Se la promozione dell’unità dei cristiani è il compito dell’intera Chiesa, il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali rileva il ‘compito speciale’ delle Chiese orientali cattoliche in questo impegno. A loro spetta infatti «promuovere l’unità fra tutte le Chiese orientali anzitutto con la preghiera, con l’esempio della vita, con la religiosa fedeltà verso le antiche tradizioni delle Chiese orientali, con una migliore conoscenza vicendevole, con la collaborazione e la fraterna stima delle cose e dei cuori» (c. 903). Per riflettere su questo ‘compito speciale’ si è svolto a Roma un incontro dei Vescovi orientali cattolici in Europa sul tema “La missione ecumenica delle Chiese orientali cattoliche d’Europa oggi” presso il Pontificio Collegio Ucraino di San Giosafat, dal 12 al 14 settembre 2019. Il programma dell’incontro, preparato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e dalla Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (PCPUC), includeva interventi su argomenti ecclesiologici, pastorali, spirituali e canonici. Gli Atti sono contenuti all’interno del volume.
Il dialogo tra culture e religioni nello spazio pubblico può ridare spessore al valore della legalità. A Palermo e in Sicilia il Cortile dei Gentili - di cui questo volume raccoglie gli atti delle due intense giornate di dibattiti e momenti artistici e culturali - ha focalizzato e connesso in un unicum il tema della giustizia, nel suo snodo tra moralità e legalità, con la tradizione multiculturale e multireligiosa che ha contraddistinto la storia dell'isola, da sempre "casa" e crocevie di culture. Diritto divino e giustizia umana, giustizia e libertà, legalità e diritti umani, pluralismo, religioni e spazio pubblico sono divenuti frame di un'unica conversazione che accomunando diverse sensibilità, culture ed estrazioni geografiche, ha confermato l'esistenza di un'ampia piattaforma comune. Con questa è possibile cercare insieme soluzioni alle sfide emergenti che appaiono mettere a rischio il futuro dell'umanità, sapendo che la bellezza e il bene s'intrecciano nella storia con l'oscurità del male e del brutto. Perché - come ha detto il card. Ravasi in apertura dell'incontro nella Cattedrale di Monreale - "la bellezza è deposta ininterrottamente in grembi oscuri ma appunto per questo non dobbiamo farla morire, anzi occorre farla fiorire, perché riesce anche a dominare il tremendo".
Negli ultimi anni, numerose chiese protestanti si sono occupate dei problemi etici sollevati dalle recenti possibilità mediche di prolungare la vita, dall'accompagnamento ai morenti alla possibilità di sospendere i trattamenti, dal rifiuto dell'accanimento terapeutico alla discussione sull'eutanasia. Il Documento del Consiglio della Comunione di chiese protestanti in Europa è il frutto di un percorso di studio e riflessione pluriennale volto a definire una posizione evangelica comune a partire dai testi elaborati sui temi del fine vita dalle singole chiese. La sua pubblicazione è particolarmente rilevante in un contesto, come quello italiano, in cui la specificità dell'impostazione etica protestante e il suo possibile contributo al dibattito pubblico sono scarsamente conosciuti.
L'Islam è un universo complesso e articolato. Spesso si cerca di ridurlo a un'unità che non corrisponde alla sua realtà plurale. Il mondo degli sciiti ne costituisce una parte consistente e importante, spesso poco nota. Entrare in dialogo vuol dire iniziare un itinerario di conoscenza profonda dell'altro. Questo libro offre una bussola per muoversi in un terreno poco noto.
E' il contributo di un confronto inedito tra il pensiero e la tradizione della fede cattolica e quelli del mondo sciita. Non è solo argomento da specialisti, ma è tema di stringente attualità. In una stagione segnata dal dramma dei conflitti in Siria e in Iraq, della violenza esercitata dall'Isis, dai conflitti interni al mondo mussulmano, c'è bisogno di conoscere e comprendere senza superficialità e semplificazioni.
Personalità religiose sciite di primo piano provenienti dall'Iraq, Iran, Libano, Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, si confrontano con figure autorevoli del modo cattolico, su temi di grande rilievo e attualità, come il rapporto tra Stato e religione, il ruolo dei credenti nella società contemporanea, le prospettive della pace.
E' un volume che indica una via di dialogo praticabile, in grado di aprire orizzonti nuovi per il futuro.
Il volume, che si inserisce nella collana "Famiglia e Vita", curata dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, raccoglie gli interventi della giornata di incontro "Ortodossi e Cattolici, uniti per la Famiglia", organizzato dal Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e dal Pontificio Consiglio per l'Unità dei cristiani. L'evento consolida il rapporto tra le due Chiese e mostra l'intenzione di offrire una comune testimonianza sulla preziosità del grande dono «che il Signore ha fatto all'umanità con il matrimonio e la famiglia». Questo incontro vede le due Chiese l'una accanto all'altra e segna una tappa significativa: «Oggi - afferma il Patriarca Kirill - il tema della famiglia uno dei temi centrali nelle relazioni della Chiesa con il mondo circostante [?] la famiglia è quel tema attorno al quale noi oggi possiamo insieme attivamente cooperare, perché condividiamo la stessa visione su tutte le questioni»
Gli interventi raccolti nel presente volume rappresentano un'ulteriore tappa di quell'itinerario di incontro e di comprensione reciproca intrapreso da tempo dalla Comunità di Sant'Egidio e dai suoi amici del Medio Oriente. La convinzione alla quale ci si ispira è che la convivenza in quella regione (come del resto ovunque) può avere futuro solo facendo crescere una cultura, una mentalità e una pratica delle fedi capaci di riconoscere l'altro come un valido interlocutore, un compagno di strada, una presenza da rispettare.
Non è un caso che i temi su cui ci si confronta in questo volume (cittadinanza, identità religiosa, le radici spirituali, solidarietà sociale ed educazione, cultura del convivere) siano anche i nodi principali su cui la transizione in atto sta misurando la propria capacità di affermarsi in senso democratico. Sono sfide che indicano come il dialogo tra cristiani e musulmani trovi, proprio in un tempo di grandi cambiamenti, io suo significato più vero: recuperare la forza delle radici antiche per cercare assieme le prospettive future di una società del convivere.
TESTI DI: Tarek Mitri, Antoine Audo, Mohammed Sammak, Antonios Naguib, Pierbattista Pizzaballa, Sayyed Hani Fahs, Basile Georges Casmoussa, Radwan al-Sayyid, Ghaleb Moussa, Abdalla Bader, Samir Franjieh, Hasan Shafie, Mohammed Esslimani, Antonio Ferrari, Slaheddine Jourchi, Dominique Quinio, introdotti da Vittorio Ianari
Negli anni recenti la presenza ortodossa in Italia si è enormemente sviluppata, soprattutto a causa dell'immigrazione di fedeli orientali non cattolici provenienti da Romania, Ucraina, Moldavia, Russia e altre nazioni dell'Est o del Medio Oriente, tant'è che gli ortodossi nel loro insieme costituiscono ormai la seconda comunità religiosa sul territorio. L'Italia torna così a essere un paese in cui le due tradizioni cristiane s'incontrano e s'intrecciano, come fu in un passato non lontano.
Attraverso i contributi di alcuni dei maggiori studiosi italiani della materia, il volume presenta una visione d'insieme del retroterra storico e spirituale delle varie presenze ortodosse in Italia e una disamina dei principali nodi del dialogo tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse.
Il testo si configura anche come il necessario approfondimento storico-teologico che motiva e sostiene le indicazioni contenute nel Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici, pubblicato a cura dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso e dell'Ufficio nazionale per i problemi giuridici della CEI e riproposto in appendice.
Sommario
Prefazione (D. Tettamanzi). Introduzione. L'ortodossia in Italia oggi. La tradizione bizantina in Italia, tra fede e storia. L'ortodossia russa nell'età contemporanea: un itinerario singolare di incontro con la modernità (A. Roccucci). L'ortodossia greca al di dentro e al di fuori della comunione ortodossa (E. Morini). Le antiche Chiese d'Oriente (J.-P. Lieggi). Fondamenti della spiritualità slavo-ortodossa (N. Valentini). L'ortodossia nello spazio romeno e il significato della sua presenza in Italia per la comunione tra le Chiese (C. Alzati). Le questioni teologiche aperte. Il dialogo tra cattolici e ortodossi: punti di contatto e di divergenza (I. Spiteris). I Santi Misteri. Vita liturgica e nucleo sacramentale secondo l'ortodossia (D. Cogoni). Questioni intorno al matrimonio (B. Petrà). La testimonianza di un monaco ortodosso nell'Italia di oggi (N. Burcea).
Note sul curatore
GINO BATTAGLIA è il direttore dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI. Si occupa di dialogo interreligioso e di storia dell'Asia. Le sue pubblicazioni più recenti sono Cristiani indiani. I cristiani di san Tommaso nel confronto di civiltà del XVI secolo, Urbaniana University Press, Roma 2007; Le religioni orientali, La Scuola, Brescia 2008; Mille Napoli. La Comunità di Sant'Egidio e la città, Guida, Napoli 2008; Europei senza patria. Storie di Rom, Guida, Napoli 2009; il romanzo Malabar, Guida, Napoli 2010.
Era necessario l’evento tragico dell’11 settembre perché l’uomo comprendesse la necessità di guardare all’altro in modo diverso? Dobbiamo ripensare la prospettiva con cui guardiamo l’altro, il diverso, lo sconosciuto. In fin dei conti si impone di rivedere chi siamo noi insinuando il dubbio che solo cambiando per primi possiamo sperare di tessere relazioni con gli altri. Partendo dalla consapevolezza che nessuno è immune da errori. Per qualcuno può sembrare al più un semplice auspicio, talvolta una speranza da coltivare. Non mancano coloro che lo considerano un rischio da evitare. Altri che, praticandolo, ambiscono alla conversione altrui. Solo costruendo una pedagogia del dialogo, di un metodo capace di rispetto nell’ascolto reciproco sarà possibile superare gli ostacoli e le oggettive differenze (che mai devono essere azzerate o nascoste) che contrassegnano le religioni. Percorrere il dialogo interreligioso impone come condizione preliminare quella di “mettersi nelle scarpe dell’altro” non per rinunciare alla propria fede nè per omologarla ad altre, anzi. Emerge l’atteggiamento del credente, di colui che sa che nell’altro, chiunque esso sia e qualunque fede abbia (se ne ha una), si è ripetuto lo stesso miracolo cui ne ha beneficiato: l’amore di Dio.
Saggi di: M. Ferrini, B. Pandolfi, P.Dioguardi, M. Marino, B. Di Porto, A. Ruberti, Luigi Sapio, H.’Abd al-Qadir, R. Distefano, L.M. Sarteschi, M. Salani.
Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, Misericordiae Vultus, auspica che questo Anno Giubilare possa essere vissuto nella misericordia favorendo l'incontro con le varie religioni e in particolar modo con l'ebraismo e l'islam. Attraverso il presente volume, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, accoglie l'invito del Santo Padre ad incontrare le varie tradizioni religiose per proseguire, nel tema della misericordia, la via del dialogo e del superamento delle difficoltà. Il presente sussidio è il frutto di una collaborazione interreligiosa ed è stato redatto grazie al contributo di alcuni esperti appartenenti ad altre tradizioni religiose. È un invito indirizzato alle Conferenze Episcopali e, tramite loro, a tutti i cattolici volto ad esaminare ciò che abbiamo in comune con i credenti di altre religioni.
Raimon Panikkar conversa con il rabbino Pinchas Lapide, entrambi intervistati da Anton Kenntemich. Un'opera in grado di sconvolgere quello che i cristiani pensano degli ebrei e quello che gli ebrei pensano dei cristiani, e che evidenzia il rischio possibile di una riduzione sia del cristianesimo sia dell'ebraismo. Come sempre hanno ripetuto Raimon Panikkar e Julien Ries, non c'è dialogo che non porti un guadagno reciproco. In questo senso sono qui affrontate tematiche fondamentali quali l'idolatria, l'esperienza dell'aperto, della libertà, dell'infinito, dell'indescrivibile. Parole dentro le quali è annidato un mistero inesprimibile, che conduce in unità la diversità delle culture.
I popoli e le religioni del mondo non possono vivere nell'isolamento". Alzare barriere per Panikkar è un suicidio culturale e umano. Egli non crede né auspica una religione universale. Panikkar crede profondamente alla dialogicità e al reciproco guadagno di qualsiasi incontro in cui ci sia vero ascolto. Vede come nella storia e nel presente il dialogo sia indispensabile. A partire da figure come Raimondo Lullo, a cavallo tra Medioevo e mondo moderno, il volume giunge a "raccontare" esempi di dialogo attuale: il dialogo buddhista-cristiano sulla condizione umana e la ricerca della umanizzazione dell'uomo; il dialogo hindù-cristiano in cui si incontrano i principi di a-dualità e di amore, e infine la sfida interculturale dell'esperienza buddhista, hindu e cristiana. Questo tomo delle opere di Panikkar raccoglie gli scritti e gli inediti italiani che lo hanno reso più popolare nel mondo come uomo del dialogo.
È diffusa l'idea che, mentre tutto cambia, la Chiesa resti immobile nel tempo. Nell'ultimo secolo, invece, le Chiese cristiane sono cambiate profondamente e tale cambiamento è stato provocato soprattutto da un rapporto sempre più stretto - facile o difficile, pacifico o conflittuale - con gli altri: i liberali e i comunisti, i laici e gli atei, ma anche i cristiani di altre confessioni e i credenti di altre religioni, come ebrei e musulmani, induisti e buddisti. Agli occhi del cristiano dell'Europa occidentale, altri sono stati anche quelli che - nei Balcani o in Russia, in Medio Oriente o in Africa settentrionale, in Estremo Oriente o nell'Africa subsahariana - apparivano diversi, per motivi storici e culturali, persino nel caso di una comune appartenenza confessionale. Nel corso del Novecento, in tanti incontri molto diversi fra loro, Chiese, comunità cristiane e singoli credenti non hanno solo accettato o respinto, apprezzato o condannato l'altro, ma dall'altro sono stati anche cambiati in profondità. Le grandi sfide poste dalle diversità culturali e religiose alle Chiese cristiane, insomma, non sono emerse solo dopo l'attentato dell'11 settembre 2001, e i saggi raccolti nel libro affrontano, in un modo nuovo e originale, il rapporto delle Chiese non solo con la modernità, intesa come cambiamento politico, economico e sociale elaborato prevalentemente dall'Occidente, ma anche con la più variegata contemporaneità di un mondo in cui convivono civiltà diverse.