
Nonna, prova ad indovinare chi viene a trovarti oggi! Forse Bruno il suonatore? No. Oppure un elefantino? Ma no. E se fosse il pagliaccio che sta qui vicino? No, no. O addirittura uno struzzo gentile? Nooo! O la bella equilibrista del circo? No!!! Età di lettura da: 2 anni.
Il territorio pugliese conserva ancora oggi testimonianze ricche e variegate del periodo compreso fra i secoli più antichi della cristianità e i primi decenni dell'XI secolo, quando la fondazione delle grandi cattedrali romaniche segna l'avvio di una nuova stagione artistica. Convogliando i risultati di un'intensa stagione di ricerche e scoperte, il presente libro offre un'inedita visione complessiva ed articolata, del patrimonio architettonico, pittorico e musivo relativo a questo lungo arco cronologico.
Intorno all'anno 1030 a Cluny il monaco Rodolfo il Glabro intraprende a scrivere le "Storie" del suo tempo. Contemporaneamente lavora alla stesura della "Vita di Guglielmo da Volpiano", un omaggio al grande abate di Digione che gli è stato maestro. Si stanno delineando i caratteri della cristianità medievale: in Germania e in Italia si rinnova l'Impero; il regno di Francia inizia il suo lungo cammino; i Normanni e gli Ungari si sono insediati e convertiti; monaci, vescovi e papi continuano la tradizione cristiana; il mondo si riveste di chiese, mentre ha inizio una lenta ripresa economica e demografica. Questi fatti rivivono nelle appassionate pagine di Rodolfo, narratore attento soprattutto agli avvenimenti prodigiosi ed emblematici.
L'Europa costruita sulla base di parole chiave quali "sviluppo", "sicurezza", "competizione" e "euro", non implica l'apertura e l'accoglienza dei cittadini e degli stranieri. Non si tratta di un'Europa dell'interesse pubblico e dei lavoratori, ma una costruzione che tende a realizzare, attraverso il controllo degli abitanti e delle risorse, le migliori condizioni per la competizione economica neoliberista. L'allargamento rischia di tramutarsi in un mezzo per ottenere manodopera a prezzi sempre più bassi e per ridurre le protezioni sociali. Non è, insomma, un'Europa delle persone e dell'incontro delle culture, ma Europa dei capitali. Il volume indaga queste questioni in vista di un modello diverso, di un'Europa dei popoli costruita dal basso.
Adorno (1903-1969) torna in questi anni di attualità per la sua indagine sull'uomo e sulla natura della sua esperienza esistenziale. Questione che, pur oscurata dall'attuale omologazione dei linguaggi, sembra tenacemente riaffiorare. Il "non-identico" e il "tempo" sono i due concetti che l'autore individua nella sua analisi dei testi adorniani e che ripropone al lettore come elementi fondanti una rinnovata antropologia che sia in grado di ospitare l'idea di una conciliazione che non violenti l'origine dell'altro e lo restituisca all'irriducibilità della sua storia.
Storia sacra e mito rivelano come l'uomo di tutti i tempi e di tutte le culture si sia sempre interessato al mistero: si tratti di politeismo o di monoteismo, di sacerdozio singolo o corale, maschile o femminile, casto o coniugato; si tratti di culto all'aperto o al chiuso, di grotta o di tempio; si tratti di un dio che muore o dell'uomo che vive dopo la morte. Questo volume raccoglie le lezioni introduttive ai corsi tenuti dall'autrice presso l'Università degli Studi di Milano.
Al centro del volume, gli aspetti relativi ai meccanismi di protezione sociale del lavoro in vigore nell'Europa "di oggi" e di domani. La triplicità cui fa riferimento il titolo si esplica nella trattazione delle tre dimensioni riconoscibili nella realtà politico-economica europea. Esiste, infatti, un'Europa dei quindici, una dei dieci e quella degli immigrati. Per ognuna delle tre viene fotografato il presente e vengono indicati i possibili scenari futuri. Per l'Europa dei quindici si indaga il sistema sociale consolidatosi in Svezia e Francia; per l'Europa dei dieci si analizza la paura per l'allargamento del mercato del lavoro; l'immigrazione è invece analizzata nei paesi di intregrazione avanzata, ma anche in quelli di transito e di arrivo.
A partire da un incontro che si è svolto a Cuba sull'Europa e che ha visto la partecipazione di studiosi di tutto il Continente, il volume chiarisce come i sud del mondo avvertono la costruzione del polo geoeconomico europeo, e prende in esame il ruolo e la dimensione dell'abbandono dello stato sociale e delle privatizzazioni che ne conseguono, prima fra tutte quella della scuola. L'analisi considera i rapporti commerciali tra l'Europa e il sud del mondo, ma si allarga anche al ruolo dell'Europa centrale, di quella dell'Est e della Russia di Putin. Sul piano della critica al capitalismo viene sottolineato non solo il ruolo subalterno agli USA degli stati europei, ma anche il ruolo di potenza capitalista e le strategie imperialiste del Vecchio continente.