Il presente manuale, destinato specialmente agli studenti del corso di Laurea in Giurisprudenza, è espressione della riflessione giuridica sul diritto della Chiesa che si compie all'interno dell'Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense. La trattazione dei temi proposti intende evidenziare la ricchezza che può offrire sul singolo settore giuridico l'esperienza canonica, senza trascurare le sfide che rappresentano per l'ordinamento canonico i progressi più apprezzabili degli altri ordinamenti giuridici.
"L'anima è parte della specie umana e perciò, benché separata, dal momento che mantiene la natura disposta all'unione, non può essere detta "individua substantia", cioè, ipostasi, o sostanza prima (...) Per cui non le si addice né la definizione, né il nome di persona" (Tommaso D'Aquino, Summa theologiae, I, q. 29 a. 1 ad 5). "Ho sempre stimato che queste due questioni, di Dio e dell'anima, erano le principali di quelle che devono essere dimostrate piuttosto dalle ragioni della filosofia che non della teologia" (R. Descartes, Meditazioni sulla filosofia prima nella quale è dimostrata l'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima). "Ma che cosa fa, in fondo, l'intera filosofia moderna? Da Cartesio in poi - e, per la verità, più a dispetto di lui che sulla base del suo esempio - da parte di tutti i filosofi, sotto l'apparenza di una critica al concetto di soggetto e di predicato, si perpetua un attentato contro l'antico concetto di anima, - vale a dire: un attentato al presupposto fondamentale della dottrina cristiana" (F. Nietzsche, Al di là del bene e del male, 54).
"Il diritto nel mistero della Chiesa" si arricchisce di un nuovo volume. Curato dal Gruppo italiano docenti di diritto canonico, "[...] descrive e commenta tutte le azioni offerte dal diritto canonico per risolvere conflitti, dichiarare fatti giuridici e prendere decisioni nel campo del diritto matrimoniale, amministrativo e penale, così come in casi più specifici che attengono direttamente all'attività della Chiesa [...]. L'opera costituisce un compendio di procedimenti giudiziari e amministrativi, speciali in ragione del loro oggetto, che contribuisce a radicare l'idea che il diritto canonico, nella sua lunga tradizione, ha elaborato dei mezzi per garantire la 'certezza giuridica' delle decisioni di governo. [...] La materia trattata in quest'opera riguarda direttamente o indirettamente il diritto amministrativo, categoria che i canonisti cercano di costruire soprattutto dopo il Concilio Vaticano II." (Dalla presentazione di P. Valdrini)
In questo studio Xavier Tilliette, colui che ha dato forma e legittimità alla cristologia filosofica, scandaglia con agilità estrema e sconfinata erudizione i fondali sterminati del romanticismo. L'ombra del Cristo errante accompagna gli scrittori romantici e nonostante i rintocchi funebri della morte di Dio, il Cristo rimane riferimento sorgivo e sopravvive con tratti molteplici nelle diverse forme della sensibilità romantica. In particolare la confessione a Cesarea di Filippo e soprattutto l'orto degli ulivi sono i due luoghi eminenti della cristologia romantica. Negli autori che si susseguono, da Jean Paul a Hölderlin, da Novalis a Schleiermacher, da Lamartine a Lamennais, da de Vigny a Musset e G. de Nerval, fino ai due romanzieri simbolo, Balzac e Dostoevski, e nella schiera innumerevole di epigoni e autori minori, l'autore rinviene costantemente la traccia di Colui del quale il romanticismo non è riuscito o non ha voluto liberarsi; fosse anche solo come il peso di un'assenza, la tristezza di un non esserci più, il Cristo continua ad albergare il cuore di ogni uomo anche nel secolo cosiddetto della morte di Dio.
C'è chi fa notare che di ecclesiologia se ne è fatta fin troppa e che è l'ora di rivolgere altrove le proprie attenzioni. In effetti, si ha l'impressione che la difficoltà a capire oggi cos'è la Chiesa provenga dal fatto che non si ha più una corretta immagine dei grandi temi della fede. Eppure c'è sempre luogo e tempo per parlare della Chiesa, perché il suo trattato ha le caratteristiche del crocevia è perché è lei, in fondo, a fare da collegamento con il mondo. L'ecclesiologia non può perciò rinunciare ai suoi compiti, che sono di farla conoscere meglio, di rispondere alle domande del presente e di fondare una prassi ecclesiale corrispondente. Questo volume non è un manuale, ma non manca di una certa visione organica che permette di utilizzarlo per fini scolastici. Dopo una introduzione storica, e alcune coordinate essenziali per capire cos'è la Chiesa, insieme alle principali categorie ecclesiologiche, si considerano il soggetto e le qualità derivanti dagli attributi del Credo. Seguono temi come la riforma, la Chiesa locale o particolare, l'ecclesialità delle sorgenti, i ministeri e i carismi, la corresponsabilità, il rapporto col mondo e la dimensione escatologica. L'aspetto che li accomuna, è un'ermeneutica che privilegia i significati, mentre il filo rosso è quello di una Chiesa "vivente e operante" in tutti i suoi membri.
Non sembra si possa intravedere un luogo ove l'Eucaristia - pane, alimento e sostegno della vita del credente - possa integrarsi, più autenticamente, come nel pellegrinaggio cristiano, poiché il mistero eucaristico si ritrova in questa pratica devozionale come in uno spazio proprio e, in qualche modo, alla sua sorgente. C'è un'evidente armonia e analogia tra pellegrinaggio ed Eucaristia per il fatto stesso che l'una e l'altra "riuniscono". Infatti, se il pellegrinaggio facilita l'incontro e la fusione ed è sua caratteristica quella di saldare insieme in una stessa esperienza spirituale i pellegrini, dove si completa la pienezza della comunione fraterna se non nell'Eucaristia? Quando il "popolo peregrinante" fa l'Eucaristia, l'Eucaristia fa la Chiesa, la genera, la costruisce, poiché è sorgente dell'unione che Dio offre in Gesù. Solo l'Eucaristia è sacramento del "corpo" del Signore che costituisce il "corpo ecclesiale" del Cristo. È logico, dunque, domandare all'Eucaristia di completare l'opera del pellegrinaggio: quest'ultimo riunisce un popolo; la Messa ne fa il corpo ecclesiale del Cristo. È evidente che il valore dell'Eucaristia è omogeneo (anche se sostanzialmente più ricco) all'efficacia del pellegrinaggio; secondo una logica interna si può dire che il pellegrinaggio, "che riunisce", esige come suo coronamento la "comunione" che è l'effetto tipico dell'Eucaristia.
Il volume raccoglie le puntate delle trasmissioni radiofoniche di Mons. Enrico dal Covolo nella rubrica domenicale di Ascolta si fa sera, in onda su Rai Radio 1. È la continuazione di un libro precedente ("Luce nella sera. Storie semplici", edito da Rai Eri, Roma 2013). Sono raccolte così le puntate successive, dal mese di settembre 2013 fino al luglio 2014. L'autore intende dedicare questo secondo volume alle persone che l'hanno seguito nelle trasmissioni, e che lo hanno spronato (o costretto?) a pubblicarle. Queste persone sono tante, ma in modo speciale sono gli appartenenti al Gruppo parrocchiale "Lectio e servizio" di Santa Maria della Speranza in Roma.
Il primo atto di invidia nella storia dell’uomo ha creato il vero significato dell’esistenza: «per l’invidia del diavolo la morte entrò nel mondo» (Sap. 2, 24). L’invidia di Caino nei confronti di Abele, prediletto da Dio, ha causato il primo omicidio, mentre quella di Esaù verso Giacobbe, favorito nella successione, ha seminato la discordia in famiglia. È per invidia che Giuseppe è venduto come schiavo dai suoi fratelli e Davide perseguitato da Saul; e, ancora, per invidia gli ebrei consegnarono Cristo a Pilato. Papa Gregorio Magno l’ha collocata al secondo posto tra i vizi capitali, subito dopo la superbia. L’invidia è la peggiore e la più inconfessabile delle emozioni. Le componenti che la caratterizzano sono numerose sia sul versante dell’espressività fenomenologica (rancore, rabbia, emulazione, ammirazione, …) sia per quanto riguarda la dimensione in cui cercare di identificarla: sociale, intrapsichica, relazionale, religiosa, filosofica, economica, ecc. . È un sentimento ostile che nasce dalla percezione della superiorità o di qualche vantaggio posseduto da un altro e che culmina nella cattiveria e nella malizia. La difficoltà nel riuscire ad analizzare, comprendere e arginare l’invidia può trovare un rimedio nella sapienza di Re Salomone: è il dono del discernimento, ricevuto da Dio, che dà la capacità di saper distinguere il bene dal male assumendosene la responsabilità.
Biografia
Salvatore Capodieci, psichiatra e psicoterapeuta, è membro Associato della Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica (S.I.P.P.) e Socio del Nodo group. È docente di Psicopatologia Generale e Descrittiva e di Sessualità umana presso il Dipartimento di Psicologia dello IUSVE (Istituto Universitario Salesiano – Venezia). Svolge attività di supervisore di équipe che lavorano in istituzioni e comunità terapeutiche. Ha partecipato in qualità di chairman e invited speaker a più di cento Congressi e ha organizzato come coordinatore scientifico numerosi Convegni. Ha al suo attivo più di 120 pubblicazioni, comprendenti articoli apparsi su riviste italiane e internazionali e capitoli su Testi e Trattati, ed è autore o coautore di otto volumi. Ha pubblicato per la Lateran University Press Giuseppe. Storia di fratellanza e amicizia (2013).
Il pensiero di Sergio Quinzio ha trovato in quattro direttrici fondamentali l'approfondimento ricercato: escatologia, senso della fede come critica del sacro, presenza della morte e superamento dei saperi tradizionali. Tali linee si intrecciano con il profilo biografico e con l'analisi delle diverse opere per abbracciare da più parti la scrittura religiosa quinziana. Sergio Quinzio (1927-1996) ha incarnato nella sua scrittura religiosa l'attualità del pensiero della fede ma anche la critica nei confronti di un mondo alla fine della storia. Autore che parla il linguaggio della filosofia e della teologia, dell'ermeneutica biblica e della sapienza ebraica, ha riportato l'attenzione sulle cose ultime per dare dei fatti una lettura escatologico-apocalittica, attraverso una polifonia di interessi e stili. Tra le sue pubblicazioni: "Diario profetico" (1958); "La fede sepolta" (1978); "La croce e il nulla" ( 1984); "Mysterium iniquitatis" (1995).
Il Concilio Vaticano II ha rappresentato una tappa significativa nella storia della Chiesa e rappresenta tuttora, a quasi cinquant'anni dalla sua conclusione, un punto di riferimento non solo nel campo della proposta magisteriale, ma anche nel campo dell'investigazione teologica. La Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum è da ritenersi fra i documenti centrali del Concilio. Il presente lavoro intende da una parte evidenziare un aspetto della ricca tematica della rivelazione, riguardante la sua fase trasmissiva legata alla vicenda ecclesiale nel suo storico snodarsi; dall'altra parte intende mettere a fuoco la novità del Vaticano II rispetto a precedenti impostazioni teologiche, che limitavano il problema della trasmissione della rivelazione all'indagine circa l'uguaglianza o la disuguaglianza contenutistica delle "fonti" della rivelazione, la Tradizione e la Scrittura. Il presente volume offre, in una prima parte, un bilancio dei rapporti fra Tradizione e Scrittura così come si sono andati configurando nella storia del pensiero teologico fino al Vaticano I. Una seconda parte ricostruisce analiticamente l'ampio e travagliato dibattito su questo tema all'interno dell'iter conciliare del Vaticano II. E una terza parte colloca il tema dei rapporti fra Tradizione e Scrittura nel più ampio orizzonte del cammino della Parola di Dio nel tempo della Chiesa.