Lo sviluppo recente del terzo settore in molti paesi del sud del Mediterraneo ha favorito la diffusione di idee e aspirazioni di cambiamento, costringendo spesso le forze più tradizionali a non restare immobili. Le società sono state così attraversate da un "vento" nuovo, da un desiderio di mobilità e libertà che ha in parte aperto la strada alla c.d. "primavera araba". Di questa trasformazione sociale dà conto la ricerca presentata in questo volume, condotta dalla Fondazione Roma-Terzo Settore e dall'Istituto Internazionale "Jacques Maritain", con la collaborazione di importanti centri di ricerca internazionali (Institut Maghreb Europe, Arab Forum for Alternatives, Medea Institute, TUSEV) in cinque paesi paradigmatici (Algeria, Marocco, Egitto, Libano e Turchia). La ricerca, esaminando lo sviluppo del terzo settore, ha intercettato queste novità, documentando le attività che hanno preparato la domanda di democrazia che oggi osserviamo nel sud del Mediterraneo e integrando la letteratura italiana e internazionale su questi avvenimenti.
Giuseppe Dossetti (1913-1996) è stato un protagonista indiscusso delle origini e del primo consolidamento della democrazia repubblicana italiana. Questo volume, ricorrendo a fonti inedite, racconta come è giunto a svolgere un ruolo di primo piano nella redazione della Costituzione italiana e quali sono stati i caratteri peculiari della sua proposta politica. Viene così ripercorsa la straordinaria vicenda di questo giovane studioso di diritto canonico che, formatosi nell’Università Cattolica di padre Agostino Gemelli, si ritrova prima coinvolto nella Resistenza e quindi proiettato ai vertici della Democrazia cristiana, dove inizia un’intensa attività politica per impegnare il suo partito nella costruzione di una democrazia reale, distante dalle storture della stagione liberale e radicata su una scelta antifascista. Successi e sconfitte, intuizioni e limiti della sua azione politica vengono ricostruiti superando gli schematismi e le semplificazioni con cui si è trattata la figura di Dossetti, restituendole finalmente un profilo organico dove si intrecciano l’esigenza di una riforma sociale e la percezione della necessità di una profonda riforma della Chiesa.
Enrico Galavotti insegna Storia del cristianesimo nell’Università degli Studi «G. d’Annunzio» di Chieti-Pescara ed è membro della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato: «Processo a Papa Giovanni. La causa di canonizzazione di A.G. Roncalli (1965-2000)» (2005) e «Il giovane Dossetti. Gli anni della formazione, 1913-1939» (2006).
Una panoramica del Medioevo che adotta una prospettiva meno centrata sul solo occidente europeo, con una considerazione più marcata per le vicende e le strutture dell'ambito europeo-orientale e per il mondo islamico, e con una maggiore attenzione ai rapporti intercorrenti fra gli avvenimenti storici e le coeve espressioni della cultura. Dopo una breve premessa sul concetto di Medioevo e sulle fonti per lo studio, l'autore segue la storia medievale secondo la tradizionale partizione di alto e basso Medioevo, toccando tutti i principali aspetti politici, sociali, economici e culturali che caratterizzano il periodo.
Questo libro, che si presenta come un vademecum della scrittura dedicato agli studenti (universitari e non), intende sfatare i pregiudizi e i luoghi comuni che riguardano la pratica dello scrivere e fornire istruzioni concrete per acquisire le principali abilità comunicative. Numerosi e interessanti suggerimenti concernono la redazione delle varie tipologie di testo: lettera, curriculum, relazione, tema e riassunto, mentre le due appendici aiutano a fare chiarezza su alcuni dei più comuni dubbi ortografici e a realizzare una bibliografia.
Il manuale offre un quadro completo del diritto internazionale quale essenziale fattore di regolazione delle relazioni e dei conflitti della società internazionale. Questa nuova edizione, curata da Paola Gaeta, tiene conto dei più recenti e importanti sviluppi della prassi e della giurisprudenza internazionale. Il testo, arricchito e in parte ristrutturato, mantiene quella peculiare ispirazione a considerare gli istituti giuridici internazionali non solo da un punto di vista strettamente giuridico, ma anche come istituzioni calate nella realtà storica, politica e sociale in cui operano.
Dopo le mnemotecniche rinascimentali dell'ormai classico "Clavis universalis", Paolo Rossi non ha mai smesso di occuparsi dei teatri della memoria. E in questo libro mostra come, lungi dal costituire un fossile intellettuale, l'arte della memoria abbia subito una serie di rinascite e trasfigurazioni. Ad esempio, le immagini costruite per ricordare che compaiono, fra Cinque e Seicento, negli scritti dei Gesuiti, nella manualistica per i confessori, nei catechismi per gli illetterati, ricompaiono oggi nelle scuole per pubblicitari. Memoria e immaginazione non sono dunque facoltà contrapposte, come vuole certa disinvolta pedagogia antinozionistica.
A partire dalle opere di Omero, Esiodo, Erodoto, Callimaco, in questo breve saggio Vernant analizza nella cultura greca la costante di un'opposizione tra Altro e Identico, civiltà e selvatichezza, ideale apollineo e frenesia dionisiaca. Emblemi di questa eterna oscillazione sono tre divinità: Dioniso, Artemide e Medusa. Dioniso, dio del teatro, fa irrompere nel quotidiano l'ebbrezza e il delirio; Artemide, dea della caccia e delle zone di confine (tra umano e ferino, tra adolescenza ed età adulta) assolve una funzione di mediatrice nella sua veste di dea dell'ospitalità. Medusa infine, con la sua maschera orrida e grottesca, è figura del disordine cosmico, dell'indicibile: in essa l'immaginario greco proietta l'alterità assoluta ed elabora la propria idea della morte.
Nell'epoca contemporanea una serie di profondi cambiamenti ha investito i rapporti affettivi ben oltre il terreno privato e la sessualità è stata considerata un potenziale spazio di libertà, fuori dalle restrizioni della civiltà contemporanea. A che punto è oggi la "rivoluzione sessuale"? Per esplorare le trasformazioni dell'intimità avvenute nelle società moderne, alle quali le donne hanno contribuito in misura fondamentale, occorre risalire alla nascita dell'amore romantico alla fine del Settecento. Ma se l'ethos romantico presupponeva una forte asimmetria nella coppia e una soggezione domestica delle donne, quella che sembra delinearsi oggi è la possibilità di una "relazione pura", basata sulla parità sessuale, sentimentale ed emozionale. Una ristrutturazione della sfera intima in cui risulta centrale ciò che Giddens definisce "sessualità duttile", vale a dire eccentrica, libera dai vincoli della riproduzione, dalla fallocrazia, dagli stereotipi di genere, fondata sull'autonomia della persona e non necessariamente orientata alla monogamia e alla stabilità. In quanto negoziazione di legami interpersonali da parte di eguali, l'intimità diventa allora una vera e propria esperienza di democrazia, capace di impatto "sovversivo" anche sul sistema sociale.
Nel Risorgimento convissero due diverse idee di nazione, una romantica e una liberale, Mazzini e Cavour. L'idea liberale fu però presto minoritaria: prevalsero il nazionalismo, poi il socialismo, poi il fascismo. Solo dopo la fine del secondo conflitto mondiale potè rinascere un'idea di democrazia liberale, ma lo scontro ideologico conseguente alla guerra civile che si era combattuta e alle contrapposizioni della guerra fredda hanno ostacolato l'educazione politica degli italiani in senso liberale. Dopo centocinquant'anni, abbiamo lo Stato ma gli italiani non hanno ancora imparato ad essere cittadini.