
Fin dai primissimi anni Cinquanta, Claude Lévi Strauss levò la sua voce nel nascente dibattito sul problema del razzismo. Lo fece con "Razza e storia" dove attribuiva al carattere etnocentrico proprio della civiltà occidentale la responsabilità della nascita delle teorie naziste. A suo parere era essenziale rifiutare l'idea del primato dell'Occidente. Queste riflessioni furono sviluppate e corrette nell'intervento, datato 1971, dal titolo "Razza e cultura". I due scritti sono stati raccolti in questo volume e stupiscono per la tragica attualità di quanto denunciano. In appendice viene presentata l'intervista rilasciata da Lévi Strauss nel giugno 2000 a Marcello Massenzio.
Jürgen Habermas affronta in questo saggio il tema controverso dell'ingegneria genetica e cerca di rispondere alla "controdomanda" suscitata dagli sviluppi della genetica: può la filosofia intromettersi nel dibattito senza rinunciare alle convinzioni del pensiero postmetafisico?
Alla caduta del muro di Berlino Theo Wuttke, meglio conosciuto come Fonty per la sua ammirazione per lo scrittore ottocentesco Theodor Fontane, è tra coloro che osserva scettico il susseguirsi degli eventi. Grazie all'identificazione con il suo autore preferito, Theo diviene un testimone informatissimo della storia tedesca, da Federico il Grande a Helmut Kohl. Dall'accostamento di insoliti percorsi personali risulta un panorama di duecento anni di storia tedesca, con cui Grass guida il lettore verso l'essenza stessa della Germania.
Il volume ospita innanzitutto "Feria d'agosto", l'unico testo licenziato dall'autore stesso, e il lungo racconto giovanile "Ciau Masino". Accanto a questi sono presentati i racconti giovanili e gli altri racconti sparsi ricostruiti secondo le testimonianze a stampa e le carte delle prime stesure. Firma l'introduzione Marziano Guglielminetti, mentre Mariarosa Masoero cura il volume, firma il testo introduttivo "Fra le carte dei racconti", le note e le notizie sui testi.
Il volume, curato da Walter Barberis, raccoglie interventi di vari autori su un tema comune, quello della guerra, che ha avuto un'enorme importanza nella storia del nostro Paese. La guerra ha "offerto" agli italiani l'occasione per inventarsi forme d'arte e tecnologie, letteratura e scienza, architettura e industria, ideologie e dottrine politiche. Firmano i saggi, tra gli altri, Alessandro Barbero, Mirella Mafrici, Francesco Paolo Fiore, Filippo Camerota, Lina Bolzoni, Sergio Mamino, Piero Del Negro, Corrado Vivanti, Salvatore Silvano Nigro, Vincenzo Ferrone, Giorgio Rochat, Alberto Asor Rosa.
Walter Benjamin, Céline, ma anche lo storico Marc Bloch, il filologo Erich Auerbach, l'editore Donoël, gli industriali Citroën e Renault, gli scacchisti Alekhin e Cabablanca, Saint-Exupéry, Marlene Dietrich, l'omino della Michelin e tanti altri: sono questi alcuni dei personaggi che popolano le pagine del romanzo fantastico di Michele Mari ambientato nella Parigi degli anni Trenta.
Maria Chiara Levorato offre con questo saggio un'introduzione ai principali campi teorici e applicativi della psicologia infantile. Il volume è propedeutico allo studio dello sviluppo piscologico, del quale vuole fornire una panoramica sintetica e chiara. Maria Chiara Levorato analizza il cambiamento psicologico dal punto di vista cognitivo, linguistico, comunicativo, affettivo, emotivo e sociale.
Il vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 2001, consigliere di Bill Clinton durante il primo mandato, e vicepresidente della Banca Mondiale dal 1997 al 2000 affronta il tema della globalizzazione cercando di rispondere ad alcune domande: cosa s'intende per globalizzazione? quali sono i presupposti, quali gli effetti e quali i danni? chi sostiene la globalizzazione, chi la governa e chi la contesta?
Tobias Horvath è un emigrato, ogni suo giorno scorre nella quotidiana lentezza dell'abitudine e della ripetizione di gesti vuoti. Ha trascorso l'infanzia nella miseria, all'ombra della madre che era la ladra, la mendicante, la prostituta del paese. Quando, tra i molti che vedeva entrare e uscire di casa, ha scoperto chi era suo padre, Tobias ha preso un lungo coltello e glielo ha affondato nella schiena.
In questo libro, scritto nel 1933 e in seguito messo al bando dai nazisti, Reich sostiene che il fascismo, lungi dall'essere la concretizzazione di una caratteristica specifica di alcune nazionalità, o l'imposizione da parte di una fazione politica su un popolo innocente, è piuttosto la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio, che da migliaia di anni vede repressi i suoi impulsi primari. Wilhelm Reich, nato in Galizia nel 1897 e morto in Pennsylvania nel 1957, è noto per essere uno dei più famosi dissidenti freudiani di "seconda generazione".