Alessandro è un ragazzo di tredici anni che vive in una delle periferie più difficili di Palermo, dove la strada fa da scuola. L'arresto forzato del padre, accusato di omicidio, e il simbolico passaggio del ruolo di capofamiglia a lui segnano il suo modo di relazionarsi con gli amici. Con il grugno sul volto e il pugno chiuso, è sempre pronto ad attaccar briga. Così si è guadagnato il rispetto del quartiere. In classe si sente il padrone e non rispetta le regole. Appoggiato dai suoi amici di sempre, insulta i compagni, specialmente i più deboli, attribuendo loro nomignoli offensivi. Si appropria del materiale scolastico altrui e lo distrugge per puro divertimento. Ha un atteggiamento spaccone e nessuno osa contraddirlo, tranne Caterina, che lo fronteggia senza timore. Un giorno, però, Alessandro mette a repentaglio la vita di un compagno, Danilo, anche se non era sua intenzione. Da questo tragico evento inizia una riflessione su se stesso che gli farà capire molte cose. Una scuola di periferia, una classe problematica, un padre assente, la prepotenza che cresce, gli amici spacconi: tutti gli ingredienti del terreno fertile su cui si sviluppano le dinamiche e il tipico atteggiamento aggressivo del bullo. Età di lettura: da 13 anni.
Essere vegani non è né una moda, né una dieta. Essere vegani vuol dire, prima di tutto, abbracciare una filosofia. Perché chi sceglie di essere vegano ha deciso di non mangiare più dei «qualcuno» che la nostra società ha trasformato in dei «qualcosa» non solo per mettere fine a una barbarie, ma per salvaguardare l'architettura sociale, ambientale ed economica del nostro futuro. Tuttavia, nonostante questo stile di vita abbia alle spalle centinaia d'anni di riflessione sull'etica e l'ambientalismo, in molti oggi decidono di diventare vegani solo per nobilitarsi e sentirsi migliori degli altri. Ma per inseguire un vero cambiamento epocale è necessario un nuovo tipo di veganesimo, filosoficamente orientato e più integrato nella società. Lontano dal fanatismo e dal controllo militaresco dei frigoriferi, e più tollerante nei confronti di chi non ha ancora fatto questa scelta. Con Vegan Leonardo Caffo mette a disposizione di tutti noi un'originale riflessione filosofica che, vagliando i limiti e le risorse della pratica alimentare piú discussa, amata e odiata del nostro tempo, apre una finestra su un diverso mondo possibile.
Ore 9: lezione di geografia fantastica. Dove si scopre perché a Milano non si riesce a prendere il volo e a Trieste o in Romagna sì. Dove in quel di Perugia si riescono a imparare 214 lingue e dialetti diversi. Dove si capisce come si possa allungare il corso del Po. Dove si viene a conoscere che a Bologna si costruiscono i palazzi di gelato e in quel di Barletta le strade di cioccolato... Tante storie e tante rime con le quali Gianni Rodari racconta il nostro paese. Per scoprire questa lunghissima lista e costruire il suo personale tour, ogni lettore, grazie a un QR Code potrà scaricare l'indice ragionato di tutte le città, i luoghi, le cartoline di questa insolita geografia rodariana. Età di lettura: da 6 anni.
A Barra, alla periferia di Napoli, troppi hanno abbandonato la scuola. Li chiamano i dispersi. Bocciati alle elementari, cacciati dalle scuole medie, nessuno li vuole più. Sino a quando incontrano i maestri di strada che si sono inventati una scuola unica al mondo dove i banchi e i libri ci sono ma servono a poco, dove ci sono merende, gite, una paghetta e una stanza molto speciale chiamata Spassatiempo. Un romanzo che - a partire dalle testimonianze di alcuni ex allievi - racconta l'esperienza reale dell'associazione Maestri di strada, nata da docenti, psicologi ed educatori del progetto Chance per il recupero della dispersione scolastica. Età di lettura: da 9 anni.
Nonostante le origini misteriose, quasi mistiche, dei suoi elementi fondamentali, la matematica non nasce nel vuoto: è creata dalle persone. Tra loro ce ne sono alcune di un'originalità e una chiarezza mentale sorprendenti, quelle che associamo alle più grandi scoperte: i precursori e i pionieri. Ci sono genî riscoperti soltanto di recente, come Srinivasa Ramanujan e Emmy Noether, accanto a giganti quali Muhammad al-Khwarizmi (le cui opere ci hanno fornito le parole «algoritmo» e «algebra»), Pierre de Fermat, Isaac Newton, Carl Friedrich Gauss, Bernhard Riemann (precursore di Einstein), Henri Poincaré, Ada Lovelace (probabilmente il primo programmatore di computer) e Alan Turing. Ian Stewart ci racconta le vicende della loro vita (a volte eccentrica, sempre dominata da un'ossessione per i numeri), offrendo nel contempo una limpida spiegazione delle loro folgoranti scoperte. Questi vividi racconti sono coinvolgenti di per se stessi ma, considerati nel complesso, compongono un'affascinante storia dei momenti fondamentali della matematica.
Quando l'allora presidente americano Barack Obama si recò in visita al Cairo nel 2009, nel pronunciare un discorso rivolto ai musulmani di tutto il mondo replicò un errore compiuto da un'infinità di politici prima di lui: dare per scontata l'esistenza di un'unica comunità musulmana globale. Tuttavia, come Cemil Aydin dimostra in quest'originale ricostruzione, ritenere che un miliardo e mezzo di musulmani costituisca un'unica entità politico-religiosa comporta un grave fraintendimento storico. Come nacque questa convinzione e perché è così diffusa? "L'idea di mondo musulmano" individua le origini intellettuali di una nozione errata e ne spiega la persistente fascinazione esercitata sia sui musulmani sia sui non musulmani. Concepita come antitesi alla civiltà cristiana occidentale, l'idea di mondo musulmano comparve verso la fine del XIX secolo, allorché gli imperi europei dominavano su gran parte di quelle popolazioni. Fin dall'inizio alla sua base vi furono le teorie della supremazia bianca, ma gli stessi musulmani contribuirono alla sua definizione. Aydin evidenzia il ruolo giocato dagli intellettuali musulmani nell'immaginare e delineare una società panislamica idealizzata, che confutasse le tesi dell'inferiorità razziale e di civiltà rispetto all'Occidente. Dopo aver svolto un ruolo fondamentale nella politica del Califfato ottomano, questa concezione sopravvisse alla decolonizzazione e alla Guerra Fredda, acquisendo un rinnovato vigore alla fine del XX secolo. L'idea di mondo musulmano, centrale sia per le ideologie islamofobe sia per quelle panislamiche, continua a stringere l'immaginario globale in una morsa che sarà necessario allentare, al fine di avviare un confronto più proficuo riguardo alla politica del mondo e delle società contemporanee.
Cesare Garboli era un critico folgorante, che scriveva per capire. Rosetta Loy è una grande scrittrice che ci racconta il loro incontro; e l'affinità assoluta, piú lunga di una vita. I silenzi nella casa dell'entroterra toscano e le serate con la pioggia che riga i vetri, i gatti ad accompagnarli ovunque, a eccezione di quelli neri, presaghi di nefaste profezie. In questa memoria sentimentale Cesare appare sia tra le pagine dei suoi libri che nelle sue furie imprevedibili. Da adolescente con il ciuffo davanti agli «occhi stupefatti e sbarrati che fissano incantati il futuro che li aspetta», al trentenne inviato in Vietnam, che non riesce a scrivere nemmeno una riga, stravolto dall'orrore che gli si presenta davanti. O mentre dà battaglia sulla scacchiera a Carlo Caracciolo in interminabili partite che lo vedono impegnato con regine, re, alfieri e pedoni. Grande amico di Natalia Ginzburg, Elsa Morante e Fellini. Lettore dall'intelligenza inarrivabile e uomo di infuocate passioni. Questo libro non è una resa docile al ricordo, ma il suo contrario. Perché, come scrive Metastasio nel celebre sonetto molto amato da Cesare, «Siam navi all'onde algenti, | lasciate in abbandono. | Impetuosi venti | i nostri affetti sono, | ogni diletto è scoglio. | Tutta la vita è mar».
Perché la globalizzazione ha fallito la sua missione non solo nei paesi in via di sviluppo, ma anche in Europa e negli Stati Uniti? Che cosa non ha funzionato nella gestione di un fenomeno che riguarda tutti noi? Perché ormai siamo tutti più poveri? Sin dalla sua prima pubblicazione, La globalizzazione e i suoi oppositori è divenuto un testo di riferimento imprescindibile nel dibattito internazionale sul tema. Dopo oltre quindici anni il panorama politico, sociale ed economico è completamente mutato, ma le istituzioni internazionali non sono riuscite a risolvere i problemi creati dalla globalizzazione. E ora a subirne i danni sono anche le economie del mondo avanzato. Analizzando le nuove disuguaglianze sociali e la progressiva scomparsa del ceto medio, il declino industriale e la conseguente perdita di posti di lavoro, il protezionismo e l'ascesa destabilizzante di Donald Trump negli Stati Uniti, Stiglitz ribadisce in questa nuova edizione l'urgente necessità di mettere in campo alternative utili per un sistema globale più equilibrato e a vantaggio di tutti.
1859. Un uomo in fuga dai suoi fantasmi s'imbarca su una baleniera diretta verso il grande Nord. Non immagina che l'inferno può essere bianco come il ghiaccio artico. Un romanzo di avventura e sopravvivenza, scatenato e nerissimo, inarrestabile come il destino, implacabile come la vendetta.
«Ecco uno dei libri piú belli dell'anno. Ci sono pezzi di bravura che sembrano arrivare direttamente da Moby Dick» - The Independent
«Le acque del Nord di Ian McGuire è un libro d'avventura esplosivo, inquietante, che non si riesce a smettere di leggere. McGuire è un narratore nato» - Michiko Kakutani, The New York Times
Del resto sembra già una nave di dannati: a bordo della baleniera, Sumner si ritrova di fronte un'umanità perduta e violenta. Ma soprattutto si ritrova di fronte un uomo brutale, che sembra essere l'incarnazione stessa del male: Henry Drax, il ramponiere. Quando sulla nave viene ucciso un giovanissimo mozzo, primo di una serie di brutali omicidi, Sumner è costretto a guardare in faccia il suo passato e a sfidare nuovamente l'orrore. Candidato al Man Booker Prize. Inserito in ogni lista dei migliori libri dell'anno dal «New York Times» al «Wall Street Journal», passando per il «Guardian» e il «New Statesman». Bestseller sia negli Stati Uniti sia in Inghilterra. Amato da Colm Tóibín, Hilary Mantel e Martin Amis. La Bbc ne farà una serie televisiva. Insomma, McGuire ha convinto tutti, pubblico e critica, e non c'è da stupirsi. Perché in queste pagine c'è tutto quello che qualunque lettore vorrebbe trovare: avventura, emozione, suspense. Le acque del Nord è un thriller, un romanzo storico e di viaggio, un grande racconto che tiene incollati fino all'ultima pagina. Ma soprattutto è la prova di scrittura magistrale di un autore che ha trovato la sua personalissima voce letteraria guardando a Melville, Dickens, Conrad e McCarthy.
Eugenio Borgna continua, con questo libro, a elaborare un altro elemento del suo personale lessico delle emozioni. Qui racconta la nostalgia ferita, con le sue collaterali parole tematiche: quella della memoria, quella del tempo, quella della patria perduta, quella dell'infanzia. Ma c'è anche la nostalgia della morte, quella di un volto che, come diceva Rilke, ci accompagna, a volte introvabile; e anche la nostalgia della vita quando la malattia è in noi. La nostalgia aperta alla speranza è diversa da quella pietrificata nel passato. Queste sono alcune delle parole che tematizzano il libro. Ci sono nostalgie ferite dal dolore, e nostalgie che se ne salvano. Ovviamente, significa fare riferimento a Leopardi e Proust ma anche a Emily Dickinson e Guido Gozzano. La nostalgia, infine, può essere intesa come recupero del passato: come sua donazione di senso; come antitesi, anche, al drago dell'indifferenza che porta al deserto delle emozioni.