"Alternative alla vita" è caratterizzato dalla compresenza di tre piani. Vi si trovano i due piani classici dell'opera saggistica, cioè un discorso teoretico originale e il richiamo critico ai grandi autori della tradizione, in questo caso soprattutto Spinoza, Hegel, Leopardi, Kierkegaard, Nietzsche, Rensi e Freud. Ma questi due piani si innestano su uno narrativo, dominato dalla figura di un singolo, Akronos, cosicché questo testo potrebbe intitolarsi anche "fenomenologia di uno spirito". Akronos è la figura dell'inquietudine e della protesta che vede e denuncia lucidamente come la realtà sia sostanziata di in-giustizia e di violenza ma non ha la radicalità di abbandonarla, si limita a rasentare il nulla e cerca una mediazione con la realtà.
Ancora una volta l'antico grido babelico si è alzato: "Unità! Unità! Venite, raduniamoci, riduciamo il mondo alla ragione, imponiamo la democrazia, garantiamo la sicurezza, incrementiamo i consumi, costruiamo la pace universale". Come allora, anche oggi questo appello risuona contemporaneamente in modo maestoso e tragico, come un magnifico invito e come una terribile minaccia. Passando da Beauchamp a Balthasar, da Kafka a Scholem, da Hegel ad Heidegger, da Lacan a Zumthor, da Lévinas a Derrida, il testo di Petrosino legge il breve racconto biblico relativo alla costruzione della Torre di Babele mostrandone la sorprendente ed inquietante attualità. Un'originale ricerca filosofica sul senso umano dell'abitare e sul delirio del potere.
Che cosa vuoi dire comprendere? Che cosa vuol dire comprendere sé, che cosa vuoi dire comprendere l'altro? Che cosa vuoi dire non comprendere e non essere compresi? La domanda viene discussa in questo libro alla luce dei dibattito tra l'ermeneutica di Gadamer e la decostruzione di Derrida. Ma la tesi di una utopia del comprendere, che Donatella Di Cesare sostiene, si delinea sullo sfondo della tradizione filosofica ebraica, in un dialogo serrato con Paul Celan, con la sua riflessione sulla poesia e sul linguaggio. La domanda diventa allora: che cosa vuoi dire comprendere dopo Auschwitz? È a partire da qui che, attraverso un ripensamento filosofico e politico di concetti come promessa, futuro, avvenire, può essere attribuito un nuovo valore all'utopia.
Un'acuta rilettura dell'estetica di Kant, che vede nella "Critica della facoltà di giudizio" la più attuale tra le sue opere. Tale attualità riguarda il modo con cui Kant affronta l'"immenso abisso" che divide l'ambito teoretico-conoscitivo della filosofia da quello etico-pratico. Come superare l'impasse? Come non rimanere paralizzati dalla fascinosa potenza di tale immagine? Come non rassegnarsi ad una scissione tra l'agire e il conoscere, tra l'essere cittadini del mondo e investigatori del cosmo? La mossa kantiana sta, per l'autore, nel convertire l'immagine dell'abisso nel problema di attraversare comunque il confine che separa i due ambiti. Alla libertà e alla contingenza del giudicare riflettente spetta l'attraversamento del confine.
Jacques Derrida si interroga su una certa internazionalizzazione in corso della filosofia, del suo insegnamento come delle sue pratiche, ricerche o esperienze. Quali sono a questo riguardo le responsabilità di ogni filosofo, attraverso la sua lingua, la sua tradizione, la sua nazionalità? Appare indispensabile una riflessione sulla filosofia, e in particolar modo sulla filosofia del diritto che fonda istituzioni quali l'ONU, l'UNESCO, etc. Derrida inscrive le sue riflessioni preliminari sotto il segno di un testo celebre e singolarmente "attuale" di Kant (Idea per una storia universale dal punto di vista cosmopolitico, 1784), che richiede al contempo il rispetto, la rilettura e alcune domande.
Nella sua interpretazione del pensiero heideggeriano, l'autore sottolinea come il sentiero percorso dal filosofo sia stato un cammino accidentato, non privo di difficoltà e di rischi, compreso quello di condurre il viandante in un vicolo cieco, o di trovarsi nell'oscurità di una selva. Ma a questi pericoli Heidegger ha potuto via via sottrarsi restando fedele all'originaria opzione ermeneutica.