In ogni organizzazione, semplice o complessa che sia, è fondamentale il ruolo della leadership. Ma cosa rende un leader "vero leader"? Per rispondere a questa domanda, Phil Harkins e Phil Swift, due esperti di fama internazionale, hanno intrapreso un vero e proprio viaggio attraverso il mondo, intervistando CEO, presidenti, primi ministri e leader spirituali. Hanno avuto l'opportunità di parlare con personaggi come: Mary Robinson, prima donna presidente dell'Irlanda; Mikhail Gorbaciov, ex presidente dell'Unione Sovietica e 1990 vincitore del premio Nobel per la pace; Benazir Bhutto, ex primo ministro del Pakistan; Iacopo Salim, membro dell'International Center for Leadership in Finance e assistente del segretario generale per la gestione delle risorse umane delle Nazioni Unite; Rajaa Khuzai, ex membro del Consiglio direttivo iracheno; Henri Landwirth, sopravvissuta all'Olocausto.
L'Assessment ha ormai quasi cento anni di storia. Dalle sue prime applicazioni nel '26 nella selezione in ambito militare, al suo impiego nella valutazione del potenziale nell'industria, fino ai più recenti utilizzi nella formazione/sviluppo, la sua forma e le sue tecniche hanno subìto notevoli mutamenti. Tale evoluzione di contenuti ed impieghi, che lo vedono oggi sempre più spesso caratterizzarsi quale Development Center, si è accompagnata con un proliferare di ricerche scientifiche volte ad attestare la validità dei sui metodi. Questo libro nasce dall'esigenza di fare il punto di tali studi con la finalità di comprendere quali tecniche possono considerarsi attendibili e quali pratiche debbono essere privilegiate tra le altre. Alla presentazione di tali ricerche, segue nel volume, la sintesi che allo stato attuale risulta possibile delineare di ciascuno strumento o prassi impiegata, con l'indicazione finale del metodo che, sulla base delle evidenze scientifiche, è possibile delineare come più efficace e scevro da errori. I temi che il libro affronta sono molteplici estendendosi dalla progettazione dell'architettura dell'Assessment e del Development, alla definizione degli strumenti che concretamente possono essere utilizzati nelle sessioni valutativo/formative.
Questo volume ha lo scopo di sintetizzare la storia del calcolo del PIL, dell'elaborazione del suo primo concetto fino ai giorni nostri. Le teorie prese in considerazione partono da William Petty e arrivano alle ultime formulazioni su indicatori alternativi o implementazioni del calcolo del PIL, per valutare non solo il reddito della nazione ma anche il benessere. Viene trattato il metodo di calcolo odierno del PIL e i vantaggi e gli svantaggi di tale sistema. Elaborazioni e approfondimenti della variabile macroeconomica lasciano al lettore uno spunto per ulteriori ricerche in merito a quello che oggi sembra essere uno dei principali problemi di valutazione di una nazione. È proprio grazie al PIL che una nazione acquista o perde credibilità, sia a livello nazionale che internazionale. Per tali ragioni riuscire a creare un indicatore che non crea distorsioni permetterebbe una migliore valutazione e una maggior credibilità. Ad oggi le problematiche riguardanti tale calcolo sono ancora in discussione. Sono state proposte da economisti e da governi diversi tipi di indicatori che potrebbero sostituire o integrare il PIL.
Un testo innovativo per chi vuole essere davvero un manager positivo e uno strumento fondamentale per formatori e consulenti.
Manager e dirigenti sono spesso considerati dai dipendenti una delle più significative cause di stress. Fondamentale è dunque il loro ruolo nel prevenire, gestire e ridurre lo stress al lavoro.
Come si diventa manager positivi? Imparando a controllare le proprie emozioni, mantenendo una propria integrità morale, assumendo un atteggiamento proattivo ed empatico, coinvolgendo il proprio team, gestendo i conflitti.
Questo volume propone una metodologia innovativa per diventare manager positivi in ogni relazione con i membri del proprio team. Offre la chiave per potenziare sia le skill fondamentali che il manager deve possedere per prevenire l'insorgere dello stress tra i propri dipendenti, sia i comportamenti che possono risultare vincenti per promuovere un ambiente di lavoro sereno e produttivo. Per ciascun comportamento vengono proposti esempi concreti di atteggiamenti sia positivi che negativi e vengono riportati esercizi e case studies che possono essere utilizzati nella formazione, nel coaching e nella consulenza.
"I tre autori - tutti affermati psicologi del lavoro - attingendo alla loro esperienza professionale ed integrandola con la ricerca e la teoria hanno dato vita ad un eccellente 'how to'. Arriverei a dire che questo è un volume indispensabile per tutti coloro che, per il ruolo strategico che rivestono, desiderano proteggere e supportare la loro organizzazione" ( People Management, Luglio 2011).
Questa raccolta di saggi, che si segnalano per l'originalità delle scelte tematiche e per l'utilizzo di fonti fino a questo momento assai poco o per nulla prese in considerazione dalla storiografia, è stata ideata privilegiando la logica del confronto fra esperienze e generazioni diverse piuttosto che quella della esaustività dei temi e dei piani di indagine. In effetti gli anni Settanta nel nostro paese sono stati un periodo ricco di maturazioni, mutazioni, complessità e contraddizioni. La scelta di concentrare lo sguardo sul protagonismo delle donne in quegli anni ne moltiplica le sfaccettature, le ambiguità, le alternative. È per questo che i saggi contenuti in questo testo incrociano la dimensione politica con quella sociale rappresentando la capacità delle donne in quegli anni di presentarsi sulla scena del Paese intrecciando strettamente vita e pensiero, dimensione pubblica e dimensione privata, il fare politica e il "fare marmellate". La molteplicità delle esperienze soggettive, politiche e associazionistiche delle donne sembra costituire la cifra di questo periodo, interpretandone la discontinuità e la contraddittorietà, ma anche l'effervescenza sociale e politica. Questi saggi evidenziano come quelli non siano stati solo gli anni della violenza, ma anche del protagonismo femminile. Scritti di: Beatrice Pisa, Stefania Boscato, Patrizia Salvetti, Valentina Palermo, Anna Balzarro.
La prima edizione di questo volume risale al 1995: da allora nel campo della disabilità sono avvenute trasformazioni radicali che hanno reso necessario rivedere e aggiornare sostanzialmente il testo in molte sue parti. Anche il titolo è stato modificato in "Psicologia della disabilità e dei disturbi dello sviluppo" proprio per meglio fare riferimento alle diverse condizioni esaminate e dare enfasi al ruolo dei percorsi evolutivi e dei contesti sul concreto manifestarsi delle limitazioni e delle potenzialità In questa nuova edizione trovano riscontro anche gli avanzamenti del dibattito scientifico, che in alcuni casi ha raggiunto livelli di maturità tali da veder tradotti nella vita quotidiana i progressi della ricerca. Così, una maggiore conoscenza delle cause di alcuni disturbi e una accresciuta consapevolezza del legame fra processi psichici, basi biologiche e fattori ambientali hanno portato a mutamenti legislativi, all'applicazione di strumenti - ad esempio il sistema di classificazione Icf - e, in generale, a una maggiore sensibilità ai diritti delle persone con disabilità. Un'utile disanima degli aspetti psicologici connessi alla disabilità, una guida di base per la formazione degli studenti, ma anche delle diverse figure professionali - dagli specialisti agli insegnanti - e dei genitori che potranno trovarvi informazioni nuove o spunti stimolanti per riflessioni e ulteriori approfondimenti.
Sotto osservazione oggi, più che mai, il rapporto tra le città e il loro territorio di riferimento: un rapporto da sempre non lineare, insieme intenso e conflittuale, che dal XIX secolo tende progressivamente a sbilanciarsi in un'unica direzione, sopraffatto dalle esigenze del polo primario. Qui si è provato ad osservare tale relazione dal punto di vista del più "debole", ponendosi la domanda di cosa abbia significato, in età contemporanea, essere i "dintorni" di un grande centro urbano in espansione per società locali già presenti e attive storicamente e, comunque, per un territorio da tempo abitato. Fuoco dell'analisi è Roma, ma nel confronto con altri modelli urbani, sia italiani (Torino, Milano, Napoli) che europei (Parigi, Londra, Berlino, Vienna, Madrid). Confronto da cui emerge in evidenza tutta la singolarità del suo caso: una prerogativa, questa, sempre evocata parlando di Roma, ma che la lente della ricerca e l'esempio di altre realtà coeve sostanziano. Offrendo anche spunti di riflessione per dare senso e forma al futuro.
A livello internazionale, l'atteggiamento è unanime: non possono lavorare i soggetti che non abbiano ancora raggiunto almeno i 14 anni, come stabilito dalla Convenzione ILO n.138. Non esiste però un accordo per quanto riguarda il lavoro degli adolescenti. Nei paesi ad economia avanzata prevale un approccio di tipo abolizionista, secondo cui gli unici lavori ammessi per un adolescente dovrebbero essere quelli leggeri, non retribuiti, come la partecipazione nelle faccende domestiche o nelle attività economiche della famiglia; viceversa, il lavoro svolto nel mercato del lavoro è considerato un'attività da limitare o addirittura da bandire. Tuttavia un approccio drasticamente abolizionista rischierebbe di eliminare la possibilità per un adolescente di svolgere un'attività formativa, di vivere un'occasione di socializzazione economica, di acquisire maggiore autonomia. Viceversa, l'adozione di un approccio possibilista dovrebbe prevedere le condizioni e i criteri per definire con una chiarezza la soglia di accettabilità dei lavori consentiti per legge ad un adolescente. Questo testo intende offrire un contributo in questa direzione, presentando appunto un gruppo di ricerche sulla socializzazione al lavoro e degli adolescenti.