In questa raccolta di saggi Maurice Blanchot dà prova di uno straordinario lavoro di critica ma anche di scrittura, che unisce alla chiarezza del linguaggio una profondità di stimolante complessità. Si tratta dell’esplorazione più importante, accanto a quella di Sartre, dedicata alle relazioni tra letteratura, arte e filosofia.
La nascita dell’arte, il ruolo della letteratura, le aporie della politica e l’eterna nterrogazione dell’ebraismo: ecco solo alcuni dei fili conduttori lungo i quali si sviluppa una riflessione che incrocia i nomi più importanti del Ventesimo secolo (Georges Bataille, George Duthuit, André Malraux, Louis-René des Forêts, Pierre Klossowski, Roger Laporte, Marguerite Duras, Michel Leiris, Robert Antelme, André Gorz, Jean Paulhan, Albert Camus, Claude Lévi-Strauss, Henri Lefebvre, Dionys Mascolo, Lev Trotski, Edmond Jabès, Emmanuel Levinas, Martin Buber e Franz Kafka).
GLI AUTORI
Blanchot Maurice (Quain, 1907 - Le Mesnil-Saint-Denis, 2003), scrittore e filosofo. L'influenza dei suoi testi ne ha fatto una figura di assoluto rilievo nel panorama culturale del Novecento. Tra i suoi scritti, oltre Il passo al di là, pubblicato da Marietti nel 1989, ricordiamo Lautréamont e Sade, Lo spazio letterario, Il libro a venire, L'infinito intrattenimento, La folla del giorno e La scrittura del disastro.
Margherita Guidacci è uno dei tesori della poesia italiana. Poche voci come la sua hanno viaggiato così in vastità e profondità. poetessa fine e vigorosa, traduttrice e lettrice di grande ascolto, non riceve di solito dagli estensori di schedari e antologie il rilievo che merita. Non ha dalla sua nemmeno l'aura di esotismo o di follia che è servita ad altre poetesse per essere notate, e spesso fraintese. Eppure Margherita - libera da ogni schema e classifica - ritorna sempre, si presenta puntuale all'appuntamento con gli amanti veri della poesia, e a che cerca il senso del proprio viaggio nelle parole dei poeti. La sua opera è attenta ad ascoltare i movimenti del profondo della persona e dell'epoca, affiancandosi a quelle dei maggiori del nostro tempo, tra cui i suoi amati Emily Dickinson e T.S.Eliot.
Qui se ne offre una significativa antologia. Il lettore potrà ricavare i lampi e le ombre di una coscienza attenta, inquieta e interessata a cogliere le tracce della speranza. E troverà la durevole bellezza di una scrittrice di pregio che, una volta incontrata, non abbandona.
Davide Rondoni
Margherita Guidacci (Firenze, 1921 - Roma, 1992) è stata una grande voce poetica mai allineata alle mode del tempo, intensamente religiosa e libera, di intrepida sincerità, rigorosa e appartata presenza del Novecento italiano ed europeo. Agli inizi vicina soprattutto ai metafisici barocchi inglesi, a Eliot e alla Dickinson, di cui fu appassionata traduttrice e studiosa, come poi di molti altri autori. Le sue principali raccolte sono La sabbia e l'Angelo (1946), Neurosuite (1970), Inno alla gioia (1983) e Il buio e lo splendore.
Maurice de Guérin (1810-1939) immagina i racconti dell’ultimo centauro, giunto all’estremo della vecchiaia, e della più giovane delle baccanti: l’uscita dalla grotta natale, i turbamenti dell’iniziazione, le corse sfrenate lungo i corsi d’acqua, attraverso i boschi, sulle sommità, ai confini dell’umano e del divino, e la calma notturna nel grembo della terra. Mai forza primitiva di creature ancora vicine alla loro origine ha dettato una poesia in prosa tanto ritmata dai fremiti della natura e tanto esposta al soffio della vita universale. “L’opera di Guérin – scrisse Albert Béguin – ha un posto unico nella letteratura francese. Unica, prima delle grandi visioni di Hugo, fa sentire, nel romanticismo, la voce dell’ebbrezza cosmica”.
Muovendosi idealmente sulle orme del precedente Ho sete, per piacere, l'autrice propone una riflessione, con profonda attenzione e semplice realismo, sulle tematiche più essenziali che caratterizzano la relazione genitore-figlio: origine, identità, legame di riconoscimento, appartenenza. Come in tutti i suoi libri, Vittoria Maioli Sanese non offre "concetti", "opinioni", "idee", ma piuttosto riflessioni nate e sviluppate nell'esperienza di quarant'anni di lavoro con i genitori, le coppie e le famiglie, in compagnia intelligente nel grande percorso della vita.
GLI AUTORI
Vittoria Maioli Sanese (Rimini 1943) è psicologa della copia e della famiglia, ha fondato nel 1970 il Consultorio Famigliare (associato U.C.I.P.E.M.) di Rimini di cui è tuttora direttore. Oltre al lavoro clinico con le coppie, guida da anni gruppi di riflessione e di formazione per genitori, operatori sociali, educatori, psicologi. Ha svolto e svoge un lavoro di ricerca sulla coppia e sulla famiglia dal punto di vista psicologico, esistenziale, sociale, culturale e antropologico. Numerosi i suoi interventi in convegni, congressi e seminari.
"L'impulso umano primordiale che nessuno può negare e a cui, ultimamente, nessuno può opporsi, è il desiderio di felicità."
Joseph Ratzinger
Waters racconta il viaggio, avvincente e drammatico, che lo riconduce sorprendentemente alla sua origine. Una "conversione" nel senso di un ritorno a ciò che c'era già, ma che adesso è nuovo.
Un racconto sincero in cui l'autore non risparmia il resoconto dei propri insuccessi e della lotta contro l'alcol, attraverso esperienze drammatiche e incontri che l'hanno portato a riscoprire la libertà, la ragione e la forza di una tradizione autentica e vitale.
Con lui ripercorriamo anche cinquant'anni di storia dell'Irlanda, dalla ribellione della generazione post-sessantottina al rifiuto della tradizione. Ma qual è stato il prezzo di questa presunta riconquista della libertà?
Nel finale, la sorprendente ipotesi di una speranza ancora possibile per la civiltà europea.
GLI AUTORI
John Waters è nato a Casterlea (Irlanda) nel 1955. Scrittore, giornalista e autore di sceneggiature per il teatro e per la radio, attualmente è editorialista dell'"Irish Time". I suoi interessi e i suoi scritti spaziano dalla critica rock alla politica, dalle questioni sociali e culturali più scottanti e impopolari alla memoria storica dell'Irlanda. In Italia è stato recentemente pubblicato il suo Soggetti smarriti. Come siamo diventati troppo intelligenti per ricercare Dio e il nostro stesso bene. (Torino, 2010).
"Siamo qui difronte a un vero e proprio commiato dalla teologia", avverte Pier Cesare Bori nella postfazione alla presente raccolta di saggi emersoniana. La sintesi cui Emerson approda, in virtù di quell'abbandono, attraverso una complessa e vastissima trama di fonti, non è l'eclettismo filosofico quanto, piuttosto, una sorta di espansione del linguaggio attinta, in particolare, dalla letteratura biblica sapienziale. Nella sfida apparentemente impossibile tra l'esaltazione delle pulsioni più creative dell'uomo e la concezione biblica tendente a insistere sull'obbedienza passiva del creato in direzione di un'ideale conformità del singolo con l'universo reale e con quello della Scrittura, emerge nell'Emerson di queste pagine una prospettiva di dilatazione e metamorfosi della tradizione biblica stessa che si risolve con un'eccezionale simmetria di leggi naturali e rivelate, conoscenza storica e conoscenza della natura.
GLI AUTORI
Emerson Ralph Waldo (1803-1882) va considerato il primo filosofo completamente americano per formazione e originalità di esiti: il suo pensiero riflette infatti molte particolarità della cultura, della mentalità e della società americana, rivissute alla luce del romanticismo e del suo personalissimo misticismo. I fondamenti della sua dottrina filosofica, il "trascendentismo", sono contenuti prorpio in Nature e nei successivi Essays (1841-1843), autentica base teorica del nuovo individualismo democratico e del vitalismo statunitense dell'Ottocento. Da ricordare, inoltre, i Poems (1847), il Journal (1820-1876) e soprattutto i Representative Men (1850).
Nonostante la ricca messe di studi e la crescente bibliografia critica sull'opera di cristina Campo, mancava a tutt'oggi un libro di un singolo interprete didposto a divenire "l'eco mnemonica" di quella che si va imponendo, ormai, come una vera e propria maestra segreta del Novecento.
Non è, questa di Morasso, una semplice raccolta di saggi sparsi. Pur nella sua sintetica brevità, il libro si addentra per scorci prospettici nel vivo del corpus testuale della Campo puntando a delineare i tratti di un itinerario tematicamente esaustivo.
Arricchisce il volume un'intensa postfazione di Alessandro Spina, il grande amico "lontano" di Cristina Campo.
GLI AUTORI
Massimo Morasso (Genova 1964) è poeta, critico e traduttore. per Marietti nel 2005 ha pubblicato Le poesie di Vivien Leigh. Canzoniere apocrifo (Premio Città di Atri 2007), parte di un più articolato progetto di scritture nel segno unico della Leigh. I suoi utlimi libri sono Bagattelle per un progetto di civiltà (2008), La furia per la parola nella poesia tedesca degli ultimi due secoli (2009), e La vita intensa. I racconti di Vivien Leigh (2009).
La visione apocalittica della storia di Gioacchino da Fiore (1135-1202) affonda le proprie radici nella tradizione cristiana, fino all'Apocalisse di Giovanni, il libro che egli considera la chiave per decifrare l'intera Bibbia.
Benché numerose opere abbiano trattato dell'influsso dell'abate calabrese, poche hanno tentato di determinarne la posizione nella storia del pensiero attraverso un'analisi dei suoi rapporti teologici più significativi. Il libro di McGinn colloca Gioacchino sullo sfondo dell'ambiente storico e dei precedenti dottrinali, per poi intraprendere un'accurata analisi della sua teologia della storia. Vengono infine esaminate le prime significative reazioni teologiche al pensiero di Gioacchino, quelle di Tommaso d'Aquino e di Bonaventura.
GLI AUTORI
Bernard McGinn (New York 1937) si è formato negli Stati Uniti e in Europa. Da sempre conduce studi nell'ambito della storia del cristianesimo e del pensiero cristiano, in particolare dal periodo medioevale. Attualmente è professore di storia della teologia e storia del cristianesimo presso la Divinity School dell'Università di Chicago.