centrale della Chiesa cattolica romana, sulla costruzione sociale dell'immagine del nuovo Pontefice; sulla sua leadership morale; sulla percezione della figura del Papa nelle religioni non cattoliche; sull'effetto nel dialogo interreligioso e nell'ecumenismo; sull'impatto sui mezzi di comunicazione, tra altri argomenti, con l'obiettivo ultimo di dare un contributo alla conoscenza scientifica sociale sulla religione contemporanea in Italia.
Il volume, scritto in maniera accessibile, presenta una visione panoramica della storia del cristianesimo antico. Ogni parola è stata attentamente meditata e, anche se a prima vista potrà sembrare ovvia e di non particolare significato, ha alle spalle il distillato di lunghi anni di ricerca mai intermessa. L’autore infatti ha studiato per sessant'anni e più la storia del cristianesimo antico nelle varie declinazioni di carattere religioso, politico, sociale, culturale, e conseguentemente ha scritto molto, per lo più con l’intendimento di fare ricerca a livello scientifico, qualche volta con destinazione scolastica.
L'evangelo è l' annuncio della realtà dello spirito, luce divina presente nell'uomo completamente distaccato dalla propria egoità psichica. Espresso pienamente dalla filosofia classica, l'evangelo è stato ripreso nella mistica cristiana, ed è lì che Lutero l'ha incontrato, ribaltandone però completamente il senso. Partendo proprio dalla mistica medievale germanica, questo libro mostra il rovesciamento dell'evangelo operato dal Riformatore. Col suo odio per la filosofia, esaltando il sentimento particolare e negando la ragione universale, la teologia luterana gonfia ipertroficamente l'ego ed eleva al massimo grado quella menzogna che di ogni teologia è costitutiva essenziale. Oggi, a cinquecento anni della Riforma protestante, mentre il mondo laico saluta in Lutero il fondatore di quell'individualismo in cui vive, le Chiese celebrano in lui un cristianesimo del mero sentire, senza spirito e senza verità: "non credenti" e "credenti" finalmente uniti nella negazione dell'evangelo.
La celebrazione – nel 1933 – del 450° anniversario della nascita di Lutero viene strumentalizzata dal regime nazista attraverso la presentazione del Riformatore quale ardente nazionalista, precursore di Hitler. Il teologo svizzero Karl Barth interviene nel dibattito con un’interpretazione diametralmente opposta: Lutero è un dottore della chiesa e un interprete della Bibbia, la Riforma è una testimonianza rinnovata dell’evangelo, una critica profetica di ogni idolatria.
La conferenza Riforma come decisione, che Karl Barth tenne a Berlino di fronte a migliaia di persone nel 1933 – anno in cui Hitler divenne Cancelliere del Reich – culmina nell’appello: «Resistenza!». Si tratta, per il teologo svizzero, della resistenza della fede autentica di fronte a un cristianesimo nazistoide, cioè di una resistenza teologica. La parola, tuttavia, non poteva non ricevere, nella Germania di quell’anno, un evidente significato politico, che non sfuggì ai cronisti né, tantomeno, alla Gestapo: nel suo rigore teologico, il pensiero di Barth manifesta infatti, con rara efficacia, il potenziale critico del messaggio biblico riscoperto con forza dalla Riforma.
Completano il volume due brevi scritti dedicati a Lutero, professore e predicatore contrapposto all’«Ercole germanico» della chiesa asservita al regime, e una reazione giornalistica del tempo.
Mai come in questi ultimi anni è stato così pressante, continuo l’appello della Madre Santissima a dare una svolta alla nostra vita, a “essere” cristiani e non ad “apparire” cristiani.
La Vergine ha moltiplicato le sue apparizioni in ogni angolo del mondo, ha implorato per il grande amore che ci porta, piangendo a volte lacrime o a volte sangue, ha chiesto di pregare ininterrottamente, di accostarci al Santissimo con vera fede...
Ma noi uomini diamo l’impressione di non aver bisogno alla fine di Dio, oppure cerchiamo di modellarci un Dio “comodo”, che si adatti ai nostri bisogni, che non ci affligga, che non ci faccia soffrire e non ci proponga delle rinunce.
Anzi, visto che Dio è Amore, come ci viene detto, probabilmente non esiste nemmeno l’Inferno, perché Dio è solo Dio-Amore e non Dio-Giustizia!
Questo l’ultimo sciagurato slogan!
Anno dopo anno, il numero di cristiani uccisi per la propria fede aumenta. Ogni mese sono oltre 300 i nuovi martiri, martiri che – come dice papa Francesco – non possiamo dimenticare. Ecco perché Luigi Ginani ha scritto questo reportage in cui vengono raccontati fatti a cui le tv e i giornali non sempre hanno dato il giusto spazio.
Prima tappa di questo viaggio è il Kenia, dove il 2 aprile 2015, a Garissa, 148 studenti vengono uccisi perché cristiani e perché l’università ospita studenti di entrambi i sessi. Della strage di Garissa ascoltiamo la voce di testimoni presenti e miracolosamente scampati e la storia di una vittima, Janet. Lo sguardo si allarga al campo profughi Dadaab Refugee Camp, dove si rifugiano uomini e donne che fuggono dalle persecuzioni in Sud-Sudan e in Somalia. Poi ci si sposta in Medio Oriente, a Mosul, nel pieno dell’ultima guerra, quella contro l’ISIS. Qui i cristiani hanno sofferto insieme agli Yazidi la brutalità del califfato; sono infatti oltre 360.000 i cristiani fuggiti dalla valle di Ninive in condizioni difficilissime.
Il viaggio termina a Gaza, in Palestina. A Betlemme sono pochi i cristiani, ormai disperati. Il contesto è quello di una tensione arabo-israeliana che dura da settant’anni e stritola i cristiani.
Figura chiave del cristianesimo nascente, Pietro è il primo ad aver visto Gesù risorto: un evento che fonda la sua autorità e fa di lui una delle «colonne» della comunità di Gerusalemme. Personaggio dai forti contrasti, unisce alla determinazione e alla responsabilità del capo la fragilità dell’uomo, che nel momento della difficoltà non esita a rinnegare il Maestro. Il suo martirio, avvenuto probabilmente a Roma sotto Nerone, lo ha indissolubilmente collegato a quella città, stabilendo - non senza dolorose fratture - il primato romano nella compagine delle chiese cristiane.
Claudio Gianotto Insegna Storia del cristianesimo e Storia delle origini cristiane nell’Università di Torino. Tra le sue pubblicazioni «Ebrei credenti in Gesù» (Edizioni Paoline, 2012); per il Mulino, «I vangeli apocrifi» (2009) e «Giacomo, fratello di Gesù» (2013).
Interrogarsi oggi sul presente e sul futuro del cattolicesimo vuol dire ampliare lo sguardo oltre il Vaticano, oltre l'Italia, oltre l'Europa, in una prospettiva geopolitica globale. D'altra parte, la caratteristica più evidente del pontificato di papa Bergoglio è che esso segna - dopo un millennio - proprio la fine del papato europeo. In questo libro curato da Andrea Riccardi, uno dei più autorevoli storici del cristianesimo, si riflette su che cosa è oggi la Chiesa in Cina, in Africa, nelle Americhe e non solo nel Vecchio Continente. Ci si interroga sulle sfide poste dal confronto tra religioni e sulle prospettive dei laici e dei credenti; sul delicato rapporto tra Vaticano e politica; sulla grande questione dei poveri nel contesto della nuova 'teologia delle città'.