Un robusto filo lega due delle questioni più controverse nelle scienze sociali. La prima ha per oggetto il rapporto fra determinismi sociali e libera volontà personale, fra eteronomia e autonomia degli individui. La seconda riguarda i processi mediante i quali l'aggregazione delle azioni individuali genera macroeventi. Nel suo nuovo libro Angelo Panebianco propone un articolato menù di strumenti per l'indagine sui percorsi e le modalità di conversione dalle situazioni "micro" ai fenomeni "macro". La scommessa sottostante è che una migliore conoscenza di questi processi possa accrescere la capacità della teoria sociale e politica di spiegare persistenze e mutamenti nelle società.
L'Inghilterra è stata la principale potenza coloniale e ancora in pieno Novecento il suo impero si estendeva su tutti i continenti, dall'Africa all'Asia, dall'America all'Oceania. L'impero britannico non è dunque un fatto di storia inglese ma letteralmente di storia globale. A questo impero Philippa Levine ha dedicato un profilo che presenta forti elementi di originalità: non si limita infatti a tracciare la parabola politica dell'impero, dalla sua prima formazione alla decolonizzazione dell'ultimo dopoguerra, ma racconta con vivezza anche che cosa ha significato vivere in un impero per gli uomini e le donne che vi si sono trovati, tanto da dominatori quanto da dominati, e come l'impero abbia permeato di sé ogni aspetto della loro vita, dal cibo alla lingua, dal lavoro all'istruzione, senza dimenticare di mettere in luce come l'esperienza dell'impero si sia diversamente modulata nelle varie aree geografiche. Il volume offre così un racconto che affianca all'indispensabile narrazione fattuale un vivace e moderno approccio di storia sociale e culturale.
Fino agli anni '80 la mappa politica dell'Italia appariva sostanzialmente stabile, imperniata su due "subculture" ben definite e radicate nel territorio, che facevano riferimento alla Chiesa e al mondo cattolico nelle zone bianche, alle associazioni e alle reti di solidarietà del movimento operaio nelle zone rosse. Poi, a partire dagli anni '90, abbiamo assistito a cambiamenti rapidi quanto profondi: la scomparsa del bianco e la sua sostituzione con il verde leghista, la contrazione della zona rossa nell'Italia centrale, il declino della destra nel Sud, l'avanzata diffusa dell'Italia azzurra. Individuati i caratteri sociali, economici e politici che contrassegnano queste diverse Italie, Diamanti mostra le ragioni che ne spiegano l'ascesa, il declino, le trasformazioni. Per decifrare la geografia del paese che cambia, in cui emergono oggi nuovi colori politici, sono ormai insostituibili le mappe e le bussole di uno degli interpreti più acuti della vicenda italiana.
Un motivo conduttore percorre l'origine e l'evoluzione dell'ordinamento giuridico della Chiesa, fino a contribuire a comporne il profilo identitario, quello del sangue: il sangue versato nel sacrificio che fonda il cristianesimo; che si fa tabù e divieto nell'antropologia occidentale e nel diritto; che tornerà a pulsare in ogni uomo, secondo la profezia, nella gloria dell'ultimo giorno. Questi passaggi vengono riproposti nella loro coerenza normativa millenaria dalle pagine di questo libro. Sangue e diritto, dunque, ma non solo: qui la prospettiva giuridica si salda direttamente al retroterra storico e sociologico, ma soprattutto a quello liturgico e teologico che reggono le norme e le dotano di senso, conferendo ad esse quell'organicità tipica di ogni ordinamento a base religiosa, segnatamente di quello canonico. L'attenzione per questo tema non si attenua - come pure ci si potrebbe aspettare - in un tempo, il nostro, così segnato dalla secolarizzazione e, su altro versante, dalla virtualità: anzi proprio la tenuta della sua centralità, sottolineano gli autori, testimonia di quanto il sangue, con i suoi significati simbolici e le sue proiezioni giuridiche, significhi nell'economia del sacro, che ancora incide, e non secondariamente, sulla vicenda umana.
Che cosa distingue gli esseri viventi dai non viventi? Che cos'è la morte? È sensato averne paura? Esiste in noi qualcosa di immortale? Che cosa da senso alla vita umana? Sono domande fondamentali che ogni essere umano si pone e che stanno da sempre al centro della riflessione filosofica. Dopo aver tracciato un panorama delle diverse concezioni relative al tema della vita e della morte che si sono succedute dall'antichità sino alle filosofie dell'esistenza contemporanee (Rierkegaard, Jaspers, Heidegger, Sartre), il libro affronta la discussione più recente intorno all'etica della vita: da un lato ricostruisce il dibattito tra la filosofia, la biologia e la biomedicina, dall'altro identifica, anche nell'ambito della filosofia analitica contemporanea, le grandi linee del confronto sulle questioni centrali della bioetica: la concezione della vita, del suo inizio e della sua fine.
Rischiamo quando pratichiamo professioni pericolose o sport estremi, quando decidiamo come investire i nostri soldi ma anche quando scegliamo quale università frequentare. Naturali o tecnologici, i rischi sono continuamente davanti a noi, ma non tutti li affrontano allo stesso modo: c'è chi è spinto a scalare cime irraggiungibili, chi è stregato dal gioco d'azzardo, e chi invece punta solo sui Bot. Gli autori del volume spiegano come funziona la mente di fronte al rischio e come - a causa di distorsioni cognitive che influenzano nella valutazione - si crede di poterlo controllare. E fanno capire perché, seppur con prudenza, talvolta si può e si deve rischiare.
Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nell'Appennino bolognese, intorno a Monte Sole, le truppe tedesche compiono il più grande massacro di popolazione civile perpetrato sul fronte occidentale durante la seconda guerra mondiale, noto come "strage di Marzabotto". Quasi ottocento persone vengono uccise in oltre cento diverse località di eccidio distribuite sul territorio. L'obiettivo è quello di "ripulire" un'importante area strategica a ridosso della linea del fronte (la Linea Gotica) dalla presenza dei partigiani. Ma senza cercare il combattimento, piuttosto facendo terra bruciata intorno ad essi. Questa tragica operazione militare di guerra contro i civili è qui ricostruita dettagliatamente, grazie al ricorso a una vasta mole di documentazione archivistica italiana e straniera, relativa anche ai processi che si svolsero successivamente, da quello a carico del maggiore delle SS Walter Reder nel 1951 a quello conclusosi nel 2008 con la condanna di una decina di subalterni. La storia del massacro è ricondotta al contesto in cui maturò: al rapporto tra partigiani e popolazioni e alle ragioni che consentirono ai soldati tedeschi di vedere in donne e bambini un nemico da sterminare. Il racconto del massacro che è assurto a simbolo della violenza nazista in Italia, e nel contempo un'indagine illuminante sulle culture e sulle pratiche della violenza di guerra ai civili in età contemporanea.
II 27 aprile 1994 si tennero in Sudafrica le prime elezioni democratiche con suffragio esteso a tutte le razze, in cui venne eletto presidente il capo dell'Anc Nelson Mandela. Protagonista di uno dei più importanti processi di transizione democratica, da allora il Sudafrica non ha fatto che accrescere il proprio ruolo internazionale, partecipando a operazioni di mediazione e di peace-keeping sul continente africano, divenendo membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ottobre 2006-fine 2008), e portavoce dei Paesi del Sud del mondo alle riunioni dei G8. Ma l'interesse per la realtà sudafricana riposa nella sua storia di paese colonizzato, nei decenni di lotta contro l'apartheid che tante coscienze occidentali ha mobilitato, nell'eccezionalità della transizione alla democrazia. Il volume illustra il quadro politico-costituzionale, il panorama socio-economico, i risultati ottenuti, le zone di ombra e le sfide di un paese multi-religioso, multi-linguistico, multi-nazionale.
La prima analisi dettagliata del concilio convocato da Cipriano nel 256: alle origini della formazione del modello conciliare occidentale questa assemblea rappresenta la prima occasione per uno studio del modo in cui i vescovi della regione affrontano insieme i problemi posti dalla lotta all'eresia, dall'amministrazione del battesimo, dalla strutturazione della comunione in istituti e liturgie.
Il volume analizza il ruolo ricoperto dalle biblioteche all'interno del più ampio settore del libro e del mercato della lettura in Italia. Diversamente da altri contributi che hanno messo in luce il valore economico prodotto dalle biblioteche, l'autrice ha qui utilizzato le lenti interpretative dell'economia aziendale e dell'analisi di settore, mettendo così in luce la molteplicità dei ruoli che esse possono assumere all'interno della filiera, facendo leva su alcune loro caratteristiche distintive: la capillarità e il radicamento sul territorio di competenza, la capacità di penetrazione di alcuni segmenti di lettori e di promozione dello sviluppo del mercato attraverso le attività di prestito e di invito alla lettura, oltre al sostegno fornito al settore editoriale tramite le acquisizioni. Il volume pone inoltre in evidenza il ruolo propulsivo svolto dalle biblioteche in relazione all'accumulazione di capitale culturale, base indispensabile per ottenere utilità crescenti dai consumi culturali.
Chiara Bernardi è ricercatore del CERMEC e docente di Gestione dei beni turistici e culturali presso l'Università Carlo Cattaneo - LIUC. E', inoltre, docente nella Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana. Ha pubblicato articoli e libri concernenti il management delle organizzazioni culturali e museali, impiegando la prospettiva reticolare e l'analisi dinamica dei sistemi.