Gesù di Nazareth è l’avvenimento-verità della storia e la sua può essere definita come una storicità assoluta o singolare. Questa determina, secondo Giovanni Moioli, la storicità paradossale del cristiano. Infatti l’esperienza che il cristiano vive nella storia è determinata dal riferimento ineludibile a un evento passato, di cui egli è costituito “memoria” nello Spirito. Tuttavia proprio la normatività e la definitività dell’evento Cristo conferiscono al cristiano anche il senso della relatività di questa storia e dischiudono davanti a lui l’orizzonte di un futuro che rappresenta il compimento delle promesse di Dio. Ciò fa del senso dell’escatologia un elemento discriminante dell’esperienza cristiana. Viene così a delinearsi la posizione paradossale del cristiano dentro la storia: egli guarda a Gesù di Nazareth come alla verità normativa della propria esperienza e di questi viene costituito “memoria” nell’oggi storico; allo stesso tempo egli vive nell’attesa di un futuro che non è sinonimo di ignoto ma ha i contorni del Dio di Gesù. Proprio per questo il cristiano è, contemporaneamente, “memoria” e “speranza”. Il percorso all’interno della «meditazione teologica» del Moioli si snoda, in questo volume, attorno a tre assi portanti: l’individuazione del nucleo incandescente del pensiero del teologo milanese nell’idea decisiva della “singolarità” di Gesù; l’instaurazione di un dialogo, attorno a questo nucleo, tra le due forme principali della teologia unitaria di Moioli, la teologia sistematica – in particolare la cristologia e l’escatologia – e la teologia spirituale; la messa a tema di un dato sensibile che accomuna le due forme della teologia moioliana e che fa emergere tutta la singolarità cristiana, ossia lo statuto storico della fede.
Giovanni faceva servizio all'ospedale dei poveri quando un benefattore gli pagò gli studi dai gesuiti. Entrò nei carmelitani e dall'incontro con Teresa d'Avila nacque il rinnovamento del Carmelo.
Descrizione
Il decisivo passaggio dalla guerra alla ricostruzione sconta diffusi ritardi di analisi e di interpretazione, a partire da modalità e conseguenze della mancata epurazione, ovvero dei conti con ciò che il fascismo rappresentò nella società italiana e del destino riservato ai responsabili della guerra civile. Su questo tema, il materiale prodotto nel 1945-47 dalle Corti straordinarie d’assise e poi dalle Corti d’appello costituisce uno straordinario giacimento archivistico, sinora utilizzato solo in modo estemporaneo in monografie di ambito locale. Mandreoli ha studiato istruttorie e sentenze di area bolognese, ricavandone il mosaico a suo modo affascinante del cozzo tra reduci dell’esercito di Salò e mili- tanti del partigianato. Con la tecnica del flashback, risale dai processi dell’immediato dopoguerra agli eventi che li determinarono, cioè alla repressione del partigianato e alle rappresaglie contro i civili... L’attenzione alle persone, più che alle ideologie che le muovevano, ci immerge nelle pieghe di una società lacerata, dove dissidi politici si coniugavano con faide famigliari di cui Attilio Bertolucci fornì una magistrale interpretazione nel film Novecento. Sugli eccidi di Marzabotto, che costituiscono il cuore del libro, viene prodotto un ricco dossier fitto di nomi e date, utile per chiarire responsabilità individuali e coperture politiche che circondarono a lungo quel terribile evento.
L’autore
ALBERTO MANDREOLI (1974), insegna materie letterarie e storia nelle scuole superiori. Da anni conduce ricerche sui temi delle memorie delle stragi della II guerra mondiale e del loro riflesso sulla coscienza individuale laica e cattolica. Tra le sue pubblicazioni: Chi cercate? Vita e morte di Mauro Fornasari, diacono della chiesa di Bologna 1922-1944, Bologna 2013 e Vangelo e coscienza. Antifascismo e Resistenza dei cattolici bolognesi, Trapani 2015.
«È dolce iniziare la Quaresima volgendo subito lo sguardo a Colui che hanno trafitto, vivere gli esercizi più faticosi con lena e coraggio, lasciandoci attirare da Colui che ha desiderato ardentemente di mangiare la Pasqua con i "suoi". Il libro della Passione di Cristo è il tesoro dell'eterna sapienza, che giace in noi per il battesimo ricevuto, ma che attende di essere compiuto con la nostra pagina da scrivere insieme». A. Raspanti (Semi di cotemplazione 123)
A cinquant’anni di distanza, il Concilio Ecumenico Vaticano II continua a segnare la vita della comunità cristiana e il suo cammino nella storia. La chiesa riscopre continuamente nei documenti conciliari la freschezza degli insegnamenti e l’anelito missionario in essi con- tenuto, che spingono verso una nuova primavera di evangelizzazione. Il cinquantesimo anniversario (7 dicembre 2015) della promulgazione del decreto con- ciliare Presbyterorum Ordinis, sul ministero e la vita dei presbiteri, ha permesso di avviare un percorso di riflessione e di studio, voluto dalla commissione presbiterale siciliana e dal centro regionale per la formazione permanente del clero “Madre del Buon Pasto- re”, in seno ai presbitéri delle cinque metropoli della Sicilia.
Il volume raccoglie i contributi di diversi studiosi con- venuti insieme ai presbiteri e ai vescovi dell’isola per riflettere sul presbiterio, chiamato a diventare scuola di formazione alla relazione.
«La sapienza greca ha convertito il cristianesimo alla dottrina. L’impero romano ha convertito il cristianesimo al potere. Il capitalismo occidentale ha convertito il cristianesimo all’uso spregiudicato della ricchezza. Il mondo virtuale ha convertito il cristianesimo alla spettacolarità. [...]. Per annunciare il Vangelo occorre la libertà della missione. I testimoni di Cristo del nostro tempo non possono essere più i consacrati da una Chiesa, costituiti quali amministratori del sacro e funzionari in carriera. Sono bensì i “chiamati” come Pietro: “Tu seguimi” (Gv 21,2) e che amano talmente il Cristo Gesù, fino a donare, come Lui, la propria vita per fratelli. Solo i testimoni (martiri) di Gesù salvano l’umanità» (R. Nogaro).
In questo libro il vescovo Raffaele Nogaro offre al lettore una densa e originale meditazione sul profilo del testimone, una meditazione che smaschera i ritualismi religiosi e restituisce al cristianesimo l’autentico scandalo della testimonianza di Gesù Cristo.
Età di lettura: da 6 anni.
Età di lettura: da 6 anni.
Pagine scelte, linguaggio semplice, tante immagini e un glossario finale per conoscere i gesti e le parole con cui Gesù si dona agli uomini e la promessa di un'amicizia davvero speciale.
Il romanziere russo Lev N. Tolstoj (1828–1910), alla vigilia dei cinquant’anni ebbe una profonda crisi spirituale, riscoprì il Vangelo e tornò alla fede. Egli sentì che Dio si serviva di lui, nonostante i suoi peccati e la sua indegnità, per trasmettere al mondo disorientato un messaggio di salvezza. Da allora produsse una grande quantità di scritti a carattere religioso rimasti però poco conosciuti e inaccessibili al lettore italiano. Tra questi vi sono i testi raccolti in questo libro da quello Sulla pazzia a Il bene dell’amore (appello agli uomini-fratelli) che sono stati tradotti per la prima volta dal russo in italiano, a cura degli “Amici di Tolstoi”, con esclusione di quelli ripresi dai Diari, tradotti dall’edizione francese [Journaux et carnets, Gallimard, Paris, 1985].
«Noi viviamo una vita folle, contraria ai più semplici elemen- tari dettami del buon senso, ma poiché questa vita viene vissuta da tutti o dalla stragrande maggioranza, noi non ve- diamo più la differenza fra follia e ragione, e consideriamo ragionevole la nostra vita folle.
Nel sogno, per salvarci dall’orrore di ciò che ci accade, e so- prattutto di ciò che noi stiamo facendo, dobbiamo tornare alla coscienza, capire che quello è sogno e allora svegliarci; anche per salvarci dall’orrore nel quale viviamo e al quale partecipiamo, dobbiamo rientrare in noi stessi e risvegliare in noi quel senso ed impegno morale che è proprio degli esseri ragionevoli, cioè dell’essere umano» (L. Tolstoj).