
Questo libro svela un tratto tipico dell’ebraismo, che consiste in un atteggiamento di continuo confronto con la tradizione, di inesausta interpretazione dei testi sacri, di creativo misurarsi con i lasciti del proprio passato. La filosofia contemporanea, dal secondo dopoguerra in particolare, è stata profondamente segnata da questa tensione verso una costante ma fedele reinvenzione dei significati che un testo - il testo biblico su tutti - può avere. Che cos’è il midrash? Un tentativo di interpretazione irrazionale e prescientifica della Bibbia? Un’ermeneutica speciosa e particolarista? Una modalità di pensiero insolita e poco comprensibile? Certamente no; si tratta piuttosto di una esegesi creatrice, capace comunque di utilizzare tutte le acquisizioni delle scienze linguistiche al fine di rendere manifesto il senso del testo. Questo volume rielabora la categoria ebraica dell’interpretazione che chiamiamo midrash esponendola secondo un ordine razionale e a partire da una meditazione sulla tradizione di una lettura che costantemente ricomincia. La inscrive all’interno del dibattito avviato dalla linguistica sui concetti di segno e di senso, di testo e di interpretazione, che le forniscono una struttura di base ma che allo stesso tempo, forse, essa sconvolge. Soprattutto, si mettono qui in evidenza i tratti singolari assunti da questa modalità di lettura nel suo darsi alla sollecitazione o all’auscultazione semiologica della lingua ebraica, che fa proliferare significati inattesi tra gli spiragli di parole, frasi o parti del discorso. Da qui, dunque, una lettura infinita. Che non è riconducibile a un sapiente approfondimento e gioco, ma si capovolge e sfocia in un appello alla responsabilità verso l’altro. Qui l’interpretazione si fa invocazione, la sollecitazione conduce alla sollecitudine, svelando, al di là della neutralità del procedimento esegetico, il primato della preoccupazione morale nella trasmissione del sapere.
Un grande biologo introduce all'evoluzione intesa come processo "creativo" della vita
A duecento anni dalla nascita di Charles Darwin e centocinquanta anni dopo la pubblicazione de L’Origine della Specie, gli scienziati sono concordi nell’affermare che «niente in biologia ha significato se non alla luce dell’evoluzione». L’evoluzione è inoltre essenziale per l’agricoltura, l’epidemiologia, la medicina. Ayala presenta una sintesi di alcuni punti cardine dell’evoluzione della vita sulla Terra. Con L’Origine della Specie di Darwin lo sviluppo della vita vegetale e animale entra a far parte dell’ambito delle scienze tramite l’identificazione della selezione naturale come processo «creativo» nella formazione di ogni singola specie. Ayala verifica il portato della teoria di Darwin anche alla luce delle nuove scoperte della biologia e della genetica. Conferma così, anche in termini genetici, il processo di selezione naturale. Giunto alle trasformazioni genetiche che ci hanno portato dai primati all’uomo, Ayala rileva, con l’uomo, la presenza di un’evoluzione culturale che non può più essere studiata con i soli strumenti della scienza biologica. Se l’opposizione al darwinismo da parte della teoria dell’intelligent design è un’espressione scientificamente inaccettabile e da rifiutarsi, non si può leggere come selezione naturale lo sviluppo delle culture umane.
Communio n. 219
Gennaio-febbraio-marzo 2009
Testi di: Aldo Cazzago, Maria A.Crippa, Ibrahim Faltas, José Granados, Gaetano Passarelli, Jean-Michel Poffet, Patrizio Rota Scalabrini, Antonio M.Sicari
Una approfondita critica al sistema capitalista internazionale
Per comprendere il capitalismo, o meglio i capitalismi nelle varie forme assunte nell'attuale fase di mondializzazione, dobbiamo rispondere ad alcune domande fondamentali: come si organizza il lavoro? Come funzionano i mercati? Chi determina l'ammontare dei profitti e l'ammontare dei salari? Chi determina le tecnologie? Perché alcuni lavoratori guadagnano più di altri? Che cosa è una crisi e quando assume un carattere strutturale invece che congiunturale? Le risposte che si possono dare a questi interrogativi dipendono in larga misura dalla prospettiva con cui guardiamo la realtà economica, cioè dal tipo di teoria che si decide di adottare per interpretarla. Questo lavoro ha un oggetto delimitato nel tempo e nello spazio. Non è un'esposizione della cosiddetta "economia pura", ma si offre come guida alla comprensione della fase attuale di mondializzazione della produzione e riproduzione sociale in forma capitalistica e della sua crisi strutturale e sistemica, con riferimenti alla teoria del modo capilatistico di produzione come processo complessivo. In questo senso si tratta di economia applicata e non della dizione accademica che individua le varie economie applicate: all'ambiente, all'ingegneria, alla sociologia, ecc. Per giungere a tale risultato, ci vuole quella "cassetta degli attrezzi" che ha permesso a Marx di appropriarsi degli strumenti dell'economia politica per poi sottoporli a critica serrata, realizzando quindi, sempre in chiave scientifica, una teoria complessa per il loro superamento e, con esso, per il superamento del modo di produzione capitalistico.
La storia dell'uomo di Neandertal è la storia dell'umanità vissuta in Europa per alcune centinaia di migliaia di anni. Alla luce delle nuove scoperte sembra che caratteri neandertaliani siano già presenti nei fossili europei a partire da almeno 600.000 anni indicando il carattere endemico del popolamento dell'Europa nel Pleistocene medio. 150 anni di scoperte e di studi evidenziano caratteristiche fisiche , interessi culturali, spirituali e sociali che fanno cadere molti pregiudizi sui Neandertaliani, visti spesso come un livello inferiore di umanità. Recentemente si sono aggiunte le analisi del DNA dei reperti. Restano però aperte alcune questioni, come i rapporti con l'umanità moderna, proveniente dall'Africa e le cause della loro estinzione. Il volume, che riporta contributi di specialisti di livello internazionale, fa il punto delle attuali conoscenze sui Neandertaliani.
Il viaggio di Antonio Sicari attraverso la schiera dei santi disposti a corona intorno al trono di Dio acquista consistenza e sempre più evidente diventa il progetto dell’autore: mostrare la gloria di Dio nella vita dei discepoli che, illuminati e guidati dallo Spirito, hanno seguito le orme del Maestro.
Il presente volume si divide in due parti: la prima è un percorso attraverso la tradizione. Ambrogio, Benedetto, Brigida di Svezia e Alfonso Maria de Liguori sono santi dell’agire cristiano. In epoche di crisi essi hanno mostrato che il cristianesimo può essere "norma di vita", guida per dare un’impronta più autentica alla storia cristiana.
I pastorelli di Fatima, santa Faustina Kowalska, Madeleine Delbrêl e padre Pio, delineati nella seconda parte, sono piuttosto un richiamo. Nel tempo dalla transizione che portava alla fine dell’epoca moderna, con la loro vita e i loro messaggi essi hanno trasmesso il richiamo di Dio e hanno dato, per così dire, dimensioni più ampie alla storia dell’uomo. Questa non è circoscritta alla terra, ma si apre al mondo di quel dio che è venuto sulla terra proprio per riprendere i fili della sua comunione con gli uomini.
Seeing Red costituisce il risultato più compiuto della ricerca di Halton Arp, uno dei più noti astronomi di osservazione del nostro tempo, particolarmente nel campo dell'astronomia extragalattica. A partire dal 1966, dopo la compilazione del suo famoso Atlas of Peculiar Galaxies, comincia a raccogliere un'impressionante mole di evidenze osservative che lo inducono a rigettare l'ipotesi delll'espansione dell'universo e a concludere che i redshift degli oggetti cosmici riflettono essenzialmente la loro età. La ricerca empirica di Arp trova poi un potente alleato nella teoria gravitazionale elaborata da Fred Hoyle negli anni Sessanta e poi perfezionata da Jayant Narlikar nel 1977 e più nota come "teoria della massa variabile e della gravità conforme" basata sul principio di Mach.
La problematica del comparativismo nella storia delle religioni, un ambito che che nel corso del XX secolo ha conosciuto grandi dibattiti
Julien Ries ritiene che, dopo avere ricostruito e analizzato i diversi sistemi religiosi nelle loro peculiarità applicando il metodo storico, lo studioso debba fare un passo ulteriore e porsi la questione del significato delle esperienze religiose per gli uomini che le hanno vissute e per l'uomo in generale. La storia, in questo modo, apre la strada all'ermeneutica. L'autore comincia con il mostrare, attraverso una disamina storiografica puntale, come si sia via via imposto il problema della comparazione e come i principali storici delle religioni lo abbiano affrontato. Sulla base delle loro ricerche, l'antropologia religiosa si propone oggi di comprendere e rendere esplicito il messaggio di cui l'homo religiosus è stato portatore nel corso dei millenni e di cogliere i tratti di quel rapporto fra l'uomo e il sacro che si esprime nei fenomeni religiosi. Il caso dei simboli della croce e della luce, studiati nella loro inesausta ricchezza di significati, dimostra in maniera eloquente il modo di procedere dell'ermeneutica di Ries. La comparazione, cioè il confronto di esperienze, di idee, di sistemi religiosi, non è però soltanto uno strumento di analisi scientifica. Essa costituisce anche la condizione per un dialogo fra le varie confessioni religiose. Il volume si conclude con un importante testo sull'inculturazione, tema fondamentale del rapporto tra le religioni.
Il contributo filosofico di una grande figura del secondo Novecento
Lanza del Vasto è stato studente a Pisa dove si è laureato in Filosofia e dove ebbe la sua prima conversione; la seconda fu quando, nel 1938, restando cattolico, si pose al servizio di Gandhi. Dall'India ritornò per fondare delle Comunità sul modello gandhiano, che si sono poi diffuse in vari paesi d'Europa e del mondo. Per quasi tent'anni ha insegnato ovunque una sua maniera specifica di concepire la nonviolenza e con essa un cristianesimo rinnovato; il tutto all'interno di una particolare concezione filosofica elaborata durante la giovinezza. Questo pensiero folosofico fu oggetto della sua tesi di laurea pisana e venne da lui rielaborato per tutta la vita intrecciando sistematicamente matafisica, teologia, etica ed estetica, dandolo poi alle stampe con il titolo La Trinité Spirituelle(1971). Il 26-27 gennaio 2007 si è svolto a Pisa un convegno che per la prima volta ha valorizzato il Lanza del Vasto filosofo. E' risultata una filosofia che unisce strettamente pensiero e pratica di vita, e che, nel panorama del XX secolo, è sicuramente originale per aver superato la divisione tra Occidente ed Oriente, mediante una riflessione profonda sui temi fondamentali della filosofia dei due mondi.
Contro la proliferazione dei bisogni e dei consumi: il testamento intellettuale di un pioniere dell'ecologia
"Che noi si sia dominati dal nostro lavoro è un'evidenza da centosettanta anni. Ma non lo è il fatto che siamo dominati nei nostri bisogni e desideri, nei nostri pensieri e nell'immagine che abbiamo di noi stessi. Questo tema appare già ne Il traditore ed è sviluppato in quasi tutti i miei testi posteriori.. Partendo dalla critica del capitalismo, si arriva all'ecologia politica che, con la sua indispensabile teoria critica dei bisogni, conduce di ritorno ad approfondire e a radicalizzare ancora la critica del capitalismo. Non direi dunque che c'è una morale dell'ecologia, ma piuttosto che l'esigenza etica di emancipazione del soggetto implica la critica teorica e pratica del capitalismo, della quale l'ecologia politica è una dimensione essenziale."