Nell'altro, nel suo mondo e nei suoi vissuti, non bisogna scorgere soltanto negatività o criticità, nell'altro e dall'altro vengono fuori, lasciando che emergano, potenzialità e risorse: nell'altro ci sono io, ci siamo noi, c'è il nostro vissuto, la nostra storia, c'è la nostra umanità. L'altro viene sempre prima di me. Per questo è sempre più urgente e necessario dare il primato all'altro. Prima l'altro! Il che vuol dire, fondamentalmente, prima la persona umana! [...] L'altro prima di me significa che c'è una infinità di cose che mi e ci oltrepassano. Il prima di me è l'affermazione, ma soprattutto l'evocazione e l'invocazione, che allude ad un riferimento e ad un orizzonte per ripensare l'umano in modo sempre più essenziale e radicale. È sempre più necessario e urgente, infatti, nell'attuale contesto culturale, sociale, politico, religioso, ritrovare questa priorità per non abbandonare l'umano che è in noi. Mi pare importante porre all'attenzione di tutti questa priorità che si presenta sempre di più come la vera emergenza, per l'uomo del nostro tempo: se vogliamo ancora rimanere umani occorre riconoscere l'altro in quanto altro, nella sua alterità a partire anzitutto dalla sua precedenza temporale ed ontologica.
Uno strumento agile per i corsi monografici su formazione e discernimento spirituale.
Testo adatto anche ai “non addetti ai lavori”: in parrocchie, associazioni, gruppi, vita religiosa.
Descrizione
La domanda sulla “vocazione” emerge a più riprese, non solo per rispondere alle concrete scelte di vita, ma per motivare il proprio orientamento verso la realizzazione di un progetto di felicità. Tra successi e fallimenti, a tutti noi è capitato di sperimentare, almeno una volta, la fatica di capire e di interpretare il nostro posto nel mondo.
Per aiutare a comprendere meglio il mistero della vocazione, questo libro propone di esaminare i racconti di chiamata nella Bibbia, approfondendo l’aspetto vocazionale espresso nelle figure e nei simboli della narrazione.
L’itinerario comprende tre capitoli, pensati secondo uno sviluppo progressivo. Il primo riassume la nozione di vocazione-chiamata e l’impiego del verbo “chiamare”, puntualizzando il genere letterario e il funzionamento dei racconti di chiamata. Il secondo mette a fuoco il senso e la funzione dell’immagine e del motivo vocazionale, proponendo una griglia di quindici immagini vocazionali. Infine, il terzo presenta in modo essenziale un percorso di dieci profili biblici con alcune chiavi interpretative, finalizzate alla conoscenza e all’attualizzazione del dinamismo vocazionale.
Con il Convegno del 25 ottobre 2018, svoltosi a Roma, al palazzo della Cancelleria, e di cui si pubblicano oggi gli Atti, si è voluta onorare la memoria di una grande personalità ecclesiastica, il Cardinale Attilio Nicora, scomparso il 22 aprile 2017. Attilio Nicora ha ricoperto importanti incarichi nella chiesa ed è stato protagonista della riforma dei rapporti tra stato e chiesa in italia. Nato a Varese il 16 marzo 1937, è Vescovo Ausiliare di Milano dal 16 aprile 1977. Nel febbraio 1984 è nominato Co-presidente della Commissione paritetica italo-vaticana incaricata di predisporre la normativa bilaterale sui beni ed enti ecclesiastici, e gli impegni finanziari dello Stato nei confronti della Chiesa; da allora, per decenni, è incaricato dalla CEI di sovrintendere all'attuazione degli Accordi di revisione concordataria. Dal 1992 al 1997 è arcivescovo di Verona, e nel 2002 è nominato Cardinale, poi Presidente dell'amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). Nel 2011 è Presidente dell'Autorità di informazione Finanziaria (A.I.F.), e dal 2007 è Presidente del Consiglio di Amministrazione della LUMSA. Il Convegno, organizzato per impulso dei Proff. Francesco Bonini e Giuseppe Dalla Torre della LUMSA, e del Prof. Carlo Cardia, di Roma TRE, ripercorre l'impegno di Attilio Nicora nei suoi diversi incarichi, di Vescovo, Cardinale, negoziatore dei rapporti tra Stato e Chiesa, ma riveste anche un altro, importante, significato. Esso riflette l'affetto grande, la gratitudine profonda, che tantissime persone, dentro e fuori la Chiesa, all'interno o attorno alle istituzioni civili, hanno sentito e provano tuttora per averlo conosciuto, condiviso con lui lunghi e decisivi segmenti di vita, personale e istituzionale, per aver ricevuto e assaporato con lui insegnamenti, valori alti, virtù preziose, che non si potranno mai dimenticare. La dimensione etica e spirituale di Nicora è indissociabile dalla sua più profonda identità, e imprescindibile per chiunque voglia conoscere la sua opera, apprezzare l'eredità che ha lasciato. ciascun relatore, i Proff. Carlo Cardia, Giuseppe Dalla Torre, S. E. Mons. Mario Delpini, i Cardinali Giuseppe Betori e Pietro Parolin delineano i tratti più salienti della personalità di Attilio Nicora quali emergono nei suoi diversi impegni di attività e di ministero. E tutti sottolineano la preziosità, e raffinatezza, del suo ruolo di negoziatore per le nuove relazioni ecclesiastiche dell'italia nel secondo Novecento, e del contributo istituzionale e culturale recato alla storia italiana moderna e costituzionale. Si è aggiunta, agli Atti del Convegno, una Appendice di scritti di Attilio Nicora, sia per proseguire nella ricognizione e raccolta delle sue opere, sia per delineare le tematiche nazionali e internazionali ch'egli ha affrontato nel mondo cattolico, dell'associazionismo, dell'Università, a livello istituzionale. Una menzione particolare meritano gli scritti sui due temi che prediligeva, della carità e della laicità.
La piccola storia di una catechista, moglie e mamma cristiana, attenta all'educazione cristiana dei suoi 11 figli, devota alla famiglia, intesa come Chiesa domestica ed impegnata nella sua comunità. Testimone di carità verso il prossimo, in particolare verso gli emarginati nel difficile contesto della periferia di Roma. Esempio di un cammino di fede coerente ed in costante crescita che trova compimento nella consacrazione secolare in "Communio".
Accanto all’attività accademica, dal 2006 Giuseppe Lorizio collabora alla rubrica di Famiglia cristiana che dà risposte teologiche agli interrogativi pervenuti in redazione. Questo dialogo con i lettori gli ha consentito e gli consente di verificare e misurare il linguaggio “specialistico” a confronto con domande provenienti da un pubblico molto più vasto di quello che frequenta lezioni o seminari accademici. Nel libro, suddiviso in un prologo, cinque capitoli e un glossario minimo a conclusione, l’autore raccoglie gli esempi più significativi delle domande che gli sono state poste in tutti questi anni, sempre attento a tradurre in modo comprensibile, ma corretto, le risposte della teologia. Il volume affronta questioni fondamentali quali scrittura e rivelazione, il senso della vita, il male e la morte, la storia e la salvezza, l'immortalità e la resurrezione intavolando un dialogo vivo, stimolante, sempre nuovo con i lettori. Un dialogo che prende spunto anche dal cinema, dalla musica, dai nuovi media per parlare di questioni antiche, ma perennemente attuali.
Il genere umano sembra ormai condannato a subire inesorabilmente i cataclismi naturali che sempre più spesso si scatenano improvvisamente e con maggior periodicità nel mondo. È ormai giunto il tempo ultimo per adottare sistemi che possano mitigare, o meglio, annullare le forze imperiose e travolgenti della natura provocate dall'innalzamento della temperatura globale, la cui causa è da attribuire all'uomo. L'uomo ha picconato e devastato il pianeta e continua a farlo sempre con maggiore intensità e determinazione, senza rendersi conto che, in tal modo, viene danneggiato irrimediabilmente. Se non cambia nulla, la Terra non riuscirà più a far fronte agli attacchi perpetrati ai suoi danni da parte dell'uomo. E in tal caso sarà l'Apocalisse. C'è ancora tempo per salvarsi? Forse sì! Se si vuole intraprendere la strada del riscatto bisogna, però, iniziare subito. Secondo l'Autore, solo la bellezza e il pensiero possono aiutarci: questi sono gli ingredienti che devono essere utilizzati per trovare la pace e con essa la salvezza dell'uomo e del pianeta.
Si ritrova in questo libro, come è sempre più raro che accada, l'ampio respiro di una poesia che riesce a oltrepassare i limiti inevitabilmente angusti dell'io, per muoversi in una ben più ampia libertà di canto. Giuseppe Conte realizza un vero e proprio poema sul mare, nel suo perenne, inesorabile mutare e ricominciare: «La mer, la mer, toujours recommencée!» scriveva Paul Valéry; e nei capitoli di questo sorprendente libro, pur nell'estrema varietà degli scenari, domina la centralità assoluta del mare nella sua immensa energia reale e simbolica, negli impulsi che sa offrire a un'alta o profonda riflessione lirica. Il mare che inquadra, nella sua dinamica bellezza, il senso dell'esistere, che nel suo essere e nel suo moto, splendidamente anarchico, appare come un testimone impareggiabile. E lo è nei suoi colori stagionali, nei vari luoghi in cui il poeta stesso, dalla propria terra di nascita ai diversi porti delle sue esplorazioni, può contemplarne la meraviglia. Epico e quotidiano, il mare è come «la musica di ciò che accade» ed è una presenza totale e misteriosa nel passaggio di figure anonime, come nella vicenda del poeta che ne ammira e vorrebbe imitarne il movimento e ne resta ammaliato come da una divinità: «Mare la tua misura è l'infinito/ e l'abisso, l'alto e il basso». Giuseppe Conte ha il merito di farsi e farci coinvolgere da una realtà a tutto campo, dove la vastità del mare trova eco nelle innumerevoli presenze vitali del circostante paesaggio, tra il veloce andare ridente dei bambini e lo zampettare dei passeri, che si tratti della Riviera Ligure o della baia di San Francisco. Quello che conta, ci suggerisce il poeta, è farsi catturare e assorbire dall'incessante rigenerarsi del mondo, di cui il mare è il più nobile e generoso emblema.
La preghiera, la mortificazione e il combattimento di uno dei maggiori asceti della prima metà del 1900.
Il Monte Athos è da sempre definito “il giardino della Tuttasanta”, perché in questo luogo apparentemente così inospitale, fatto di gole selvagge e di aspra montagna sferzata dal vento del mare, la Vergine Maria coltiva i suoi più bei fiori di santità. Sono uomini che hanno scelto la strada faticosa e preziosa dell’ascesi per arrivare a essere tutt’uno con Dio, come il termine monaco significa. Dopo Giuseppe l’esicasta, ecco allora Efrem di Katounakia, suo discepolo prediletto, che nella prima metà del Novecento è stato tra le figure più rilevanti della spiritualità orientale e tra i maggiori Padri della sua epoca. La sua esperienza di vita racconta preghiera incessante, obbedienza e rinuncia, lotta e mortificazione, ma soprattutto gioia profonda per l’incontro con Cristo vivo e vero. Perché, come dicono i Padri della Chiesa, “che cosa c’è di più grande e di più dolce della Sua visione?”.
Questa ricerca sul potere della scienza e della tecnica, che ha visto la collaborazione di docenti, membri del Centro Cattolico di Bioetica dell'Arcidiocesi di Torino ed esperti di diverse discipline, presenta lo sviluppo del progresso tecno-scientifico, le narrazioni con cui viene proposto e le sue implicanze nella vita dell'umanità. Nella prima parte si pone in risalto non solo come la tecnica venga interpretata da molti autori contemporanei come unica fonte di salvezza e dai post-umanisti come fonte di immortalità, ma anche i rischi connessi a questo approccio che, anziché favorire lo sviluppo integrale dell'uomo, finisce per disumanizzarlo.La seconda parte considera il valore ma anche i dilemmi che alcune applicazioni che la tecnica oggi permette pongono alla riproduzione umana, alle scienze cognitive, alla comunicazione di massa, all'ecologia, alla finanza e all'educaZione delle nuove generazioni. L'ultima parte propone infine una valutazione etica e teologica della questione.
Ci auguriamo che questo lavoro possa favorire una serena e impegnata riflessione sul servizio che la scienza e la tecnica possono offrire all'umanità, ma possa anche mettere in guardia dall'affermarsi di un imperio tecno-scientifico senza progetto, affinché diventi ancor oggi possibile fare in modo che la libertà umana lo orienti e lo metta "al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale"
Viaggio dentro la piaga del caporalato e del lavoro servile nell'Italia di oggi. Il racconto delle inchieste della magistratura e della stampa libera alla ricerca delle storie di riscatto della dignità umana. L'analisi della filiera agricola che rimanda alla responsabilità dei consumatori e alla struttura della grande distribuzione organizzata delle merci affidata ai gruppi internazionali del commercio. Un testo per non distogliere lo sguardo dalla realtà del nostro tempo, cercare di capire le cause del problema, riconoscere e sostenere i percorsi credibili di un'economia al servizio della persona e della società. Prefazione di Gian Carlo Caselli.
Il principio fondamentale di tutto il pensiero paolino va individuato a monte di tutti gli altri pur importanti temi e cioè nella persona di Cristo morto e risorto per noi. Per l'apostolo il mistero pasquale è l'evento fondativo, avvenuto nel passato, ma sempre attualizzato e reso efficace dalla predicazione che genera la fede giustificante in colui che inizia a vivere in Cristo, e che ha una portata salvifica-escatologica universale. Se il riferimento all'evento Cristo, morto e risorto per noi, è presente in tutti gli scritti di Paolo, la sua più ampia esposizione, con le molteplici implicazioni per i credenti, sia ebrei sia gentili, si trova nella Lettera ai Romani. Il fatto di rivolgersi a destinatari non evangelizzati da lui e di impostazione giudeo-cristiana nel modo di praticare la fede in Gesù messia, spinge l'apostolo a presentare, con un ineguagliato approfondimento, la propria ermeneutica del vangelo, cercando di rispondere alle prevedibili obiezioni sollevate da quel tipo di uditorio. Prefazione di Romano Penna.
Questo libro è stato pensato per tutti coloro che si sentono chiamati ad una partecipazione più attiva, piena e consapevole alla Messa. Per quanti amano la Parola e credono che essa è decisiva per riconoscere la presenza salvifica di Gesù nell'Eucarestia. Per i sacerdoti, catechisti, insegnanti, operatori pastorali, ma anche studenti di teologia, secondo lo stile suggerito da frate Francesco al confratello Antonio, studiare, "ma senza estinguere lo spirito di santa orazione". Non accontentiamoci di una presenza superficiale alla Messa, entriamo invece nella divina liturgia imparandone lo spartito.