Qualcuno non lo avete mai sentito nominare, per altri avete pianto. Di qualcuno vi stupirete che fosse ancora in vita. Di qualcun altro direte: era ora. E vi lamenterete perché altri sono stati esclusi dalla lista. Sono persone, illustri e non illustri, che se ne sono andate nel 2011. Cioè, sono appena morte. Uomini politici, attrici del cinema, pittori, cantanti, esploratori, politici lungimiranti, dittatori, seduttori e seduttrici, eroi sconosciuti, vittime dimenticate, generali, campioni dello sport, rivoluzionari, diplomatici, artisti, registi, filosofi, scrittori. Uno è riuscito a cambiare in peggio le nostre vite negli ultimi dieci anni. Una aveva una voce che sapevi che si sarebbe spezzata. Uno andava troppo forte: era fatto così. Uno si è dato fuoco in Tunisia. Era appena iniziato l'anno. Due erano i maggiori poeti italiani. Sessantanove erano ragazzi della gioventù laburista norvegese. Uno è stato definito "il nuovo Leonardo da Vinci". In questo libro troverete oltre cento biografie di persone da ricordare, parte di una grande famiglia. Quella umana, ben s'intende. Come quando, dopo cena, si raccontano storie di buoni e cattivi, che ci sono passati vicino mentre andavamo... Già, dov'è che stavamo andando? Con la collaborazione di Frank Viviano.
C'è stato un tempo in cui eravamo uomini degni. Nella mente di Ahmed Maher riecheggiano le parole pronunciate dal padre quando lui era bambino, ora che è un capo rivoluzionario, ora che il mondo arabo è in fermento, ora che la Storia sembra chiamare i giovani a combattere le tirannie. Anche noi, in Egitto, possiamo farcela, pensa Ahmed Maher, così com'è successo in Tunisia dopo il martirio di Mohamed Bouazizi. Riconquistiamo onore e libertà, subito. Tanti altri, al Cairo, la pensano come lui. Sono Khaled el Sayed, Abdul Rahman Samir, Sally Toma, Zyad el Alaymi, Islam Lutti... Studenti, esperti informatici, avvocati. Membri di gruppi politici e religiosi differenti, uniti nella stessa causa: formare un fronte di resistenza attiva contro il governo di Hosni Mubarak, presidente-monarca in carica da trent'anni. Sono la prima generazione "social". Comunicano tramite Twitter, postano su YouTube i video degli scontri, si danno appuntamento dalle pagine Facebook in luoghi segreti della città, formano cortei di protesta che confluiscono in un'unica "marea vibrante" nel centro nevralgico di piazza Tahrir. Nasce così, tra il 25 gennaio e l'11 febbraio 2011, quella rivolta che in breve tempo, "il tempo che impiega un'idea a diventare un sentimento", porterà alla deposizione di Mubarak. Migliaia di voci unite in un grido: "Chi vuole cambiare venga a Tahrir!". Prefazione di Gad Lerner.
Questo volume propone un'accurata ricostruzione della storia di san Francesco d'Assisi, insieme con tutte le sue opere. Già nei testi pratici e della predicazione ("Le regole" e gli "Ammaestramenti", le "Preghiere" e le "Laudi", il "Testamento"), che ne racchiudono il cuore e la dottrina, la forza poetica di san Francesco emerge in tutta la sua intensità. Una forza che si fa travolgente nel "Cantico delle creature", la più grande poesia della letteratura italiana prima di Dante. I "Fioretti", che tracciano la vita e la leggenda del santo e dei suoi discepoli, offrono una raccolta degli episodi più significativi di un vita di povertà e perfetta letizia.
La terza cultura è una comunità internazionale di artisti, filosofi, scienziati e scrittori, ma non solo, impegnati in un dialogo creativo-costruttivo, che si pone come obiettivo la promozione di nuove teorie e pratiche umane. Emanazione di Edge Foundation, creata nel 1998 dall'agente letterario americano John Brockman, questa comunità ha svolto e svolge un ruolo decisivo nel riconoscimento dei valori della ricerca, in ogni campo, quali risorse essenziali della società democratica moderna. Il confronto aperto e serrato tra gli esponenti di diverse attività intellettuali concorre al superamento della contrapposizione tradizionale tra cultura umanistica e cultura scientifica, definendo una nuova sintesi, costituita appunto dalla terza cultura. Questo libro, curato da Vittorio Lingiardi e Nicla Vassallo, nello spirito di Edge, intende offrire una prima ricognizione della volontà innovativa della cultura italiana. Sollecitati dalla domanda "Da quale prospettiva guarda la terza cultura, e quale terza cultura in Italia?", più di ottanta autori ricostruiscono, in brevi, incisivi interventi, sforzi, frustrazioni, innovazioni, progetti, tensioni della ricerca. Terza cultura è il primo passo di un progetto più ampio, con l'ambizione di creare una comunità italiana, che, attraverso una pluralità di strumenti, si confronti, discuta, si contamini. Lo scopo è sostenere la diffusione della ricerca fra tutti gli strati della società.
Questo libro parla di libertà. Libertà violata, vilipesa, offesa. Libertà inseguita e raggiunta a costo della privazione della libertà. Questo libro parla di coscienza. E di obiezione di coscienza. Dei pacifisti che dicono no alla divisa e che sono finiti in carcere. Dei medici che dicono no a una donna che decide consapevolmente di interrompere la gravidanza. Dei farmacisti che dicono no a una ragazza che chiede la pillola del giorno dopo. Questo libro parla di italiani. Storie di italiani come Agostino Manni, punito per non aver voluto servire la patria imbracciando le armi. Storie di italiane che hanno subito un aborto tardivo, costrette al dolore perché l'anestesista è obiettore di coscienza. Storie di italiani che hanno fatto della propria libertà di coscienza un inno e storie di italiani che, in nome dell'obiezione di coscienza, privano gli altri della loro libertà. Dalla leva militare all'aborto, dalla sperimentazione animale fino al rifiuto del parto cesareo, Chiara Lalli, in un intreccio di storie di vita e riferimenti pop - dal dottor House a Simone Cristicchi -, ci racconta come cambia l'obiezione di coscienza. E come diventa irriconoscibile.
Alien Ginsberg non è stato soltanto il più famoso poeta di una generazione, ma un testimone del tempo suo e nostro, un instancabile sperimentatore di forme e tecniche espressive, straordinariamente coraggioso, curioso e aperto; fino a incarnare l'ideale di un anziano "poeta-professore", molto diverso dall'icona Hipster Droga & Beat anni sessanta che lo ha portato alla celebrità. "Saluti cosmopoliti" è la sua ultima raccolta pubblicata in vita, per la quale è stato finalista al Premio Pulitzer: un diario privato, un libro dei sogni, una guida gnomica alla "pazza saggezza", un album di canzoni ironiche che raccolgono i modi della cultura popolare; ma anche un pacato e sorridente recupero della satira e perfino dell'elegia classica. Un'opera pervasa da un'intensa e serena meditazione buddhista sulle immagini fluttuanti del mondo e sull'impermanenza del sé, in cui, non di rado, il poeta si fa intenerito e placido cantore della quotidianità. Con "Saluti cosmopoliti", uscito originariamente nel 1996, iniziava la breve ma intensa collaborazione tra il Saggiatore e Alien Ginsberg. Per ricordare, nei suoi risvolti umani e letterari, una vicenda editoriale che ha visto la casa editrice accompagnare il poeta, senza saperlo, nei suoi ultimi anni, il libro qui riproposto è introdotto da un epistolario. Una corrispondenza multipla, affollata di persone che, intorno e insieme a Ginsberg, hanno reso possibile la nuova e definitiva pubblicazione delle sue opere. Premessa di Luca Formenton.
Si può fare così la storia d'Italia. Scoprendo ogni giorno il fatto che accade. Sedendo in prima fila e guardandosi intorno. Ascoltando. Catturando. Registrando gli eventi quotidiani con gli occhi curiosi della cronista ironica. Raccontando, attraverso i suoi occhi e la sua mano, una storia, scritta al presente, che diventa Storia. Una storia italiana. Una storia italiana fatta di stelle che splendono, spendono, spandono e si spengono. Divi che fioriscono, sfioriscono, appassiscono; si sposano, sperano, si disperano. Donne che fanno le maestre, le commesse, le operaie. Una storia italiana. L'Italia della moda. Delle gonne che si accorciano, si allungano, si stringono, soffocano il ginocchio, lo liberano. Dei corpi. Dei seni che si gonfiano, si sgonfiano, si nascondono nei push up. Dei visi angelicati, indemoniati, plastificati. Delle sfilate. C'è silenzio lì, tra la folla. Tutti aspettano le modelle, con i loro abiti. Tutti aspettano di sapere come dovranno vestirsi, trasformarsi, camminare domani, oggi pomeriggio. Tra un'ora. Sfilano in passerella le modelle. C'è silenzio sacrale. C'è l'applauso finale. Allora: saremo tutti vestiti di viola. Sfilano, tra queste pagine, grandi attori, attorucoli e comparse. Rockstar, stilisti e affaristi. Ereditiere di Milano, contadine di Ravenna e domestiche di Genova. Le lunghe estati calde in Riviera, gli amori nascosti, gli amori annunciati, gli amori finiti.
Un brindisi a sorpresa nella Mosca di Andropov, la ricerca di un negozio di strumenti musicali a Istanbul, una tournée con i Rolling Stones, un viaggio a Capo Nord con sosta allo Star Club di Amburgo, culla dei Beatles; la cooperativa l'Orchestra e il festival Rock in Opposition, in giro per l'Italia sul "pulmone d'acciaio" durante la prigionia di Moro, la conquista di Berlino, gli Stormy Six che battono i Police, una serata alla Scala con Robert Fripp e una mezza lite con John Zorn. Episodi avventurosi e bizzarri di una vita on the road, di cui è disseminata anche la sua esperienza di critico e studioso. Franco Fabbri - chitarrista degli Stormy Six e musicologo ripercorre quasi cinquant'anni di popular music e di sinistra italiana, dal Movimento studentesco alla vittoria elettorale di Pisapia, dai primi festival alternativi degli anni sessanta alle tre generazioni che festeggiano insieme il nuovo sindaco di Milano in piazza del Duomo cantando "Stalingrado". "Raramente" sostiene Ivano Fossati "il vivere e il fare musica sono stati raccontati in maniera così autentica." Arricchite da una serie di rare fotografie, le memorie raccolte in "Album bianco" richiamano l'estensione nel tempo e nello spazio di "White Album" dei Beatles, dando vita a un eclettico diario musicale, vissuto come un romanzo di formazione della generazione del Sessantotto.
Il Saggiatore lancia la sua nuova collana di narrativa italiana con un libro visionario e perturbante. Ferruccio Parazzoli riprende e amplia il successo di "Adesso viene la notte"... Una risposta narrativa a "L'affaire Moro" di Sciascia e a "Buongiorno, notte" di Bellocchio. In "Altare della patria" Dio e Satana si giocano le anime e i corpi di Paolo VI e di Aldo Moro. Tra Dostoevskij e Bret Easton Ellis, il racconto medianico di un grande narratore del nostro tempo.
La vita di Massimo Mila bruciò di passiono, non solo per la musica, ma anche per l'impegno civile e politico. E per la scrittura, che ripercorre tappe della storia personale e della storia dell'Italia del Novecento. Quella di Mila è una narrazione in prima persona mediata dal ricordo dei maestri, degli amici, dei compagni di strada: Ernesto Rossi, Riccardo Bauer, Augusto Monti, Leone Ginzburg... Gli anni liceali a Torino, la facoltà di Lettere, la clandestinità, il carcere, il confino, la lotta partigiana - "un'esperienza pittoresca e messicana" - sono raccontati in pagine in cui il valore letterario non è minore di quello civile. Sono esperienze che rilette insieme, articolo dopo articolo, quasi si riaccendono, prendono fuoco le une dalle altre, simili ai paesi del fondovalle alpino il giorno del 25 aprile 1945 che bruciavano, scrive Mila, "come tanti fiammiferi ravvicinati". Poi, nel dopoguerra, gli interventi polemici contro l'invadenza clericale, il rifiuto del totalitarismo sovietico e la critica concorde-discorde al Partito comunista italiano. Fino alla polemica esplicita e radicale con Togliatti su Zdanov e sul realismo socialista. Tutta l'opera di Massimo Mila è sotto il segno della libertà, solo così si spiega l'"allegria carceraria" sua e dei suoi compagni. "Avevamo" scrive Mila "l'intima certezza di essere i soli uomini liberi in Italia".