Nella riforma del ministro Berlinguer la suddivisione in elementari, medie e superiori è sostituita da una struttura basata sui cicli: sette anni di ciclo primario o di base e cinque anni di ciclo secondario. L'obbligo scolastico è esteso fino ai 15 anni, mentre il numero complessivo degli anni di istruzione è 12, uno in meno rispetto al passato. Resta invece immuatata la scuola materna. Con questa riforma, oltre che con la prima esperienza del nuovo esame di maturità si confronta questo volume di Marcello Dei.
Si può imparare a decidere? Esistono persone in grado di prendere sempre la decisione giusta? Cosa significa prendersi la responsabilità delle proprie scelte? Il lettore troverà in questo libro non soltanto un quadro delle strategie che la mente adotta per far fronte alla necessità di decidere, ma una presentazione di alcuni situazioni tipiche in cui decisori esperti e individui ingenui si scoprono vittime delle stesse trappole cognitive.
Partendo da una solida base documentaria, l'autrice costruisce una storia della giustizia ecclesiastica centrata sul Quattro e Cinquecento, ma rintracciandone i fondamenti a partire dall'alto Medioevo. L'opzione originale della ricerca consiste nel collegare in un unico discorso giustizia interna e giustizia esterna, penitenza individuale e sanzione, confessione e inquisizione. Per affrontare motivi e caratteristiche di questo rapporto, l'autrice risale al Medioevo, studiando in particolare i sacramenti e i loro effetti civili, l'uso della scomunica, la principale arma della giustizia ecclesiastica, e la pratica della confessione.
Argomenti trattati in questa edizione: l'economia italiana nell'area dell'euro; perché un decennio di crescita rallentata?; la competitività dele imprese italiane; mercato del lavoro e sistemi locali; formazione e inserimento lavorativo dei giovani; spesa sociale, trasferimenti alle famiglie e pensioni; il pianeta sanità; disagio economico e mobilità sociale; reti di solidarietà, assistenza e problemi della conciliazione lavoro-famiglia.
Socrate è stato il primo filosofo a sottrarre la filosofia all'esclusiva dimensione metafisica per metterla a contatto con la concreta esperienza umana. L'ha condotta quindi a riflettere sulla vita e sui costumi, sul bene e sul male. Il volume ricostruisce il pensiero del filosofo ateniese attraverso i temi della religiosità, della filosofia, della politica e del rapporto tra la filosofia e la vita. Sullo sfondo, un'esemplare vicenda umana: la vita, tutta ispirata al rigoroso ossequio delle leggi, e la morte, seguita ad una condanna ingiusta, che da sempre rappresentano, nella cultura occidentale, il modello stesso della serena fermezza del saggio.
Giochi infantili, abbigliamento, linguaggio, ruoli sociali: in tutte queste dimensioni, e in moltissime altre, il genere (l'identità sessuale) connota le nostre vite in modo multiforme, più o meno sottile, più o meno eclatante, al punto che finisce per essere considerato come un dato "naturale" e per scomparire ai nostri occhi. Ma l'esperienza esistenziale e sociale dell'essere uomo e quella dell'essere donna sono tutt'altro che scontate e certamente non riconducibili al mero fattore biologico. Riconoscere l'influenza dei fattori psicosociali nelle differenze di genere è dunque il primo passo non solo verso una comprensione meno univoca dei rapporti interpersonali, ma anche verso possibili strategie di cambiamento.
La diffusione di nuovi strumenti tecnici, il conseguente emergere di nuove opportunità professionali, la continua modificazione quantitativa e qualitativa dell'interazione uomo-tecnologia hanno portato a radicali cambiamenti nella forma e nella sostanza dell'esperienza lavorativa. In questo volume l'autore prende in esame le modalità di interazione con le nuove tecnologie, i processi sociali, cognitivi e affettivi che esse chiamano in causa, le possibilità di migliorare l'usabilità delle nuove macchine, la progettazione di nuovi modelli organizzativi dell'attività lavorativa.
Questo volume propone un panorama delle diverse scuole di pensiero che hanno improntato lo studio delle relazioni internazionali, dai classici fino alle proposte teoriche più recenti (Huntington, Rosenau, Fukuyama), di cui sono evidenziati punti di forza, sviluppi, contrapposizioni. Ne emergono due tendenze complementari ma concorrenti: da un lato l'approccio stato-centrico, per il quale gli stati sono comunque i protagonisti principali sulla scena politica internazionale; dall'altro l'approccio transnazionalista, i cui sostenitori ragionano in termini di politica mondiale.
Il problema con cui il pensiero politico dell'epoca moderna deve confrontarsi è lo sviluppo dello stato; sia che lo accompagni sia che lo contrasti, l'elaborazione teorica si trova a fare i conti con questo aumento del potere, che da dominio personale nel Medioevo evolve verso l'assolutismo monarchico. L'esposizione di Reinhard segue dunque questo filo conduttore storico, partendo dal primo grande teorico moderno della politica, Machiavelli, per terminare con le dottrine dell'Illuminismo e la Costituzione americana.