L'itinerario compiuto dalla Chiesa, dal Congresso di Vienna a Papa Francesco, e il confronto spesso aspro e conflittuale che essa ha avuto con il mondo contemporaneo, i suoi cambiamenti, le sue utopie, le sue diseguaglianze. Sono i temi del convegno da cui trae origine questo volume, organizzato nel giugno 2016 dal Dipartimento di storia, cultura e storia sammarinesi dell'Università degli Studi della Repubblica di San Marino e che ha visto la partecipazione dei maggiori studiosi italiani di storia della Chiesa. È stata una strada accidentata, ricca di ostacoli, di opposizioni, di conflitti, lungo la quale la Chiesa ha mostrato la sua duttilità ma ha anche dovuto scontare grandi ritardi e forti resistenze reazionarie al suo interno. La Chiesa ha spesso combattuto quella «modernità» che alla fine del Settecento si concretizzò nel mondo delle nuove rivoluzioni, da quella francese a quella industriale a quella politica, che portò negli anni a rivolgimenti di stati e nazioni (si pensi alla rivoluzione russa e alle due guerre mondiali). Rivoluzioni che toccarono in concreto la Santa Sede, che perse il suo potere temporale. E si aprirono anche quei nuovi conti con le altre religioni che, lungo questi due secoli, hanno condotto a una nuova visione dei rapporti tra le fedi.
Questo sintetico profilo definisce dapprima ambiti e oggetti di indagine dell'estetica musicale; poi presenta una breve storia del pensiero musicale dall'antichità ai giorni nostri. Questa edizione aggiornata offre preziosi spunti per ulteriori approfondimenti, in particolare sui rapporti tra natura e cultura nella musica e sulla fruizione dei nuovi linguaggi del nostro tempo.
Tra i massimi linguisti del nostro tempo, Luca Serianni ha sempre coniugato la più alta ricerca sulla storia dell’italiano alla passione per la didattica in tutte le sue forme, come testimonia in ultimo il suo incarico come capo della task force ministeriale che si occupa dell’apprendimento della lingua italiana. I suoi libri hanno formato generazioni di studiosi e alimentato il dibattito pubblico sul corretto uso della lingua e sul suo insegnamento nella scuola. In occasione del settantesimo compleanno, gli allievi hanno raccolto alcuni tra i suoi studi più significativi degli ultimi vent’anni. Ventotto saggi che attraversano otto secoli di storia linguistica italiana: dalla Commedia di Dante sino alla lingua dei giornali, passando per la poesia barocca, la librettistica verdiana, la didattica dell’italiano nei licei. Il risultato non è solo la summa di una decennale esperienza di ricerca ma anche un’esemplare lezione di metodo: su come guardare oggetti di studio lontani e vicini in modo da cogliere, attraverso la lingua, il riflesso della cultura di un intero paese.
Gesù di Nazaret suscitò, nella Galilea e Giudea del tempo dell'imperatore Tiberio, un movimento di "risveglio" rivolto a Israele e fondato sull'annuncio dell'apertura del regno di Dio. Perché la morte infamante di Gesù non mise fine al suo movimento, che anzi ne trasse spunto per un rilancio del suo messaggio anche oltre le frontiere d'Israele? In che modo si costituì, nel secondo secolo, un sistema di poteri e dottrine che sarebbe stato capace d'imporsi all'impero romano? Il libro ripercorre i modelli di fede in Gesù adottati dai vari gruppi di credenti, illustra la concezione del mondo e la pratica di vita che postulavano, e le ragioni per le quali alcuni di tali modelli risultarono vincenti.
«In proporzione con i suoi marmi, i suoi affreschi, l’Italia ha ereditato questa retorica istupidente, questa nozione della cultura classica come qualcosa che nobilita grazie al semplice contatto, come la mano del sovrano nelle superstizioni medievali...»
In Mio figlio professore, anno 1946, il bidello Aldo Fabrizi, diventato padre, annuncia che da grande il figlio farà «er professore de latino». Ben pochi genitori, oggi, direbbero una cosa del genere. Il libro parte da questa constatazione per riflettere sul futuro dell’istruzione umanistica. Lo fa avanzando alcune proposte sul modo in cui questa istruzione si potrebbe riformare, a scuola e all’università; e interrogandosi su alcune questioni cruciali: se il canone umanistico che ha formato le generazioni passate ha ancora un senso e un’utilità; se è possibile comunicarlo non a un’élite di studenti ma a una massa; e se insomma la trasmissione di quel sapere corrisponde davvero alla «buona battaglia» che molti insegnanti ritengono di combattere, o se invece è tutta un’illusione, una favola che ci raccontiamo per non dover ammettere che le cose che una volta credevamo vere e importanti non lo sono più.
L'oper raccoglie i contributi di :Pál Ács, Matteo Al Kalak, Heinrich Assel, Jordan J. Ballor, Jon Balserak, Judith Becker, Christopher M. Bellitto, Lucio Biasiori, André Birmelé, Roland Boer, Giampiero Brunelli, Pierre Bühler, Johannes Burkhardt, Euan Cameron, Mauro Casadei Turroni Monti, Michela Catto, Christophe Chalamet, Christopher W. Close, Gabriella Cotta, Otfried Czaika, Wietse de Boer, Mariano Delgado, Patrizio Foresta, Günter Frank, Enrico Galavotti, Antonio Gerace, Thomas Hahn- Bruckart, Christine Helmer, Enrique García Hernán, Freerk Heule, Thomas Albert Howard, Marco Iacovella, Girolamo Imbruglia, Daniel Jeyaraj, Billy Kristanto, Volker Leppin, Michele Lodone, Alberto Melloni, Gregory J. Miller, Guido Mongini, Franco Motta, Silvana Nitti, Johannes Oeldemann, Bradley A. Peterson, Franz Posset, Helmut Puff, Richard Rex, Paolo Ricca, Rady Roldán-Figueroa, Sergio Rostagno, Giovanni Rota, Wolf-Friedrich Schäufele, Luise Schorn-Schütte, Brooks Schramm, Jörg Seiler, Herman J. Selderhuis, Violet Soen, James M. Stayer, Kirsi Stjerna, Fulvio Tessitore, Jonathan D. Trigg, Lothar Vogel, Günter Vogler, Peter Walter, Maria Lucia Weigel, Roni Weinstein, Ulrich Andreas Wien, Sarah Hinlicky Wilson, Esther P. Wipfler, Marcin Wis?ocki, Federico Zuliani.
Libri che «non hanno finito mai di dire quel che hanno da dire», i classici sono davvero «infinitamente futuri». Qui Piero Boitani ci consegna pagine acuminate in cui interroga fra l'altro l'Iliade, il poema della forza e della guerra, anzi di un conflitto cosmico, ma anche della pietà che rende l'uomo civile; l'Odissea, il primo e più affascinante romanzo del mondo; Lucrezio, il quale, dopo che i greci hanno scoperto la meraviglia, il pensiero e la scienza, ne ha fatto poesia straordinaria; Virgilio, che consacra la storia del piccolo villaggio divenuto capitale del mondo; Tacito, che denuncia con forza la natura imperialistica del potere romano; Ovidio, che con le Metamorfosi, poema del continuo divenire, crea il primo grande classico post-moderno.
L'affermarsi delle scienze cognitive e degli approcci sociocognitivi, l'ingresso delle nuove tecnologie nel mondo dello sport e della ricerca, oltre al contributo delle neuroscienze, hanno determinato lo sviluppo della psicologia dello sport. Nel fornire un aggiornato panorama della disciplina, il manuale analizza alcuni temi tipici della psicologia generale e ne verifica l'applicabilità nel contesto dello sport e dell'attività motoria. L'obiettivo è promuovere una conoscenza scientifica dei processi cerebrali legati all'azione e degli effetti dell'attività fisica sul benessere dell'individuo. Contiene un codice di accesso per la piattaforma online Pandoracampus. Prefazione di Fabio Lucidi.
La badessa di un convento cistercense intreccia una relazione con il suo vescovo, e ne ha segretamente un figlio. Il fatto però viene scoperto e i due vengono processati. La storia di questo scandalo cinquecentesco, aggiustata a scopo edificante dalle cronache che l’hanno tramandata, piacque a Stendhal che ne trasse spunto per una delle sue narrazioni più famose. Basato sugli atti originali del processo, ritrovati dopo secoli, questo libro ricostruisce la vera storia del vescovo e della badessa restituendo un vivido spaccato del mondo e delle circostanze nelle quali lo scandalo maturò, e mostrandoci cosa fossero la vita claustrale e il dramma delle monacazioni forzate, così come le strategie difensive e le sofferenze di chi cercava, affannosamente, una via d’uscita da un destino già segnato.
«Grande codice dell’Occidente», «giacimento culturale», «guida sapienziale», «libro-mondo», «grammatica dell’esistenza», «testo dell’essere nella storia e dell’esserci della storia», «specchio dell’invisibile volto di Dio»: l’elenco delle definizioni, sacre o profane, rigorose o evocative, potrebbe continuare. Nelle sue varie versioni, la Bibbia è il testo sacro per ebrei e cristiani; inoltre molte delle sue storie sono presenti nel Corano. La sua grande forza germinativa è attiva da secoli, oltre che nelle tradizioni religiose, nella cultura, nell’arte, nelle letterature, nella riflessione filosofica e politica, nella sfera civile. È possibile trovare il bandolo per raccontare il «Racconto dei Racconti», nella sua peculiarità di testo «rivelato» che rimanda alla fede, e di testo «secolare» che rimanda alla cultura? Sì, e il risultato sarà tanto più avvincente quanto più si terrà conto – come fanno queste pagine – che si è di fronte a un’opera nella quale le visioni di fede si esprimono attraverso un linguaggio radicato nella concreta esperienza umana. Troviamo infatti, nelle parabole e negli apologhi, nelle figurazioni, nelle vicende narrate, prove morali e materiali, conquiste spirituali, fraternità, inimicizie, fiducia, disperazione, cadute terrene, riscatti, e nel fondo un inestinguibile desiderio di pace.
Piero Stefani insegna Bibbia e cultura nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano ed è presidente del Segretariato Attività Ecumeniche (SAE). Fra i suoi libri ricordiamo «L’Apocalisse» (2008) e «Gesù» (2012) per il Mulino; l’edizione di Qohelet (Garzanti, 2014); «L’esodo della Parola. La Bibbia nella cultura dell’Occidente» (EDB, 2014); «La Bibbia di Michelangelo» (Claudiana, 2015) e «Sulle traccedi Dio» (Qiqajon, 2017).