Dopo gli storici lavori di Naumann (1901) e Weichelt (1910), il primo commento italiano all'opera di Nietzsche condotto capitolo per capitolo. L'opera di Sossio Giametta mostra "Così parlò Zarathustra" come l'esplosione del genio morale e poetico di Nietzsche che, in combinazione ma anche in contrasto con le sue tesi filosofiche, costituisce una summa della sapienza occidentale. Guida alla grandezza, ditirambo alla purezza e canto di solitudine, lo Zarathustra insegna il valore del corpo e l'attaccamento alla terra, incita all'amore di sé, che è sacrificio, e all'amore della vita, che è fierezza, responsabilità e lotta, contrapponendosi ai Vangeli cristiani, che negano valore autonomo alla vita e impediscono di cogliere la pienezza per cui vale la pena di vivere e morire. Una lettura attenta, condotta sull'edizione critica, di una delle più significative opere del pensiero occidentale. Un'interpretazione controcorrente di un autore discusso, a cui si affiancano una puntuale analisi stilistica e una ricostruzione completa delle fonti e dei riferimenti culturali e filosofici di Nietzsche.
Un "classico", pubblicato quando è nata la "questione bioetica", e l'Italia è stata interessata dai primi, accesi dibattiti, che mantiene intatta la sua grande attualità. Se infatti il contesto storico-culturale è indubbiamente cambiato, i temi e i problemi sono rimasti invece sostanzialmente immutati: dal rapporto fra bioetica laica e bioetica religiosa alla controversa nozione di persona, il libro di Adriano Pessina esplora i fondamenti di una disciplina complessa per presentarne, attraverso l'analisi di alcune questioni essenziali come la tecnica di fecondazione in vitro e l'eutanasia, le differenti impostazioni teoriche. Il libro viene riproposto in edizione economica con una nuova Prefazione.
Amate il sudoku, gli enigmi, le parole crociate, i rebus? La matematica, forse più di qualsiasi attività, si presta al gioco, richiedendo strategia, astuzia, immaginazione. Una punta di malizia, un tocco di logica e un pizzico di perseveranza costituiscono la migliore ricetta per affrontare un gioco matematico. Non si richiede la conoscenza di teorie particolarmente impegnative. L'enunciato è intrigante, sorprende e pone una sfida a colui che lo legge; suscita la curiosità e la voglia di saperne di più. La stessa soluzione diverte e persino, a volte, stupisce per la sua semplicità.
Il libro rappresenta un contributo all'approfondimento dei rapporti sociali e delle relazioni tra le classi sotto il nazismo, dimostrando la capacità di chiamare in causa non solo i dati della storia sociale, ma i rapporti più complessi con la politica interna ed estera della Germania nazista. Il mutamento della condizione della classe operaia e la politica del regime nazista nei suoi confronti costituiscono l'asse interpretativo a sostegno dell'opera, che non trascura i meccanismi messi in atto dal regime per bloccare la lotta operaia. Nella sua analisi, l'autore tende a superare i limiti del legame della classe operaia alle sue istituzioni, ravvisando l'essenza delle classi subalterne nella loro lotta contro la classe dirigente.
Dopo il calcio potrebbe essere la volta del giornalismo. Redattori corrotti e direttori compiacenti hanno tradito i lettori. I giornali sono zeppi di pubblicità clandestina. Si pensa di leggere un innocuo articolo di costume e invece ci si ritrova una serie di consigli per gli acquisti. Si cerca qualche idea per investire i risparmi e invece si sta per cascare in una trappola. Si inseguono le ultime novità della medicina e non si sa che il giornalista è stato invitato in una località esotica, coccolato e pagato per divulgare un nuovo farmaco. Insomma, quotidiani, settimanali e mensili per non parlare dei notiziari di radio e televisione sono controllati dagli inserzionisti che dettano legge in redazione, perché sono loro che possono decidere la vita o la morte di un organo di stampa, grazie alla complicità dei giornalisti il cui livello etico sembra sprofondato. In questo libro vengono riportati fatti e circostanze a supporto di queste ipotesi.
Fin dalle origini, in ogni cultura e civiltà, l'uomo ha sempre sentito il bisogno di conferire un significato alla propria esistenza: animale simbolico e metafisico, attraverso la scrittura, la legge e l'organizzazione sociale egli ha forgiato il mondo a propria immagine attraverso la costruzione di un senso condiviso, in grado di regolare la vita in comune e di giustificare il posto di ciascuno su questa terra. La storia dell'Occidente può essere letta come la storia di questo senso condiviso e vincolante, come la storia delle credenze fondatrici dell'essere umano: il rispetto della parola data e di una legge uguale per tutti. Attraverso un'appassionante analisi dei fondamenti del diritto e della dogmatica giuridica, Alain Supiot rilegge questa storia singolarissima e complessa in un'epoca in cui il declino della sovranità, l'infeudamento delle libertà e il progressivo scollarsi di potere e autorità minano più che mai la centralità del diritto e dunque i fondamenti stessi della nostra cultura.
Un giovane tedesco, già espulso dal partito nazista, si arruola nelle SS "per vedere e testimoniare" - così dirà poi - che cosa veramente vi accada. La sua qualifica tecnico-professionale gli fa guadagnare la fiducia dei superiori e assumere incarichi delicatissimi, come l'ordinazione e la consegna dei gas destinati ai campi di concentramento. Ben presto cerca di mettersi in contatto con gli alleati e la Santa Sede per denunciare le atrocità naziste e soprattutto per sabotare l'utilizzo dello Zyklon B a scopo di sterminio. Questa doppia vita lo mina fisicamente e psichicamente e, nell'aprile del 1945, passa le linee e si consegna agli alleati. Chiuso in un carcere parigino, lo troveranno impiccato nella sua cella. Eroe o simulatore? Innocente o colpevole? Nonostante il fascino sottile di questo enigma, l'impegno storico dell'autore non concede nulla all'interpretazione di tipo psicologico: l'enigma non si risolve nell'individuo, ma nei suoi rapporti con il resto del mondo. E così l'interrogativo si ripropone, su una scala ben più vasta e inquietante: sono innocenti o colpevoli gli innumerevoli testimoni tedeschi volontariamente passivi e tutti coloro che, tanto più in alto nella gerarchia dell'autorità politica o spirituale, assisterono senza intervenire allo sterminio di milioni di esseri umani?
Lo spazio scenico (edificio, spazio della rappresentazione, scenografia e scenotecnica) dai greci al Novecento è la prospettiva storica di questo manuale, maturato all'interno della pratica dell'insegnamento universitario di Storia dello spettacolo. Il testo offre una ricostruzione dei fenomeni emergenti dell'arte teatrale nelle diverse nazioni europee attraverso i secoli.