Storica rivista dell'Ateneo dei cattolici italiani, "Vita e Pensiero", sin dalla fondazione nel 1914, si è proposta come autorevole luogo di confronto e dibattito per la cultura del Paese. Nella consapevolezza che quella che stiamo vivendo è per tutti una stagione ricca di opportunità e rischi, da affrontare con coraggio intellettuale e gusto per la ricerca del vero, dal 2003 "Vita e Pensiero" è stata ripensata nell'impostazione grafica e nel lavoro redazionale. Oltre a temi quali lo sviluppo tecnologico e economico, il progresso delle neuroscienze e della genetica, i nuovi paradigmi della politica e delle relazioni internazionali, l'evoluzione dei mezzi di comunicazione di massa, dedica una particolare attenzione all'attualità, ospitando articoli e interventi di docenti dell'Università Cattolica e di significative voci "esterne", capaci di offrire chiavi di lettura originali sui fenomeni sociali e culturali di oggi e di domani.
Il libro intende analizzare le etiche del care prendendo in considerazione la loro strutturazione in quanto teorie morali e mettendo a fuoco i principali argomenti addotti a loro supporto. Le etiche del care vengono così dibattute dal punto di vista dei fondamentali settori della metaetica (soprattutto la psicologia e l'epistemologia morale), dell'etica normativa e dell'antropologia che è in qualche modo presupposta. Questa analisi propone anche un confronto con i principali avversari teorici delle etiche del care, definibili globalmente come etiche della giustizia, con lo scopo di mostrare pregi e difetti tanto delle prime quanto delle seconde. Infine, largo spazio è lasciato allo studio delle conseguenze pratiche e dei comportamenti che si ispirano alle etiche del care.
Il malessere che attraversa le società avanzate è profondo ed esteso. Si percepisce la necessità di un cambiamento radicale. La svolta non è desiderata solo dai giovani; ora sono anche adulti e anziani ad avvertire che un grande rinnovamento è necessario. Scossa da molte crisi, la Chiesa cattolica ha voluto mettere al centro della propria attenzione i millenials, fermandosi e lasciandosene interrogare durante il Sinodo dei Vescovi sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Questo libro mostra come i frutti di quel confronto vadano oltre i confini ecclesiali e diano da pensare a credenti e non credenti di ogni età. Questioni di primo piano sono poste da una nuova prospettiva: economia, lavoro, sessualità, potere, reciprocità uomo-donna, preghiera, decisioni da prendere, comunità. Nei giovani papa Francesco ha indicato «l'adesso di Dio», la sua visita che scombussola e riapre la storia. Il nuovo irrompe, infatti, se lasciamo che la realtà ci smuova. C'è un soffio cui esporci, un respiro da ritrovare, come una seconda nascita. Tutto può davvero cambiare.
Apparsi sul quotidiano «Avvenire» nel periodo che va dal 1990 al 2008 e finora inediti in volume, gli interventi ora raccolti in Da Oriente offrono un originale autoritratto di Olivier Clément, il teologo ortodosso la cui esperienza si è rivelata fondamentale nel promuovere l'amicizia tra le Chiese. A dieci anni dalla scomparsa dell'autore, i temi del dialogo ecumenico, dell'identità europea, della ricerca di nuove forme di spiritualità e del legame inscindibile fra teologia e arte (di straordinario interesse le riflessioni critiche su Jean-Paul Sartre e Pablo Picasso) non hanno perso nulla della loro attualità e, anzi, si presentano in modo ancora più significativo e urgente nel contesto di questi anni, come dimostrano per esempio le annotazioni che Clément tempestivamente dedica all'insorgere del fanatismo religioso. «Il Vangelo e i Padri sono le bussole che hanno orientato il cammino di questo autentico "visionario" cristiano», scrive nella Prefazione Enzo Bianchi, che attraverso la Comunità monastica di Bose è stato tra i primi a introdurre in Italia il pensiero di questo grande maestro del nostro tempo. Una testimonianza 'da Oriente', illuminante oggi più che mai.
Questo testo nasce come lectio magistralis del Vescovo Franco Giulio Brambilla introduttiva alla Summer School MCL 2019 (XI edizione) dal titolo "Corpi intermedi: innovazione sociale e azione politica", destinata a un folto gruppo di giovani del Movimento Cristiano Lavoratori riuniti nella nostra Università Cattolica del Sacro Cuore per una intensa quattro giorni di lezioni, lavori di gruppo, tavole rotonde. Il titolo I corpi intermedi, figure del noi sociale: per lo sviluppo della persona e la giustizia nella società è di per sé eloquente. Si tratta di una rilettura, per diversi profili originale, del principio di sussidiarietà costantemente riproposto dalla dottrina sociale della Chiesa nel suo sviluppo. Dalla sua funzione principale - quasi apologetica, assolta in passato - di tutela del cittadino dalle pretese dello Stato suggerisce di passare a una visione personalistica per la promozione della dimensione sociale dell'essere umano. Parlare oggi di "corpi intermedi" può sembrare anacronistico, ma ciò rende ancora più urgente trattare l'argomento, in tempi nei quali l'individualismo e la disintermediazione politica e sociale sembrano prevalere, non solo nel nostro paese.
Il volume è frutto del percorso di ricerca che ha coinvolto un gruppo di studiosi riuniti in una Rete Interuniversitaria con l'obiettivo di offrire una proposta innovativa del sistema di welfare italiano, la quale pone al centro la persona e si fonda sulla responsabilità degli attori coinvolti. Essi, attraverso il confronto e la co-progettazione, forniscono risposte ai bisogni dei cittadini, delle famiglie, delle comunità. Povertà, salute, casa, lavoro, educazione, famiglia e giovani sono alcuni dei temi che vengono affrontati, con lo scopo di declinare operativamente il Welfare Responsabile per favorire la transizione da un sistema di stampo prevalentemente assistenzialistico a uno che tende ad assicurare a tutti una "buona assistenza".
Una fedele lettrice della Bibbia ne incontra due figure tra le più note, Noè e Giuda: il risultato è un libro che ci conduce a riscoprire quanto abbiano da dirci ancora i due popolarissimi personaggi della Scrittura. La storia di Noè, di grande potenza immaginifica con quell'arca carica di animali sballottata dalla furia del diluvio, rivela tutta la sua realistica urgenza in questo nostro tempo in cui la grande potenza tecnologica mette l'uomo in condizione, come mai prima, di distruggere la terra. E il tradimento di Giuda, da parte sua, ci interroga sulla perdizione massima - tradire un amico, tradire Dio - e sulla sua terribile soluzione. Pur nella diversità di contesto narrativo, queste storie ci sembrano parlare entrambe di un destino di colpa e di tragica maledizione, di un collasso della speranza. E invece Teresa Bartolomei fa dei due protagonisti delle 'figure in cammino' verso la luce della Parola, capovolgendo la loro sorte e convertendo il nostro sguardo. La teologia della maledizione del diluvio viene confutata - Dio non punisce - e rovesciata nella teologia dell'ecocidio, vera e propria teologia della seconda creazione. L'uomo ha distrutto il suo ambiente, la casa che gli era stata donata, ma Dio gli propone una nuova forma di convivenza, che passa dal coinvolgimento attivo dell'uomo. Davanti alla minaccia di un ecocidio fatto di alterazioni climatiche, consumo dissennato delle risorse naturali, riduzione della diversità biologica, Dio propone a Noè e a tutti noi di salvare la vita del pianeta costruendo nuovi habitat, nuove arche, nuovi modelli di vita individuale e collettiva. Allo stesso modo, Giuda ci viene restituito come 'figura' - cioè come luogo teologico di rivelazione - di ogni uomo che consegna Dio scambiandolo per una manciata d'argento, di godimento, di vanità, di dominio. Figura della condizione umana prima di essere redenta da quell'unico uomo che non tradisce, che non consegnerà mai Dio al male, ma che si lascia anzi consegnare al suo posto: Gesù Cristo. Una lettura vertiginosa del testo biblico, che ce lo svela come una straordinaria scuola di umanità, un viaggio nel cuore dell'essere umano nel suo dialogo con Dio.
L'identità di ciascuno è attraversata dalle relazioni: alcune istituite dalle nostre scelte e azioni, altre che ci precedono, altre che semplicemente intessono la nostra storia senza che ce lo proponiamo. Il nostro essere esseri in relazione fa sì che anche l'atto libero, che esprime chi siamo, appartenga immediatamente alla pluralità umana, se ne nutra e al tempo stesso vi sia esposta. In queste dinamiche acquista una particolare importanza la questione del perdono che, nel contesto contemporaneo, è stata rimessa teoreticamente in gioco anche a partire dai grandi avvenimenti storici del ventesimo secolo. Il perdono è attraversato da una serie di paradossi: la sua necessità per liberare l'altro e la gratuità della sua realizzazione, la libertà ma anche l'irreversibilità dell'azione umana, l'inescusabilità del misfatto come condizione di possibilità del perdono stesso. Il testo indaga questa figura dell'ethos scandagliando i rapporti tra la colpa e la debolezza, tra il pentimento incapace di assolvere e il perdono in assenza di pentimento, ma anche il ruolo della sensibilità, del risentimento e della malafede, della distinzione tra malfattori e vittime insieme alla comune fragilità dell'umano. Il perdono richiede poi di indagare la struttura temporale dell'esistenza, intrecciando memoria, oblio e apertura al futuro, mantenendo traccia della storia e insieme percorrendo il sentiero di una reciproca liberazione. Proprio in quest'ottica occorre affrontare anche il nesso che intercorre tra perdono e punizione e tra perdono e giustizia, interrogandosi sulla sensatezza etica di un eventuale e paradossale dovere di perdonare. L'itinerario che qui si proponepassa attraverso il confronto con alcuni dei più acuti pensatori della contemporaneità quali Jankélévitch, Derrida, Arendt, Ricoeur, Guardini, ma anche con testimoni della storia che hanno riflettuto, con prospettive a volte diametralmente diverse, sul proprio vissuto e su alcuni degli accadimenti tragici del Novecento.
È possibile ipotizzare nel contesto della scuola primaria un futuro maestro o un futuro laureato in scienze motorie entrambe portatori di una cultura motorio-sportiva? Se si, ci dovremmo preoccupare di formare i futuri educatori da una parte e i futuri allenatori dall'altra in un unico profilo, attento a far crescere la persona, attraverso la pratica sportivo-motoria, in tutte le sue dimensioni, a cominciare da quella etica. Si tratta di una scelta decisiva nel quadro della cosiddetta "emergenza educativa" che, per essere raccolta, domanda anzitutto di avere la presenza concreta di bambini da educare anche con le attività motorie. Tutti sappiamo che questa condizione è resa concreta perché lo sport è nelle corde di molti sin dall'età infantile. In tutte le età della vita l'uomo non può fare a meno di una adeguata quantità e qualità di movimento. I benefici sulla salute sono rilevanti al punto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l'esercizio fisico e lo sport come potenti mezzi di prevenzione delle malattie e di "empowerment" della persona. Questo volume, nato dalla collaborazione di un gruppo di docenti dei dipartimenti di Pedagogia dell'Università Cattolica di Milano e dell'Università degli studi di Torino, poggia su queste evidenze.
Che cosa significava libertà nel medioevo? A questa domanda rispondono alcuni dei migliori medievisti a livello mondiale, ciascuno secondo un particolare angolo visuale. Sul piano teologico la libertà era la condizione essenziale di Dio, della quale gli uomini potevano a vario titolo partecipare pur all'interno di un ordine gerarchico che abbracciava il Cielo e la terra. Essere liberi significava allora godere di privilegi concessi dall'autorità regia o dai papi. Questi ultimi a partire dal XI secolo usarono il concetto di Libertas ecclesiae / Libertas ecclesiastica dapprima per rivendicare l'autonomia della Chiesa dai poteri secolari, quindi per difendersi dai tentativi di impossessarsi del patrimonio ecclesiastico operato dai Comuni. Nel frattempo la libertas si era insinuata nel linguaggio politico delle città italiane con modalità enfatizzate dalla nostra tradizione storiografica. Su questi temi il volume offre significative e stimolanti novità.