
«Mi ha fatto piacere che poco fa abbiate citato una bambina, Antonia Meo, detta Nennolina. Proprio tre giorni fa ho decretato il riconoscimento delle sue virtù eroiche e spero che la sua causa di beatificazione possa presto concludersi felicemente.
Che esempio luminoso ha lasciato questa vostra piccola coetanea! Nennolina, bambina romana, nella sua brevissima vita - solo sei anni e mezzo - ha dimostrato una fede, una speranza, una carità speciali, e così anche le altre virtù cristiane. Pur essendo una fragile fanciulla, è riuscita a dare una testimonianza forte e robusta al Vangelo e ha lasciato un segno profondo nella Comunità diocesana di Roma».
Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai ragazzi e ragazze di Azione Cattolica Italiana, giovedì, 20 dicembre 2007.
Questa nuova edizione delle lettere di Antonietta Meo, per lo più da lei dettate alla madre e conosciute ormai come le «Letterine» di Nennolina, è corredata da brevi presentazioni che ne introducono il contesto storico e il senso spirituale e teologico da parte di uomini di Chiesa e di studiosi.
Questo volume offre un’introduzione completa e di chiara comprensione al complesso mondo simbolico paleocristiano, bizantino e altomedievale dando al lettore le necessarie chiavi di lettura ai fondamenti primi dell’intero simbolismo cristiano, «che cerca l’Invisibile nel visibile», così che «è adeguato al tema il fatto che il rapporto tra il simbolismo e il sacro stia al centro del libro». Non casualmente Ladner cita Peter Brown, Karl Rahner («Il Logos divenuto uomo – Cristo – è il simbolo assoluto di Dio nel mondo»), Odo Casel (per cui il mistero cultuale cristiano «era in primo luogo la liturgia cristocentrica»), Hans Urs von Balthasar di "Gloria. Una estetica teologica", Henri de Lubac di "Esegesi medievale", cioè capisaldi della riflessione storica e teologica moderna. Le prospettive sono quelle proprie del primo cristianesimo e vengono esplicitate nel sottotitolo: Immagini di Dio, del Cosmo e dell’Uomo. Il saggio, un classico mai pubblicato in Italia, ha l’ampio respiro necessario per affrontare un tema così vasto e così fondativo della cultura cristiana e occidentale: coinvolge l’arte, la teologia, la cosmologia, l’antropologia e l’intera vita religiosa del tempo. La scelta precisa dei limiti temporali entro cui trattare il tema e una articolazione sistematica permettono all’autore una modalità di osservazione in grado di rendere comprensibile sia il dettaglio – la singola immagine, il singolo tema iconografico – sia i suoi collegamenti al contesto culturale complessivo.
È di san Bernardo l'espressione: "Questa è la mia più sublime, interiore filosofia: sapere Gesù"; in realtà, tutta la riflessione monastica è espressione di questa filosofia e di questo sapere. Certamente, anche il monastero è una "scuola", dove tuttavia, più che a una conoscenza speculativa del mistero, si mira alla sua ammirata contemplazione, alla sua intima esperienza e alla sua fedele imitazione. È quanto risalta dai saggi contenuti in questo volume dell"Opera Omnia" di Inos Biffi. Dopo un'analisi dei tratti contrassegnanti il modo proprio di fare teologia nei chiostri, colombaniani, cisterciensi o benedettini, questi saggi ne esplorano l'ampia letteratura che ci hanno lasciato in eredità, per delineare sia alcuni profili di monaci (Colombano di Bobbio, l'abate di Clairvaux, Aelredo di Rievaulx, Gertrude di Helfta, e altri), sia alcuni aspetti del loro pensiero: un pensiero che abitualmente si risolve nella figura di Cristo, suggestivamente definito come Colui nel quale è raccolta "tutta la dolcezza della terra", e per tutti rimane il termine del più vivo e orante desiderio. I contributi del volume potranno concorrere efficacemente alla ripresa di un'immagine più integrale della teologia, che è indubbiamente "intelligenza della fede", ma anche "amore".
Per mito, nel linguaggio di oggigiorno, s’intende qualcosa di irreale o semplicemente una leggenda più o meno fantastica. Con la parola mythos, invece, si deve intendere quello che tradizionalmente significava, vale a dire un modo diverso che gli uomini hanno di esprimere una convinzione, o piuttosto una verità che non è necessariamente «chiara e distinta» alla ragione e che, ciò nonostante, si accetta come ovvia e quindi non ha bisogno di essere dimostrata.
Il messaggio dei miti non può essere trasmesso con una riflessione esclusivamente razionale. Troppo spesso si è considerato il concetto come il migliore strumento della parola in quanto tende all’univocità necessaria per l’intelligibilità. Tuttavia ridurre il logos a concetto porta a un suo serio impoverimento, con gravi ripercussioni sulla vita umana stessa. Di fatto l’uso più corrente della parola è simbolico, perciò polivalente, non univoco e salva il discorso dal grande pericolo dell’oggettivismo, il quale facilmente porta al fanatismo. Il mito egizio (raccontato da Platone) che vede nella scoperta della Scrittura l’inizio della degenerazione della cultura racchiude una qualche verità. Un pensiero puramente oggettivo non permette altre interpretazioni. Una deduzione logica univoca non permette alcuna deviazione: 2 + 2 = 4 e solo 4. Il simbolo invece ci permette di superare l’oggettivismo senza cadere nel soggettivismo. Il simbolo non è né oggettivo né soggettivo; sta nella relazione e quindi il dialogo è indispensabile per pensare bene – e anche per vivere bene. La natura umana non è individualistica. L’uomo non è riducibile all’individuo e nemmeno a un semplice concetto. Per questo il discorso sul mito ci porta necessariamente a parlare del mezzo più potente che l’uomo ha per avvicinarsi alla realtà e ai suoi simili: il simbolo.
Conclude questo primo tomo una riflessione sul culto, cioè sul rito in quanto simbolo in azione, espressione fondamentale dell’homo religiosus ed attività che l’uomo compie in comunione con il cosmo per il sostentamento dell’universo: il rito è infatti l’azione che consente al secolare di essere vissuto nella sua sacralità.
La migliore introduzione ai dinosauri rivolta ai giovani.
Jaca Book fa i dinosauri proprio perché ha tanto fatto sull’evoluzione e ha in programma anche opere sulla storia del cosmo e della natura.
I dinosauri mantengono un fascino imparagonabile nell’immaginario dei ragazzi e sono una strada per insegnare la storia naturale, il tutto però con una chiave di novità: in ogni volumetto, disegnato con le migliori tecnologie della computer graphic, c’è come personaggio un dinosauro nel suo contesto, nel suo paesaggio e con gli animali a lui contemporanei.
Le tavole mostrano l'animale scelto nel suo habitat: la quotidiana lotta per la sopravvivenza, che sia preda o predatore; la difesa della prole; l'apprendimento; il pasto. La struttura ossea; la diffusione geografica nei continenti del Mesozoico; il confronto con alcuni generi dello stesso gruppo. Eccezionali immagini lavorate su originali modelli 3D, sulla base delle più recenti conoscenze di quel mondo lontano e fantastico. Un piccolo vocabolario dei dinosauri, l'elenco dei musei più importanti in Italia e nel mondo e un elenco dei siti web più importanti concludono il volume.
Il progetto per ora è di sedici titoli.
Una sicurezza per gli insegnanti e le biblioteche, un giocattolo divertentissimo ed enciclopedico per ragazzi e non ultimo anche una serie da collezionisti.
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L’ARTE UNIVERSALE
In due volumi, una ricca introduzione alle tradizioni artistiche dell'umanità
Venticinque grandi autori tracciano il filo rosso dell’arte occidentale dall’arte greca sino all’epoca contemporanea quando, anche a causa della diffusione del mercato dell’arte, il linguaggio artistico occidentale diventa globale. L’opera si affianca al volume I mondi dell’Arte, dedicato alle tradizioni artistiche non occidentali, e con essa forma uno straordinario dittico enciclopedico sull’arte di tutti i tempi.
Questo volume presenta la Storia dell'Arte medievale con un approccio innovativo, incentrato sulle origini culturali, sul contesto storico e sui presupposti tecnici dell'opera artistica e architettonica. L'obbiettivo è di restituire il più fedelmente possibile le intenzioni di costruttori, artisti e committenti, il loro retroterra culturale, il loro orizzonte di significato, le condizioni materiali che definivano la loro azione. Il coordinatore del volume, Paolo Piva, ha coinvolto eminenti studiosi italiani e tedeschi in un progetto in cui fossero condivisi questi orientamenti metodologici di fondo. Il risultato di questo lavoro è un libro capace di offrire illuminanti chiavi di lettura al millenario percorso dell'arte medievale (dal 300 al 1300 d.C.) senza la pretesa di descriverne puntualmente ogni fase ma con l'ambizione di rivelarne le fondamentali coordinate.